VANITY FAIR
BELLEZZA
8 APRILE 2020
Vanity Psycho Beauty
Trunk Archive
ALLA FACCIA DELLA RICRESCITA!
Una beauty editor alla prese con un dramma casalingo mai sperimentato
prima e che mai avrebbe voluto affrontare. Ma per fortuna c’è Marco
di MARTA CARAMELLI foto ALEXANDER STRAULINO
apevo che sarebbe successo. L’avevo detto al mio par-
rucchiere l’ultimo giorno in cui sono andata da lui prima
della catastrofe, quasi presagissi quello che poi si è avve-
rato. «Marco*, ti prego, fammi anche il colore, dai. Lo so che
la ricrescita quasi non si vede. Ok, l’ho fatto settimana scorsa.
Ma non so perché qualcosa mi dice che lo devo fare. Va be-
ne, come vuoi tu, vengo martedì prossimo». Non l’ho più visto
Marco, da quel giorno. Era il 6 marzo. Il resto è cronaca, una
brutta cronaca, cui tutti assistiamo diligentemente barricati
nelle nostre case, alle prese con l’isolamento. E con la consa-
pevolezza che quando usciremo da questa brutta storia non
daremo più nulla per scontato. Perché adesso per me si deve
consumare la sfida del fai da te. Certo, per molte di voi non è
e non sarà mai un problema. Ma per chi, come la sottoscritta,
non l’ha mai fatto, non è cosa da poco.
«Marco, scusa, sono in farmacia. Che numero di colora-
zione devo prendere? Il 7? Sicuro? Ma qui in farmacia
c’è il 7D, 7N, tanti tipi di 7. Ok, 7N. N sta per neutro, chia-
ro. Non il dorato? Sei sicuro? Ok, scusa, scusa, non ti arrabbia-
re. Figurati se metto in discussione quello che dici. È che ho i
colpi di sole, così avevo pensato. Ok, non penso. Comprato!».
Torno in casa con il mio kit ben stretto tra le mani av-
volte nei guanti di lattice. Meno male che la farmacia
è proprio qui, all’angolo della strada. È la prima volta
che esco da 10 giorni. Ma perché la mia unica femmina è a
Losanna? Lei sì che è brava a farsi i capelli. Invece... tre ma-
schi davanti alla play. «Marco, scusa, sono ancora io. Abbi pa-
zienza. Sì, lo so, ci sono le istruzioni, è facile. Certo, sono una
beauty editor da 20 anni. Ti prego, non infierire. Ho una gran
paura di uscire con una testa multicolor. Ok. La pianto. Sono
davanti allo specchio. Ho messo i guanti, ho miscelato il latte
rivelatore con la crema colorante. Sì, ho agitato bene. Sì, sono
pronta. Anzi, no».
«Lo sto applicando, Marco. Sì, ne metto poco, seguo la
riga. Ho anche sparso il colore con le dita. Non dovevo?
Va be’, dai. Non tanto. No, no, non ho tolto niente. Ho la
tachicardia. Eh, sì, poi mi rimetti a posto tu. Chissà quando? E
con il mio fidanzato come la metto? Voleva sposarmi...». Fat-
to anche i lati, l’attaccatura della fronte e le tempie. Ormai ci
ho preso gusto. Mio figlio ride e mi riprende con il telefono.
Poi me la paga. Fatto! Che sollievo. Ora quanto la devo tenere,
Marco? 30 minuti? No, dai facciamo 20. Ok, 25. «Marco, ciao.
Scusa, ho risciacquato. Marco, ce l’ho fatta. È andata benissi-
smo. Sì, certo. Ma tu sei più bravo. Non vedo l’ora di rivederti.
Grazie. Non lo dimenticherò. Ti voglio bene».
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