Le Scienze - 04.2020

(ff) #1

Homo sapiens


ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;
socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

di Giorgio Manzi

16 Le Scienze 6 20 aprile 2020


Una specie molto plastica

Le analisi di reperti ritrovati in Etiopia evidenziano
la variabilità della variante africana di Homo erectus

N

ei mesi scorsi ci siamo occupati di
Homo erectus e dell’identità di que-
sta specie umana estinta, restrin-
gendola ai fossili dell’Asia orientale: Giava e
Cina, fondamentalmente. Abbiamo cioè parla-
to di Homo erectus «sensu stricto» (come si usa
dire). Abbiamo ora l’opportunità di estendere
il discorso a H. erectus «sensu lato» (s.l.), cioè la
variante africana di quelle morfologie del Plei-
stocene che molti di noi preferiscono attribui-
re a una diversa specie umana: H. ergaster.
Ce ne dà l’occasione un articolo compar-
so su «Science Advances» riguardante alcu-
ni fossili umani rinvenuti dal Gona Research
Project: un programma di ricerca, iniziato nel
1999, che si basa su ricognizioni e scavi nella
regione Afar in Etiopia, lungo il corso del fiu-
me Awash, a pochi chilometri da Hadar (l’area
da cui provengono fossili importanti per l’evo-
luzione umana, come la celebre Lucy).

Una continuità tecnologica
Il Gona Project ha già dato importanti risul-
tati. Per esempio, alcuni resti di uno dei primi
ominidi bipedi, Ardipithecus ramidus, di circa
4,4 milioni di anni fa (affiancatisi alle più no-
te scoperte avvenute nella vicina regione del
Middle Awash), oltre ai numerosi documenti
archeologici di una fase antica del Paleolitico
(Modo 1 o Olduvaiano), compresi fra 2,6 e 2 mi-
lioni di anni fa, e del successivo passaggio a un
Paleolitico più elaborato (Modo 2), con la com-
parsa della tecnologia cosiddetta Acheuleana
dopo due milioni di anni fa.
Notevole anche la descrizione di un baci-
no umano femminile adulto di circa 1,7 milioni
di anni fa (reperto raro, data la fragilità di que-
sto distretto anatomico), che ha colmato una
lacuna di conoscenze sulla morfologia di H.
erectus s.l., migliorando la nostra comprensio-
ne su biologia e significato evolutivo di questa
umanità arcaica.
Nel nuovo articolo, i ricercatori riportano
la scoperta di una continuità nel tempo del-

la tecnologia di Modo 1, documentandone la
persistenza ben oltre la comparsa del Modo 2.
Mostrano cioè con chiarezza una lunga coesi-
stenza in Africa orientale di manufatti olduva-
iani e acheuleani, fino ad almeno 1,26 milioni
di anni fa, per cui i primi non scompaiono con
l’avvento dei secondi. Tale flessibilità archeo-
logica – e dunque comportamentale – si asso-
cia al rinvenimento dei resti fossili di due cra-
ni datati a 1,2 milioni di anni fa (dal sito BSN-12)
e a circa 1,55 milioni di anni fa (dal sito DAN-5),
che illustrano aspetti interessanti della varia-
bilità di H. erectus s.l., alias H. ergaster.

Una morfologia flessibile
Il più antico dei due crani (DAN-5/P1) è il
più completo: si tratta di una volta cranica (po-
co più di una «calotta»), ritenuta di sesso fem-
minile, a cui si aggiungono parti della faccia
(ossa mascellari) e alcuni denti. È un cranio
molto piccolo, con una capacità cranica mo-
desta (meno di 600 millilitri), con elementi
di gracilità e con caratteri che richiamano al-
tri fossili africani e quelli del sito georgiano di
Dmanisi (i più antichi extra-africani). L’altro
cranio (BSN-12/P1), verosimilmente maschile,
è più frammentario, ma i caratteri visibili ne
mostrano chiaramente la robustezza e affini-
tà con altri reperti, come il quasi contempora-
neo OH-9 da Olduvai, in Tanzania.
Che dire di questa variabilità? Gli auto-
ri dell’articolo mettono in conto sia un cam-
biamento nel tempo sia la possibilità di un
considerevole dimorfismo sessuale, men-
tre tendono a escludere l’attribuzione a spe-
cie differenti. Propongono anche interessan-
ti considerazioni sulla flessibilità morfologica
di questa specie. Almeno in Africa, in effetti,
H. erectus s.l., alias H. ergaster, sembra rappre-
sentare un’umanità estremamente adattabi-
le, nelle caratteristiche morfologiche come in
quelle comportamentali. Non è poco, ma (co-
me indicano gli stessi autori) viene voglia di
saperne di più.
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