La Stampa - 20.03.2020

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Generic Animal, all’anagrafe Luca Galizia, 25 anni Tutti Fenomeni, vero nome Giorgio Quarzo Guarascio, 23 anni


Diventare adulti è faticoso. Il
lavoro, i soldi, le relazioni fini-
te male. La vita si complica, al
punto che per un attimo si desi-
dera tornare alle superiori.
Tutto accade in fretta, o per dir-
la come Generic Animal, - all’a-
nagrafe Luca Galizia, 25 anni -
troppo Presto. È così che si chia-


ma il suo terzo disco, 12 tracce
in cui il ventenne della provin-
cia di Varese cerca di mettere a
fuoco questo cambiamento.
Generic Animal, nome che evo-
ca una creatura senza sesso né
specie nata da un disegno fat-
to dallo stesso Luca, racconta
la quotidianità di un quasi mil-

lennial cresciuto in seno alla
generazione Z. In 1400 espri-
me il disagio di ritrovarsi arti-
sti professionisti con «mi viene
da vomitare su questo palco,
non è come all’università».
Quei 1400 (euro) sono i soldi
guadagnati grazie ai concerti.
«Dopo circa 70 date - dice - ho
avuto il mio stipendio da musi-
cista. Per me era tanto e poco
allo stesso tempo. Delle diffi-
coltà economiche nessuno par-
la, nella musica il denaro viene
ostentato». In 700 canta di aver
perso 700 euro durante un live.
«Ci ho messo due mesi per rider-
ci sopra». La fatica di crescere si
alterna al ricordo dell’infanzia
che svanisce. D’un tratto ci si ri-
trova amico del proprio genito-
re: «Il peso della maturità lo af-
fronto con leggerezza. Non vo-
glio piangermi addosso». In
Scherzo con Massimo Pericolo
il focus è l’adolescenza in bilico
tra spensieratezza e perdita
dell’innocenza. In Nirvana la
fantasia di essere un padre che
pensa a quello che non potrà
raccontare ai figli, dai ghiacciai
scomparsi ai Nirvana, è un mo-
do di descrivere ciò che per la
sua generazione esiste solo nei
ricordi altrui. Musicalmente
funziona. Presto, prodotto da
Fight Pausa (alias Carlo Porri-
ni) mescola trap, soul, emo
rock e r’n’b. «Questo album ha
molti strati, vorrei che le perso-
ne lo consumassero». A. CAS —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cita il calcio e le Colonne D’Er-
cole. I libri di Proust accanto al
bidet. Tutti Fenomeni, vero no-
me Giorgio Quarzo Guarascio,
23 anni, è classico e moderno,
passato e futuro. Nel suo Mer-
ce Funebre, frutto del sodalizio
con Niccolò Contessa de I Ca-
ni, mischia alto e basso ripren-

dendo da un lato grandi filoso-
fi, dall'altro la Dark Polo Gang.
L’artista romano deconte-
stualizza tutto, conferendo a
ogni parola un nuovo significa-
to, senza dimenticare un po' di
sano sarcasmo. Sfrutta al me-
glio il significato dei vocaboli,
senza risparmiare critiche e au-

tocritiche. Ricorda Battiato,
ma è cresciuto con la trap (per-
ché è proprio con quella che ha
cominciato, per poi passare ad
altro). Qualcuno che si esplode,
uno dei brani più riusciti, è un
manifesto generazionale suo
malgrado. «Sto ancora aspet-
tando qualcuno che si espone,
brindiamo alla tua e alla mia ge-
nerazione», canta Giorgio.
«Parlo di me stesso - spiega - del-
la timidezza, della vergogna di
mostrarsi orgogliosi o codardi.
Parlo ai miei amici, ai nemici e
a tutti coloro che stimo e reputo
molto più interessanti di me e
nonostante questo non fanno
niente che mi piaccia». Punta il
dito contro la povertà intellet-
tuale del Paese, perché dal pun-
to di vista culturale per lui l'Ita-
lia è già fallita: «Criticherei an-
che la povertà materiale se po-
tessi ma non avendo accesso al-
le vere informazioni economi-
che e politiche mi limito a parla-
re di ciò che ho esperito». Dice
di voler incidere solo dischi
brutti così sarà sicuro di piacere
a tutti: «È una critica a chi fa al-
bum con pochi contenuti e va
primo in classifica, ma anche
un lavoro inverso sul linguag-
gio: far rendere conto che “brut-
to” sottintende “commerciale”
e “vendibile” quando in verità
per me vuol dire solo brutto».
Insomma, in un’epoca in cui tut-
ti vogliono fare i fenomeni, lui
lo è davvero.A. CAS. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Irbis (ovvero Martino) più due producer (Lugos.Lux e dNoise) Drast - vero nome Marco De Cesaris - e Kaneki - Alessio Akira Aresu


ALICE CASTAGNERI

O

ggi ci sono i cellulari e i social network,
ma i problemi in fondo sono gli stessi di
sempre. Che si tratti di Millennials o della
generazione Z tutto gira attorno a fami-
glia, amore, amicizia e soldi. Nuotare nel
grande mare dell’adolescenza e poi ap-
prodare sulla terra degli adulti non è facile per nessu-

no, ma è un passaggio obbligato. Un periodo che sem-
pre più spesso la musica decide di raccontare, come
se fosse un grande romanzo di formazione. Le avven-
ture di tanti giovani Holden - ai tempi di Spotify e In-
stagram - vengono racchiuse nelle canzoni, che si tra-
sformano in diari in cui i ragazzi possono rivedersi.
Così, in un’epoca in cui chi scala le classifiche lo fa con
testi che spesso non hanno sostanza, si fanno largo ar-

tisti con una voce originale e tanto da esprimere. An-
che a livello di sonorità c’è un'evoluzione. In molti
guardano oltre quel miscuglio di rap ed elettronica
che ora come ora è sinonimo di successo (anche se
non si sa quanto duraturo). I generi vengono frullati
insieme, creando un sound che prova a uscire fuori
dal coro. Ascoltandoli, insomma, sembra che la rivo-
luzione post trap sia iniziata, anche se a piccoli passi.

