La Stampa - 25.03.2020

(sharon) #1

LA STORIA


LEONARDO DI PACO


U


na mail inviata ai
dipendenti la sera
prima della chiusu-
ra, un’altra spedita
ai clienti per rassicurarli e
metterli al corrente della si-
tuazione. Ricorso, nelle divi-
sioni dove è possibile, allo
smart working e attivazione
della cassa integrazione in
deroga. Tutto qui, produzio-
ne sospesa.
A livello pratico per azien-
de caratterizzate da cicli pro-
duttivi non continui basta po-
co per dare applicazione a
quanto contenuto nell’ulti-
mo Dpcm del governo, che
prevede la chiusura delle fab-
briche non essenziali per argi-
nare la diffusione del corona-
virus. Così per esempio, si è
mossa Prima Industrie, azien-
da piemontese leader nelle
tecnologie dei sistemi laser e
dei componenti elettronici
per applicazioni industriali
guidata da Gianfranco Carbo-
nato, 466 milioni di ricavi e
1.800 dipendenti in tutto il
mondo.
«In Italia Prima Industrie
ha chiuso quasi tutta l’azien-
da già dall’inizio della scorsa
settimana senza aspettare le
indicazioni del governo. Va
detto che noi siamo dei privi-
legiati, abbiamo più possibili-
tà di arresto rispetto a realtà
caratterizzate da processi

continui o che fanno prodotti
destinati a deteriorarsi» spie-
ga Carbonato. In molti casi
un arresto totale della produ-
zione può diventare una tra-
gedia. «Basti pensare alle
aziende che fanno sub forni-
ture nei confronti di terzi» ag-
giunge l’ex presidente dell’U-
nione Industriale di Torino.
«Per questo comprendo le ne-
cessità di chi invoca più tem-
po per poter chiudere in ma-
niera ordinata, tenendo pre-
sente che la salute dei lavora-
tori e il rispetto delle norme
sono la cosa più importante».
In una situazione come quel-
la attuale, prosegue il mana-
ger, «la prima cosa da fare è
riuscire a far partire le merci
già pronte alla spedizione.
Bloccare il loro trasferimen-
to, compromettendo così pu-
re gli aspetti finanziari che di-
pendono da questi processi,
è inutile e dannoso».
Uno “stop”, in pratica, si
può gestire. La variabile deci-
siva è un’altra. «Dipende tut-
to dal tempo. Fermarsi un
mese non genera un danno
irrecuperabile, purtroppo
però temo che andremo
avanti ben di più. Inoltre i
danni si faranno sentire per
diversi mesi anche dopo le
riaperture. In questo conte-
sto mantenere viva la filiera,
fornendo ricambi e assisten-
za a quelle realtà che ancora
possono lavorare, diventa in-
dispensabile».
Se da una parte essere una

multinazionale globalizzata
può essere un vantaggio,
dall’altra espone il gruppo a
diversi problemi. «É un van-
taggio perché avere alcuni
stabilimenti attivi ci consen-
te di mantenere l’azienda
operativa. Si tratta comun-
que di una situazione molto
difficile da gestire, soprattut-
to per quel che riguarda le in-
terconnessioni tra unità pro-
duttive e commerciali». Per
spiegare questo aspetto Car-
bonato fa il seguente esem-
pio: «Nel nord della Finlan-
dia abbiamo uno dei nostri
più grandi stabilimenti, ci la-
vorano 400 persone. Laggiù,
dato che l’espansione del vi-
rus è molto limitata, siamo
ancora a pieno regime. Met-
tiamo che lì venga prodotta
una macchina poi spedita ad
un cliente a Lione. Se la Fran-

