Le Scienze - 04.2020

(ff) #1

http://www.lescienze.it Le Scienze 77


SONO MOLTE LE RAGIONI per cui un farmaco promettente può essere scartato durante la


fase di sviluppo del prodotto. Una di queste è il citocromo P450, comunemente chiamato


CYP405. Questo insieme di enzimi prodotti prevalentemente nel fegato è coinvolto nella


degradazione di agenti chimici e ne previene l’accumulo nel sangue a livelli dannosi. Mol-


ti farmaci sperimentali di fatto inibiscono la produzione di CYP450, un effetto collaterale


problematico che può rendere tossico il farmaco se usato su pazienti umani.


Da tempo ormai le case farmaceutiche si affidano a strumen-
ti tradizionali per cercare di prevedere se un candidato farmaco
possa inibire CYP450 nei pazienti, per esempio effettuando ana-
lisi chimiche in provetta, valutando le interazioni di CYP450 con
farmaci maggiormente conosciuti e con caratteristiche chimiche
analoghe, e conducendo esperimenti sui topi. Le loro previsioni,
però, sbagliano circa una volta su tre. In quei casi la tossicità lega-
ta all’inibizione di CYP450 rischia di emergere solo durante i trial
clinici sui pazienti umani, con uno spreco di milioni di dollari e di
molti anni di lavoro. Questa costosa inefficienza è talvolta percepi-
ta come «la piaga della nostra esistenza», afferma Saurabh Saha, vi-
cepresidente per ricerca e sviluppo e per la medicina traslazionale
di Bristol-Myers Squibb.
Le inefficienze come quella appena citata portano all’aggravar-
si di un problema ancora più serio: il settore farmaceutico globa-
le, di valore pari a 1000 miliardi di dollari, sta attraversando una
fase di crisi nello sviluppo e nella produzione di nuove molecole


da almeno vent’anni. Anche se le case farmaceutiche continuano
a investire (anche fino a 80 miliardi di dollari l’anno, come le dieci
aziende principali del settore), i farmaci ottenuti sono sempre me-
no. Un decennio fa, per ogni dollaro investito in ricerca e svilup-
po generava un ritorno di 10 centesimi; oggi quella cifra è scesa a
meno di 2 centesimi. In parte questo è dovuto al fatto che i farmaci
più facili da identificare e in grado di curare le malattie più comuni
in modo sicuro ed efficace sono già stati scoperti; rimangono dun-
que i farmaci che affrontano problemi dalle soluzioni complesse
e sfuggenti, e che curerebbero malattie di cui soffre solo una per-
centuale minima della popolazione, con un ritorno sugli investi-
menti nettamente inferiore.
Poiché le difficoltà nell’identificare nuovi farmaci sono aumen-
tate in misura tanto significativa, tra il 2003 e il 2013 il costo medio
dell’introduzione di un farmaco sul mercato è quasi raddoppiato,
arrivando a 2,6 miliardi di dollari, secondo il Tufts Center for the
Study of Drug Development. Le stesse difficoltà hanno prolunga-

In cerca

di nuovi farmaci

con l’IA

L’industria farmaceutica vive una fase di stallo.

L’intelligenza artificiale può aiutarla a ripartire?

di David H. Freedman

FARMACOLOGIA
Free download pdf