Le Scienze - 04.2020

(ff) #1

Libri & tempo libero


94 Le Scienze 6 20 aprile 2020


Una storia umana della carnagione


Quello che la pelle racconta della nostra specie tra biologia e cultura


«N


on c’è argomento che illustri meglio la storia
umana del colore della pelle. Ci ha uniti nel cor-
so dell’evoluzione e divisi con muri di pregiudi-
zi e stereotipi.» Pur essendo un carattere come tanti modellato da
forze biologiche, il colore della pelle ha assunto valenze cultura-
li e sociali profonde, divenendo un’insuperabile illustrazione del-
la «intricata interazione tra influssi biologici e culturali che defini-
sce e rende unica la nostra specie». Un’interazione che Jablonski,
antropologa alla Pennsylvania State University e fra le massime
esperte della materia, illustra con un testo tanto lucido e informa-
tivo quanto chiaro e scorrevole, anche nella traduzione. Le due se-
zioni del libro, la prima sulle basi biologiche del colore della pelle,
la seconda sulle valenze culturali che ha assunto e sul concetto di
razza, sono ben armonizzate e chiare anche a chi non sia addentro
all’una o all’altra materia.
Da quando i nostri antenati divennero nudi, la pelle ha dovu-
to adattarsi a varie minacce, inclusi gli ultravioletti (UV), che ha
affrontato scurendosi. Ma non per il motivo a lungo creduto, di
prevenire i tumori cutanei: gli studi hanno mostrato che questi,
colpendo per lo più in età post riproduttiva, non esercitano una
pressione selettiva così grande. Tra le varie ipotesi proposte per
spiegare le sfumature della carnagione, dal mimetismo alla prote-
zione dalle infezioni, Jablonski ha approfondito un’altra idea: gli
ultravioletti sulla pelle distruggono i folati, la cui carenza provoca
vari problemi di salute, inclusi difetti congeniti nei nascituri. Pro-
teggere i folati sarebbe quindi la funzione primaria della melani-
na; in equilibrio però con l’azione benefica degli UV di promuo-
vere la sintesi di vitamina D, per cui le popolazioni migrate dove il
Sole è meno forte sono divenute più chiare.
Riguardo agli aspetti sociali, Jablonski rimarca che noi uma-
ni, da animali visivi, tendiamo a concentrarci sulle differenze d’a-
spetto tra gli individui. Perciò il colore della pelle incide tanto sul-
la nostra cognizione sociale, e molte culture registrano preferenze
per la pelle chiara (simbolo di purezza, o di libertà dai tradiziona-
li lavori all’aperto delle classi meno agiate) o per quella scura. Lo
illustra una panoramica tra varie culture, dagli Stati Uniti al Bra-
sile all’India – dove la preferenza per le donne chiare è tra i miglio-
ri esempi di selezione sessuale umana attiva oggi– e al Sudafrica
prima, durante e dopo l’apartheid. Non per questo, però, siamo
intrinsecamente razzisti. La propensione umana a distinguere tra
«noi» e «loro» non si è sempre articolata in base alle «razze». Nelle
grandi civiltà antiche in cui si incontravano popolazioni di carna-
gioni diverse, dal Mediterraneo all’India, non ci sono mai stati pre-
giudizi razziali come quelli attuali. I costrutti sociali odierni, e il


concetto di razza, sono sorti negli ultimi secoli con gli incontri im-
provvisi tra popolazioni diverse, i commerci e le esplorazioni degli
Europei, e le relazioni di potere sorte di conseguenza, dal colonia-
lismo alla schiavitù. «Questi incontri spesso mettevano insieme
persone non solo di carnagione diversa, ma anche con lingue, cul-
ture e abitudini diverse. Eppure il colore della pelle emerse come
la caratteristica più saliente, intorno alla quale si condensarono gli
stereotipi. Più di qualsiasi altro aspetto, significava diversità».
Capire tutti i significati del colore della pelle, conclude, potreb-
be aiutarci a vederlo come un semplice prodotto dell’evoluzione
e non più come un valore umano. Una tesi forse ottimistica, ma
che Jablonski ha l’abilità di perorare in sottofondo, senza procla-
mi, senza il tono del militante o di chi insegna ai somari, lasciando-
la emergere come naturale conseguenza di quanto narrato. E que-
sto è un altro grande pregio del suo libro.
Giovanni Sabato

Colore vivo
di Nina Jablonski
Bollati Boringhieri, Torino, 2020, pp. 320 (euro 24,00)
Free download pdf