Il Sole 24 Ore - 11.03.2020

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Il Sole 24 Ore Mercoledì 11 Marzo 2020 13


Politica


Barbara Fiammeri


Manuela Perrone


Clima costruttivo. Qualche momento
di tensione quando si è parlato del su-

percommissario. E confronto serrato


sulle cifre da mettere a disposizione
di famiglie e imprese. È stato questo

il ring in cui si è svolto ieri a Palazzo


Chigi l’incontro tra Giuseppe Conte e
i leader delle opposizioni di centrode-

stra. A chiedere il faccia a faccia con il


presidente del Consiglio erano stati
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e An-

tonio Tajani, in vista del voto di oggi


in Parlamento per lo scostamento da-
gli obiettivi di deficit e del nuovo de-

creto economico.


Ma inevitabilmente il colloquio è
partito dall’emergenza sanitaria. La

richiesta di Lega, Fdi e Forza Italia,


presente anche Maurizio Lupi di Noi
per l’Italia, è stata subito quella di pro-

cedere a un ulteriore inasprimento


delle misure sull’intero territorio na-
zionale con la chiusura di tutti gli

esercizi commerciali, tranne quelli


per i beni di prima necessità. Una ri-
chiesta che tanto Salvini che Meloni

avevano anticipato prima di varcare la


soglia di Palazzo Chigi e che il leader
della Lega con i suoi capigruppo Mas-

similiano Romeo e Riccardo Molinari


(videocollegato) hanno rilanciato con
forza, sulla scia della presa di posizio-

ne del governatore leghista della


Lombardia Attilio Fontana, che in as-
senza della serrata del Governo è

pronto a intervenire in autonomia. Lo


stesso è intenzionato a fare il presi-
dente dem della Campania, Vincenzo

De Luca, che ha già emanato un’ordi-


nanza per chiudere barbieri, parruc-
chieri e centri estetici. Mentre il colle-

ga governatore della Toscana, Enrico


Rossi, ha chiesto ai non residenti di
lasciare la regione.

Conte è rimasto freddo. Accanto a


lui, il ministro dell’Economia Rober-
to Gualtieri ha fatto presente che mi-

sure draconiane analoghe a quelle


prese per la zona rossa originaria se
estese a tutta Italia avrebbero un co-

sto notevole. Anche perché soltanto


i primi interventi di sostegno in quel-
le aree pesano già un miliardo di eu-

ro. Una risposta che non ha soddi-


sfatto nessuno degli ospiti, tant’è che
appena terminata la riunione sia Sal-

vini che Meloni hanno riferito il “no”


dell’Esecutivo. Ma poco dopo è arri-
vato il chiarimento distensivo di Pa-

lazzo Chigi: la possibilità di adottare


misure più restrittive, ove necessa-
rie, non è stata affatto esclusa. Stessa

apertura è arrivata dal capo Protezio-
ne civile, Angelo Borrelli. A reclamare

il “protocollo Codogno” per tutta Ita-


lia sono peraltro anche esponenti
della maggioranza, dal sindaco di

Bergamo Giorgio Gori al dem Filippo


Sensi e per il MS il viceministro Ste-
fano Buffagni.

Già questa mattina potrebbe arri-


vare qualche novità dalla riunione del
Consiglio dei ministri, chiamato a va-

rare il decreto legge sull’economia.


Proprio l’ammontare delle risorse ne-
cessarie a sostenere la grave crisi pro-

vocata dall’emergenza coronavirus è


stato uno dei temi al centro della riu-
nione. Da Fi Tajani, Mariastella Gel-

mini e Anna Maria Bernini hanno


puntato sul rapporto con l’Ue e sulla
richiesta di un allentamento dei vin-

coli comunitari. Pienamente condivi-


sa anche dagli altri esponenti del cen-
trodestra, con Lupi che ha invocato la

sospensione del decreto dignità e


l’immediata operatività dei nuovi
provvedimenti. Meloni ha invece insi-

stito in particolare sull’esigenza di un


commissario straordinario con poteri
d’ordinanza. «Presidente, è sbagliato

concentrare su di te tutta la gestione


dell’emergenza», ha detto la numero
uno di Fdi. «Non voglio fare l’antipati-

ca ma non vorrei che la contrarietà a
una figura di questo tipo dipenda dal

timore che un supercommissario


possa fare ombra a qualcuno...». Im-
mediata la replica di Conte. «Assolu-

tamente no, Meloni, basta guardare i


miei collaboratori per capire che scel-
go il meglio», ha risposto il premier,

che alle spalle aveva anche il portavo-


ce Rocco Casalino.
Ma in un caso è stato proprio il pre-

mier a tendere la mano al centrode-


stra. Quando i tre leader gli hanno
chiesto esplicitamente di far slittare

lunedì la discussione dell’Eurogrup-


po sul Meccanismo europeo di stabili-
tà, mentre Gualtieri nicchiava, Conte

ha assicurato: «Per il Governo italiano


non è una priorità».


