6 Venerdì 3 Aprile 2020 Il Sole 24 Ore
Primo Piano Coronavirus
L’EUROPA
«Basta con le fake news sulla pandemia». La
vicepresidente della Ue, Vera Jourova, ha accusato i
giganti americani del web, Google e Facebook, di far soldi
con le fake news sul coronavirus, anziché impegnarsi a
fermare il fenomeno.
IL PORTOGALLO SOSPENDE GLI AFFITTI
Il Parlamento portoghese ha approvato la moratoria del
pagamento degli affitti da parte di famiglie in difficoltà (e
imprese in crisi di liquidità). Ne hanno diritto quanti hanno
visto il proprio reddito crollare del 20% per l’epidemia.
Bruxelles: no a piano Marshall
extra bilancio contro il virus
Strategie. Per von der Leyen le risorse vanno trovate nel budget, mentre il ministro dell’Economia
francese Le Maire pensa a eurobond rimborsati dai Paesi oppure a una tassa di solidarietà
Beda Romano
BRUXELLES
Riccardo Sorrentino
MILANO
Oltre all’atteso piano di prestiti ai
governi per finanziare la cassa inte-
grazione sulla scia dello shock eco-
nomico provocato dalla pandemia
influenzale da coronavirus, la Com-
missione europea ha presentato ieri
nuove regole per rendere totalmen-
te flessibile l’uso dei fondi struttu-
rali nel -. Quanto al rilan-
cio dell’economia, scomparso il vi-
rus, Bruxelles punta sul bilancio co-
munitario, mentre Parigi propone
la nascita di un fondo ad hoc (e non
esclude nazionalizzazioni).
«La profondità e l’ampiezza di
questa crisi richiedono una risposta
che sia senza precedenti», ha detto
la presidente della Commissione
europea Ursula von der Leyen pre-
sentando il piano di prestiti ai go-
verni da miliardi di euro. Il de-
naro sarebbe raccolto sui mercati
dallo stesso esecutivo comunitario
grazie a garanzie governative pari
a miliardi di euro. Bruxelles ha
anche proposto di aumentare gli
anticipi concessi agli agricoltori e
garantire entrate anche ai pescatori
(nell’ambito delle rispettive politi-
che settoriali).
Fondi strutturali
Lo schema sarà volontario, in altre
parole dipenderà dal desiderio dei
singoli governi di approfittare del
nuovo fondo. Su Twitter, il ministro
dell’Economia italiano Roberto
Gualtieri ha commentato: «La pro-
posta annunciata dalla Commissio-
ne è un passo importante nella giu-
sta direzione (...) per sostenere gli
ammortizzatori sociali dei Paesi
colpiti dal Covid- senza condizio-
nalità. Un’innovazione che l’Italia
sostiene da tempo. Segno che la so-
lidarietà è possibile».
Oltre al piano per finanziare le
casse integrazioni nazionali, la
Commissione europea ha anche
presentato modifiche legislative
che permetteranno nel -
un uso flessibile dei fondi struttu-
rali. Il denaro potrà essere sposta-
to liberamente tra settori e tra re-
gioni. Il co-finanziamento nazio-
nale potrà anche essere ridotto al-
lo zero. Superato il passaggio di
co-decisione, le misure presenta-
te ieri potranno essere retroattive
al ° febbraio ed essere usate fino
al dicembre.
Intanto da Parigi, sempre ieri il
ministro dell’Economia Bruno Le
Maire ha illustrato la sua proposta
di fondo ad hoc per finanziare la
ripresa economica. Un’idea con la
quale Parigi cerca di riassumere il
ruolo di paese leader degli Stati
mediterranei, un po’ abbandonato
per ricostruire un rapporto stretto
con la Germania. Nessuno strappo,
però, con Berlino. Il governo fran-
cese, in contatto con il ministro
delle Finanze tedesco Olaf Scholz,
non ha varato in totale solitudine
la sua proposta.
