La Stampa - 11.03.2020

(Ben Green) #1

LODOVICO POLETTO


«B


uonasera, mi
fa un caffè?.
Alle 18,40
l’ultimo bar
che resiste al decreto che im-
pone l’isolamento per scam-
pare al virus è la cremeria al
90 di via Nizza, diventata im-
provvisamente una strada
senza auto, senza doppie fi-

le, senza un solo mezzo che
suoni il clacson perché vuole
a tutti i costi passare. «Mi fa
un caffè?», ma poi arrivano i
carabinieri, e la trasgressio-
ne finisce lì. «Non lo sapevo»,
si scusa la ragazza. E la ser-
randa va giù. Clic.
Istantanee del primo gior-
no di guerra al virus. Per ades-
so vince il buonsenso, che re-
gala immagini da tempi
dell’austerity finché c’è il so-
le, e suggestioni da coprifuo-

co quando arriva il buio.
Spente le insegne, abbassate
le saracinesche, cartelli su fo-
gli A4 affissi alle vetrate: «So-
lo pizza da asporto». San Sal-
vario si riscopre finalmente
silenziosa. «Solo kebab da
prendere al volo e portare
via, ho tolto via anche i tavoli-
ni e le sedie dal déhors: non
c’è niente da scherzare» dice
Bibo, guardiano inflessibile
sulla porta del suo locale. Un
solo cliente. In piazza Mada-

ma neanche un’anima. In via
Baretti ci sono persino posti
dove posteggiare. E i due au-
siliari del traffico, stasera di-
soccupati, se ne vanno per i
fatti loro senza staccare nean-
che un foglietto delle con-
travvenzioni. Clic.
Che strana serata e che stra-
na giornata questo martedì di
silenzio. Che strana mattina
alle 9,40 in piazza Castello,
deserta come non la vedi
neanche all’alba della dome-

nica. Un cliente da Mulassa-
no. Nessuno in libreria. Porti-
ci deserti. Due taxi al posteg-
gio: «Aspettiamo una corsa
che non arriva da due ore». E
chissà quando arriverà. E chis-
sà se chi salirà indosserà una
mascherina come due clienti
scaricati in piazza Vittorio dal-
la prima auto pubblica che ar-
riva per una corsa. E l’autobus
che si ferma adesso è semivuo-
to. Click. Il Gran Bar è chiuso.
Clic. Dietro la chiesa della
Gran Madre sono posteggiate
6 auto. «Non c’erano più le
condizioni per lavorare in se-
renità, meglio fermarsi. Ria-
priremo poi, quando si torna
alla normalità», dice il patron
del Gran Bar. Che alle quattro
del pomeriggio porta chiavi-
stelli e catene per blindare le
serrante. Clic.
Ma poi va in periferia e sco-
pri che in città si va a due velo-
cità. Con i giardini di corso
Giulio Cesare affollati come
al solito. E un po’ di vita sui
marciapiedi. Bambini no,
non se ne vedono neanche
qui. E chi porta a spasso il ca-
ne a piazza Alimonda è una
rarità. Clic. Code davanti ai
supermercati. Non è l’assal-
to. È la prudenza. Il rispetto
delle regole. Si entra contin-
gentati all’EKom di corso
Moncalieri. E la ragazza bion-

da chiacchiera al cellulare:
«Avevo un esame, ma è salta-
to tutto. Non so se ce la farò a
starci dentro con gli altri ap-
pelli. Sabato? Non so, ci par-
liamo che tocca a me». Code
in farmacia. Clic. L’amuchi-
na. E le proteste dei professio-
nisti che lavorano per le far-
macie comunali: «Siamo a
contatto con il pubblico, ma
a noi non vengono neanche
date le mascherine». S’inse-
guono parole come «catego-
ria a rischio», «primo aiuto ai
cittadini», «siamo dimentica-
ti». Hanno perfettamente ra-
gione a protestare. Mentre
continuano a spiegare che
l’Amuchina gel non c’è, che
se si ha febbre la prima cosa
da fare è chiamare il medico
di famiglia. Che no, gli anti-
biotici non vanno presi.
Frammenti di vite sospese
in questa giornata di sole. Di
gente che pedala sulla salita
verso Superga. Di coppie che
guardano la città che va avan-
ti al rallentatore dal piazzale
della Basilica: «Con riferi-
mento all’attuale situazione
sanitaria Superga resta chiu-
sa al pubblico». Niente pre-
ghiere. Niente messe. Niente
museo. Neanche un pellegri-
no davanti alla lapide del
Grande Torino. Clic. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

