La Stampa - 06.03.2020

(Marcin) #1

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Nascosto con l’assassino dei murazzi

Condannato il complice


del delitto della collina


Cinque anni di reclusione


Arrestato con l’accusa di ri-
cettazione, un romeno di 23
anni, Alexandru Bumbar è
stato fermato l’altra notte
dagli agenti delle volanti del
commissariato Barriera di
Milano nella zona nord di
Torino. Con altri due compli-
ci, che sono riusciti a sfuggi-
re agli agenti, era a bordo di
una Mazda colma di fili di ra-
me. In tutto 320 chili rubati
probabilmente in un cantie-
re. Dopo esser stati intercet-
tati a ridosso di un piazzale,

i tre hanno abbandonato
l’auto dietro ad alcuni auto-
bus parcheggiati. Il giovane
ha cercato di nascondersi in-
filandosi sotto il pullman.
Ma uno dei poliziotti ha vi-
sto i suoi piedi spuntare die-
tro la ruota. «Esci da lì, sei in
trappola».
Così è stato arrestato, do-
po aver scalciato un po’, e mi-
nacciato il poliziotto: «Io ti
conosco, fai attenzione che
mi ricordo di te». Il giovane,
accompagnato negli uffici
del commissariato, guidato
dalla dirigente Alice Rolan-
do, ha raccontato di aver ru-
bato il rame nei pressi delle
Gru. I poliziotti hanno con-
trollato ma non hanno trova-
to riscontri di furti recente.
Tutto il materiale era già
pronto per essere portato in
una fonderia compiacente.
Il giovane è risultato essere
già noto alla giustizia, per
reati contro il patrimonio, le-
sioni e minacce. M.PEG. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CHIARA GHISLERI
DOCENTE
DI PSICOLOGIA

Stiamo studiando
un kit di materiale
informativo
da consegnare
alle matricole

Il risultato di un questionario anonimo distribuito due settimane fa dal collettivo «Studenti indipendenti»

Nell’Università esiste il «Comitato unico di garanzia», ma pochi iscritti conoscono l’esistenza di quella struttura

“Il 40 per cento delle studentesse


vittima di discriminazioni in ateneo”


Barriera Milano

Fermato in auto


con un carico


di 320 chili


di rame rubato


Il rame recuperato dalla polizia

IRENE FAMÀ
I carabinieri erano sulle sue
tracce. Nicola Termine, 52 an-
ni, spiantato, si era nascosto
tra i senza tetto nei moduli di
accoglienza di piazza d’Armi.
Era ricercato per l’omicidio di
Umberto Prinzi, 47 anni, il cui
cadavere era stato trovato la
mattina del 14 dicembre
2018 sulla collina di Moncalie-
ri, ai margini di strada Santa
Brigida: ucciso con due colpi
di pistola alla nuca. Nicola
Termine ieri è stato condanna-
to a 5 anni di reclusione e a
6mila euro di multa con rito
abbreviato. Come richiesto
dal pubblico ministero Laura
Longo, il reato è stato riqualifi-
cato in favoreggiamento e oc-
cultamento di cadavere. Se-

condo il pm non è stato mate-
rialmente lui a sparare.
La vittima aveva un passato
noto: dopo aver trascorso ven-
tidue anni in carcere per aver
ucciso la fidanzata transessua-
le Valentina, nel 2017 era usci-

to di prigione e si era inserito in
un giro di compravendita di au-
to e orologi. Affari che lo aveva-
no portato in contrasto con An-
tonio Serra, l’uomo accusato
di aver ucciso materialmente
Prinzi. Serra ha scelto il rito or-
dinario e verrà processato in
Corte d’Assise.
Il delitto fu consumato il
giorno precedente al ritrova-
mento del cadavere. Prinzi fu
ucciso sulla sua Lancia Delta
mentre percorreva una strada
collinare da Torino a Moncalie-
ri. Serra e Termine erano a bor-
do: il primo seduto dietro, il se-
condo accanto alla vittima.
Braccato dai carabinieri,
Termine si era nascosto fino a
marzo 2019 in piazza d’Armi,
dove poi era stato fermato. In
quei giorni tra i moduli di ac-
coglienza aveva trovato rifu-
gio anche Said Mechaquat,
l’uomo che il 23 febbraio
2019 aveva ucciso ai Murazzi
con una coltellata il giovane
biellese Stefano Leo. Quando
i carabinieri si presentarono
per fermare Termine, Said si
spaventò. Per un attimo pen-
sò fossero lì per lui. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Attacco in valle