Il fondo dovrebbe essere rim-
borsato attraverso il contributo dei
partner o una tassa di solidarietà
appositamente varata. I singoli pa-
esi ne beneficeranno in proporzio-
ne ai danni subiti dalla crisi. «Il
fondo - ha precisato il ministro -
sarà gestito dalla Commissione eu-
ropea», ma sarà fuori dal perime-
tro del prossimo bilancio comuni-
tario. Non sarebbe un istituto in-
tergovernativo come lo è per esem-
pio il Meccanismo europeo di
Stabilità (Mes).
Mentre Parigi illustrava la sua
proposta di fondo, senza però pre-
cisarne l’ammontare, la Commis-
sione metteva l’accento sul bilan-
cio comunitario - come
leva da usare per rilanciare l’eco-
nomia dopo la pandemia influen-
zale: «Non abbiamo tempo per in-
ventare nuovi strumenti – ha detto
la signora von der Leyen – Il bilan-
cio è uno strumento fidato, traspa-
rente, accettato da tutti (...) C’è chi
chiede un Piano Marshall. Ebbene
il bilancio comunitario può diven-
tare il nostro Piano Marshall».
Non è chiaro se i Ventisette siano
però pronti ad aumentarne sensi-
bilmente l’ammontare.
Nazionalizzazioni francesi?
Sul piano interno, la Francia ha an-
che preparato una lista di imprese
strategiche che potrebbero trovar-
si in difficoltà. Il governo potrebbe
iniettare in queste aziende nuovo
capitale per garantirne la sopravvi-
venza. Anche in caso di nazionaliz-
zazioni integrali, però, si trattereb-
be di interventi eccezionali e non
duraturi, ha detto Bruno le Maire.
«Capitemi bene. Conserviamo e
QUADRO PLURIENNALE 2021-
Nuovo budget, modifiche in arrivo
Già iniziate le discussioni
per cambiare la proposta
Juncker arenata in Consiglio
Giuseppe Chiellino
La Commissione europea ha avviato
il confronto per modificare la propo-
sta del Quadro finanziario plurien-
nale - (Qfp o budget Ue),
arenata in Consiglio per i veti incro-
ciati degli Stati membri e comunque
necessariamente da aggiornare alla
luce della pandemia. «Sento che
molti invocano un nuovo piano Mar-
shall. Il budget dell’Unione dovrebbe
essere il nostro piano Marshall», ha
detto ieri la presidente della Com-
missione europea, Ursula von der
Leyen, nel presentare “Sure”, il fon-
do europeo da miliardi di euro
che fornirà prestiti agli Stati membri
per finanziare i sussidi di disoccupa-
zione, con il duplice obiettivo di dare
immediato sostegno ai lavoratori
che non possono lavorare e alle im-
prese che hanno bisogno di salva-
guardare il proprio capitale umano
per ripartire il prima possibile.
La von der Leyen non ha aggiunto
nulla di più. Fino a ieri sera il confron-
to era solo a livello informale, senza
alcun documento su cui negoziare.
Ma che si stia lavorando a una nuova
proposta è stato confermato da diver-
se fonti. «Sicuramente la Commissio-
ne terrà conto del nuovo contesto cre-
ato dagli effetti della pandemia e pro-
porrà modifiche mirate, attualmente
allo studio. Le opzioni sul tavolo sono
diverse e hanno l’obiettivo di massi-
mizzare l’accettabilità, l’attuazione e
l’impatto del nuovo Qfp», trapela dai
palazzi della Commissione.
La proposta arenata in Consiglio
risale a metà del , quando era in
carica l’esecutivo Juncker. Per la von
der Leyen è anche l’occasione di dare
al bilancio comune un’impronta pro-
pria e soprattutto più adeguata ai
tempi. Non è come ripartire da zero,
ma poco ci manca, tenuto conto che il
vertice straordinario di metà febbraio
era stato un fiasco per le distanze tra
gli Stati membri. «La direzione è que-
sta - conferma un’altra fonte - ma
quanto estesa e profonda sarà la ri-
scrittura del budget non si capisce an-
cora. Sono tutte ipotesi. Potrebbe es-
sere anche un esercizio di due anni. Il
senso dovrebbe essere fare di più ora
e meno negli anni successivi», antici-
pando impegni e spese.
