La Stampa - 06.03.2020

(Marcin) #1
.

FULVIA CAPRARA
ROMA

A

desso che è tornata
a scuola, Gaia Gira-
ce, 16 anni, alunna
del terzo anno del
Liceo linguistico
cresciuta davanti al
mare di Vico Equense, tra Sor-
rento e Castellammare di Sta-
bia, avverte il disagio di chi ha
toccato il cielo con un dito e
poi è tornato giù, con i piedi
per terra: «Sul set si lavora 14
ore al giorno cambiando sem-
pre tutto. Le parole, le scene,
la vita non era mai monotona.
Adesso è diverso, a scuola mi
ritrovo seduta per 5 ore e mi
devo confrontare con cose insi-
gnificanti, vedo ragazze che
lottano per avere il voto mi-
gliore, solo perché vogliono
sentirsi superiori. Certe volte
mi sento fuori luogo, avverto
gelosie e invidie, invece, negli
ambienti che mi piacciono, c’è
un’altra energia, si combatte
per ciò che si ama e io sono feli-
ce se un collega lo è».
Di Lila, l’amica geniale della
serie di Raiuno che ha appena
chiuso la seconda stagione (L’a-
mica geniale - Storia del nuovo
cognome) con quasi 7 milioni
di spettatori e il 28% di share,
Girace ha amato il suo «essere
anticonformista ma non mene-
freghista. Lila segue i suoi idea-
li, ha il coraggio di pensare e di
parlare, una cosa nuova per
quegli anni, ma, in fondo, an-
che per oggi. Quante sono le
persone capaci di esprimere
senza paura le proprie idee?».
Dall’altra parte del golfo, a
Napoli, le fa eco Margherita
Mazzucco, 17 anni, allieva del
quarto anno del Liceo classico,
interprete di Lenù, la metà più
pensosa e razionale di quel di-
pinto al femminile che ha in-
cantato lettori in tutto il mon-
do: «Elena, sulle prime, può ap-
parire un personaggio subordi-
nato. In realtà, alla fine si vede
che è forte, ed è lei quella che
riesce ad andare avanti da so-
la». Interpretarla ha significa-

to «dare spazio alle emozioni e
ai sentimenti. Il regista Save-
rio Costanzo mi ha detto “devi
prenderti una vacanza da Mar-
gherita e lasciarti andare”». Il
viaggio è iniziato dai punti in
comune: «Anche io, come Le-
nù, osservo molto le persone,

sono abbastanza empatica,
credo che questa sia la cosa
che ci accomuna».
Alla fine delle riprese, per le
due protagoniste, è arrivata la
messa in onda, e poi il succes-
so, una ventata che poteva tra-
volgere esistenze appena av-
viate: «La mia è stata sconvol-
ta - dice Girace -. Mi riconosco-
no dappertutto, la vita privata
si è accartocciata ed è finita sot-
to i piedi, ora non esiste più. E

questo è pesante, soprattutto
per una della mia età. Quando
sono a scuola oppure con gli
amici si finisce per parlare sem-
pre della serie, a me dispiace,
anche se so che è il prezzo da
pagare». Per Mazzucco l’im-
patto con la notorietà è meno
radicale: «Mi chiedono auto-
grafi e per strada mi riconosco-
no, ma, nella pratica, non ho
vissuto grandi cambiamenti».
La ragione è nel carattere, a ini-
ziare dal modo con cui ha ac-
colto l’offerta: «Ero così tran-
quilla - confessa -, che Saverio,
prima di iniziare a girare, ha
voluto parlare con i miei per ca-
pire se davvero mi faceva pia-
cere vivere l’esperienza».
Le risposte, quelle determi-
nanti, sono scritte nel futuro,
anche se, già da ora, le differen-
ze tra le due neo-attrici sono
evidenti: «Già prima dell’Ami-
ca geniale avevo sentito forte il
desiderio di fare l’attrice - rac-
conta Gaia Girace -. Un’attra-
zione improvvisa. Ne ho parla-
to con mia mamma, lei si è in-

formata e mi ha detto che c’era
una scuola di recitazione a Ca-
stellammare, ci siamo andate,
e tutto è cominciato dalla pri-
ma lezione, in cui non ho smes-
so di sorridere un secondo». La
voglia di essere attrice appar-
tiene anche a Mazzucco, ma
ha un altro sapore: «Sono abi-
tuata a stare molto con i piedi
per terra - spiega -, certo, mi
piacerebbe continuare, soprat-
tutto sperimentare. Infatti ora
vorrei fare una cosa completa-
mente diversa, magari un film
d’azione, o di fantascienza».
Ora per le ragazze si apre un
periodo di attesa: «Lenù e Lila
sono due indimenticabili e vi-
talissime compagne di viaggio
nel nostro immaginario - ha
detto la direttrice di Rai Fic-
tion Eleonora Andreatta com-
mentando l’ottimo esito della
serie prodotta da Rai Fiction,
Fandango, The Apartment,
Wildside e HB -. Il nostro lavo-
ro continua, con la terza stagio-
ne che è in scrittura». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Eleonora Andreatta
“Ora inizia un periodo
di attesa ma la terza
stagione è in scrittura”

