La Stampa - 11.03.2020

(Ben Green) #1

Festa e nuovo logo per i 110 anni del Biscione


Un mito con tanti successi e tre ripartenze


FU IN INGEGNERE NAPOLETANO A SALVARE L’AZIENDA DEL PORTELLO NATA NEL 1910


OMAR ABU EIDEH


È


una sorta di cunicolo
spazio-temporale
quello che connette il
passato e il presente
delle Alfa Romeo più
estreme: ha le fonda-
menta gettate nelle pieghe del-
la storia il ponte che collega la
prima Gran Turismo Alleggeri-
ta della specie, la Giulia Sprint
GTA del 1965 – una versione
specifica derivata dalla Sprint
GT e allestita per l’omologazio-

ne sportiva – all’ultimo bolide
del Biscione, la Giulia GTA.
Una sintesi di leggerezza e po-
tenza pura, condensate nel
corpo di una berlina dalle sem-
bianze slanciate. Elementi
che, probabilmente, le avreb-
bero permesso di essere la regi-
netta di quel Salone di Gine-
vra messo al tappeto dal Coro-
navirus.
Basata sulla versione Qua-
drifoglio, la GTA ha un’aero-
dinamica estremizzata (e

messa a punto con l’aiuto dei
tecnici della Sauber Enginee-
ring, partner della squadra
Alfa Romeo di Formula 1),
studiata per aumentare la sta-
bilità di marcia alle alte velo-
cità. Da notare i cerchi mono-
dado da 20” e le carreggiate
allargate di 5 cm, che si abbi-
nano a una nuova geometria
delle sospensioni. Per gli insa-
ziabili c’è pure la GTAm, an-
cora più maschia con lo split-
ter anteriore maggiorato e l’a-

la posteriore di carbonio.
Sotto al cofano il V6 2.9 bi-
turbo da 540 CV di potenza
(30 in più rispetto alle altre
Quadrifoglio), che canta da
uno scarico di titanio by Akra-
povič. L’interno è un trionfo di
Alcantara e sulla GTAm spari-
scono la panchetta posteriore
e i pannelli porta e spunta un
rollbar, come sulle vetture da
corsa. Gli interventi di allegge-
rimento limano il peso di 100
kg rispetto alla Quadrifoglio:

merito della fibra di carbonio,
adoperata per albero di tra-
smissione, cofano, tetto, para-
urti e passaruota anteriori.
La GTAm aggiunge sedili
monoscocca di carbonio con
cinture a 6 punti e finestratura
laterale e posteriore di Lexan
(resina della famiglia dei poli-
carbonati). Il risultato è un pe-
so che si attesta sui 1.520 kg. Il
rapporto peso/potenza è ec-
cellente: 2,82 kg/CV, un valo-
re di riferimento fra le concor-

renti della Giulia. Il che rende
la GTA un bolide che copre lo
100 in soli 3,6 secondi. En-
trambe le versioni saranno co-
struite in una serie limitata di
500 unità per altrettanti fortu-
nati clienti.
Gli stessi che, c’è da scom-
metterlo, avrebbero acquista-
to pure le sportive GTV e 8C,
depennate dall’ultimo piano
industriale del costruttore in
nome della «razionalizzazio-
ne», così come successo per la

compatta Giulietta e il Suv di
grandi dimensioni. La strate-
gia prevede, invece, l’esordio
dei restyling di Giulia e Stelvio
nel 2021 e il debutto dell’atte-
sissima Tonale, Suv compatto
che sarà proposto anche in ver-
sione ibrida plug-in (cioè rica-
ricabile alla spina), prodotto a
Pomigliano d’Arco (Napoli) e
che potrebbe rilanciare le ven-
dite Alfa. Nel 2022 toccherà a
un Suv di piccole dimensioni,
declinato pure in edizione
100% elettrica: alla luce del
matrimonio di Fcacon Psa, il
modello potrebbe avere base
tecnica francese.
Nel prezzo della GTA, non
comunicato ma presumibil-
mente non lontano dai cento-
mila euro, sono inclusi un ca-
sco Bell in livrea speciale GTA,
abbigliamento racing comple-
to Alpinestars (tuta, guanti e
scarpe), un telo coprivettura
Goodwool personalizzato e
un corso di guida specifico rea-
lizzato dall’Accademia di Gui-
da Alfa Romeo. —
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PIERO BIANCO


