Vanity Fair Italia 8 Aprile 2020

(Romina) #1
Vanity Occhiello

VANITY FAIR


STORIE


8 APRILE 2020


Vanity Ricette

n questi giorni, Elisabetta Pellegrino non può lavorare
dietro al bancone della sua farmacia, la Sant’Anna di Bel-
lizzi, 13 mila abitanti in provincia di Salerno. Ha la feb-
bre. «Poche linee, 37,5, e ho anche la tosse, ma il mio medico
mi ha detto che non serve che faccia il tampone perché non
ho grandi sintomi e potrei avere una semplice influenza. In
ogni caso sono in autoisolamento e ci starò per un po’», rac-
conta al telefono. Fino ai primi di marzo, in paese la sensazio-
ne era che il coronavirus fosse un problema del Nord Italia,
preoccupante ma lontano. Poi, però, dopo una settimana di
malattia, il 10 di marzo è morto un uomo di Bellizzi di 76 anni
e il tampone post mortem ha rivelato che aveva contratto il
Covid-19. L’uomo, un diacono, aveva partecipato a un raduno
religioso a Sala Consilina, che sembra essere stato un perico-
loso incubatore di contagio nell’area del Salernitano, con il
governatore campano Vincenzo De Luca che ha deciso l’iso-
lamento per quattro comuni dell’area.
Da allora, il livello di allerta si è alzato. E in farmacia, tra
i pochi negozi ancora aperti dopo il lockdown, «la sensazione
è di essere in guerra. Abbiamo tutti paura, inutile negarlo. Le
nostre sono famiglie grandi, io ho quattro figli, poi ci sono i ge-
nitori e i nonni, che sono i più a rischio. Ma non possiamo tirar-
ci indietro: è il nostro dovere esserci, anzi è in questi momen-
ti che riscopro il senso di questo lavoro, l’utilità per la nostra
comunità. I miei dipendenti oggi vogliono lavorare anche la
domenica, senza riposi, per dare una mano alle persone», dice
Elisabetta. Che per loro e per sé ha deciso misure straordinarie
di sicurezza. Prima di aprire il negozio, la mattina si igienizza
pavimento, bancone e tutte le superfici con ipoclorito di sodio,
un concentrato di candeggina autoprodotto. Alle 8 si tira su la
serranda ma le porte restano sempre aperte per far circolare
l’aria, le persone devono stare almeno a un metro e mezzo di
distanza, le ricette e i soldi si lasciano su un tavolino lontano
dal bancone, i farmacisti indossano guanti e mascherine e sono
protetti da una barriera di plexiglas. «Le mascherine però sono
un grande problema: per recuperarle abbiamo dovuto fare i
salti mortali, supplicando un’azienda con cui lavoriamo. I clien-
ti ce le chiedono di continuo, ma purtroppo dobbiamo tenere
una scorta per i nostri dipendenti e non possiamo venderle. Io
ne ho una quantità contata per un’altra settimana, poi spero di
recuperarne altre, altrimenti non so come potremo continuare
a lavorare. Anche i gel igienizzanti erano finiti: siamo riusciti
a produrli noi in laboratorio ma tra grandi difficoltà, visto che
il prezzo della sostanza gelificante che usiamo è aumentato di
quasi dieci volte».
Elisabetta e i suoi collaboratori hanno organizzato la con-
segna gratuita a domicilio dei farmaci. E la fantasia dei clienti
a volte strappa un sorriso: «Di solito lasciamo i medicinali
nell’ascensore, per evitare contatti. Un signore anziano che

di
VALENTINA COLOSIMO

IL SENSO DEL MIO LAVORO


I


vive al secondo piano senza ascensore invece ha calato giù
dal balcone un sacchetto con uno spago».
Nell’emergenza quotidiana, è arrivata anche una buona
notizia dal fratello Nicola, che si occupa dell’e-commerce: in
farmacia stanno per arrivare i test veloci, che attraverso l’a-
nalisi di una goccia di sangue stabiliscono la negatività o la
positività al coronavirus. «Un modo per testare più persone
possibili, sul modello del Veneto. Se i test saranno davvero
affidabili, questo potrebbe forse essere un elemento impor-
tante in questa guerra».

Dietro al bancone di una farmacia «ci si sente come in guerra». Ma oggi
ELISABETTA PELLEGRINO ha riscoperto anche il valore del suo mestiere. E resiste

INSIEME


Sopra, tre dipendenti
della farmacia
Sant’Anna di
Bellizzi, in provincia
di Salerno.
A sinistra,
i Pellegrino, la
famiglia proprietaria:
Nicola, 37 anni,
la madre Anna, 65,
Elisabetta, 44, e il
padre Giuseppe, 76.

D.R.

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