Il Sole 24 Ore - 07.03.2020

(avery) #1

16 Sabato 7 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Mondo


Fallisce il vertice Opec Plus


Il petrolio crolla del 9 per cento


ENERGIA


La Russia rifiuta l’appoggio


ai tagli di produzione extra


Scricchiola l’asse coi sauditi


Il gruppo promette nuove


consultazioni, ma il Brent


scivola ai minimi da  anni


Sissi Bellomo


L’Opec ha voluto giocare alla roulette


russa. E ha perso. Mosca ha rifiutato di


avallare il maxi-taglio di produzione


che le era stato praticamente imposto.


E a quel punto è crollato tutto: non solo


il piano per ridurre ulteriormente l’of-


ferta di petrolio in risposta al coronavi-


rus, ma anche le quote produttive già in


vigore – che verranno meno a fine me-


se – e forse persino l’Opec Plus, un’alle-


anza che ha appena tre anni di vita.


Anche il prezzo del greggio ovvia-


mente è crollato, in modo davvero rovi-


noso. Il Brent, con punte di ribasso su-


periori al %, è sceso vicino a  dollari


al barile, su livelli che non toccava dal-


l’estate . Il Wti è scivolato a  dolla-


ri, ai minimi da agosto . Entrambi


i benchmark sono ora in ribasso di oltre


il % da inizio anno e hanno perso un


quinto del valore da quando, prima in


Cina e poi nel resto del mondo, l’epide-


mia ha cominciato a diffondersi.


Liberi tutti


L’ondata di vendite sul mercato era


cominciata prima ancora che il falli-


mento del vertice di Vienna venisse


reso ufficiale,mentre si rincorrevano


frenetiche e talvolta contraddittorie


indiscrezioni sul braccio di ferro tra


russi e sauditi. Alla fine si è avverato lo


scenario peggiore. «Dal ° aprile non


ci saranno più restrizioni a produrre


né per l’Opec né per i Paesi non Opec»,


ha dichiarato il ministro russo


Alexander Novak abbandonando il


vertice. «Abbiamo preso la dolorosa


decisione di aggiornare la riunione,


ma le consultazioni proseguiranno»,


ha chiarito il segretario generale del-


l’Opec Mohammed Barkindo.


I prossimi contatti avverranno co-


munque «nella cornice della Dichiara-


zione di cooperazione» (ossia nell’am-


bito dell’Opec Plus) specifica un comu-


nicato dell’Opec, distribuito a Vienna,


ma che in serata non compariva sul sito


del gruppo. L’obiettivo, afferma la nota,
è «determinare le azioni necessarie per

stabilizzare il mercato del petrolio».


Sfida allo shale oil


Neanche Novak a dire il vero ha chiuso


del tutto la porta agli alleati: «La coope-
razione nell’ambito dell’Opec Plus pro-

seguirà», ha affermato il russo. Ma per


fissare la data del prossimo incontro bi-
sognerà prima «osservare la situazione

del coronavirus e il comportamento di


altri Paesi». È probabile che il riferi-
mento sia agli Stati Uniti e ai loro pro-

duttori di shale oil, ai quali Mosca non


vuole cedere ulteriore terreno e che ora
spera di indurre alla resa lasciando che

il prezzo del petrolio affondi a livelli in-


sostenibili. La stessa strategia era stata
applicata anche dall’Arabia Saudita nel

, ai tempi del ministro Ali Al Naimi,


ma era sfociata in un clamoroso insuc-
cesso. Il passo successivo era stato pro-

prio l’alleanza con la Russia, che ha re-


stituito all’Opec il potere di regolare
l’offerta di petrolio. La definitiva rottu-

ra di questo asse costituirebbe una pe-


ricolosa sconfitta per Riad.
Visibilmente contrariato, il principe

ministro saudita, Abdulaziz Bin Sal-
man, ha evitato ogni commento. A fine

vertice solo una battuta sulla futura


produzione di petrolio del Regno: «La
lascerò alla vostra immaginazione».

