La Stampa - 20.03.2020

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LUCA DONDONI
MILANO

R

oberto Vecchioni, la
domanda è all’ex pro-
fessore e non all’arti-
sta. Ha saputo che,
forse, le scuole saranno chiu-
se ben oltre il 3 aprile? Addirit-
tura c’è chi paventa la possibi-
lità che l’anno scolastico fini-
sca qui. Se lo sarebbe mai im-
maginato? «Un particolare
che hanno notato in pochi,
ma non è secondario che la
scuola non è fatta solo di libri
e interrogazioni ma di compa-
gni con cui parlare e professo-
ri da ascoltare, la scuola è vita
e non telematica e se succede-
rà quello che pare, tutto ciò
mancherà terribilmente ai ra-
gazzi. Magari i primi giorni
non se ne accorgeranno ma
poi sì. La scuola non ha solo
un accezione affettiva e nozio-
nistica, il fondamento della
scuola è diventare cittadini e
quando si diventa cittadini si
è animali sociali e non si può
pensare che si faccia una vita
senza scuola. Questa pande-
mia ci sta, ahinoi, insegnando
i valori di un fondamento del-
la nostra società che è, appun-
to, il valore della scuola».
Se saltasse si può far recupe-
rare ai ragazzi l’interno anno
scolastico?
«Sì e probabilmente decide-

ranno di fare un anno in due e
siccome metà stagione è già
passata il resto dell’anno lo in-
globeranno nel prossimo e si
baseranno sulle pagelle del
primo quadrimestre. Spero
che i professori avranno mol-
ta dolcezza verso quelli non
proprio perfetti e faranno pas-
sare tutti magari lasciando in-
dietro proprio quelli incapa-
ci. Ma sono più propenso per
una promozione generale.
Tra l’altro il prossimo anno,
aumentando un po’ il nume-
ro di ore - lo so che i ragazzi
dovranno fare qualche sacri-
ficio ma li stiamo facendo tut-
ti - potremmo tornare nella
norma».
Che consiglio darebbe ai pro-
fessori?
«Non hanno bisogno di tanti
consigli perché lavorano in
condizioni spaventose e sono

certo che sapranno fare delle
cose eccezionali. Ho conosciu-
to tantissimi professori e sono
tutti incredibili. Lo stesso si
può dire dei medici che si stan-
no facendo valere come tra i
più bravi al mondo. D’altra
parte, quando si parla di Acca-
demia e di scuola l’Italia ha
sempre dimostrato che siamo
un popolo che sa creare ma,
soprattutto, pensare».
Ha idea di quello che succe-
derà dopo? Prima o poi da
questa situazione si uscirà.
«Non mi sono mai venuti pen-
sieri catastrofici e poi - so che
è un brutto - ma verrebbe da
dire che il mal comune provo-
cherà una soluzione comune.
Questo è un male universale e
forse resetteremo tutto, si ab-
basserà il livello, non pensere-
mo solo allo sfruttamento
sconsiderato, costeranno di
meno le cose e si troverà tutti
insieme una soluzione. Torne-
remo al medioevo? Non cre-
do ma daremo un diverso va-
lore ai soldi e ci comportere-
mo in un modo nuovo. Spero
in una grande e rinnovata sop-
portazione e una grande pa-
zienza da parte dei ricchi ver-
so i poveri. E questa sarebbe
davvero una bella conquista».
Come impegna le sue giorna-
te? Studia, scrive, si annoia
pure?
«Tutte e tre le cose visto che
sto scrivendo un libro e ho
molto da fare. Ma mi annoio
anche un po’ “tappato” in ca-
sa. Mi arrabbio quando vedo
in tv le pubblicità che celebra-
no gli aperitivi o l’acquisto di
vetture con le quali fare lun-
ghi viaggi. Dico, viaggi? Ma
come si fa? (ride) Siamo tutti
barricati in casa e questi ci
spingono ad uscire. È un bel
nonsense, ma ci sta. Pensia-
mo al domani». –
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non è possibile dare
un'altra data,
tutto dipenderà
dall'evoluzione
epidemiologica