cia limita gli spostamenti la
macchina non potrà essere
installata. Di conseguenza,
se la macchina non è in stal-
lo, dato che probabilmente
il cliente non la pagherà,
non potrà nemmeno essere
a ricavo». Ecco perché, do-
vendo fare i conti con lo
stop, diventa fondamentale
utilizzare i giorni di fermo
anche per organizzarsi an-
che da un punto di vista logi-
stico. «Dobbiamo fare in mo-
do di assicurare la continui-
tà per i clienti, che sono mol-
to diversificati con macchi-
ne che vengono vendute in
tutti i comparti, dall’alimen-
tare al farmaceutico fino
all’aeronautico, garantendo
a quelli che ancora sono ope-
rativi la possibilità di riceve-
re ricambi e assistenza ». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CLAUDIA LUISE
Metà forza lavoro del Piemon-
te da domani sarà ferma. Si
tratta di 628 mila lavoratori, il
47,9%, impiegati in tutte le at-
tività produttive regionali che
sono state fermate dall'emer-
genza coronavirus per un tota-
le di 170.542 imprese chiuse
(il 52,3%). E se si guarda solo
alla manifattura, la percentua-
le sale anche al 70%. A Torino
resteranno aperte circa 80mi-
la attività su 220mila. Questo
al netto delle autocertificazio-
ni che arriveranno per le azien-
de che secondo il codice Ateco
dovrebbero essere chiuse ma

che riforniscono filiere operati-
ve. «Ci è stato preannunciato
l'invio dei modelli per l'auto-
certificazione dal ministero
dell'Interno. Noi abbiamo mes-
so a punto uno schema e doma-
ni (oggi per chi legge, ndr) ci
confronteremo con Camera di
Commercio, Unione Industria-
le, Regione per definire i detta-
gli entro la mattina. Alcune au-
tocertificazioni, predisposte
secondo il modello redatto
dall'Unione Industriale, sono
già arrivate: sono circa un cen-
tinaio di comunicazioni da par-
te di aziende che producono
per le filiere considerate essen-

ziali», spiega il prefetto di Tori-
no, Claudio Palomba. Pratica-
mente le imprese devono co-
municare che continueranno
l'attività. Poi, nell'ipotesi in cui
da verifiche fatte dalla prefet-
tura dovessero emergere ele-
menti di non riscontro rispetto
a quello che stabilisce la nor-
ma, il prefetto può sospendere
le produzioni.

Gli accordi
«Domani sarà un giorno dolo-
roso per il Paese, speriamo che
questa situazione duri il meno
possibile» sottolinea il presi-
dente dell'Unione Industriale,

Dario Gallina, che però com-
menta con durezza gli annun-
ci di scioperi e astensioni dal la-
voro proclamati dai sindacati.
«Lo sciopero in questo momen-
to è inaccettabile e sorpren-
dente, stiamo cercando di ge-
stire un'emergenza sanitaria
che ci impaurisce tutti. Abbia-
mo fatto degli accordi tra sin-
dacato e Confindustria per re-
golare come è possibile lavora-
re in azienda. Ci sono dei codi-
ci Ateco da rispettare e una pro-
cedura per le aziende ritenute
essenziali. Quindi - ribadisce
Gallina - non capisco perché si
faccia sciopero anche nelle im-

prese organizzate. Ci sembra
inopportuno soprattutto per-
ché dovremo affrontare tutti
insieme una gravissima crisi
economica».

Alto assenteismo
Inoltre il presidente dell'Unio-
ne Industriale denuncia un alto
assenteismo che «non è un
buon segnale e può mettere a ri-
schio anche le aziende che de-
vono essere operative». E l'as-
sessore alle Attività produttive
della Regione Piemonte, An-
drea Tronzano, guarda al post
emergenza partendo dal com-
parto automotive. «L’elettrifica-

zione - spiega l'assessore - è uno
degli asset su cui costruire il fu-
turo dello sviluppo del Piemon-
te ed è uno dei pilastri su cui si
basa il Piano della Competitivi-
tà. L’emergenza dettata dalla si-
tuazione sanitaria impone pe-
rò di non abbandonare del tut-
to i percorsi tradizionali come il
diesel per non compromettere
l’attuale produzione».

