Vanity Fair Italia 8 Aprile 2020

(Romina) #1

VANITY FAIR


STORIE


8 APRILE 2020


Una produzione in esclusiva per


Vanity Fair


i miei colleghi lombardi con i quali mi confronto
spesso, che si senta un eroe. Anche volendo, in una
situazione come questa, non ci sarebbe il tempo di
autoincensarsi. Quelle persone non fingono. Non
recitano una parte. Credono veramente in quel che
fanno. A chi affronta quel mestiere non serve la
coccarda né il plauso. Servono macchinari e stru-
menti. Fatti e non parole». Nel 2020, ragiona, «si
fatica ad accettare l’idea di poter morire per un’in-
fezione perché siamo abituati a pensare che solo
certi tipi di tumori possano provocare il decesso. Il
dramma è che in una situazione congestionata esi-
stono morti dirette e morti indirette. Ieri, se avessi
avuto la terapia intensiva piena avrei potuto dire
al paziente “non c’è problema, la opero domani”.
Oggi non posso più assicurarglielo, per questo la
costruzione di nuovi ospedali e terapie intensive e
subintensive resta una priorità». Giovanni Scam-
bia ha dimenticato l’orologio. Dorme poche ore a
notte e poi ricomincia perché non ci si può conce-
dere la stanchezza. Di questa tregenda dalla para-
bola rapidissima e ancora nebulosa che non esita

a definire «una storia pazzesca» gli rimarranno
alcune cose. «Gli occhi delle persone che ho visto
lavorare giorno e notte per dare sicurezza agli altri
e la scelta del nostro Paese che decide di curare e
difendere gli anziani, senza considerarli un peso da
eliminare, mi hanno reso orgoglioso». Da ragazzo,
Giovanni Scambia avrebbe voluto fare lo storico.
Appassionato di un periodo, il Risorgimento, che
a partire dalla dicotomia tra decentramento e ac-
centramento tiene insieme, 160 anni dopo, tutti i
corollari della Pandemia che non c’era e adesso
c’è. Domani, dice Scambia, ci sarà anche un uomo
nuovo. «Diverso, solidale, unitario. Con un occhio
all’Italia e l’altro all’Europa». Lo stesso sogno del
suo eroe giovanile Giuseppe Mazzini che diceva:
«Il mondo non è uno spettacolo, è un’arena di bat-
taglia». Scambia non lo ignora, ma alla maniera di
Mazzini crede nel pensiero, nell’azione «e nella
democrazia».

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