L’ultimatum


L’Opec aveva messo la Russia spalle al
muro giovedì, approvando nuovi tagli

produttivi di , milioni di barili al gior-


no, di cui un terzo a carico degli alleati
esterni. Anche i tempi dell’intervento

erano già definiti: l’Opec dapprima
aveva deciso di limitare i tagli extra al

secondo trimestre, poi – in modo poco


ortodosso, dopo che la riunione si era
già sciolta – aveva corretto il tiro, esten-

dendone la durata a tutto l’anno.


L’obiettivo, contando anche i tagli già in
vigore, sarebbe stato rimuovere dal

mercato ben , mbg, ossia quasi il %


dell’offerta globale di greggio: un taglio
record, superiore in termini percentua-

li persino a quello effettuato a fine 


dopo il collasso di Lehman Brothers.
L’Arabia Saudita, ispiratrice del pia-

no, aveva però fatto i conti senza l’oste.


Di fronte al fatto compiuto la Russia
aveva soltanto due possibilità: chinare

la testa e accettare un accordo precon-


fezionato, oppure rifiutarlo in blocco


evitando di perdere la faccia. Ha scelto



  • logicamente, verrebbe da dire – la se-
    conda opzione.


Nessun compromesso
A nulla sono serviti i tentativi di convin-

cere il ministro Novak, che dopo una


breve puntata in patria per consulta-
zioni al Cremlino era rientrato Vienna

con un mandato evidentemente molto


preciso. La riunione dei Paesi non Opec
è iniziata con ben sei ore di ritardo per

lasciare spazio alle trattative bilaterali.


Ma stavolta non c’è stato spazio per
nessun compromesso. «Negli ultimi

tre anni la Russia, un Paese non Opec,


è riuscita a ottenere in pratica un potere
di veto sulle decisioni dell’Opec», com-

menta Ellen Wald, senior fellow del-


l’Atlantic Council. «Il coronavirus ha
fatto un’altra vittima: l’alleanza dei

produttori – afferma Roger Diwan, vi-


cepresidente di IHS Markit – Di fronte
a un drammatico declino della doman-

da stanno gettando la spugna. È proba-


bile che nel prossimo trimestre vedre-
mo scendere il prezzo del petrolio ai

minimi da vent’anni».


Futuro incerto


A questo punto rischia in effetti di venir


meno anche l’impegno dell’Opec a pro-
seguire con i tagli produttivi dopo mar-

zo, quando scadrà il patto oggi in vigo-


re. «Non c’è nessun piano B – aveva av-
vertito il ministro iraniano Bijan Zan-

ganeh –. Se i Paesi non Opec non


accettano l’accordo, allora non c’è nes-
sun accordo». Lo stesso Zanganeh ieri

ha comunque preannunciato «ulterio-
ri consultazioniin un clima meno teso,

per raggiungere un nuovo accordo da


implementare il prima possibile».
Per il mercato il fallimento del verti-

ce di ieri è stato «un enorme colpo psi-


cologico», riconosce Ann-Louise Hitt-
le, vice presidente di Wood Mackenzie.

Tuttavia, «per qualsiasi produttore sa-


rà difficile aumentare molto l’output
con la domanda così debole e la proba-

bilità che la debolezza prosegua nel se-


condo trimestre». Nel frattempo lo
shale oil americano, già in crisi per il ri-

dotto accesso al credito, potrebbe dav-


vero cedere, anche se «ci vorranno -
mesi di riduzione della spesa per avere

una produzione più bassa nei Lower-


», ricorda Hittle.
@SissiBellomo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

AFP

Voce nel deserto. Il ministro saudita dell’Energia, principe Abdulaziz bin Salman


