La Stampa - 25.03.2020

(sharon) #1

EVELINA CHRISTILLIN. L’analisi della protagonista dei Giochi Invernali


“Torino 2006 non aveva un piano B


Il rinvio complica diritti tv e agonismo”


COLLOQUIO


SILVIA GARBARINO


E


velina Christillin,
deus ex machina dei
Giochi invernali Tori-
no 2006, non riesce
neppure a immaginare cosa
sarebbe successo all’organiz-
zazione sabauda se avesse do-
vuto rinviare di un anno la di-
sputa delle Olimpiadi come è
successo a Tokyo, che ieri ha
alzato bandiera bianca difron-

te all’emergenza Coronavi-
rus. «Un piano B a Torino non
era previsto. Se ci avessero
detto, facendo le debite pro-
porzioni con Tokyo, a ottobre
2005 che avremmo dovuto
posticipare di una stagione l’e-
vento, ecco non so come ci sa-
remmo comportati. Di sicuro
avremmo avuto una crisi di
nervi tutti quanti. Del resto ve-
dersi sbriciolare l’intero pac-
chetto organizzativo davanti
agli occhi a un passo dal tra-
guardo - ad esempio per noi,

dopo tutta la fatica e l’impe-
gno profuso per strappare a
Sion quell’edizione a cinque
cerchi- è da suicidarsi. Com-
prendo e condivido però la
scelta di Tokyo, meglio pren-
dere tempo piuttosto che ri-
schiare uno slittamento mini-
mo che potrebbe poi risultare
inutile».
Un unicum, il rinvio, nel pa-
norama delle organizzazioni
delle Olimpiadi post seconda
guerra mondiale. «Sì e crea
enormi problemi e dubbi.

Guardando al passato nessun
comitato organizzatore ha
mai ipotizzato una situazione
simile. C’erano altre preoccu-
pazioni, il boicottaggio politi-
co come accade a Mosca e Los
Angeles, il tema della sicurez-

za dopo l’11 settembre 2001
con l’attentato alle torri ge-
melle che impattò in modo
violento su Salt Lake, ma un
pericolo come il covid 19 non
l’avevamo mai visto e affron-
tato prima».

Quali saranno i nodi più
complessi che Tokyo dovrà
sciogliere? « I diritti televisivi,
penso per prima cosa, con
una rimodulazione dei con-
tratti firmati poichè i prossimi
Giochi si innerveranno nella
programmazione già fissata
di altri eventi sportivi interna-
zionali come i Mondiali di
atletica e di nuoto. Dovranno
le federazioni ragionare mol-
to bene sul da farsi per evitare
di cannibalizzarsi. Altro tasto
dolente sono le sistemazioni
e la logistica, con le disdette
di hotel, aerei e via così». Un
pensiero agli atleti. «Sapere
di avere ancora un anno da-
vanti può essere uno stress psi-
cologico. Dovranno reinven-
tare la preparazione. Nulla sa-
rà come prima». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO


ALBERTO DOLFIN


I


l sogno slitta di un anno. I
Giochi Olimpici e Para-
limpici di Tokyo 2020 so-
no stati spostati al 2021,
una decisione che non pote-
va più attendere visto il dila-
gare della pandemia causata
dal Coronavirus: impossibile
disputare quest’estate la mas-
sima festa dello sport senza
rischi.
Una scelta sofferta, ma
che ha trovato il favore di
gran parte degli atleti, non
più disposti ad allenarsi in
condizioni proibitive come
avvenuto nelle ultime setti-
mane. Il judoka Fabio Basi-
le, che l’oro a cinque cerchi
l’ha già conquistato a Rio
2016, non ha fretta: «Se l’O-
limpiade la puoi vincere nel
luglio di quest’anno, lo puoi
fare anche tra un anno o
due. Chi cerca scuse o fa la
vittima in una situazione co-
me quella che stiamo viven-
do, non è un campione. La
salute del mondo viene pri-
ma: ci sono tanti morti, mica
stiamo parlando di barzellet-
te. Quando tutto sarà a po-
sto, penseremo ai Giochi».
Esordio olimpico da ricali-
brare per la discobola Daisy
Osakue, la spadista Alice Cle-
rici e il nuotatore Alessandro
Miressi. Daisy è attualmente
in quarantena a Dallas dopo
essere rientrata negli Usa (do-
ve studia) dall’Italia: «Sono
molto felice di questa decisio-
ne, perché mi aspettavo che
le cancellassero. Lo sposta-
mento, invece, non mi toglie

il sogno, anche se a livello di
programma tutti dovremmo
fare dei sacrifici, ma la salute
è più importante. È stato un
errore il pensiero che non ci
fosse rischio per noi , per i no-
stri cari. Per questa ragione,
sono tornata subito negli Sta-
ti Uniti, così da star lontana
dalla mia famiglia».
È d’accordo anche Alice
Clerici, che era pronta a in-
dossare la maschera e salire
in pedana dopo i due bronzi
(iridato e continentale) dello
scorso anno. «Era la cosa mi-
gliore da fare perché si sareb-
be corso un rischio inutile
non solo per noi atleti, ma an-