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Barbara Fiammeri


ROMA

Maggioranza e opposizione per una


volta unite nel nome della guerra al
Coronavirus voteranno oggi la riso-

luzione che autorizza il Governo a


procedere allo scostamento dai tar-
get del deficit. Un atto che per la sua

importanza richiede, tanto alla Ca-


mera che al Senato, il sì della mag-
gioranza assoluta dei componenti

dei due rami del Parlamento. Il voto


è stato calendarizzato per questo


pomeriggio. Prima, però, i capi-


gruppo di maggioranza e opposi-
zione metteranno a punto il testo fi-

nale della risoluzione. Questo alme-


no l’obiettivo. Che sembra abba-
stanza a portata di mano visto che

sia i partiti del centrodestra, Lega-


FdI-Fi, che Ms, Pd e Leu concorda-
no nel liberare immediatamente ri-

sorse per sostenere l’emergenza sa-


nitaria e intervenire con misure a
sostegno di imprese e famiglie. Ri-

spetto all’orientamento del Gover-


no, intenzionato a non sforare in
ogni caso il % che potrebbe trasfor-

marsi in un intervento intorno ai 


miliardi (si veda articolo a pag.), il
centrodestra chiede fin da ora un in-

tervento non inferiore a  miliardi.
Le due posizioni tuttavia non sono

inconciliabili. Nell’incontro tenuto-


si ieri a Palazzo Chigi tra il premier
Giuseppe Conte e i tre leader del

Centrodestra, Matteo Salvini, Gior-


gia Meloni e Antonio Tajani, il mini-
stro dell’Economia Roberto Gualtie-

ri, pur evitando di anticipare cifre,


ha assicurato che il Governo “farà
tutto quanto necessario” per il Pae-

se. Nel testo della risoluzione lo sco-


stamento autorizzato dal Parla-
mento potrebbe essere definito co-

me il primo passo necessario a fron-
teggiare la fase emergenziale, che

dovrà poi essere seguita da inter-


venti più strutturali per il rilancio
dell’economia.

Questa appunto l’intenzione. In


ogni caso anche se non si arrivasse
a una vera e propria condivisione,

l’opposizione voterà la risoluzione.


La conferenza dei Capigruppo, per
rispettare il nuovo protocollo di si-

curezza, ha infatti deciso all’unani-
mità, per la prima volta nella storia

della Repubblica, di dimezzare le


presenze in Parlamento, garanten-
do però un numero sufficiente di se-

natori e deputati per raggiungere la


maggioranza assoluta, che resta una
conditio sine qua non. Si andrà di-

rettamente in Aula. Al Senato saran-


no presenti solo  senatori per grup-
po e si voterà a scaglioni in ordine

alfabetico. Alla Camera invece la vo-


tazione sarà come sempre simulta-
nea, ma in Aula i deputati entreran-

no a poco a poco, nell’arco di dieci


minuti, per evitare assembramenti.


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Tregua armata governo-opposizioni


IL FACCIA A FACCIA


Lega, Fdi e Fi chiedono


misure più aspre. Conte


prudente, ma non chiude


Richiesto lo slittamento


del Mes. Il premier apre:


non è una priorità


QUALI SPIRAGLI


HA LASCIATO


IL PREMIER


AL DIALOGO


di


Lina


Palmerini


È


come se ci fossero stati due


tempi dell’incontro a Pa-
lazzo Chigi di ieri: prima a

favore di telecamere con le


dichiarazioni di Salvini, Meloni e
Tajani e un secondo tempo, inve-

ce, più sotterraneo fatto di rifles-


sioni e contatti informali. Soprat-
tutto con Sergio Mattarella che,

come raccontano alcune fonti


della maggioranza e pure del cen-
tro-destra, sarebbe rimasto delu-

so dal fallimento di quella colla-


borazione che auspicava nel suo
appello di qualche giorno fa. De-

luso e preoccupato perché al Qui-


rinale sanno che siamo agli inizi e
serviranno ancora scelte difficili

da prendere e possibilmente da


condividere per non spaccare gli
italiani durante l’emergenza.

