La Stampa - 19.03.2020

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Personale medico pronto al controllo anti-coronavirus sui passeggeri scesi dall’Intercity notturno che da Milano portava a Messina

E

ro in Sicilia fino al
23 febbraio. Il coro-
navirus era appro-
dato nel Nord Ita-
lia e ne ero preoccupata;
pensavo che non sarebbe
arrivato in Sicilia. Da allo-
ra tutto il mondo è stato in-
festato dal Covid-19, come
ora tutti lo chiamano se-
guendo la classificazione
del lessico scientifico.
Mi imbarazza il comporta-
mento del governo britanni-
co e in particolare del pre-
mier Boris Johnson, che ne-
gli ultimi giorni ha dovuto ri-
mangiarsi varie volte e pub-
blicamente le sue parole tea-
trali, arroganti e soprattutto
ignoranti, e fare dietro front.
Sono fiera del nostro pre-
mier Conte e della sua squa-
dra. Sono riusciti a persuade-
re gli italiani ad accettare le
drastiche restrizioni imposte
con effetto immediato, con
pesanti sanzioni penali per
chi commette infrazioni.
In Sicilia le vittime del Co-
vid-19 sono poche. Credevo
che la nostra natura ribelle e
tradizionale ci avrebbe spin-
to a non accettare o almeno
a mettere in dubbio ordini
che interferiscono con la no-
stra vita quotidiana; crede-
vo che non avremmo tolle-
rato l’ingerenza dello Sta-
to nella nostra vita privata,
come il divieto di ricevere
visite in casa incluse quelle
di parenti stretti; credevo
non avremmo accettato il
divieto di andare al cine-

ma, al teatro, al ristorante,
e alla seconda casa per il fi-
ne settimana; credevo che
ci sarebbero state infrazio-
ni e ribellioni; credevo che
avremmo trovato il modo
per non ottemperare agli
ordini dall’alto, facendo ri-
corso a tutto ciò a disposi-
zione, dalla raccomanda-
zione di un potente, alle mi-
nacce, alla interferenza di
elementi di potere o perfi-
no alla malavita mafiosa.
Credevo insomma che sa-
rebbero spuntati dovunque
quelli che non avrebbero ot-
temperato agli ordini dello
Stato. Mi sbagliavo, da quan-
to mi si dice e ho letto.
Mia cugina Maria, di re-
cente vedova, vive al centro
di Palermo. Fino a due setti-
mane fa, di notte, il bar di-
rimpetto intratteneva i clien-
ti fino a tardi; davanti casa
sua passavano autobus citta-
dini e le corriere che collega-
no Palermo alla Sicilia occi-
dentale. Il rumore non man-
cava mai. Adesso, mi dice
che regna il silenzio e lei si
sente isolata.

Maria può andare da sola
in farmacia o al supermerca-
to, ma non con altri. Lei ha
sempre camminato con
qualcuno: sua madre, le zie,
una amica, (come era nor-
male) quel procedere insie-
me che era così parte delle

nostre consuetudini quan-
do eravamo giovani. Ades-
so, a settant’anni passati,
Maria deve abituarsi a usci-
re da sola, sapendo che non
incontrerà parenti, amici e
conoscenti, perché la città è
vuota. Se li incontra non

può fermarsi a parlare con
loro; non può nemmeno af-
fiancarsi a loro. Deve essere
sola. Lo dice la legge. E Ma-
ria lo accetta.

La scuola è chiusa
Una giovane donna lavora
nella ditta del marito; la
scuola dei loro figli è chiusa.
I bambini devono rimanere
a casa: non è permesso che
giochino a calcio nel parco lì
vicino. Lei e il marito hanno
dovuto cambiare l’orario di
lavoro per conciliarlo coi do-
veri genitoriali. Sono stre-
mati, ma non si lamentano.
Di recente è morta la mo-
glie di un mio amico. Ho fat-
to le condoglianze. Credevo
che fosse sconvolto dal divie-
to di una Messa. «Non è pos-
sibile», gli è stato detto. E lui
ha obbedito di buon grado.
Questi son passi da gigan-
te della Sicilia. Non avrei
mai immaginato che queste
persone avrebbero accetta-
to l’alto livello di interferen-
za dello Stato nella propria
vita, senza un lamento. Con
consapevolezza. Ne ho par-
lato con Maria Attanasio,
grande scrittrice, osservatri-