I timori per l’Inps
Un’idea maturata dall’ascolto
di chi si occupa del settore, co-
me Paolo Scudieri, presidente
dell’Anfia. Ma c’è altro. «Un te-
ma prioritario per noi in que-
ste ore è il pagamento diretto
Inps – sottolinea la Fim Cisl -
concesso al datore di lavoro
senza dover dimostrare le se-
rie e documentate difficoltà fi-
nanziarie. Questa deroga pro-
durrà un effetto: i lavoratori
dovranno attendere l’integra-
zione salariale della cassa inte-
grazione ordinaria con i tempi
dell’Inps senza che questa ven-
ga anticipata dal datore di la-
voro e poi recuperata a congua-
glio». Un aspetto segnalato co-
me «grave criticità». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prima Industrie ha fatto scattare la serrata senza aspettare

“Per chi non ha prodotti che si deteriorano è più semplice”

Una mail ai dipendenti,

l’altra alle ditte fornitrici

“Un mese non basterà

si rischia uno stop lungo”

Prima Industrie,
466 milioni di
ricavi e 1.800
dipendenti in
tutto il mondo

ANDREA BUCCI
CLAUDIA LUISE

È


ormai guerra aperta
tra Amazon e i sindaca-
ti che lamentano poca
sicurezza nello stabili-
mento di Torrazza Piemonte.
E anche sull'operatività del si-
to ci sono dati discordanti. Ieri
mattina Filt e Nidill Cgil hanno
annunciato che i lavoratori
avrebbero sospeso la loro atti-
vità «assumendosi la responsa-
bilità civile di limitare il conta-
gio da Covid 19». Una adesio-
ne che, spiega Teresa Bovino,
segretaria generale Filt Cgil
Torino, ha raggiunto il 50%
della partecipazione.
Il nodo contestato dai sinda-
cati è ancora una volta la sicu-
rezza. «Si opera su lavorazio-
ni assolutamente non indi-
spensabili e in condizioni inac-
cettabili. I lavoratori - prose-

guono Filt e Nidil - sono obbli-
gati in assembramenti in en-
trata ed uscita dal proprio tur-
no di lavoro, assenza di dispo-
sitivi di protezione individua-
le, modifiche strutturali all’in-
terno dello stabilimento insuf-
ficienti a garantire quanto pre-
visto dal Protocollo del 14

marzo scorso». Per i sindaca-
ti, quindi, «occorre garantire
esclusivamente il trasporto e
la consegna delle merci di pri-
ma necessità e non privilegia-
re il profitto a scapito della sa-
lute dei lavoratori». Anche
perché nei giorni scorsi nel
centro di distribuzione di Tor-
razza si è verificato almeno

un caso di un lavoratore positi-
vo al coronavirus.
Ma Amazon assicura che lo
stabilimento è operativo e che
hanno lavorato 920 persone
tra primo e secondo turno, a
cui vanno aggiunte quelle im-
piegate nel terzo turno della
sera. Quindi, oltre a qualche
rallentamento, non si rischia-
no blocchi. Sulle merci, Ama-
zon sottolinea che «a partire
da sabato scorso abbiamo
smesso temporaneamente di
accettare ordini su alcuni pro-
dotti non di prima necessità. I
clienti possono ancora ordina-
re molti di questi prodotti dai
partner di vendita che effet-
tuano direttamente le spedi-
zioni». Un punto contestato
dai sindacati, secondo cui in-
vece la limitazione delle merci
non c'è stata o comunque non
in misura consistente. Inoltre i
fattorini lamentano la scarsità
di dispositivi di sicurezza e ca-
richi di lavoro più alti.

Intanto ieri, per la seconda vol-
ta in quindici giorni, i carabinieri
dei Nas di Torino sono tornati nel
polo logistico di Torrazza. I mili-
tari hanno effettuato una lunga
ispezione per verificare il rispet-
to delle condizioni di sicurezza e
salute dei lavoratori dopo il caso
del dipendente risultato positivo
al coronavirus. E' stato anche ri-
scontrato come la produzione
stesse proseguendo, seppur ri-
dotta al 50 per cento, nonostante
l'annuncio dello stato di agitazio-
ne dei lavoratori. Durante il con-
trollo sarebbe stata prelevata an-
che della documentazione. E pa-
rallela prosegue anche l'inchie-
sta della Procura di Ivrea avviata
dopo i due esposti presentati dal-
la Filt e Nidil Cgil e da un gruppo
di lavoratori. Il pm Alessandro
Gallo titolare del fascicolo a cari-
co di ignoti (per ora non c'è alcu-
na ipotesi di reato) ha incaricato
per la verifica i tecnici dello Spre-
sal dell'Asl To4. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

