Vanity Fair Italia 8 Aprile 2020

(Romina) #1

VANITY FAIR


8 APRILE 2020


ultrasessantenne che ogni tanto fa corsette salutari attorno al
salotto. Non l’avevo mai vista prima. Su un balconcino minu-
scolo una ragazza ha messo una poltrona di vimini e legge per
ore. Ho scoperto che una bionda che vedevo a pilates sta nel
palazzo di fianco, al quarto piano, e ieri abbiamo chiacchierato
un po’. Al piano di sotto abita il mio vicino preferito, Giovanni:
alle tre ci diamo appuntamento per prendere il caffè insieme,
ognuno sul suo balcone. A qualche finestra della via hanno ap-
peso bandiere dell’Italia e Giovanni ha commentato che lui
esporrebbe quella del Brasile, se l’avesse, perché sopra c’è un
tondo che sembra il mondo.
La prima volta che a mezzogiorno c’è stato l’appuntamento
nazionale per applaudire i medici sono spuntate ovunque per-
sone che non avevo mai visto e hanno applaudito come matte.
Il marito della signora che fa le corsette ha tenuto un mezzo
comizio alla finestra dicendo in sintesi che dobbiamo tutti resi-
stere e avere rispetto per chi sta lavorando e rischiando per noi:
sono proprio una bella coppia. Poi c’è stata la sera delle luci,
alle nove, e anche lì è stato bello perché
c’erano musica e lucine persino in questa
piccola via un po’ grigia – anche se invi-
dio i condomini di Napoli dove cantano
tutti insieme Abbracciame cchiù forte con
le casse e l’amplificatore, o quelli pugliesi
dove al tramonto parte la pizzica – perché
qui alle sei di sera a cantare dal balcone
ormai non c’è più nessuno. E allora penso


che vorrei abitare in periferia o a City Life di fronte a Fedez
e Chiara dove ancora si canta e si fa casino, oppure a Roma
dove è pieno di cartelli con gli Andràtuttobene e gli arcobaleni
disegnati dai bambini e mia cugina Silvia con sua figlia Flavia
e il loro striscione fiorito sono finiti addirittura sul New York
Times.
Nella mia strada credo che alle sei del pomeriggio preval-
ga ormai l’ascolto dei bollettini medici, che al momento in cui
scrivo sono sempre più brutti. Il colpo basso è stato, giovedì, la
fotografia della fila di bare portate via nella notte da Bergamo,
a tre quarti d’ora d’auto da qui. Certo che ti passa la voglia di
cantare. Certo che capisci quelli che ora dai balconi sgridano i
rari passanti o invocano il silenzio per lutto nazionale. Eppure
sono benedetti questi balconi, perché fanno compagnia anche
a chi non usa Zoom o Skype, e comunque stonare insieme agli
sconosciuti è bello quanto e più che brindare coi vecchi amici
ognuno a casa sua.
Domani è venerdì e ho letto che alle undici in punto le radio
trasmetteranno tutte insieme canzoni ita-
liane e anch’io – se tutto va bene – doma-
ni aprirò le finestre e metterò la musica
della radio al massimo. Spero che – se tut-
to va bene – la signora che fa le corsette
attorno al salotto e suo marito facciano la
stessa cosa.

COSÌ LONTANI COSÌ VICINI


Immagini dei flash mob sui balconi di tutta Italia in questi giorni di isolamento. I canti e i concerti improvvisati,
le luci dei telefoni accese, gli striscioni con gli arcobaleni disegnati dai bambini.

STORIE


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LA NOSTRA DARIA


Daria Bignardi, scrittrice
e giornalista, conduce
L’assedio su Nove, ma il
programma è stato sospeso
a causa dell’emergenza
sanitaria. È editoralista
storica di Vanity Fair.
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