Il governo esclude il giorno unico per le richieste


Contrari sindacati, lavoratori e professionisti


Nessun “click day”

per avere i sussidi

Bocciata l’idea Inps

FLAVIA AMABILE
ROMA


Le scuole hanno perso anche
l’ultima certezza in questo na-
vigare a vista che è diventata
la vita quotidiana: non si rien-
trerà il 3 aprile ma in un impre-
cisato futuro. Lo aveva fatto ca-
pire il premier Giuseppe Con-
te, lo ha confermato ieri la mi-
nistra dell’Istruzione Lucia Az-
zolina. Di sicuro al ministero
dell’Istruzione sono al lavoro
ma le risposte ai dubbi sempli-
cemente non esistono, sostie-
ne la ministra. «Credo che si
andrà nella direzione già det-
ta dal presidente Conte di pro-
rogare la data del 3 aprile per
la riapertura delle scuole.
Quando riapriranno? Non è
possibile dare un’altra data di-
penderà dall’evoluzione di
questi giorni. Noi ci atterremo
ai dettami della comunità
scientifica e riapriremo le
scuole quando avremo garan-
tita la sicurezza di studenti e
personale», ha detto in un’in-
tervista a SkyTg24. «Viviamo
alla giornata ma è inevitabile,
è come se fossimo in guerra»,
sintetizza Antonello Giannel-
li, presidente dell’Associazio-
ne nazionale presidi.
Chiusura a tempo indeter-
minato per le scuole, insom-
ma e tanti dubbi destinati a ri-
manere tali. È un sindacalista
di lungo corso come Pino Turi,
segretario generale della Uil,
a porre le domande che si stan-
no ripetendo milioni di fami-
glie italiane in questi lunghi
giorni tra figli immersi in ma-
ratone digitali e professori che
appaiono sullo sfondo di tinel-
li di cucina. «Si sono fermati i
campionati di calcio, differiti
gli europei e forse le Olimpia-
di, si è addirittura superato il
tabù del 3% di deficit in Euro-


pa: è ragionevole pensare che
la scuola possa uscirne fuori
solo con la digitalizzazione?»,
osserva Turi. La richiesta rivol-
ta alla ministra dell’Istruzione
Lucia Azzolina è di avere «un
approccio più umile e collabo-
rativo e dotarsi di un piano B»
in modo da «concludere l’an-
no scolastico salvandone gli ef-
fetti giuridici, per tutti».
I nodi da sciogliere sono
molti, dall’esame di maturi-
tà, alla validità dei voti asse-
gnati in questi giorni, alle mo-
dalità da trovare per dare re-
golarità piena all’anno scola-
stico interrotto.
La ministra Azzolina prova
a tranquillizzare tutti: «Gli
esami di Stato saranno seri,
ma dovranno indubbiamente
tenere in considerazione il
momento difficilissimo che
stanno passando i nostri stu-
denti. A questo proposito


prenderemo delle misure,
ma sul contenuto delle stesse
dipenderà da quanto reste-
ranno ancora chiuse le scuo-
le. Stiamo pensando a diversi
scenari possibili». Ma su tutto
quello che riguarda valutazio-
ni e esami è chiaro a tutti che
quest’anno le regole saranno
diverse. «E se anche ci sarà un
professore troppo severo du-
rante gli scrutini, la decisione
finale sarà collegiale e terrà
conto dell’eccezionalità della
situazione come già accaduto
in passato in occasioni simi-
li», assicura Giannelli. Nel
mondo della scuola si sa che,
vista l’impossibilità di valida-
re le interrogazioni fatte solo
online, giocoforza una delle
ipotesi è essere quella di una
promozione generalizzata.
Anche perché la didattica a di-
stanza non è una soluzione
per tutti. Il Miur ha avviato
un monitoraggio delle lezio-
ni ma secondo una stima di Pi-
no Turi ne sono esclusi all’in-
circa un milione di studenti
per problemi di connessione
o di carenza di dispositivi.
«Non si può pensare di avere
garantito il diritto allo studio,
a meno di non trasformare
questo diritto in privilegio di
chi può accedere alla tecnolo-
gia», conclude.
Il governo sta tentando di
rispondere all’emergenza.
C’è uno stanziamento di 85
milioni di euro nel decreto
«Cura Italia» per la diffusione
di dispositivi informatici e di-
gitali in tutte le fasce di popo-
lazione, in particolare le più
svantaggiate. E è stata avvia-
ta una campagna di «Solidia-
rietà digitale» per mettere a
disposizione giga illimitati
per la navigazione in Inter-
net. Interventi utili ma non
compatibili con le urgenze
dell’emergenza in corso. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ROBERTO VECCHIONI Il cantante-professore: “Ammiro i miei colleghi”