Q


uando vedo un’Alfa
Romeo mi tolgo il cap-
pello» disse Henry
Ford nel 1939, affasci-
nato da una 8C Spi-
der 2900 dei Rockefel-
ler. La leggenda del Biscione ha
radici antiche: il 24 giugno fe-
steggerà 110 anni con un nuo-

vo logo che simboleggia la tran-
sizione tra passato e futuro e ac-
compagnerà gli eventi celebra-
tivi, tra cui la 1000 Miglia e il
Goodwood Festival of Speed.
Un marchio molto milanese
nell’anima e anche un po’ napo-
letano: il primo a crederci fu in-
fatti l’imprenditore Nicola Ro-
meo, un ingegnere parteno-
peo. Nata nel 1910, l’ALFA
(Anonima Lombarda Fabbrica
Automobili) aveva tentato l’av-

ventura industriale producen-
do al Portello modelli derivati
dal marchio francese Darracq.
Nonostante il discreto successo
della 24 HP, la grande guerra e
le limitate risorse finanziarie
minarono il sogno dopo appe-
na 5 anni. Fu proprio Romeo a
salvare l’Alfa e i suoi 2.500 ope-
rai. Convertì gli impianti alla
produzione di prodotti bellici
(munizioni, motori aeronauti-
ci, mezzi ferroviari). E creò l’Al-

fa Romeo. Un mito diventato si-
nonimo del made in Italy, caval-
li e prestazioni eccitanti.
Il Biscione ha scritto nel No-
vecento pagine memorabili
con imprese nelle competizio-
ni mondiali, auto che hanno
raccontato il boom economico,
eccellenza tecnologica. Ma ha
vissuto anche momenti diffici-
li. L’onda lunga della crisi eco-
nomica americana (1929) arri-
vò fino al Portello frenando l’e-

spansione. Il marchio nel 1933
venne ceduto all’Iri e ripartì affi-
dando il reparto corse alla Scu-
deria Ferrari con cui raccolse
nuovi trionfi. Le bombe della se-
conda guerra mondiale nell’ot-
tobre ‘44 rasero al suolo il Por-
tello e l’attività riprese solo due
anni dopo.
Ecco le stagioni magiche di
Nino Farina e Juan Manuel
Fangio, campioni del mondo
in F1, prima del ritiro dai Gp. E
nel ‘48 l’Alfa Romeo confluì in
Finmeccanica. Un’altra ripar-
tenza, esaltata dal successo di
vetture come Giulietta, Giuliet-
ta Sprint, Spider e Giulia, sta-
tus symbol della borghesia me-
dio-alta agli albori della Dolce
Vita. Le Alfa incorniciarono il
boom industriale e conquista-
rono Hollywood (il Duetto di
Dustin Hoffman nel Laurea-

to). Nel ‘62 venne inaugurato
lo stabilimento di Arese men-
tre a Balocco nacque una mo-
derna pista di collaudo. Gli an-
ni Settanta segnano un’espan-
sione mondiale. Nel 1968 na-
sce la fabbrica di Pomigliano
d’Arco per produrre l’Alfasud
con soluzioni sofisticate come
il motore boxer a sbalzo. Ma
reggere il ritmo dei competi-
tor tedeschi e giapponesi si ri-
vela difficoltoso.
La terza svolta societaria è da-
tata 1986. L’Alfa, ambita anche
da Ford, ha i bilanci in rosso e
viene ceduta da Iri-Finmeccani-
ca al Gruppo Fiat che la rilan-
cia. La 156 del 1997 è “Car of
The Year”, poi arrivano 147,
159, Brera, fino alla nuova Giu-
lietta del centenario e ai gioielli
Giulia e Stelvio. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALESSANDRO VAI


S


arebbe stata senza
dubbio una delle no-
vità più gettonate
del Salone di Gine-
vra, dove si sarebbe
anche potuta prova-
re nella pista dedicata esclusi-
vamente ai mezzi a zero emis-
sioni, allestita all’interno di
uno dei padiglioni. La 500 elet-
trica è la Fiat più attesa da diver-
si anni a questa parte, l’auto
che avrà l’onore di aprire la via
della mobilità 2.0 a tutta Fca.