REPORTAGE



  1. Piazza Castello svuotata di turisti come larga parte del centro storico di Torino. 2. Semi-deserta
    anche la stazione ferroviaria di Porta Susa. 3. Dopo la corsa a fare scorte di cibo dell’altra notte, an-
    che ieri c’erano lunghe code - ma a distanza di sicurezza - davanti alle rivendite di alimentari. Nem-
    meno un bambino tra i giochi dei giardini di via Avogadro, alle spalle della Cittadella. 5. Anziani in
    attesa del proprio turno davanti a una farmacia. 6. Le barriere improvvisate di Gtt per impedire l’ac-
    cesso e la discesa dei passeggeri dalle porte anteriori


4


70%


La percentuale
delle strutture
che hanno chiuso
o stanno per farlo

I costi di gestione
erano già diventati
insostenibili prima,
ora è davvero inutile
resistere alla chiusura

IL CASO


1


GIANCARLO BANCHIERI


PRESIDENTE


CONFESERCENTI


35%


Resistono i bar, ma
molti esercenti stanno
aspettando le misure
di sostegno del governo

IL CORONAVIRUS


Ci sono alberghi
ancora operativi
ma soltanto perché
hanno le ultime
camere occupate

Gli effetti della fuga dei turisti e le scelte dettate dalla responsabilità

Dopo i locali tocca a negozi e hotel


“Così è impossibile rimanere aperti”


IL PUNTO


3


REPORTERS


Non c’è un dato uni-
voco sui primi con-
trolli effettuati dalle
forze dell’ordine, a Tori-
no, dopo l’entrata in vigo-
re del Dpcm per arginare
la propagazione del Co-
vid19. E c’è disorienta-
mento su come le restrizio-
ni decise dal Governo deb-
bano essere applicate alle
diverse casistiche. Anche
perché sono molte le do-
mande sollevate dai citta-
dini nelle ultime 24 ore:
«Posso portare la spesa ai
miei genitori?, «Posso an-
dare al parco a correre da
solo?». Ieri, in Prefettura il
Comitato provinciale per
la sicurezza pubblica si è
riunito proprio per fare il
punto sull’applicazione
delle misure di conteni-
mento del contagio e sulle
attività di controllo. Cara-
binieri, polizia di Stato e
polizia municipale sono
presenti nelle stazioni, al-
le barriere autostradali,
agli aeroporti per evitare
spostamenti non giustifi-
cati. Con le nuove norme
ci si può spostare solo per
evidenti esigenze lavorati-
ve, situazioni di necessità,
gravi motivi di salute e pre-
sentando un’autocertifica-
zione. Se non le si rispetta,
si viola l’articolo 650 del
codice penale – Inosser-
vanza di provvedimento
delle Autorità – oppure, in
casi più gravi, si rischia di
commettere un reato di
natura colposa contro la
salute pubblica. Il Com-
partimento Polizia Strada-
le per il Piemonte e la Val-
le d’Aosta ha fornito i pri-
mi dati: 297 le persone
controllate, di cui nove de-
nunciate all’autorità giudi-
ziaria (due fermate nella
provincia di Torino, una
nella provincia di Biella e
sei nella provincia di Ales-
sandria). Ci sono poi i con-
trolli che interessano i bar
e i ristoranti, che da ieri
possono aprire dalle 6 alle
18 e devono assicurarsi
che i clienti mantengano
almeno un metro di distan-
za uno dall’altro. Così da
evitare gli assembramen-
ti. Anche in questo caso,
però, sembra esserci un
po’ di confusione. Un risto-
rante aperto all’ora di
pranzo non è un invito ad
uscire con gli amici, ma
semmai un servizio per
chi è dovuto andare in uffi-
cio. Accertamenti anche
sulle attività che devono
essere chiuse, come pub,
discoteche, cinema. Ieri è
stato «il banco di prova»
per le nuove restrizioni. E
non sono mancate le pole-
miche nei confronti della
polizia municipale di Tori-
no che non ha interrotto i
controlli autovelox, ad
esempio in via Pietro Cos-
sa, e verso gli addetti alla
sosta, in piazza Statuto.