Fuori dal quartiere c’è un mon-
do, anzi Un altro cielo. Un uni-
verso parallelo, in cui ognuno
può trovare ciò che cerca. Il di-
sco degli Irbis37, trio milanese
formato da Irbis (ovvero Marti-
no) più due producer (Lu-
gos.Lux e dNoise), è come un
sogno a occhi aperti. Il linguag-
gio ricercato spesso sconfina


nell’onirico, ma le tematiche
sono quelle in cui i ventenni co-
me loro (ma non solo) posso-
no rispecchiarsi: l’amore, i sol-
di, il riscatto, la libertà. L’incon-
tro tra i tre avviene per caso:
dNoise suona in un gruppo me-
tal che poi rimpiazza con il
computer. Per questioni di la-
voro incontra Lugos.Lux che

un giorno sul furgone gli fa
ascoltare Martino. Nasce un’a-
micizia, arrivano le prime can-
zoni. Le tracce rap lasciano
spazio a quelle melodiche.
«Un altro cielo è una speran-
za, un’aspettativa, un cambia-
mento, è tante cose. La nostra
è dream trap», spiegano. Una
musica fatta di contrasti, di op-
posti, in cui la tenerezza si me-
scola a un linguaggio diretto
come in OsaOsa. Le sfumature
nei testi sono molteplici: frasi
più concrete come «alla mia cu-
riosità non è mai bastata una
piazza» di Bacio si alternano a
quelle quasi cinematografiche
di Tra me e il resto («Voglio bere
tutti i fiumi con i pesci dentro,
mangiare le montagne, calpe-
stare i grattacieli»). Anche il
sound, costruito su più livelli,
unisce trap, atmosfere r’n’b,
soul e una componente cantau-
torale. La scrittura raffinata e le
melodie evocative rendono
ogni canzone un’esperienza sen-
soriale. «Abbiamo un’ottima in-
tesa musicale, sappiamo bene
cosa vogliamo e cosa ci piace. E
l’ album è un bel manifesto delle
nostre intenzioni». Ora gli Ir-
bis37 sono pronti a soddisfare la
loro Fame da lupi, il brano che
meglio racconta la voglia di usci-
re da una certa situazione: «Vi-
vere di musica quando inizia a
funzionare è figo, ma il periodo
in cui ci investi è frustante e il
mondo non ti prende mai del tut-
to sul serio».A. CAS. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Drast e Lil Kaneki hanno en-
trambi diciotto anni. Si sono
conosciuti su un gruppo Face-
book e hanno cominciato a fa-
re musica insieme. Drast - vero
nome Marco De Cesaris, napo-
letano del centro storico - e Ka-
neki - all’anagrafe Alessio Aki-
ra Aresu, romano di San Loren-
zo - raccontano sotto forma di

flussi di coscienza la generazio-
ne post millennials. Una gio-
ventù che il disagio spesso ce
l’ha in casa, ma che nonostan-
te tutto non perde la voglia di
reagire perché - canta Kaneki -
«dentro di me c’è un bambino
che urlerà per sempre basta e
che mio padre picchiava mia
madre e urlava». Marco e Ales-

sio iniziano a caricare le canzo-
ni su SoundCloud, sperando
di farsi notare. E con Diploma,
dove parlano del decadimen-
to della classe media («la ma-
dre imborghesita si riempie di
farmaci»), ce la fanno. Il video
girato con il cellulare per le
strade di Roma totalizza cento-
mila visualizzazioni in una so-
la settimana.
In questo e altri brani espri-
mono sfiducia nei confronti
della scuola: «il diploma è solo
un pezzo di carta» o ancora «il
mio bagaglio culturale non lo
riempie la scuola». Attraverso
una scrittura a tratti struggen-
te, a tratti rabbiosa e ribelle
(come in Robin Hood), gli Psi-
cologi sviscerano i pensieri de-
gli adolescenti con lucidità. In
Futuro si concentrano sulla
paura del domani, «ci spaven-
ta più di ogni altra cosa». Ma
con il singolo appena uscito
Sto bene, primo tassello
dell’album che verrà, Drast e
Lil Kaneki sono pronti al gradi-
no successivo: «Il nostro pro-
getto ha preso vita solo l’anno
scorso e fa uno strano effetto
ripensarci. Ora abbiamo un di-
sco pronto e non vediamo l’o-
ra di farlo uscire e di suonarlo
live. Speriamo che questa si-
tuazione di allerta nazionale
finisca presto per tornare a fa-
re ciò che ci piace di più: far
perdere la voce alla nostra
grande famiglia sparsa per l’I-
talia». A. CAS. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUOVI CANTAUTORI: IN MOLTI GUARDANO OLTRE IL MISCUGLIO DI RAP ED ELETTRONICA CHE ORA È SINONIMO DI SUCCESSO


Generazione Z, i Giovani Holden della musica


Generic Animal


La fatica di crescere


”Accade troppo presto”


Tutti Fenomeni

Il calcio, Proust, il bidet


L’alto e il basso mischiati


Irbis37


Tenerezza senza paura


“La nostra è dream trap”


Psicologi

Sono flussi di coscienza


per combattere il disagio


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