Presentata a Milano il 4 marzo
durante un evento dedicato,
dovrebbe aiutare Fiat a diventa-
re leader europea nel settore
dell’elettrico, come anticipato
dal capo europeo del marchio,
Luca Napolitano.
La ricetta della nuova 500 è
semplice: uno stile immediata-
mente riconoscibile, lievemen-
te evoluto in chiave hi-tech,
l’autonomia giusta (320 km)
per il 90% degli utilizzi e tanta
tecnologia a bordo. Nel fronta-
le i fari tondi sono tagliati a me-

tà sul cofano con un effetto mol-
to particolare e le prese d’aria
sono ridotte al minimo. Il logo
Fiat c’è solo al posteriore, men-
tre sulla calandra sono ben visi-
bili le tre cifre 500.
Conseguenze della trasfor-
mazione «green», per cui la city-
car torinese è diventata un po-
co più grande – 3,61 metri di
lunghezza e 1,69 di larghezza –
e soprattutto ha una meccanica
totalmente inedita. Del resto è
la prima auto progettata e pro-
dotta da Fiat per essere 100%

elettrica e non un adattamento
come la precedente 500 che ve-
niva venduta (in perdita, Mar-
chionne dixit) in California.
Qui è tutto nuovo, a partire
dalla piattaforma che ospita le
batterie agli ioni di litio da 42
kWh e il motore elettrico da 118
CV. Insieme promettono 320
km omologati nel ciclo Wltp e la
possibilità di ricaricare fino a 85
kW di potenza, permettendo
riempire l’80% degli accumula-
tori in 35 minuti. La velocità
massima è limitata a 150 km/h,
mentre per l'accelerazione da 0
a 100 km/h servono 9 secondi.
Fra le modalità di guida c’è an-
che la «Sherpa», che limita la ve-
locità a 80 km/h e i consumi, per
permettere di arrivare a destina-
zione anche quando la batteria
è quasi scarica.
Parlando invece di tecnolo-
gia a bordo, sulla nuova 500
elettrica debutta il sistema di
infotainment UConnect5 su-
per connesso, sviluppato insie-
me ad Android, con display da
10,25 pollici, ma ci sono anche
un inedito quadro strumenti

da 7 pollici completamente di-
gitale e i sistemi di assistenza
alla guida di livello 2: cruise
control attivo con riconosci-
mento dei pedoni e dei ciclisti,
mantenimento della traietto-
ria, frenata automatica d’emer-
genza e allerta dell’angolo cie-
co. Infine, un tocco di classe, il
suono obbligatorio (Avas) che
l’auto deve emettere fino a 20

km/h è una riproduzione del
brano Amarcord di Nino Rota.
Infine, i prezzi. Fiat finora ha
presentato la variante Cabrio-
let nell’edizione di lancio «La
prima» che costa 37.900 euro
e si può prenotare sul sito dedi-
cato. Poi arriveranno la berli-
na e le versioni base, che coste-
ranno meno. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

1, 2, 3. Tre immagini dell’Alfa Romeo Giulia GTAm, la versione «pistaiola» della GTA, con vistoso alettone
in coda e due posti secchi: rispetto alla Quadrifoglio, la GTA ha 30 Cv di potenza in più e pesa 100 kg in me-
no 4. La terza generazione della 500 insieme con il modello originale del 1957 5. L’edizione di lancio «La
prima» è cabriolet, con capote decorata dal logo Fiat, e costa 37,900 euro 6. Un bozzetto della Nuova
500 ne evidenzia le linee pulite 7. I fari sono divisi in più sezioni, di cui una è ritagliata nel cofano motore
FCA

