La Stampa - 03.04.2020

(Nandana) #1

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MARIA ELENA BOSCHI
CAPOGRUPPO ALLA CAMERA
DI ITALIA VIVA

FABIO POLETTI
Massimiliano Fedriga, go-
vernatore del Friuli e Vene-
zia Giulia, vista la situazio-
ne che si è creata con il coro-
navirus, c’è chi propone di
tornare alla Sanità di Stato.
«È una vera follia, un rigurgi-
to centralista. Come Regione
abbiamo fatto solidarietà
con altre Regioni, decidendo
ad esempio di chiudere insie-
me le scuole. Nelle Marche
dove le decisioni locali sono
state messe in discussione a li-
vello centrale si è visto quello
che è successo».
Però è sotto gli occhi di tutti
che ci sono state Regioni do-
ve l’emergenza è stata af-
frontata meglio.
«Non mi risulta che prima del-
la riforma la sanità fosse
uguale ovunque. È solo un
problema di gestione».
Il governatore lombardo At-
tilio Fontana dice che lo Sta-
to ha dato poco, il sindaco di
Milano Giuseppe Sala che la
Regione non fa abbastanza
tamponi e test sierologici.
«Il governo ha fatto la scelta
di centralizzare tutto con il
commissario nazionale all’e-

mergenza Domenico Arcuri,
persona con cui ho ottimi rap-
porti. È stato scelto di centra-
lizzare gli approvvigiona-
menti. Forse era pure giusto
vista la situazione internazio-
nale. In un primo momento
c’è stata una situazione di
estrema difficoltà».
Il sindaco di Milano Giusep-
pe Sala, quello di Bergamo
Giorgio Gori e altri sindaci
lombardi di sinistra attacca-
no la Lombardia.
«Una gigantesca strumenta-
lizzazione politica. Quan-
do il Pd ha visto le difficoltà
a livello nazionale ha inizia-
to a scaricare tutto sui go-
vernatori».
Quali sono i numeri in Friuli
Venezia Giulia? Fate tampo-
ni massivi come in Veneto o
mirati come in Lombardia?
«A oggi abbiamo avuto
1799 contagiati e 129 deces-
si. E ci sono 60 persone rico-
verate in terapia intensiva,
1035 in isolamento e 162
guariti. Stiamo testando gli
esami sierologici, che saran-
no utili quando finirà l’e-
mergenza. Facciamo molti
tamponi. Potremmo farne

anche 3000 al giorno ma ci
mancano i reagenti».
Mascherine, guanti, ve li ha
dati la Protezione Civile o ve
li siete trovati voi?
«Abbiamo avuto una carenza
importante. Fino a 2 o 3 gior-
ni fa abbiamo comperato tut-
to sui mercati internazionali.
Non ne faccio un’accusa alla
Protezione Civile, c’è stata
una difficoltà di approvvigio-
namento».
È vero che la sanità privata è
stata favorita?
«Siamo una Regione a statuto
speciale. Il privato è meno del
3%. Il bilancio è di 5 miliardi ,
2,8 sono per la sanità».
Non teme che questo dibatti-
to possa minare il percorso
di riforma delle autonomie?
«Mi auguro che nessuno ab-
bia intenzione di bloccare
la discussione sulle autono-
mie. In questa situazione
difficile le Regioni hanno
funzionato bene. E non mi
riferisco solo a quelle del
Nord. Anche Marche, Emi-
lia Romagna e Campania
hanno saputo affrontare be-
ne questa crisi».—
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CARLO BERTINI

«È

interessante
che sia Orlando
che Crimi apra-
no una discus-
sione su tema del Titolo V co-
me fattore problematico nel-
la gestione istituzionale del
Paese. Il tempo è galantuo-
mo». Maria Elena Boschi,
presidente dei deputati Iv, si
compiace della volontà de-
gli alleati di procedere su
quello che era stato uno dei
cavalli di battaglia della sua
riforma costituzionale boc-
ciata al referendum. «Ma ora
la priorità deve essere affron-
tare l’emergenza. E se in mol-
ti si sono convinti che la
“clausola di supremazia”
che noi avevamo proposto
nel 2016 avrebbe reso più ef-
ficace e più efficiente la rispo-
sta dello Stato, è vero che an-
che la gestione centrale non
sembra essere stata impecca-
bile. Le strutture centrali co-
me Consip, Inps, Aifa hanno
gestito in modo perfetto la
crisi? Lo vedremo quando
tutto sarà finito. Oggi presen-
tiamo alla Camera la nostra
proposta, ma se ne discuterà
finita l’emergenza».
Per la riapertura del paese,
come si procederà? Ogni re-
gione in ordine sparso?
«Mi sembra che dopo l’inizia-
tiva presa nei giorni scorsi da
Italia Viva si stia finalmente
pensando a come riaprire.
Gradualmente, in sicurezza,
con tutte le protezioni del ca-
so specie per i lavoratori: ma
bisogna riaprire piano piano.
Con la chiusura totale perdia-
mo dieci miliardi a settima-
na. Con il Covid bisogna con-
vivere, purtroppo. Per questo
serve un maggiore coordina-
mento tra Stato e Regioni al-
trimenti rischiamo che a pa-
gare il prezzo di questa confu-
sione siano solo i cittadini e le
imprese».
Come pensa si debba fare?
«Partiamo dallo screening di
massa, con tamponi e test sie-