Una ipotesi, che si può definire mi-
nimalista, è andare all’esercizio prov-
visorio nel e poi far partire il nuo-
vo periodo di programmazione dal-
l’anno successivo. Ma si tratta di un
ripiego, anche perché, a regole inva-
riate, non si potrebbero modificare né
le voci di spesa né gli importi. La que-
stione sarà ancora più spinosa quan-
do si dovrà discutere di cifre e di capi-
toli del bilancio, con il rischio che i
tempi per l’approvazione - già risica-
tissimi in condizioni normali - si al-
lunghino, vanificando gli sforzi per
far ripartire l’economia. «Abbiamo
iniziato a parlarne solo da qualche
giorno, ma è ancora una discussione
confusa, non c’è alcun paper su cui
confrontarsi, nulla di consolidato».
I più ottimisti ricordano la ricono-
sciuta capacità di accelerazione che
l’Unione è riuscita spesso a dimostra-
re, soprattutto sotto stress. C’è anche
il nodo delle “risorse proprie” del bi-
lancio Ue, che si porta dietro il dibatti-
to sull’emissione di debito comune,
ma ciò non fa che aggiungere un ulte-
riore elemento di complessità.
La proposta Juncker sul Qfp preve-
de un budget pari all’,% del Pil euro-
peo, poco più di . miliardi per sette
anni, ma gli Stati membri non sono
riusciti a trovare un accordo su una ci-
fra più bassa di qualche decimale pro-
posta dal presidente del Consiglio eu-
ropeo, Charles Michel. Saranno dispo-
sti ad aumentare il proprio contributo
per rafforzare la capacità di fare politi-
che comuni europee? O si ricorrerà, co-
me in passato ai tagli di altre voci? Ap-
pare difficile ricorrere anche questa
volta alla potatura delle due voci prin-
cipali, la politica regionale e l’agricoltu-
ra, visto che le prime risposte all’emer-
genza sono arrivate proprio da questi
due capitoli, che da soli valgono più di
due terzi delle risorse.
Il Sure, ha detto il commissario
Gentiloni, è «un primo esempio, mol-
to importante, del fatto che è possibile
prendere azioni comuni e che non
possiamo affidare la soluzione di que-
sta crisi da una parte alle scelte di poli-
tica monetaria della Bce e dall’altra a
ogni singolo Paese, che fa per sé. Ci
vogliono altre risposte comuni». Raf-
forzare il bilancio comune sarebbe un
altro passo, molto significativo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Siamo con
voi». La pagina
della Bild
dedicata all’Italia.
Nella foto di
Antonio Calanni
per AP , Martina
Papponetti,
infermiera della
Humanitas
Gavazzeni di
Bergamo
«Solidarieté».
Il ministro
delle Finanze
francese,
Bruno Le Maire,
ha invitato
l’Europa
a dare una «prova
di solidarietà»
nella gestione
dell’emergenza
causata
dalla pandemia.
Parigi ha
preparato
una lista
di aziende
strategiche
che potreb-
bero essere
nazionaliz-
zate in caso
di bisogno
410
MILIARDI
DI EURO
Il Meccanismo
europeo
di stabilità
ha risorse
inutilizzata
per 410 miliardi
e potrebbe offrire
linee di credito
a basso tasso
di interesse
Klaus Regling
—Continua da pagina
C’
è bisogno di una
risposta di politica
economica concertata
e ben coordinata, sia a
livello nazionale che a livello
europeo, per limitare i danni
economici, preservare la stabilità
finanziaria e preparare la ripresa
economica, una volta che la crisi
sanitaria sarà sotto controllo. La
gravità della situazione medica e
l’estensione dei danni economici
e sociali previsti richiedono
un’urgente prova di solidarietà
all’interno dell’Europa.