Alla vigilia dei test in arrivo la


prossima settimana, con il
Michigan, la partita per la

scelta del candidato


democratico alla Casa Bianca
si è ormai ristretta a due nomi

Voto in America


Biden e Sanders


a confronto


su commercio


e spese sociali


Il presidente americano Donald


Trump inconterà oggi in
Florida il presidente brasiliano

Jair Bolsonaro (nella foto). In


discussione commercio,
infrastrutture e Venezuela

Usa-Brasile


Trump in aiuto


di Bolsonaro,


oggi incontro


in Florida


Sotto pressione.
Il presidente brasiliano
Jair Bolsonaro

Quotazione del Brent, in dollari al barile


45

55

65

40

50

60

70

31/12/2019 31/01/2020 06/


66,00 45,


58,


50,


Petrolio in picchiata


L’economia americana è arrivata alla vigilia dell’ine-


dita sfida posta dal coronavirus in condizioni solide:
in febbraio sono stati creati mila posti di lavoro,

quasi centomila più del previsto. E il tasso di disoccu-


pazione è scivolato dal ,% al ,%, ai minimi dalla
fine degli anni Sessanta. I salari, da sempre punto

debole della crescita, hanno a loro volta mostrato


moderati incrementi dello ,% che hanno spinto
l’aumento annuale al %.

Lo spettro di ripercussioni del Covid-, con ormai


centomila casi nel mondo e nuovi contagi negli Stati
Uniti, hanno però tenuto in allarme sia mercati, dove

è proseguita la corsa ai beni rifugio, che gli analisti. Le


cifre di febbraio, hanno sottolineato, riflettono infor-
mazioni comunicate dalle aziende sui dipendenti e

sondaggi tra i cittadini realizzati nelle scorse settima-


ne, prima dell’escalation dell’epidemia.
L’impatto potrebbe essere in agguato da marzo in

avanti anzitutto nel settore manifatturiero, che risen-


te di carenze di parti e ostacoli al commercio, nel-
l’ospitalità e nel retail danneggiati da nuo-

va cautela tra i consumatori, tra le compa-


gnie aeree afflitte da cancellazioni di even-
ti, di viaggi di lavoro e di piacere. I segnali

cominciano ad affiorare: United Airlines ha


di recente congelato ogni assunzione in ri-
sposta a riduzioni delle prenotazioni e così

ha fatto Hyatt Hotels. In gioco sono «colpi
a settori responsabili di molti nuovi impie-

ghi, un grado di rischio mai visto nell’at-


tuale ciclo economico» ha detto Sarah
House di Wells Fargo. Tim Fiore, dell’Insti-

tute for Supply Management che elabora gli indici


manifatturieri, ha pronosticato «licenziamenti in pre-
senza di cali della domanda globale».

Una tenuta del mercato del lavoro in febbraio era


stata già suggerita dall’andamento delle richieste di
sussidi di disoccupazione, che nell’ultima settimana

sono diminuite di . unità a minimi di mila. E


simili condizioni pre-epidemia consentono agli osser-
vatori di scommettere che, se e quando il peggio del-

l’epidemia passerà, l’espansione potrebbe riscattarsi.


È una diagnosi che appare condivisa dalla Federal Re-
serve: l’urgente preoccupazione per l’impatto del virus

su attività e fiducia di aziende, consumatori e investi-


tori ha però spinto la Banca centrale a far scattare mar-
tedì scorso un taglio d’emergenza di mezzo punto per-

centuale nei tassi d’interessi statunitensi, denuncian-


do “rischi in evoluzione”. E a lasciare la porta aperta
a nuovi tagli al suo vertice di metà marzo.

In febbraio, tra i settori capaci della maggior cre-


scita occupazionale si sono contati i servizi sanitari
e sociali, con mila nuovi posti, e la ristorazione,

con mila. Il vasto settore di servizi, nell’insieme,


ha generato mila impieghi. Alla crescita hanno
contribuito inoltre l’edilizia, con mila assunzioni

nette, e il manifatturiero con mila nuovi posti, i


primi da novembre.
—Marco Valsania

© RIPRODUZIONE RISERVATA

STATI UNITI


DISOCCUPAZIONE IN CALO


Negli Usa nuovi posti


di lavoro a febbraio


(ma si teme l’effetto crisi)


Creati


273mila


impieghi:


ma i dati non


riflettono


ancora


l’incognita


coronavirus


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