Indagine della Digos
Militante No Tav
finisce ai domiciliari

LEONARDO DI PACO

I

l 40,2 per cento delle stu-
dentesse dichiara di aver
subito violenze, molestie
o discriminazioni legate
al proprio genere all'interno
del contesto universitario.
Un altro 26 per cento giudica
e percepisce l'università tori-
nese come uno spazio non si-
curo.
I risultati sono quelli relati-
vi a un questionario lanciato
il 12 febbraio dal collettivo
«Studenti indipendenti» e na-
to con lo scopo di indagare in
termini quantitativi quante
sono e come incidono le vio-
lenze percepite dagli studen-
ti all’interno di UniTo. All’in-
dagine, realizzata on line e in
maniera anonima, hanno ri-
sposto 1100 studenti, per il
78,5 per cento dei casi don-
ne. «Premesso che il nostro
questionario non ha la prete-
sa di avere valenza scientifi-
ca - spiega Libero Dondi, uno
dei rappresentanti del collet-
tivo che ha gestito la compila-
zione dell’indagine - da esso
emergono comunque dei da-
ti che permettono di inqua-
drare quali possono essere le
linee di intervento da parte
dell’ateneo».
Valore interessante, per
esempio, è quello della rispo-
sta al quesito «ti è mai succes-
so all’interno dell’Università
di Torino di subire delle di-
scriminazioni legate al tuo
aspetto fisico?». In un caso su
due si è risposto in maniera
affermativa. Inoltre, all’inter-
no di questo 50 per cento, la
stessa proporzione va utiliz-
zata tra chi ha detto di aver
subìto discriminazioni da stu-
denti e chi da docenti.
Per quanto riguarda la do-

manda relativa alle aggres-
sioni fisiche, il 6 per cento so-
stiene di averle subite all’in-
terno degli ambienti di Uni-
To. «Non sembra molto, ma
se si ragiona pensando agli
80 mila iscritti all’ateneo allo-
ra l’impatto della risposta di-
venta decisamente più preoc-
cupante», continua il rappre-
sentante del collettivo.
Secondo «Studenti Indi-
pendenti» ad essere meritori
di una riflessione sono i dati
relativi alle domande legate
all’omofobia. «Abbiamo chie-
sto: “ti sei mai sentito discri-
minato per via del tuo orien-

tamento sessuale? Il 32 per
cento ha detto “sì”». E nella
metà dei casi sarebbe avvenu-
to ad opera di altri studenti.
Il restante 16 per cento ha ac-
cusato di questi atteggiamen-
ti il corpo docente.
All’interno dell’Università
esistono strumenti per de-
nunciare questo tipo di so-
prusi, il problema è che sono
poco conosciuti. Alla doman-
da «sei a conoscenza dell’esi-
stenza del Comitato unico di
garanzia?», il 78 per cento
del campione ha detto di
«no». «È un valore molto si-
gnificativo perché dimostra

quanto l’ateneo debba anco-
ra lavorare per fare in modo
che certi servizi vengano
sfruttati appieno».

Migliorare i servizi
Forti dei risultati emersi con
il questionario, i rappresen-
tanti del collettivo studente-
sco chiederanno all’Universi-
tà di migliorare i servizi offer-
ti. «È grave che il Cug sia così
poco conosciuto, significa
che c’è ancora molto da fare.
Per questo suggeriremo all’a-
teneo di dotare anche le sedi
periferiche dell’Università, ti-
po Grugliasco o Orbassano,

dei medesimi spazi. Inoltre
va anche migliorata la comu-
nicazione». Altra richiesta di
«Studenti Indipendenti» ri-
guarda il fatto che l’ateneo si
impegni a formare tutto il
personale di UniTo, dai do-
centi ai tecnici, sia per la ge-
stione dei casi di violenza sia
per la prevenzione».
Chiara Ghislieri, docente
del dipartimento di Psicolo-
gia e componente del Comi-
tato unico di garanzia di Uni-
To, «il dato di un 78 per cento
di studenti che ignora l’esi-
stenza del Cug è un dato pre-
occupante. Diffondere la co-
noscenza dei servizi è fonda-
mentale, come ateneo stia-
mo ragionando su come po-
tenziare la rete. Ci sarà una
campagna di comunicazione
più intensiva. Stiamo anche
studiando uno “starter kit”
per la matricole con materia-
le dedicato proprio a questo
tipo di informazioni». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Resistenza, danneggiamento
seguito da incendio. Sono le
accuse contenute nella misu-
ra cautelare degli arresti domi-
ciliari per Alessandro Rapisar-
da, catanese di 28 anni, mili-
tante del centro sociale Aska-
tasuna. Lui e altri soggetti tra-
visati aveva partecipato alla
mobilitazione No Tav, in Val
di Susa, per celebrare la stori-
ca ricorrenza dell’8 dicembre
2005, data delle prime lotte
contro l’Alta Velocità. Stando
alle indagini della Digos avreb-
be partecipato al lanciato di
bombe carta e pietre contro le
forze dell’ordine, a presidio
del cancello che sbarra il sen-
tiero che porta al cantiere di
Chiomonte. La polizia aveva ri-
sposto lanciando alcuni lacri-
mogeni. Nell’ambito della me-
desima attività investigativa
sono stati denunciati altri 33
militanti No Tav. —

IL CASO

La vittima Umberto Prinzi

Molti iscritti all’Università hanno segnalato in un questionario di aver subìto minacce o discriminazioni

VENERDÌ 6 MARZO 2020LASTAMPA 41
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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