ce acuta e patriota. L’ospeda-
le Gravina di Caltagirone, la
sua città, è il polo di riferi-
mento regionale di terapia
intensiva per la Sicilia orien-
tale; ha quaranta posti per
pazienti con Covid-19. Ma-
ria dice che i calatini hanno
risposto alle misure del go-
verno con un forte senso di

responsabilità. Negli ultimi
giorni hanno manifestato
di avere un fortissimo auto-
controllo: tutti accettano
l’inevitabile.
Il mese corso ho riscontra-
to lo stesso senso di dignità e
cittadinanza cosciente tra
gli studenti delle scuole ele-
mentari e medie nelle pro-
vince di Messina, Palermo e
Agrigento.

Mai così coesa
Mai ho visto la Sicilia così
unita. È una Sicilia nuova e

meravigliosa. Siamo di fron-
te a una vera conquista da
parte dei siciliani. Nel primo
decennio dopo l’Unificazio-
ne dell’Italia, noi siciliani
fummo martellati da au-
menti vertiginosi delle impo-
ste, dall’abbandono del pro-
tezionismo industriale, dal-
la mancata volontà di com-
battere l’analfabetismo e
dalla nascita della mafia,
dal manutengolismo.
Abbiamo sofferto una re-
pressione militare di ben
cinque Stati di assedio di-
chiarati prima dei Fasci
del 1893, e abbiamo rag-
giunto l’inizio del secolo
scorso in una condizione
di totale impotenza, di for-
tissima emigrazione e con
la mafia ben radicata.
Adesso, possiamo sentir-
ci parte integrale dell’Ita-
lia.
Non piú «isolati dal conti-
nente» e sottomessi all’Italia
del Nord, i siciliani di oggi po-
trebbero dichiarare a buon
motivo che «il continente è
isolato dalla Sicilia», ed esse-
re fieri di essere italiani, una
volta e per sempre. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

SONO 167 PERSONE SU 300

Rimpatriati gli isolani che lavorano a Malta
Il sindaco di Pozzallo: “Ora la quarantena”

Sono arrivati ieri sera a Pozzal-
lo 167 dei circa 300 siciliani
che lavorano a Malta e che
hanno chiesto di rientrare nei
luoghi d’origine. Erano blocca-
ti nell’isola dei Cavalieri per
via del decreto che impedisce
ogni ingresso in Sicilia, a ecce-
zione delle merci. Il via libera
è arrivato ieri mattina dal pre-
sidente della Regione Musu-
meci. È stato necessario far di-
chiarare nave merci il catama-
rano su cui hanno viaggiato. Il
rientro è stato organizzato
dall’ambasciata italiana alla
Valletta che in questi giorni è
rimasta in contatto con i lavo-

ratori siciliani, preoccupati di
non poter rientrare. Il catama-
rano è attraccato a Pozzallo,
nello stesso molo dove ormeg-
giano le navi delle Ong con i
migranti. E in effetti, i passeg-
geri hanno trovato sulla ban-
china il medesimo schiera-
mento di sanitari e forze
dell’ordine. Tutti faranno la
quarantena: «Non sono con-
trario al rientro - ha detto il
sindaco di Pozzallo - ma van-
no prese misure eccezionali.
Sarebbe opportuno che si ap-
prontassero strutture dedica-
te esclusivamente alla qua-
rantena». FAB. ALB.

La mia Sicilia è finalmente unita all’Italia

Ligia, senza un lamento, ai divieti di Roma

CARMELO IMBESI / FTJ/ANSA

SIMONETTA AGNELLO HORNBY

Credevo che non
avremmo tollerato
l’ingerenza dello
Stato: mi sbagliavo

Sono passi da gigante
per la regione: tutti
dimostrano senso
di responsabilità

LA TESTIMONIANZA

GIOVEDÌ 19 MARZO 2020LASTAMPA 13
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