“Promuovete tutti i ragazzi


Questa lezione ci migliorerà”


ROBERTO VECCHIONI
CANTAUTORE
ED EX INSEGNANTE

TEODORO CHIARELLI
TORINO
Dalle supercar da sogno ai ven-
tilatori polmonari indispensa-
bili a far respirare i pazienti
gravi affetti da coronavirus ri-
coverati nelle terapie intensi-
ve. Ferrari e Fca stanno verifi-
cando con la Siare Enginee-
ring di Valsamoggia alle porte
di Bologna, l’unica azienda ita-
liana produttrice dei preziosis-
simi macchinari, se è possibile
aiutarla ad aumentare la pro-
duzione mettendo a disposi-
zione gli impianti di Maranel-
lo. Nel progetto potrebbe esse-
re coinvolto anche uno stabili-
mento di Fiat Chrysler Auto-
mobiles.
La Siare, di cui La Stampa ha
raccontato sabato scorso l’in-
credibile sforzo produttivo
portato avanti dai suoi soli 35
addetti, ha bisogno infatti di
venire incontro all’inevitabile
boom di richieste da parte de-
gli ospedali dell’intero Paese.
L’esplodere dell’epidemia sta
mettendo in crisi le strutture
ospedaliere, soprattutto in
Lombardia, Veneto ed Emilia
Romagna. Servono nuove tera-
pie intensive e, quindi, nuovi
ventilatori polmonari.
La produzione della Siare sa-
rà portata dalle attuali 160
macchine al mese fino a rag-
giungere quota 500. L’obietti-
vo è di arrivare a 2 mila. Per far-
lo i lavoratori dell’azienda bo-
lognese saranno affiancati da
25 tecnici dell’esercito, ma
non basta. Per soddisfare il più
possibile la domanda è indi-
spensabile esternalizzare la
produzione su altri siti produt-
tivi.
E qui entra in gioco la tratta-
tiva in corso con Ferrari e Fca.
Gianluca Preziosa, ammini-
stratore delegato di Siare ha
spiegato all’agenzia Reuters
che le due case automobilisti-
che condividono una certa
esperienza nel settore della
ventilazione in quanto realiz-
zando componenti elettroni-
che e pneumatiche. «Stiamo
parlando con Ferrari, Fca e an-
che Marelli - spiega Preziosa -
per cercare di capire se posso-
no darci una mano in questo
processo per la parte elettroni-
ca.
Un portavoce di Exor - la fi-
nanziaria della famiglia Agnel-
li guidata da John Elkann, che
è anche presidente di Ferrari e
Fca - ha dichiarato che giovedì
si sono svolti degli incontri con
Siare per verificare la fattibili-
tà dell’idea e che una decisio-
ne è attesa nelle prossime ore.
Sono state prese in considera-
zione due opzioni: o aiutare
Siare a progettare un aumento
di capacità del suo impianto,
con il supporto di tecnici forni-
ti da Ferrari e Fca, o, più proba-
bilmente, esternalizzare la
produzione di parti dei ventila-
tori nelle strutture dei due co-
struttori automobilistici.
Una fonte citata da Reuters,
spiega che la Ferrari sarebbe
pronta a iniziare a produrre
parti di ventilatori proprio nel-
la sede di Maranello che si tro-
va vicino alla fabbrica della Sia-
re.
Secondo Preziosa, inoltre,
la casa del Cavallino e Fca
avrebbero ben altro potere
d’acquisto rispetto alla piccola
Siare per reperire alcune com-
ponenti necessarie alla costru-
zione dei ventilatori in un mer-
cato globale semiparalizzato
dal Covid-19.