L’OMAGGIO AL MODELLO DEL 1965


Potenza e leggerezza formato Alfa

La Giulia più estrema si chiama GTA

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LA STORIA


La nuova sportiva MC20 fotografata a Milano

È stata un’assenza giustifica-
ta (e fortunata) quella della
Maserati nell’elenco degli
espositori che avrebbe dovu-
to partecipare al Salone di Gi-
nevra, passata inosservata al-
la luce degli eventi. Ma la ca-
sa del Tridente ha avuto co-
munque la sua ribalta media-
tica, svelando le prime foto
della sua supercar, la MC20,
che sarà svelata il prossimo
maggio nel corso di un even-
to dedicato. Per la prima usci-
ta pubblica con la carrozzeria
definitiva – nascosta da op-
portune coperture adesive –
la marca ha scelto il palcosce-
nico notturno di Milano, in
Piazza degli Affari, ai piedi
della scultura L.O.V.E. di
Maurizio Cattelan, simbolo
dell’audacia italiana nell’arte
contemporanea.

Un posto identificato fra
una serie di luoghi iconici in
Italia, che rappresentano lo
statement globale «Masters
of Italian Audacity», del qua-
le la nuova MC20 è la prima
espressione. La vettura, crea-
ta presso il Maserati Innova-
tion Lab di Modena, cuore
pulsante della ricerca tecno-
logica e della progettazione
del Tridente, affronterà ora
un periodo di test in strada e
in pista per raccogliere dati
fondamentali che permette-
ranno la sua messa a punto fi-
nale. E, prima di rientrare a
Modena, sarà fotografata in
altri luoghi simbolo del co-
raggio italiano.
La MC20 verrà prodotta
nello storico stabilimento mo-
denese di viale Ciro Menotti
e sancirà il ritorno del mar-

chio italiano nel mondo delle
competizioni. Secondo quan-
to comunicato dall’azienda,
il bolide verrà proposta pure
con sistema di propulsione
100% elettrica. E il suo no-
me, come spiega la casa ma-
dre, «è l’acronimo di Masera-
ti Corse e “20” fa riferimento
al 2020, anno che darà il via a
una nuova fase della storia di
Maserati. Così come la Tipo
26, dove il numero sta ad indi-
care l’anno di fabbricazione,
è stata la prima vettura da cor-
sa a vestire il Marchio del Tri-
dente, allo stesso modo la
MC20 sarà la prima nata del-
la nuova Era della Casa mode-
nese».
La nuova supercar della
Maserati raccoglie l’eredità
della MC12, a sua volta deri-
vata dalla Ferrari Enzo, vettu-

ra che nel 2004 segnò il ritor-
no del costruttore alle compe-
tizioni, dopo 37 anni di assen-
za. E ne rappresenta una di-
retta evoluzione. Della proge-
nitrice la MC20 spera di po-
ter replicare le gesta sporti-
ve: dal 2004 al 2010, infatti,
la MC12 ha collezionato in pi-
sta 22 vittorie (di cui 3 succes-
si assoluti alla 24 Ore di Spa)
e 14 titoli nel Fia Gt tra Coppe
Costruttori, Campionati Pilo-
ti e Campionati a Squadre.
Riserbo sui dettagli tecni-
ci, che si preannunciano di li-
vello assoluto: si vocifera di
una monoscocca di carbonio
e di un motore V6 2.9 bitur-
bo di derivazione Alfa Ro-
meo, rimaneggiato da Mase-
rati per erogare oltre 600 ca-
valli di potenza. O. A. E. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Maserati

Fra i simboli dell’audacia italiana


la MC20 si prepara al debutto


Stile riconoscibile, 320
km di autonomia
e dotazione
tecnologica al top

OBIETTIVO LEADERSHIP EUROPEA


Fiat affida all’icona 500

il ruolo di apripista

nel segmento delle elettriche

SPECIALE MOTORI SPECIALE MOTORI


MERCOLEDÌ 11 MARZO 2020 SPECIALELASTAMPA III

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