Le Scienze - 04.2020

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La finestra di Keplero

professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

di Amedeo Balbi

Lampi enigmatici

I fast radio burst non hanno ancora una spiegazione,
ma le teorie su una loro origine aliena non hanno senso

Q

uando, nel novembre 1967, Jo-
celyn Bell scoprì un segnale ra-
dio periodico proveniente dal cie-
lo, il suo supervisore di dottorato, Antony
Hewish dell’Università di Cambridge, sugge-
rì che fosse di natura artificiale, un’interfe-
renza prodotta dall’attività umana. Il segnale
sembrava troppo rapido e regolare per essere
causato da un fenomeno astrofisico. Ma, dopo
qualche controllo, divenne chiaro che quella
pulsazione a intervalli di 1,3 secondi non era di
origine terrestre, ed era addirittura esterna al
sistema solare, il che voleva dire che era anche
piuttosto potente. Per un po’, fu presa in con-
siderazione l’idea che potesse essere prodotta
da una civiltà extraterrestre, tanto che Bell e
Hewish la etichettarono scherzosamente co-
me LGM-1, dove LGM stava per little green
men («piccoli omini verdi»).
Ma di lì a poco fu scoperta un’altra sorgen-
te con caratteristiche molto simili, e in seguito
si capì che quei misteriosi segnali regolari era-
no emessi da quelle che divennero note come
pulsar: stelle di neutroni magnetizzate e in ra-
pidissima rotazione, che emettono uno stretto
cono di radiazione elettromagnetica, simile al-
la luce di un faro. Niente omini verdi, quindi,
ma una nuova classe di oggetti astrofisici, non
meno affascinanti e sorprendenti.

Puzzle per astrofisici
Ricordo ai lettori questa storia perché ha
parecchie assonanze con il caso dei cosiddet-
ti fast radio bursts (FRB), i lampi radio veloci
scoperti nel 2007 da Duncan Lorimer e David
Narkevic, entrambi dell’University of West
Virginia, mentre rielaboravano proprio vec-
chi cataloghi di pulsar. Da allora, queste mi-
steriose emissioni fanno spaccare la testa agli
astrofisici di professione e suscitano curiosi-
tà tra gli appassionati di cose celesti. Sì, per-
ché anche per i FRB, l’idea che possa trattar-
si di segnali prodotti da civiltà aliene di tanto
in tanto si affaccia sui mezzi d’informazione.

L’ultimo esempio, in ordine di tempo,
è quello del lampo radio denominato FRB
180916, osservato per la prima volta nel 2018
e recentemente identificato come il primo se-
gnale periodico del suo genere, con un ciclo
di circa 16 giorni. Come nel caso della prima
pulsar, la regolarità di questo FRB ha stuzzi-
cato l’idea che possa trattarsi di un faro di ori-
gine artificiale. Ma non c’è nessuna ragione
di credere che le cose stiano così. E anzi, ag-
giungerei, una civiltà aliena che volesse co-
municare a grandi distanze la propria presen-
za probabilmente lo farebbe in modo un po’
più elaborato piuttosto che attraverso sempli-
ci impulsi regolari, facili da scambiare con un
fenomeno ciclico naturale. È quindi molto più
probabile che dietro i FRB, periodici e non, ci
sia qualche nuovo tipo di sorgente astrofisica.
Ma quale?

Fuori della Via Lattea
Al momento non c’è una spiegazione con-
divisa. Quello che sappiamo è che i segnali so-
no di origine extragalattica, e quindi molto
potenti. A parte il caso periodico appena ci-
tato, tutti gli altri lampi radio veloci non mo-
strano particolari regolarità. In effetti, in mol-
ti casi si è trattato di emissioni energetiche di
pochi millisecondi che non si sono più ripetu-
te, mentre in altri l’emissione si è ripresentata
in modo imprevedibile.
Le ipotesi proposte negli ultimi anni so-
no tante: collisioni tra buchi neri o tra stelle
di neutroni, magnetar (stelle di neutroni con
un campo magnetico particolarmente inten-
so), supernove particolarmente energetiche,
oggetti ipotetici come le blitzar (pulsar che
collassano in un buco nero), fino a proposte
esotiche che tirano in ballo la materia oscu-
ra, gli assioni o le stringhe cosmiche. C’è so-
lo l’imbarazzo della scelta, e magari c’è anche
qualche idea a cui non abbiamo ancora pensa-
to. Tirare in ballo ET, per quanto possa cattu-
rare la fantasia, è la cosa più pigra da fare.

Ogni 16 giorni.
Il radiotelescopio CHIME nella provincia
canadese della British Columbia
ha rilevato il primo, e finora unico, lampo
radio veloce periodico.

Cortesia CHIME Collaboration
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