rologici per capire chi ha svi-
luppato gli anticorpi, come
cercano di fare in Veneto o in
Toscana e come sta facendo
la Germania, che ha un nu-
mero di morti decisamente
inferiore al nostro: 700 anzi-
ché 13.000. Ovviamente per
riaprire le aziende ci voglio-
no protezioni per i lavorato-
ri, la distanza di sicurezza, le
mascherine, tutti strumenti
che saranno la normalità per
molto tempo».
Giusta la cifra annunciata
da Gualtieri per dare liquidi-
tà alle imprese e le modalità
scelte per erogarle?
«Se diamo liquidità tornerà
anche la fiducia. La nostra
proposta è quella di dare a
tutte le piccole e medie azien-
de e alle partite IVA il
20-25% del fatturato dello
scorso anno come prestito da
restituire in 10 anni senza in-
teresse, dal 2022. Per farlo

occorre la garanzia statale al-
le banche come immaginata
in molti altri Paesi. Le ban-
che dovrebbero impegnarsi
a contenere l’istruttoria tecni-
ca in massimo 3-4 giorni. Se
c’è liquidità riparte tutto».
Gualtieri è stato accusato di
aver penalizzato gli autono-
mi: come vanno risarciti?
«Ilministro Gualtieri sta fron-
teggiando una situazione diffi-
cile e nessuno ha la bacchetta
magica. Tuttavia, dobbiamo
fare passi in avanti per le parti-
te Iva, insieme. Non solo innal-
zare la soglia dei 600 euro, ma
estendere a imprese individua-
li e professionisti il credito di
imposta per pagare gli affitti,
responsabilizzare le casse pre-
videnziali e soprattutto imma-
ginare misure che incidano sul-
la pressione fiscale. Poi se la
Pubblica amministrazione pa-
gasse subito i propri debiti, già
sarebbe un piccolo sollievo».
Pensate sia necessaria una
volta superata la crisi sanita-
ria, un’unità nazionale e un
governo di larghe intese?
«Non vedo nessuno interessa-
to a capire come sarà compo-
sto il prossimo Governo. Noi
tutti insieme stiamo cercando
di dare una mano a questo go-
verno per affrontare l’emer-
genza. Le polemiche politiche
lasciamole in quarantena». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

MASSIMILIANO FEDRIGA
PRESIDENTE
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

MARIA ELENA BOSCHI La capogruppo di Italia Viva rivendica l’idea

“Avanti con la riforma


ma la gestione pubblica


non è stata impeccabile”


La proposta lanciata del vicesegretario del Pd

L’intervista pubblicata ieri in cui
Andrea Orlando, ex ministro del-
la Giustizia e vicesegretario del
Partito democratico, ha propo-
sto un ritorno della Sanità tra le
competenze dello Stato.

MASSIMILIANO FEDRIGA Il governatore del Friuli accusa il governo


“Rigurgito centralista


Il Pd strumentalizza


questo periodo di crisi”


L’EMERGENZA CORONAVIRUS

Dopo l’iniziativa
di Italia Viva si sta
finalmente pensando
a riaprire: va fatto
gradualmente

Mi auguro
che ora nessuno
voglia bloccare
la discussione
sulle autonomie

ANSA

LE INTERVISTE

LAPRESSE

Sta facendo discutere la propo-
sta di rimettere la Sanità nella
mani dello Stato. L’idea lanciata
dal vicesegretario Pd Andrea Or-
lando in un’intervista a «La
Stampa» non dispiace al M5S. Il
capo politico Vito Crimi ha ricor-
dato che il tema rientrava in
«uno dei nostri primi disegni di
legge. Siamo sempre stati per ri-
portare la Sanità al livello nazio-

nale. Oggi c’è qualcosa che non
va». Nettamente contraria a un
possibile riaccentramento è la
Lega. «Orlando non sa quello
che dice», ha tagliato corto Mat-
teo Salvini. Anche da Forza Ita-
lia arrivano critiche. Insorgono i
governatori. «Il vero problema è
il definanziamento a cui la sani-
tà è sottoposta ogni anno», ha
osservato il presidente delle

Marche Luca Ceriscioli.
A tenere banco, ieri, è stato so-
prattutto lo scontro tra Attilio
Fontana, criticato per la gestio-
ne dell’emergenza, e Francesco
Boccia. «Da Roma stiamo rice-
vendo briciole. Se non ci fossi-
mo dati da fare autonoma-
mente, avremmo chiuso gli
ospedali dopo due giorni», ha
attaccato il governatore lom-

bardo. «Lo Stato sta facendo di
tutto», ha replicato il ministro
degli Affari regionali France-
sco Boccia. «Se ci fosse dall’alto
una telecamera si vedrebbero
in giro solo mezzi militari, scari-
cano materiali che lo Stato ac-
quista per le Regioni, specie
per la Lombardia», ha spiegato
l’esponente del Pd. F.FEM. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sanità allo Stato, insorgono i governatori

Lega e FI contro l’idea lanciata da Orlando su La Stampa. Fontana attacca Boccia: “Da Roma solo briciole”


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