ALICE BISI
CANTAUTRICE

ROSELINA SALEMI

«S


e sono
femmi-
nista?
Cer-
to!». Eli-
za Scan-
len, 22 anni, lanciata come un
razzo nel cielo dello star sy-
stem, ti guarda sorpresa per
l’ovvietà della domanda, con
un lampo negli occhi brillanti
e verdissimi: «Come potrei
non esserlo?». Famosa in Au-
stralia con la soap Home and
Away, scoperta dal popolo del-
le serie con Dark Objects, con-
sacrata dal ruolo di Beth in Pic-
cole Donne, protagonista di Ba-
byteeth, in concorso a Venezia,
è l’esempio perfetto di un
mood generazionale. «Ho avu-
to la fortuna di lavorare in film
scritti e diretti da donne - dice -
e ne sono onorata. So di aver
avuto fortuna. Altre hanno do-
vuto combattere per diventare
registe e sceneggiatrici...».
Queste ragazze sono diver-
se. Carine, ma di una bellezza
inclusiva, meno standardizza-
ta, impegnate, molto social,
molto body positive, al punto
da rifiutare (alcune) la depila-
zione delle ascelle, decise a
esplorare tutte le sfumature
del verbo «esprimersi».
Sono così nuove che non
guardano più al passato (le so-
lite Grace Kelly, Audrey Hep-
burn, Greta Garbo) ma si guar-
dano attorno. La filiforme fi-
glia d’arte Lily Rose Depp cita
come punti di riferimento Sha-
ron Stone in Casino e Julianne
Moore, «sempre», più Natalie
Portman che l’ha tenuta a bat-
tesimo come co-protagonista
in Planetarium, e un po’ anche
la mamma, Vanessa Paradis. Il
papà, Johnny Depp, si dichia-
ra «orgoglioso della donna che

è diventata». Amandla Sten-
berg, 21 anni, ex Hunger Ga-
mes, esplosa con Darkest
Minds, confessa di essersi ispi-
rata a Mila Kunis, la sua prima
«cotta». E questo è l’altro aspet-
to: le emergenti (o emerse),
più che come teen idol o icone
sexy si propongono come «ro-
le model».
Sono tutte attiviste di qual-
cosa. Steberg, attivista Lgbt, è
impegnata nelle battaglie per
una controcultura queer e i di-
ritti civili delle minoranze. Ha
fatto coming out con «profon-
do senso di sollievo» dichiaran-
dosi gay, «non bi, non pan, ma
gay con un amore romantico
per le donne». Il suo nome, pre-
cisa, significa «potere» nella
lingua zulu: «Credo nel concet-
to di ribellione attraverso l’in-
dividualità».

Zendaya, 23 anni, 66 milio-
ni di follower, star della se-
rie-scandalo Euphoria dove è
un’adolescente complicata e
tossica, si è presentata a un
Met Gala vestita da Giovanna
D’Arco. Trasforma le feste di
compleanno in raccolte fondi.
È molto saggia: «La gente pen-
sa che i ragazzi di oggi abbia-
mo tutto a portata di mano e
ogni cosa sia più semplice.
Non è così. Basta pensare alla
pressione dei social». E pro-
prio sui social difende le ami-
che dagli haters.
Ancora più seria, la precoce
Elle Fanning. Per chi l’ha segui-
ta da Venezia nel 2010 (aveva
12 anni, recitava in Somewhere
di Sofia Coppola ed era una spe-
cie di fatina rosa) al fashion hor-
ror The Neon Demon da Malefi-
cent a (tra poco) The Great, Ca-
terina la Grande, imperatrice

di Russia, vederla crescere è sta-
to spiazzante. Principessa negli
abiti di Zahir Murad ma per
niente bambola, romanticona,
sfida l’industria del cinema e i
suoi eccessi: «Mi sono sempre
sentita libera. Certo, vedi un
sacco di cose strane, feste esage-
rate, però il modo di protegger-
si c’è. Io ho studiato in una scuo-
la superiore normalissima. Poi
non sono una party girl». Ha
avuto una breve «fase Marilyn»
ma le è passata (Marilyn è fini-
ta male).
Katherine Langford, 24 an-
ni, 15,5 milioni di follower, ha
debuttato con la serie teen Tre-
dici (era Hannah, l’adolescente
suicida che lascia ai compagni
di scuola una scatola di casset-
te dove spiega la sua voglia di
morire) e sarà la prima ragazza
a impugnare Excalibur nella se-
rie fantasy Cursed (ancora Ca-
melot, ancora re Artù): «Que-
ste incredibili, meravigliose sto-
rie sono al 100% raccontate da
personaggi maschili. Sarà bel-
lo vederle dal punto di vista di
una vera donna. Un’eroina».
E che dire di Millie Bobby
Brown, 16 anni, 32 milioni di
follower, reginetta di Stranger
Things? La società che ha fonda-
to, Pcma, la rende la più giova-
ne produttrice indipendente di
sempre. Se le chiedono che pro-
getti ha, risponde: «Desidero in-
frangere le regole». Le giovanis-
sime guardano alle «anziane»
come Emma Watson, che ha su-
perato la boa dei 30 e ha alle
spalle un discorso all’Onu, la
campagna con l’hashtag #He-
ForShe, posizioni femministe
contro le molestie sessuali e a
favore dell’aborto. Ha coniato
un termine diventato subito po-
polare tra le ragazze: «self-part-
nered». Lo chiamo «essere fi-
danzata con me stessa». Non si-
gnifica restare per forza single
ma, in senso femminista, «star
bene anche sole». In caso di
emergenza ci sono sempre i 55
milioni di follower.—
© RIPRODUZIONE RISERVATA