GIANFRANCO CARBONATO


FONDATORE


PRIMA INDUSTRIE


Da due settimane

In autoisolamento
nel locale a Sauze
lo staff di Ciau Pais

bilancio regionale


“Stop al bollo auto
e rallentiamo
sull’auto elettrica”

DARIO GALLINA


PRESIDENTE


UNIONE INDUSTRIALE


IL CORONAVIRUS IL CORONAVIRUS


Il bollo auto sarà sospeso fino a
giugno «per lasciare le persone
a casa e dare un’iniezione di li-
quidità, lasciando questi soldi
in tasca ai cittadini». Dall’isola-
mento in cui si trova da quando
è risultato positivo al coronavi-
rus, l’assessore regionale al Bi-
lancio Andrea Tronzano ha illu-
strato i provvedimenti previsti
dal documento di economia e fi-
nanza approvato al termine di
una seduta virtuale del Consi-
glio. «Un Defr da 19 miliardi, di
cui quasi 9 dedicati alla Sanità»,
per provare a dare qualche ri-
sposta alla più grave crisi dal do-
poguerra. «Stiamo iniettando
200 milioni di euro di liquidità
nel sistema per dare respiro a
un po’ di realtà produttive». Ci
sono poi 15 milioni destinati
all’infanzia, con contributi alle
strutture, per sgravare le fami-
glie dalle rette. Ripristinati an-
che i 5 milioni di euro di assegni
di cura destinati ai non autosuf-
ficienti. Interventi che raccolgo-
no il consenso delle opposizio-
ni, mostratesi invece scettiche
rispetto alla necessità, manife-
stata da Tronzano, «di rallenta-
re sull’elettrificazione dell’auto
perché costringerebbe alla
chiusura molte imprese». Per il
M5S si tratta di una proposta
«inconcepibile, in un momento
in cui dovremmo ragionare sul-
lo sviluppo sostenibile». Anco-
ra più duro Marco Grimaldi
(Luv): «Ma davvero in un Nord
diventato ospedale da campo
non si vede un collegamento
tra le patologie delle vie respira-
torie e la virulenza del Covid?».
Scettico anche il gruppo Pd, che
pur evitando l’ostruzionismo
ha espresso voto contrario al Bi-
lancio: «Chiedevamo l’abolizio-
ne dell’Irap, liquidità alle impre-
se, 15 milioni per il turismo. Die-
tro le nostre pressioni sono sta-
ti riassegnati i 5 milioni di fondi
extraLea, ma sul resto siamo ri-
masti inascoltati». L.CAT. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ieri mattina metà degli addetti ha sospeso l’attività “per fermare il contagio da Covid-19”

Nuova ispezione dei Nas nel polo di Torrazza Piemonte dopo il caso di un dipendente positivo

“Senza misure di sicurezza”

Battaglia sindacati-Amazon

Lo stabilimento Amazon di Torrazza Piemonte

IL CASO


Il blocco chiude 140 mila imprese torinesi


“Un momento doloroso, affrontiamolo uniti”


Nella manifattura la serrata riguarda il 70% delle aziende. Gallina: speriamo la situazione duri il meno possibile


Lo sciopero in questo
momento è
inaccettabile e
sorprendente, stiamo
cercando di gestire
un'emergenza
sanitaria che ci
impaurisce tutti

La prima cosa da fare
è riuscire a far partire
le merci già pronte
alla spedizione

MICHELE D'OTTAVIO


Il colosso precisa di
aver sospeso gli ordini
su prodotti non
di prima necessità

Da due settimane si sono au-
toisolati in quarantena in mez-
zo alla neve, nello chalet
«Ciau Pais» in mezzo alle piste
da sci sulle montagne di Sauze
d’Oulx, a circa 1900 metri di
quota. Sono in nove, tutto lo
staff dell’attività ricettiva che,
ieri pomeriggio, è stato rag-
giunto dai volontari del soc-
corso alpino. Questi ultimi, do-
po aver deciso in accordo con
il Coc del Comune di Sauze
d’Oulx, hanno portato dei vi-
veri con una motoslitta. L’iso-
lamento è scattato quando un
membro dello staff si è sentito
male ed ora, ricoverato in
ospedale è risultato positivo
al Covid 19. «A quel punto ab-
biamo deciso che saremmo ri-
masti qui» ammette Mirko Ber-
to, il gestore della struttura.
«Per ora stiamo tutti bene. Ma
vorremmo essere sottoposti
al tampone, almeno per capi-
re se siamo stati contagiati» ri-
flette Berto. Che aggiunge:
«Chiedere il tampone è un di-
ritto. Noi cerchiamo di mante-
nere le distanze, ma è terribile
vivere nell’incertezza dopo
che sei stato a contatto con
una persona che sta parecchio
male». G.GIA.