L’EMERGENZA CORONAVIRUS

FRANCESCO AMMENDOLA/ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE

ALESSANDRO DI MATTEO
ROMA

N

on ci sarà la corsa a
chi “arriva primo”
per aggiudicarsi il
bonus di 600 euro
per i lavoratori autonomi sen-
za lavoro per l’emergenza co-
ronavirus, il governo cancella
l’ipotesi di un «Click-day» evo-

cata dal presidente dell’Inps
Pasquale Tridico per risolvere
il problema dell’eventuale in-
sufficienza di risorse. Dopo 24
ore di polemiche, ieri pomerig-
gio è toccato alla ministra Nun-
zia Catalfo, M5s, correggere il
tiro: «Le risorse stanziate dal
Governo sono sufficienti a co-
prire l'intera platea dei benefi-
ciari, non ci sarà nessun
"Click-day”». Tutto era comin-
ciato mercoledì sera, dopo che

il presidente dell’Inps Pasqua-
le Tridico aveva spiegato la
sua intenzione di assegnare i
bonus dando vita ad una sorta
di gara online: l’idea era quella
di indicare un giorno per colle-
garsi online e presentare la ri-
chiesta per i soldi, che sarebbe-
ro stati assegnati appunto ai
primi arrivati, fino a esauri-
mento delle risorse.
Facile immaginare le reazio-
ni. Solo un paio d’ore dopo il vi-
ce-segretario del Pd Andrea
Orlando attaccava su Twitter:
«Il contributo agli autonomi
non è una lotteria e l'Inps non è
Lottomatica. Il presidente Tri-
dico pensi a misure più ade-
guate per assegnare i fondi».
Immediata anche la reazione
dei renziani, con la ministra
Teresa Bellanova: «Quello del
“Click-day” è uno strumento
immorale, non si possono met-
tere in competizione le perso-
ne in questo momento». Boc-
ciatura totale anche da parte
delle opposizioni. Per Mara

Carfagna, Fi, «partite Iva, pre-
cari e collaboratori vengono in-
sultati con l'ipotesi del
“Click-day”, che ricorda la rou-
lette russa», mentre Fdi parla
di «assurdo gioco d’azzardo» e
Riccardo Molinari della Lega
semplicemente spiega che
«non è accettabile». Contrari,
ovviamente, commercianti e

artigiani. Per Confesercenti si
tratterebbe di un metodo «del
tutto incoerente nell'attuale fa-
se emergenziale». E si schiera-
no anche i sindacati: «Si ri-
schierebbe una guerra tra po-
veri», dicono Cgil, Cisl e Uil.
Una pressione che il gover-
no non regge, già a metà gior-
nata Pierpaolo Baretta, sotto-

segretario Pd all’Economia, fa
capire che questa cosa non
s’ha da fare: «Non mi sembra
un criterio che sta in piedi, non
possiamo fare a “chi prima arri-
va, prima alloggia”». Il messag-
gio a Tridico è chiaro: «È una
comunicazione fatta dall'Inps,
non una decisione del gover-
no». Non solo, Baretta chiari-
sce che se i soldi non dovesse-
ro bastare ne verranno stanzia-
ti degli altri: le risorse, garanti-
sce, «saranno reintegrate, tra
venti giorni metteremo a pun-
to un altro decreto».
A fine giornata, anche
l’Inps deve fare marcia indie-
tro: «Non c'è nessun
“Click-day inteso come fine-
stra dentro la quale si posso-
no fare domande di prestazio-
ni. Avremo domande aperte a
tutti, ed un giorno di inizio,
con un click. Purtroppo, c'è
stato un grande fraintendi-
mento su questa formula. La
spiegheremo meglio». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LUCIA AZZOLINA
MINISTRO
DELL’ISTRUZIONE