Due sostanzialmente sono le


decisioni che restano in bilico e
che sono diventate l’argomento di

rottura tra Conte e il leader del


centro-destra: l’istituzione di una
zona rossa ovunque e la nomina

di un commissario. Ed è qui che


scatta il secondo tempo, perché
prima - nel vertice a Palazzo Chigi


  • il premier avrebbe detto di “no”


alla serrata totale per ragioni eco-
nomiche e di ordine pubblico ma

dopo qualche ora dalla fine del-
l’incontro, ha fatto sapere che

«nulla è escluso». Come se voles-


se tenersi aperte tutte la strade a
fronte dell’evolversi dei contagi e

per lasciare uno spiraglio al dialo-


go con le opposizioni. Ma il punto
di ricucitura con Salvini potrebbe

essere sul commissario. È vero


che ci sono ancora molte resisten-
ze ma ormai la decisione a Palaz-

zo Chigi è presa e, dicono, anche


con il placet del Quirinale: dun-
que nelle prossime ore o al massi-

mo entro la fine della settimana ci


sarà la nomina. Dov’è che ora si
scaricano le tensioni? Sulla sua fi-

gura e sul suo ruolo, se debba es-


sere un nome noto, se invece deb-
ba essere preso tra i prefetti, se

debba diventare sottosegretario e


quali mansioni affidargli. Non è
chiaro se reggerà la linea del pre-

mier di creare una posizione pa-


ra-burocratica a cui affidare solo
compiti in materia sanitaria o se

invece prevarrà più il senso politi-


co e affiderà a questa figura un
ruolo forte e tutto operativo. In

questo modo, infatti, non solo an-


drebbe incontro alle richieste del-
l’opposizione ma mettendo un

“commissario” sul fronte, Conte
riuscirebbe a sterilizzare parte

delle polemiche con il centro-de-


stra. Lui teme di perdere il centro
della scena ma c’è una convenien-

za nel delegare compiti complessi


che aumentano nella gestione di
un’Italia blindata.

A maggior ragione se la blin-


datura, come chiede l’opposizio-
ne, dovesse essere più stretta. Qui

però le incongruenze sono tutte


dalla parte di Salvini. Proprio il
leader leghista che non fa che

parlare di imprese, di artigiani, di


commercianti, di chi apre le sara-
cinesca e si spacca la schiena - in-

somma tutta la sua base elettora-


le - ha di nuovo cambiato idea e
dopo essersi schierato contro la

chiusura del Nord per non bloc-


care l’attività economica di chi
non ha il posto pubblico sicuro,

ieri ha addirittura proposto la


serrata in tutta Italia.
Un testacoda rispetto all’inizio

che rende anche la strategia del


capo dell’opposizione oscillante.
A meno che non ci sia più voglia di

delegittimare il Governo che ha


intenzione di tutelare aree del Pa-
ese dove la Lega ha costruito il suo

consenso e la sua classe dirigente.


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POLITICA 2.


ECONOMIA & SOCIETÀ


ONLINE
«Politica 2.
Economia & Società»
di Lina Palmerini

su
ilsole24ore
.com

Incontro governo-opposizioni. Antonio Tajani (Fi), Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (FdI) hanno visto ieri il premier Giuseppe Conte


IMAGOECONOMICA

IL VOTO SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO


Conti, Camere obbligate all’unanimità


Il centrodestra garantirà


la maggioranza assoluta


necessaria per il via libera


ANSA

Emilia Patta


«C


e la faremo se sare-


mo uniti e se
ognuno di noi darà

il suo contributo.


Questa emergenza ci ha fatto sco-
prire tutti più fragili, ma servirà an-

che a farci capire che siamo tutti di-


pendenti gli uni dagli altri. Insieme
possiamo costruire un’Italia più

forte e ritrovare lo spirito della co-


munità». Il presidente dei deputati
del Pd Graziano Delrio è in queste

ore nelle sua Reggio Emilia ed oggi
non parteciperà al voto sullo sco-

stamento del deficit: le Camere sa-


ranno a ranghi ridotti e gli eletti
dalle zone del Nord sottoposte per

prime alle restrizioni delle zone


rosse e arancioni resteranno a casa.
Da medico, Delrio è in contatto e

ringrazia molti colleghi che lancia-


no il grido d’allarme sul possibile
collasso delle strutture sanitarie.