IRENE FAMÀ - GIUSEPPE LEGATO


Una città spettrale dopo la grande serrata: nessun turista, parcheggi vuoti, taxisti inattivi

Solo nei quartieri di periferia i giardini e le strade continuano a mostrare segni di normalità

Bar chiusi, piazze deserte

La paura svuota Torino

“Meglio fermarsi qui,

aspettiamo la normalità”

5


6


IL CORONAVIRUS


CLAUDIA LUISE
DIEGO MOLINO

L


a metà delle attività in
zona Gran Madre ieri
ha tenuto le serrande
abbassate. Il Gran
Bar, lo storico ristorante Mon-
ferrato, la boutique Cortés e
tanti altri negozi sono rimasti
chiusi: «La nostra associazio-
ne condivide lo slogan “Io re-
sto a casa” - spiega Vittoria
Chiappero, presidente dei
commercianti di Borgo Po -
L’indicazione di fermarsi è sta-
ta concertata sulla prevenzio-
ne, nell’ottica del contenimen-
to del virus». Uno stop che pro-
seguirà nei prossimi giorni:
«Ma le attività destinate ai be-
ni di prima necessità, come ali-
mentari, farmacie e banche, ri-
marranno aperte».

E adesso a cedere sono gli al-
berghi. Troppo costoso mante-
nere aperte le attività viste le cir-
costanze. Circa il 70% degli ho-
tel è già chiuso o chiuderà tra
oggi e domani. «I costi di gestio-
ne erano già diventati insosteni-
bili prima, ora è davvero inutile
tenere aperti. Ci sono alberghi
ancora operativi perché hanno
le ultime camere occupate e
non possono costringere i clien-
ti ad andare via, ma oramai spe-
rano solo di ripartire in prima-
vera» spiega Giancarlo Ban-
chieri, presidente di Confeser-
centi. Anche per i ristoranti il
numero di chiusure si aggira
sul 60-70% perché con la possi-
bilità di servire solo il pranzo di-
venta complicato continuare
l’attività. E i pub? «All’inizio si
pensava dovessero chiudere
tutti, come stabilito per le disco-
teche, invece è stato chiarito
che se non hanno intratteni-

mento e musica possono essere
assimilati ai ristoranti. Ma or-
mai la maggior parte ha abbas-
sato le serrande da sabato» spie-
ga il direttore generale dell’A-
scom, Carlo Alberto Carpigna-
no. Aperti, per ora, il 70-80%
dei bar anche se la situazione è
in costante evoluzione e molti
aspettano di conoscere le misu-
re di sostegno economico predi-
sposte dal governo.
«Ci eravamo organizzati per
gestire gli ingressi ridotti e ga-
rantire la distanza di sicurez-
za, ma abbiamo così pochi
clienti che quasi non ce n’è sta-
to bisogno» commenta amaro
Vito Strazzella del Caffè San
Carlo, che ieri fino alle 18 ha te-
nuto aperto i suoi locali nono-
stante il centro semideserto.
Nessun turista, solo qualche di-
pendente che ha continuato a
lavorare in ufficio. «Dalla cola-
zione all’ora di pranzo sono ar-
rivate una trentina di persone,
di solito invece ne contiamo
una media di trecento». Dei 15
dipendenti della storica caffet-
teria, ieri erano in servizio in
tre. Intorno, altri si sono già ar-
resi. Chiuso anche Iginio Mas-
sari, in piazza Cln come i punti
vendita di Brescia e Milano. —
Ha collaborato
Pier Francesco Caracciolo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

REPORTERS


2


Violazioni


anti contagio


Prime denunce


della stradale


REPORTERS


MERCOLEDÌ 11 MARZO 2020 LASTAMPA 37


CRONACA DI TORINO


T1 PR

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