*


*


Un lettore scrive:
«Ti leggo da tanti anni, ma no-
nostante la tentazione non ho
mai scritto perché penso sem-
pre che c’è chi ha questi più im-
portanti dei miei. Ma ora, con
tutti i guai che ci porta questo vi-
rus, ti chiedo ospitalità. Contro
questo male impietoso ci dan-
no tanti consigli, tutti giusti: ci
spiegano che le goccioline dello
starnuto possono essere perico-
lose. Non me ne vogliano gli uo-
mini: non sarebbe il caso di rasa-
re barba e baffi? In modo che
non trattengano qualche goc-
ciolina galeotta, che potrebbe
trovare rifugio in mezzo ai peli
e in seguito sparpagliarsi in gi-
ro? Chiedo scusa per le mie os-
servazioni e auguro a tutti buo-

ne cose, anche a quelli che ac-
cennano che gli anziani sono
sempre in prima fila. Io, di anni
ne ho 88, e spero che Dio mi la-
sci qui ancora un po».
SEGUE LA FIRMA

Un lettore scrive:
«Mi recavo solitamente al mer-
cato di piazza Borromini dove,
e ci tengo a sottolinearlo, i clien-
ti si disponevano ordinatamen-

te in fila, a distanza più che di si-
curezza tra l’uno e l’altro, atten-
dendo disciplinatamente e con
pazienza il proprio turno di es-
sere serviti. Gli stessi commer-
cianti si erano attrezzati con cas-
sette in materiale plastico e stri-
sce adesive sistemate a ridosso
dei banconi per garantire la cor-
retta distanze dagli avventori.
Durante la mia permanenza al
mercato rionale non ho impie-
gato più di 10 minuti a fare la

spesa mentre mia moglie, l’al-
tro giorno, ha trascorso quasi
40 minuti per fare qualche com-
pera (non per riempirsi il carrel-
lo!). Non occorre avere una lau-
rea in medicina o una specializ-
zazione in virologia per capire
che, ai fini di un possibile conta-
gio, un mercato all’aperto pre-
senta minori rischi di un super-
mercato. Dove la vicinanza con
altre persone avviene prima in
coda fuori dall’esercizio in atte-

sa di entrare poi all’interno del-
la struttura, alla ricerca dei pro-
dotti, e infine alle casse per pa-
gare la merce».
ROBERTO TAROZZI

Una lettrice scrive:
«Vorrei far osservare a tutti co-
me quando ci si reca nei negozi
o nei supermercati, soprattutto
quelli in cui lavorano commessi
giovani, ragazzi neoassunti ma-

gari in catene di negozi di pro-
dotti per l’igiene e detersivi,
questi appunto ti guardano co-
me fossimo degli appestati pur
mantenendo le distanze di sicu-
rezza, magari perché non por-
tiamo la mascherina, quasi fos-
se colpa nostra se le mascheri-
ne non sono disponibili per la
popolazione in questo frangen-
te di emergenza. Vorrei dire a
questi commessi e cassieri che
l’emergenza finirà e torneremo
a stare di nuovo vicini davanti
alle casse e a parlarci senza pro-
blemi. Quindi, se oggi ci accol-
gono con gentilezza e un sorri-
so con gli occhi dietro le loro ma-
scherine, noi saremo sempre i
loro affezionati clienti anche in
futuro».
D.G.

Specchio dei tempi

«Coronavirus, non è meglio radersi?» - «La spesa è sempre più sicura se all’aperto»
«Non guardateci come appestati se non portiamo le mascherine: sono esaurite!»

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34 LASTAMPAMERCOLEDÌ25 MARZO 2020


CRONACA DI TORINO


T1 PR R

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