«Sono fondamentali i comporta-


menti individuali, serve responsa-
bilità da parte di tutti. Non possia-

mo mettere un poliziotto a control-


lare ogni famiglia», è il suo appello.
A proposito di Camere dimez-

zate, presidente Delrio, in Parla-


mento state valutando la possibili-
tà di votazioni a distanza?

Ne abbiamo discusso a lungo con il
presidente della Camera Roberto

Fico. Ma il voto a distanza in Parla-


mento è molto complicato, ci sono
ostacoli di compatibilità costitu-

zionale difficili da superare. Per ora


andiamo avanti così: con presenze
limitate ai rappresentanti delle zo-

ne dove i contagi sono minori.


C’è l’emergenza sanitaria da
superare subito, e c’è l’emergen-

za economica che si farà sentire


per mesi...
Il Governo si sta muovendo su tre

direttive fondamentali: una mora-


toria su mutui e prestiti per le
aziende, moratoria che va estesa

anche alle famiglie con la possibi-


lità di sospendere il pagamento del
mutuo per la prima casa per  me-

si; indennizzi ai settori più dura-
mente colpiti; ammortizzatori so-

ciali con l’estensione della cassa


integrazione in deroga. Ammor-
tizzatori come la cassa in deroga e

indennizzi vanno estesi anche ai


professionisti, dagli artigiani ai
commercianti , anch’essi in estre-

ma difficoltà, oltre che a più lavo-


ratori possibili. Non dobbiamo la-
sciare solo nessuno. Occorre poi

accelerare gli investimenti pubbli-


ci e smobilizzare il più possibile il
risparmio privato, anche con mi-

sure come l’aumento dell’ecobo-


nus al %. Chi vuole mettere in
sicurezza la sua casa dal punto di

vista energetico e sismico lo deve


poter fare alle migliori condizioni:
questo è il momento.

Un commissario per ogni opera


pubblica, come chiede qualcuno?
Non c’è bisogno di nominare deci-

ne di commissari, né di evitare le


gare. Le regole sugli appalti stanno
funzionando. Invece occorre in-

tanto sbloccare i progetti già pron-


ti e agire ancora sulla semplifica-
zione burocratica.

Basteranno i circa  miliardi di


scostamento del deficit a cui sta
pensando il Governo?

È necessario molto di più, non c’è
dubbio. La Ue ha già riconosciuto

che si tratta di spese straordinarie.


Si deve usare tutto quanto è neces-
sario non un euro di meno. “Wha-

tever it takes”. Non si tratta di con-


trattare un miliardo in più o in me-
no. Ma intanto bisogna varare su-

bito le misure più urgenti per


mettere in sicurezza il sistema ed
evitare il peggio.

Questa emergenza ha già rile-


vato alcune problematiche di fon-
do: le risorse umane che mancano

nella sanità, innanzitutto, ma an-


che il rischio speculazione sui
mercati. Sarebbe stato utile chiu-

dere la Borsa?


La chiusura si decide in casi specia-
lissimi. Il problema è un altro: oc-

corre più vigilanza sui mercati fi-
nanziari. È una crisi di portata

mondiale e va affrontata di conse-


guenza, mettendo il bavaglio alla
finanza speculativa che danneggia

l’economia reale. Quanto alle risor-


se umane, questa emergenza ci de-
ve indurre vieppiù a tornare a inve-

stire sul capitale umano: nella sani-


tà, nella ricerca, nell’università e
nella scuola. Stiamo pagando ora il

prezzo della crisi -, va in-


vertita la tendenza.
Il voto di tutte le forze politiche

in favore dello scostamento e, pro-


babilmente, anche sulla misure
per l’economia inaugura una sorta

di unità nazionale di fatto. Il Go-


verno così com’è potrà affrontare
i difficili mesi che ci aspettano?

Il senso di responsabilità che sta
dimostrando l’opposizione di

centrodestra va salutato con fa-


vore. Così come va salutato con
favore l’atteggiamento di ascolto

e collaborazione da parte del pre-


mier e della maggioranza nei
confronti dell’opposizione e del-

le sue proposte.


Tra le decisioni che forse an-
dranno prese ci potrebbe essere

anche lo slittamento all’autunno


delle elezioni amministrative di
primavera...