IL TACCUINO

L’emergenza


e le posizioni


contraddittorie


dell’opposizione


AMEDEO LA MATTINA
ROMA

I

l capo dello Stato sta fa-
cendo di tutto per tenere
unito il Paese e le forze po-
litiche di maggioranza e
di opposizione. Sa quanto sia
difficile mantenere lo spirito
di unità nazionale, ma sa pu-
re che in questo momento di
emergenza, con centinaia di
cittadini che muoiono per il
coronavirus, il suo appello a
non dividersi è destinato ad
essere ascoltato. Ed è questo
che lo ha mosso a telefonare
ai leader del centrodestra
ma, attenzione, anche al pre-
mier Giuseppe Conte. Tutti i
protagonisti devono venirsi

incontro, collaborare. Un
messaggio nelle due direzio-
ni per evitare che quando il
decreto Cura Italia arriverà al
Senato, la prossima settima-
na, non ci sia una spaccatura
davanti agli italiani. L’auspi-
cio del presidente della Re-
pubblica è che nelle Commis-
sioni e poi in aula ci sia un vo-
to unanime, come è successo
con il Dcpm che ha esteso la
zona rossa a tutto il territorio
nazionale.
Il premier a questo punto
dovrebbe chiamare Salvini,
Meloni e Berlusconi, ma do-
vrebbe soprattutto accoglie-
re almeno in parte le propo-
ste dell’opposizione. «Cosa
che finora non è avvenuta - di-
ce Salvini - mentre noi do-
vremmo votare un testo di

127 articoli a scatola chiu-
sa». L’acredine tra Salvini e
Conte è una vecchia storia.
Raccontano che nell’incon-
tro a Palazzo Chigi, quando
erano presenti anche Meloni
e Tajani per Forza Italia, il
presidente del Consiglio non

abbia mai guardato in faccia
il suo ex ministro dell’Inter-
no. Un particolare che la dice
lunga. E non l'ha guardato in
faccia non per timore, ovvia-
mente, ma per la disistima

che ha per l'ex alleato. Ricam-
biata apertamente. La verità
è che il premier pensa che il
suo ex ministro dell’Interno
non abbia una sincera volon-
tà di collaborazione: conti-
nua a fare propaganda irre-
sponsabile. Considera inve-
ce più responsabili Meloni e
Berlusconi. Tuttavia il pre-
mier, fanno notare a Palazzo
Chigi, ha sempre tenuto con-
to delle opposizioni, le ha rin-
graziate per il contributo.
Una telefonata non c'è sta-
ta, fino a ieri sera, ma Conte
non può far finta di niente, di-
ce Salvini, che vede il dialogo
in salita. La premessa indi-
spensabile per votare il decre-
to infatti è scorporare le nor-
me sulla concessione dei do-
miciliari ad una parte della

popolazione carceraria. Me-
loni è meno spigolosa, ma sul
merito non fa sconti. Spiega
di aver dato piena disponibili-
tà al governo e di avere accol-
to l’appello di Mattarella.
«Fdi è sempre stata disponibi-
le a collaborare ma Fratelli
d’Italia lavora per modificare
il decreto: il voto lo decidia-
mo a valle di questo lavoro
non a monte. La collaborazio-
ne ha bisogno di due attori».
E per il momento manca il go-
verno. Per cui, afferma Salvi-
ni, Conte non può andare
avanti e far finta di niente
mentre da tutte le categorie
economiche, dalle partite
Iva, dai lavoratori autonomi
arrivano richieste di modifi-
che. «Non possono chiederci
di imbavagliarci. Io sono ri-
masto a Roma per essere
chiamato, ascoltato». E co-
munque, chiede il leader le-
ghista, cosa c’entra lo «svuo-
ta-carceri» con l’emergenza
economica? Il leghista non ci
sta «a votare un indulto ma-
scherato». Poi, sul merito del-
la parte economica, Salvini
propone «un anno fiscale
bianco per tutto il 2020, un
anno di pace fiscale». Propo-
ste che il ministro dell’Econo-
mia considera irricevibili. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le scuole rischiano di non riaprire


Studenti preoccupati per la maturità


La ministra dell’Istruzione: “Sarà difficile che le lezioni possano ricominciare il 3 aprire”