WOAH L’album della giovane fiorentina Alice Bisi

Birthh, storia di una sognatrice soul

“Non voglio che l’ascoltatore si annoi mai”

Il nome Birthh? Vuol
dire nascita, è la
prima cosa che si fa
nella vita e con due h
lo si ricorda di più

3

4

GIOVANI

CARINE

E IMPEGNATE

LUCA DONDONI

S

pero solo che le per-
sone che ascoltano
la mia musica pro-
vino qualcosa e
con l’album di in-
fondere una certa
positività». A una prima lettu-
ra questa potrebbe sembrare

la dichiarazione di intenti
dell’ennesimo artista new age
desideroso di allargare il nu-
mero dei suoi fan con frasi a ef-
fetto ma non è così, anzi. Alice
Bisi, fiorentina, cantautrice,
produttrice e sognatrice ad oc-
chi aperti tanto che i suoi con-
fini artistici (canta rigorosa-
mente in inglese) non sono
quelli della penisola italiana.
Tuttavia, se cercaste un disco
o anche solo una canzone di
Alice non trovereste nulla sot-
to questo nome. La ragazzina,

della quale vi invitiamo a se-
gnarne il nome in agenda, per
il pubblico è semplicemente
Birthh («perché birth, nascita
in inglese, è la prima cosa che
si fa nella vita e con due h alla
fine lo si ricorda di più»); la
sua musica, così come i testi
che la raccontano, trasforma-
no le canzoni in una continua
sorpresa.
Cresciuta a Firenze, Birthh
è stata inizialmente ispirata a
fare musica dall’amore di suo
padre per Tom Waits e Bob Dy-

lan; per questo ha iniziato a
scrivere canzoni da bambina
sviluppando un amore per il
pop, il soul, l’elettronica e i
suoni organici che le hanno
fornito le basi per questo al-
bum intitolato Woah. «Le can-
zoni sono ciò che mi permette
di regalare pezzi della mia sen-
sibilità -, dice rivelando di sof-
frire di sinestesia, un fenome-
no neurologico che si realizza
quando stimolazioni prove-
nienti da una via sensoriale o
cognitiva inducono a esperien-
ze, automatiche e involonta-
rie –. Non voglio che l’ascolta-
tore si annoi e possa vivere le
mie stesse esperienze senso-
riali senza annoiarsi».
Alice ha registrato le demo
dell’album in 9 mesi nello stu-
dio creato nella sua cameretta
e lo ha ultimato a New York

con Lucius Page (già collabo-
ratore di Solange Knowles) e
il vincitore di un Grammy Ro-
bert LB Dorsey. E’ davvero dif-
ficile non rimanere colpiti da
pezzi come Supermarkets, Pa-
rakeet dedicata alla nonna,
Yello/Concrete e il singolo più
recente e forse più hip-hop
Space Dog che rapisce l’ascolta-
tore. Per Birth è stato disegna-
to un percorso che le ha per-
messo di suonare in spettacoli
e festival insieme ad artisti del
calibro di PJ Harvey, Mac De-
Marco, Andrew Bird, Benja-
min Clementine, Nick Mur-
phy and Imagine Dragons; di
recente la sua data al Servant
Jazz Quarter di Londra è anda-
ta sold out e gli inglesi sono im-
pazziti. Ci auguriamo che av-
venga anche da noi. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA


  1. Eliza Jane Scanlen,classe 1999, australiana, protagonista di «Baby-
    teeth» e della serie tv «Home and Away»; 2. Amandla Stenberg, clas-
    se 1998, è stata Rue in «Hunger Games» e Madeline Whittier in «Noi
    siamo tutto»; 3. Elle Fanning (classe 1998) protagonista del film di
    Woody Allen «Un giorno di pioggia»; 4. Lily Rose Depp (classe 1999),
    franco-statunitense, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis


INFLUENCER, POST FEMMINISTE E FIDANZATE CON SE STESSE

Potere alle ragazze


Le nuove attrici star


“Rompiamo le regole”


L’AMICA GENIALE Gaia Girace e Margherita Mazzucco raccontano il successo dei loro personaggi

Lila e Lenù: “Il nostro segreto?

Siamo forti e anticonformiste”

1

2

Icone di riferimento:
Emma Watson al posto
di Audrey Hepburn
e Julianne More

TV

ROCK

Gaia Girace (Lila) e Margherita Mazzucco (Lenù) in una scena di «L’amica geniale», andato in onda su Rai1

CINEMA

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22 LASTAMPAVENERDÌ 6MARZO 2020
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