I Governi dell’Unione Europea
hanno annunciato e cominciato a
implementare misure di bilancio
per contenere le ricadute
economiche. Per sostenere
l’economia, la risposta di bilancio
complessiva decisa fino a questo
momento raggiungerà nel ,
secondo le stime, mediamente il
,% del Pil. I meccanismi di
supporto alla liquidità,
consistenti in garanzie pubbliche
e differimento delle scadenze
fiscali per aziende e individui
ammontano a oltre il % del Pil.
A integrazione delle misure
nazionali e come dimostrazione
di solidarietà europea, è
indispensabile un approccio
coordinato a livello europeo. La
Commissione ha allentato le
regole sugli aiuti di Stato e
insieme al Consiglio europeo ha
attivato la «clausola di
salvaguardia» del Patto di
stabilità e crescita per consentire
il necessario incremento della
spesa pubblica. Le misure della
Banca centrale europea sono
fondamentali per mantenere il
funzionamento del settore
bancario e dei mercati finanziari.
Che cos’altro dev’essere fatto
nell’immediato e nel prossimo
futuro, a livello europeo, per
integrare le misure nazionali? In
altre parole, che cosa può fare
l’Europa per mobilitare
rapidamente finanziamenti
aggiuntivi a sostegno di Governi,
aziende e cittadini in tutti gli Stati
membri dell’Unione? Nel breve
periodo, almeno per il , la
solidarietà europea dovrebbe
prendere forma attraverso un
pronto ricorso alle istituzioni
esistenti – la Commissione
europea, la Banca europea per gli
investimenti (Bei) e il
Meccanismo europeo di stabilità
(Mes) – e i loro strumenti già
in essere.
La Commissione europea ha
annunciato un programma di
“cassa integrazione” per
proteggere i posti di lavoro
durante la crisi del coronavirus.
Inoltre, la sua Iniziativa di
investimento in risposta al
coronavirus, da miliardi di
euro, sarà usata per sostenere i
sistemi sanitari, le piccole e
medie imprese e il mercato del
lavoro, mettendo a disposizione
le risorse dei fondi strutturali. La
Bei ha proposto un Fondo di
garanzia paneuropeo che
comprenderebbe miliardi di
euro di garanzie da parte degli
Stati membri, che potrebbero
essere usati come leva per
mobilitare miliardi di euro di
finanziamenti aggiuntivi per
piccole e medie imprese, imprese
a media capitalizzazione e grandi
aziende nell’economia reale. Il
Mes, con la sua potenza di fuoco
finanziaria inutilizzata di
miliardi di euro, potrebbe offrire
linee di credito a basso tasso di
interesse. La cassetta degli
attrezzi del Mes include vari
strumenti finanziari da usare in
circostanze diverse. Al momento,
le linee di credito precauzionali –
mai usate in passato – sembrano
essere lo strumento più adatto:
non bisogna necessariamente
attingere a queste linee di
credito, ma hanno il vantaggio
che i soldi possono affluire a un
Paese che abbia bisogno urgente
di supporto in tempi molto
rapidi, perché esiste già una
struttura pronta.
Quando la Bei e il Mes
incrementeranno le loro
iniziative, dovranno emettere
obbligazioni per finanziare i loro
prestiti. La Bei (e in misura
minore la Commissione europea)
emette obbligazioni di questo
tipo per tutti e gli Stati membri
dell’Unione Europea e il Mes per i
Paesi della zona euro. Queste
tre istituzioni emettono titoli di
debito mutualizzati, cioè debito
europeo, già da molti anni. Oggi
hanno circa miliardi di euro
di debito europeo in essere. Tutte
e tre garantiscono finanziamenti
a tassi di interesse ben al di sotto
dei costi di finanziamento della
maggior parte degli Stati membri
dell’Unione Europea e hanno
dimostrato di essere efficienti ed
efficaci, anche in circostanze
avverse. E potrebbero esserlo
ancora di più in questo
momento.