Lezioni e interrogazioni si svolgono in questi giorni via webcam o su piattaforme specifiche

LANTERI

INTERVISTA

Spero che i prof
avranno dolcezza
verso gli alunni
che non saranno
proprio perfetti

I professori lavorano
in condizioni
spaventose e anche
questa volta
daranno il meglio

MARCELLO SORGI

Telefonata del presidente della Repubblica ai leader dell’opposizione e al presidente del Consiglio


Ma Salvini resiste: “Conte adesso mi chiami e accetti di modificare il decreto Cura Italia”


Appello di Mattarella ai partiti


“Uniti di fronte agli italiani”


L’EMERGENZA CORONAVIRUS

Gli esami saranno
seri ma dovranno
tenere presente
le difficoltà che gli
studenti attraversano

Il sottosegretario
all’Economia:
“Se i fondi non bastano
ne stanzieremo altri”
IL CASO

Emanuele Macalu-
so, memoria storica
della sinistra, scrive
di provare «sentimenti di
considerazione e solida-
rietà» che gli fanno dimen-
ticare che milita su un’op-
posta sponda politica, per
il governatore della Lom-
bardia Fontana, alle prese
con i problemi della regio-
ne più colpita dal coronavi-
rus. E coglie così una delle
contraddizioni più eviden-
ti di questo strano periodo
sospeso nell’emergenza:
mentre infatti i due leghi-
sti Fontana e Zaia, e il forzi-
sta Cirio si danno da fare
per fronteggiare le neces-
sità ogni giorno più com-
plicate dei cittadini di
Lombardia, Veneto e Pie-
monte, Salvini a Roma fa
una sorta di ostruzioni-
smo “soft” contro il decre-
to del governo che ai go-
vernatori di centrodestra
del Nord dovrebbe fornire
aiuti preziosi.
Non è una stagione faci-
le per nessuno, questa, e
in particolare per l’opposi-
zione, dato che il governo
fatica ma almeno racco-
glie consensi nell’opinio-
ne pubblica spaventata e
stranita dall’incubo del vi-
rus. La visibilità normal-
mente acquisita attaccan-
do Conte e dissentendo
(talvolta a ragion veduta)
dalle sue scelte o dai suoi
indugi, in un periodo co-
me l’attuale, non funzio-
na. E a farne le spese sono
soprattutto i due Mattei,
dentro e fuori la maggio-
ranza che sorregge il go-
verno giallo-rosso.
Ma c’è un’altra ragione
per cui presto un’opposizio-
ne pregiudiziale o comun-
que fondata sui distinguo
quotidiani potrebbe non
funzionare: sia che l’emer-
genza continui a lungo, sia
che se ne cominci a intrave-
dere la fine, come tutti si au-
gurano, l’Italia, per sedersi
al tavolo di questa specie di
Dopoguerra che si prepara
in Europa, dovrà mostrarsi
unita e pronta ad assumer-
si le proprie responsabilità.
Basti solo pensare alla di-
scussione che s’è aperta su-
gli Eurobond, lo strumento
che potrebbe servire a fi-
nanziare una straordinaria
immissione di capitali per
stimolare la ripresa, dopo
la stagnazione di queste set-
timane. Ammesso e non
concesso che le circostanze
eccezionali che stiamo vi-
vendo servano a rimuove-
re le resistenze finora incon-
trate a Bruxelles, se nasce il
dubbio che Salvini potreb-
be rifiutarsi di concedere
all’Europa le garanzie ne-
cessarie, crescerà il rischio
che all’Italia possa essere
imposto, anziché chiesto,
un comportamento più coe-
rente.

Contesa con la Lega
sulla proposta
di liberare 5 mila
detenuti con pene lievi

RETROSCENA

Il Capo dello Stato è impegnato a tenere unite le forze politiche del Paese nel momento dell’emergenza

Proseguono le lezioni
sul web ma la carenza
di rete esclude
1 milione di alunni

JESSICA GOW/EPA/ANSA

8 LASTAMPA VENERDÌ20 MARZO 2020
PRIMO PIANO

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