La Stampa - 03.04.2020

(Nandana) #1
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LEONARDO DI PACO

S


tremato, pallido, depe-
rito. Il suo rientro a To-
rino è stato un’odissea
attraverso i cieli di
mezzo mondo. Dal Cile a Mila-
no passando per Perù e Messi-
co. Venticinque ore senza mai
scendere da un aereo. Ammas-
sato con altri 400 italiani, tutti
stipati, privi di qualunque tute-
la di tipo sanitario. Nessuna di-
stanza di sicurezza, una ma-
scherina e nulla più. Tomma-
so Tresso, studente torinese
iscritto al Politecnico di Mila-
no, durante questo calvario di
25 ore si è nutrito solo con un
pacchetto di fette biscottate.
Si trovava nella capitale cile-
na dall’inizio di febbraio, dove
era atterrato nell’ambito di un

programma Erasmus extra eu-
ropeo. C’è rimasto per meno di
due mesi, il 31 marzo è rientra-
to in Italia. «Laggiù l’emergen-
za coronavirus per molte setti-
mane è stata considerata una
cosa lontana, che riguardava
solo l’Europa» racconta il ra-
gazzo, oggi ospite nella casa to-
rinese dei genitori. «Il governo
cileno sta prendendo alla leg-
gera la pandemia, basti pensa-
re che lo scorso giovedì hanno
dichiarato una quarantena di
appena sette giorni».
Nonostante un’assicurazio-
ne che gli garantiva la copertu-
ra anche in caso di pandemia,
Tommaso due settimane fa ha
deciso di tornarsene a casa.
«Ovviamente mi sono messo
in contatto con l’ambasciata.
In un primo momento mi è sta-
to detto che non esistevano so-
luzioni per rientrare organiz-

zate dallo Stato, quindi ho
comprato un biglietto spen-
dendo mille euro». Un paio di
giorni dopo l’acquisto, ecco la
brutta notizia: volo cancella-
to. «Passa una settimana – pro-
segue Tommaso – e la Farnesi-
na si fa risentire: mi viene pro-
posto di rientrare partendo da
Santiago del Cile domenica 29
marzo. Non potendo fare altri-
menti, ho accettato».
Il volo proposto dalla Farne-
sina, costo 800 euro, organiz-
zato per raccattare gli italiani
sparsi in Sud America, è diven-
tato un incubo. Partito da San-

tiago ha fatto scalo prima a Li-
ma, in Perù, poi a Cancún, in
Messico, dove c’è stato l’ulti-
mo decollo direzione Milano.
«La prima tratta è stata tran-
quilla, eravamo un centinaio.
Una volta arrivati in Perù, pe-
rò, sono iniziati i problemi».
Lì, racconta Tommaso, «l’ae-
reo è stato preso d’assalto. Ci
siamo ritrovati stipati come be-
stie, 400 persone senza alcuna
distanza di sicurezza. La ten-
sione è diventata subito palpa-
bile, accentuata anche da un
personale di volo dagli atteg-
giamenti minacciosi e poco ras-

sicuranti. In questo contesto, il
volo ha cominciato pure ad ac-
cumulare un notevole ritardo.
E in tutto questo tempo, tra l’al-
tro, non abbiamo mangiato
nulla se non un pacchetto di
fette biscottate che ci era stato
consegnato a Santiago».
Poi, dopo un ultimo scalo tec-
nico a Cancún, il decollo dire-
zione Milano: «Arrivato in Ita-
lia mi sentivo sfinito, avevo per-
so il senso del tempo e dello spa-
zio. Giunto in Cile ero felice, al
mio ritorno nemmeno riuscivo
a reggermi in piedi». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

In fila per prendere l’aereo per rientrare dal Sudamerica

TOMMASO TRESSO
STUDENTE
UNIVERSITARIO

IL CORONAVIRUS

LA STORIA

L’odissea di uno studente rientrato con un volo organizzato dal governo


“Poche informazioni e un pacco di fette biscottate: sono arrivato sfinito”


“In 400 su un aereo


per 25 ore consecutive


Il mio ritorno dal Cile”


In Perù l’aereo è stato
preso d’assalto. Ci
siamo ritrovati stipati
come bestie e senza
misure di sicurezza

40 LASTAMPAVENERDÌ3 APRILE 2020
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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