Girano proposte di creare
nuove istituzioni o nuovi
strumenti, ma c’è bisogno di
tempo e in questo momento di
tempo non ne abbiamo. All’inizio
della crisi dell’euro il primo
fondo di salvataggio
temporaneo, il Fondo europeo di
stabilità finanziaria, impiegò
sette mesi per emettere la sua
prima obbligazione. Fu un tempo
eccezionalmente rapido se lo si
confronta con istituzioni simili,
che avevano impiegato fino a tre
anni. Per creare nuovo debito
europeo c’è bisogno di capitali, di
garanzie o dell’assegnazione di
entrate specifiche, e anche di un
sistema legale e di governance
funzionante. Per tutti questi
motivi, è meglio fare pronto
ricorso a tutte le istituzioni e gli
strumenti esistenti, che ormai da
anni raccolgono con successo
somme importanti.
Guardando su un orizzonte
più lontano di quest’anno, si
possono congegnare soluzioni di
più ampia portata, e saranno
necessarie per aiutare le
economie europee a riprendersi
dallo shock pandemico. Il
prossimo Quadro finanziario
pluriennale dell’Unione Europea
verrà ricentrato sulla lotta alle
conseguenze economiche della
crisi del coronavirus, come ha
annunciato la presidente della
Commissione europea von der
Leyen. Si potrebbe tenere in
considerazione, per esempio,
quali Stati membri hanno dovuto
fare i conti con conseguenze
economiche negative
particolarmente gravi. L’Italia,
probabilmente, per i prossimi
anni non dovrà più essere un
contributore netto al bilancio
dell’Unione. Inoltre, la Bei
potrebbe incrementare il suo
capitale, per poter prestare più
soldi negli anni a venire. E il Mes
ha capacità di prestito
disponibile.
Il tempo della solidarietà in
Europa è adesso. Se si vuole
preservare la sopravvivenza il
mercato unico, non basta
salvare la propria economia. È
interesse di ogni Stato membro
dell’Unione che anche tutti gli
altri riescano a superare
questa crisi.
Direttore generale del Meccanismo
europeo di stabilità
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INTERVENTO
Tempi lunghi per i Covidbond:
meglio ricorrere
agli strumenti già pronti
L’obiettivo
è anticipare
i tempi
di spesa. Il
confronto è
in fase ini-
ziale e la
revisione
potrebbe
essere
profonda
conserveremo la coerenza della
nostra politica economica. Non si
tratta di passare a un’economia
amministrata».
Il tema è delicato perché la liber-
tà concessa da Bruxelles nell’appli-
cazione delle regole sugli aiuti di
Stato sta mettendo a rischio gli
equilibri del mercato unico. A pro-
posito di Air France-Klm, il mini-
stro Le Maire non ha né escluso né
ammesso l’ipotesi di una ricapita-
lizzazione - che potrebbe portare
alla rottura dell’alleanza - ma ha ga-
rantito un pieno sostegno dello Sta-
to per garantire la continuità del-
l’attuale assetto. «Non dobbiamo
avere paura della parola protezio-
ne. Protezione non è protezioni-
smo. È la difesa dei nostri più vitali
interessi economici».
Tornando alla proposta france-
se, per quanto temporaneo il fondo
sarebbe uno strumento importante
per una strategia più ampia:
«L'Unione europea ha,con questa
crisi, l’occasione storica di diventa-
re finalmente una grande potenza
economica e politica tra Stati Uniti
e Cina. Deve cogliere questa occa-
sione», ha aggiunto il ministro
francese, secondo il quale la propo-
sta non è alternativa a quelle attual-
mente sul tavolo dell’Eurogruppo,
che sono di più breve termine.
Martedì prossimo, il aprile, i
ministri delle Finanze della zona
euro discuteranno di varie misure,
compatibili tra loro: oltre della pro-
posta francese parleranno anche
dell’attivazione del Mes con una
condizionalità minima; dei nuovi
prestiti della Banca europea degli
investimenti per miliardi e infi-
ne della proposta della Commissio-
ne europea di un fondo per la disoc-
cupazione da miliardi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
KLAUS
REGLING
Direttore
generale
del Meccanismo
europeo
di stabilità