che per tutta la gente che
muove un’Olimpiade: ac-
compagnatori, spettatori e
giornalisti – ha commentato
la ventitreenne dell’Accade-
mia Scherma Marchesa e del-
le Fiamme Oro – Dal punto di
vista atletico, in un anno pos-
sono cambiare tante cose,
ma sono tranquilla. Prepara-
re un’Olimpiade dal salotto
di casa era un’assurdità: se
già lo era per noi schermido-
ri, figurarsi per i nuotatori».
E il re europei dei 100 stile
libero acquatici a Glasgow
2018 lo conferma. «È la deci-
sione giusta e sarebbe stato
un azzardo anche spostarle

soltanto in autunno – spiega
Ale Miressi -. È una sensazio-
ne un po’ strana, perché lavo-
ri quattro anni per un obietti-
vo e poi tutto viene stroncato
da un virus. Non so nemme-
no se si faranno gli Europei
quest’estate, ma comunque
cercherò di arrivare ancora
più pronto nel 2021».
Era già pronta a tuffarsi an-
che Carlotta Gilli. La nuotatri-
ce ipovedente moncalierese
dovrà armarsi di pazienza
per l’esordio alla Paralimpia-
de: «Non posso nascondere
che quando ho saputo la noti-
zia ci sono rimasta male, per-
ché era un grande sogno che

si stava già per realizzare.
D’altro canto però, sono pie-
namente d’accordo in una si-
tuazione d’emergenza come
questa e ora ripianifichere-
mo la preparazione»
L’arciera Tatiana Andreoli
tesserata per le Fiamme Oro
e Iuvenilia sperava in Berlino
per assicurarsi il pass a squa-
dre e mixed team per i Gio-
chi. «A livello personale pen-
so che sia stata una decisione
buona e giusta, per salvaguar-
dare gli stati. Come sportiva
mi dispiace, perché ti prepari
4 anni ed è come se ti toglies-
sero dalla comfort zone». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti di sei atleti torinesi dopo l’annuncio


del posticipo di un anno delle Olimpiadi estive


“A Tokyo 2021


arriveremo


più sereni


e motivati”


Evelina Christillin è membro Uefa nel consiglio della Fifa

Un anno fa il mondo era diver-
so. E quella differenza era dovu-
ta anche al calcio femminile ita-
liano. Già, magie e intrecci della
storia. Il 24 marzo 2019 l’Al-
lianz Stadium ospitava per la pri-
ma volta una sfida di serie A1
donne , big match per lo scudet-
to: Juventus-Fiorentina. Trenta-
novemila spettatori, stupiti e fe-
lici, protagonisti consapevoli di
una giornata memorabile. Qua-
si sold out lo stadio-palcosceni-
co dei bianconeri uomini era im-
pensabile per il movimento tri-
colore del football delle “ragaz-
ze”. Eppure l’intuizione di Stefa-
no Braghin e Andrea Agnelli
era arrivata nel momento giu-
sto. C’era fame di entusiasmo e
di novità nel cosmo del pallone.
Le women garantivano intensi-
tà e tenacia agonistica, diverti-
mento tecnico e soprattutto leg-
gerezza d’animo. Un toccasana
per chiunque abbia mangiato
pane e calcio nella propria vita.
Lo spettacolo sugli spralti in-
franse la corazza sentimentale
di calciatrici e staff tecnici con ri-
percussioni sull’estetica del gio-
co, ma nessuno si è mai lamen-
tato di come su quel prato la par-
tita si dipanò. Vinse la Juventus
di Rita Guarino con un gol di
“caschetto” Pedersen e Salvai si
ruppe il legamento, dicendo ad-
dio ai Mondiali di Francia. Ec-
co, a distanza di una stagione le
lacrime di Cecilia restano l’uni-
ca ombra su una pagina lumino-
sa di speranza da raccontare al-
le bambine di oggi e a quelle di
domani. Perchè il pallone torne-
rà a rotolare, comunque e do-
vunque. Bisogna solo aspettare
e ricordare da dove si è partite
per superare il traguardo rag-
giunto. S.GAR. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

la data storica

Juve-Fiorentina

e quelle

trentanovemila

persone felici

Alessandro Miressi, re dei 100

Fabio Basile, oro a Rio 2016 I cerchi olimpici davanti al Rainbow Bridge, il ponte sospeso sulla baia

Daisy Osakue, discobola La spadista Alice Clerici Tatiana Andreoli, arciera

La gioia bianconera un anno fa

46 LASTAMPA MERCOLEDÌ25 MARZO 2020


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