Questo è il momento di concen-


trarsi per superare l’emergenza
sanitaria. Una volta superato il

picco ragioneremo, nulla è esclu-


so. Ma certo occorre procedere,
anche in questo caso, in accordo

totale con l’opposizione di centro-


destra. È il momento della colla-
borazione e dell’unità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INTERVISTA


GRAZIANO DELRIO


«Voto a distanza


in Parlamento? È a rischio


incostituzionalità.


Possibili amministrative


in ottobre, ma con l’ok


dell’opposizione»


Marco Ludovico


L’espressione “leggi speciali” evoca


periodi bui della storia d’Italia ma


adesso circola, sussurrata, nella di-
scussione tra maggioranza e oppo-

sizione: tutti convinti della necessi-


tà ormai prossima di nuove misure,
più estese e più severe. La spinta più

forte viene dal centrodestra e dai


governatori del Nord, in testa il go-
vernatore della Lombardia Attilio

Fontana. «È il tempo della fermez-


za. Ho incontrato i sindaci dei capo-


luoghi lombardi e il presidente di


Anci Lombardia, chiedono tutti la
stessa cosa: chiudere tutto adesso

(tranne i servizi essenziali) per ri-


partire il prima possibile». L’emer-
genza dell’epidemia è al culmine al

Nord, la richiesta di una sorta di


serrata dei negozi era prevedibile.
Le restrizioni alla circolazione pub-

blica potranno aumentare. Ma un


provvedimento generalizzato in
tutta Italia, visto la tendenza di

estendere sul territorio nazionale


gli interventi sulle prime zone ros-
se, di chiusura dei negozi, avrebbe

una portata enorme. Il presidente


del Consiglio, Giuseppe Conte, non
chiude però la porta. «Vi assicuro

che il Governo continuerà a rimane-


re disponibile e risoluto ad adottare


tutte le misure necessarie a contra-


stare con il massimo rigore la diffu-
sione del contagio», ha detto il pre-

mier ai leader dell’opposizione


Matteo Salvini, Giorgia Meloni e An-
tonio Tajani.

Conte resta comunque disponi-


bile a misure più severe. Un fronte
politico pronto a estendersi a Italia

Viva ma soprattutto, se non arriva-


no segnali di inversione delle criti-
cità in atto, a tutto il governo, a co-

minciare dal Pd e poi lo stesso MS.


Non per forza sulla chiusura degli
esercizi, ma in generale su decisioni

ancora più drastiche se necessarie


a fermare il COVID-. Gli occhi so-
no puntati anche su centro e sud

d’Italia. Se anche lì i contagi esplo-


dessero le scelte di governo assu-


merebbero sostanza tecnica e per-


derebbero qualunque colore politi-
co: devono essere efficaci, punto. Al

momento, va detto, alla Difesa non


ci sono pianificazioni per rinforzare
Strade sicure – . militari, quasi

tutti dell’Esercito, impegnati nei


controlli antiterrorismo – ma già
 circa sono stati messi a disposi-

zione dei prefetti nelle zone rosse


del Nord. Tutto fa pensare a un au-
mento prossimo delle aliquote mili-

tari disponibili per le esigenze del


ministero dell’Interno. Certo, ci so-
no undici brigate con una media di

mila soldati situate nella maggior


parte delle regioni italiane. Ma evo-
care scenari inverosimili è, al mo-

mento, infondato e fuorviante.


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GLI SCENARI DEL PEGGIORAMENTO


Chiusure e controlli, l’ipotesi leggi speciali


A disposizione dei prefetti


nelle zone rosse già 


militari di Strade sicure


«Solo uniti ce la faremo, ora sbloccare gli investimenti»


DOPO LE RIVOLTE


Carceri, indagini


sulla regia


occulta


Sono in corso indagini per capire


da chi sia arrivato «l’ordine» di


far scattare le rivolte all’interno
delle carceri italiane tra venerdì e

lunedì. È quanto emerge da fonti


giudiziarie, che puntano anche a
verificare un’eventuale «regia

occulta» dietro l’organizzazione
delle proteste fomentate tra i

detenuti negli istituti


penitenziari. In particolare, oltre
alla Procura di Milano, anche

Trani avrebbe avviato


un’inchiesta per far luce sugli
episodi nei carceri delle

rispettive città. Le indagini, a 


gradi, al momento non
escludono legami con

«organizzazioni» esterne al


carcere. Secondo quanto emerso,
sono in tutto  i detenuti morti.

—I.Cimm.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Smobilizzare subito


il risparmio privato


sì all’ecobonus al %»

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