La Stampa - 25.03.2020

(sharon) #1

CLAUDIO LAUGERI


L


uce spenta. Ore di atte-
sa al posteggio. Ma-
scherine rimediate o
fatte in casa e un po’
d’ingegno per limitare il peri-
colo di contagi. La vita da tassi-
sta ai tempi del coronavirus è
un dramma. «Come molti altri
settori, per carità. Ma il decre-
to della presidenza del Consi-
glio vieta gli spostamenti e noi
ci ritroviamo con meno lavo-
ro», spiega Alberto Aimone
Cat, presidente della coopera-
tiva taxi torinese. In più, ci so-
no servizi «delicati, come il tra-
sporto di persone anziane. Ma-
gari, hanno difficoltà a muo-
versi, a camminare. Il collega
li aiuta, ma deve avvicinarsi.
Non sempre è possibile mante-

nere il metro di distanza. Lui
non vuole dare cifre, ma
chiacchierando con qualche
tassista è facile ricostruire la
«batosta» del coronavirus.
«Prima, facevamo 12 o 13
corse al giorno, adesso se va
bene ne facciamo tre o quat-

tro. Abbiamo perso il
60-70%» spiega un autista di
auto bianche con qualche lu-
stro di esperienza.

I turni
Tra Torino e cintura, i taxi so-
no poco più di mille e 600.

Considerato il calo di lavoro,
un accordo con il Comune ha
consentito di raddoppiare il
giorno di riposo settimanale.
Risultato: prima della pande-
mia, in circolazione c’erano
mille e 330 taxi al giorno; ades-
so sono soltanto mille. E co-
munque, sono moltissimi ri-
spetto al lavoro. «Quattro o
cinque colleghi sono stati a ca-
sa perché sono entrati in con-
tatto con persone positive al
coronavirus» spiega Aimone
Cat. Uno è stato anche ricove-
rato una settimana al Maria
Vittoria, «ma adesso sta bene»
rassicura il presidente.
Per cercare di limitare i con-
tati, ciascuno si è regolato co-
me poteva. «Abbiamo anche
chiesto le mascherine al Co-
mune, ci hanno risposto che
faranno il possibile» aggiunge
Aimone Cat. Anche perché, so-

no imprenditori privati, pur se
al servizio del pubblico. E co-
sì, c’è chi ha girato ovunque
per trovare le mascherine e
chi si è inventato una parete
divisoria di cellophane tra i
posti anteriori e quelli poste-
riori.

La notte
Dopo il tramonto, il mercato
si trasforma. Il vizio, prima di
tutto. I pusher non si ferma-
no, nemmeno in epoca di co-
ronavirus. Ma i clienti hanno
paura. Non tutti, certo. So-
prattutto quelli della «Torino
bene», residenti nel precolli-

na e alla Crocetta. E per l’occa-
sione, abbandonano le bici-
clette utilizzate di solito per
spostarsi in fretta da una par-
te all’altra della città. Tropo ri-
schioso. Così, ecco pronta la
consegna a domicilio. Beh,
non proprio. Basta arrivare
davanti al portone di casa.
«Uno ha chiamato in centra-
le, ha dato un indirizzo di Bar-
riera di Milano. Lo aspettavo
lì davanti, ma è sbucato da
una viuzza vicina» racconta
un tassista. Destinazione: zo-
na stadio Olimpico. «Aspetti
qui, porto una cosa a un ami-
co, torno tra qualche minuto»

ha detto all’autista dell’auto
bianca. E per essere certo di
non tornare a piedi, ha lascia-
to un anticipo. Lo stesso ha fat-
to il cliente salito in via Pale-
strina per andare in via Gali-
leo Ferraris. Poco più tardi,
due personaggi «sono saliti al
parcheggio del San Giovanni
Bosco. Uno era diretto in cor-
so Belgio e l’altro in corso Ga-
betti», dice ancora il guidato-
re di auto bianche. Questa vol-
ta, però, niente viaggio di ri-
torno. Tre «corse» così in una
notte sono già un bel risultato
in epoca di coronavirus. –
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IL CORONAVIRUS


IL CASO


Il presidente: a volte
trasportiamo anziani
non autosufficienti
e li dobbiamo aiutare

Le auto bianche a Torino e cintura sono oltre mille e 600, ma il lavoro è calato moltissimo

L’emergenza per il coronavirus ha ridotto al minimo gli spostamenti


Mascherine e divisori con il cellophane per cercare di prevenire i contagi


Tassisti fermi in auto


Perse 7 corse su 10


“Di notte solo pusher”


38 LASTAMPA MERCOLEDÌ25 MARZO 2020


CRONACA DI TORINO


T1 PR

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