La Stampa - 19.03.2020

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BARI

ITALIA

Uccise un boss

nel Barese

Arrestato leader

del clan rivale

S


volta nelle indagini per l’o-
micidio di mafia della do-
menica delle Palme dello
scorso anno a Trinitapoli.
Arrestato Alberto Campa-
nella, ritenuto elemento di spicco
del clan De Rosa-Miccoli-Buonaro-
ta che, da anni, è in guerra con i Car-
bone-Gallone. Dal 2003 al 2019, in
totale 7 omicidi e 8 tentati omicidi
in quella che la Dda bolla come «fai-
da di Trinitapoli» che interessa le

province di Foggia e della Bat. L’ulti-
mo agguato, in ordine di tempo, lo
scorso 14 aprile. Vittima l’ergastola-
no Cosimo Damiano Carbone, 63
anni, crivellato da colpi d’arma da
fuoco mentre era in auto vicino alla
sua abitazione. Era stato condanna-
to al carcere a vita per l’omicidio di
Savino Saracino nel 2004, ma spes-
so beneficiava dei domiciliari per
motivi di salute. Per gli investigato-
ri, il killer di Carbone è il 32enne
Campanella, autore anche del tenta-
to omicidio di Michele Vitobello,
sempre lo stesso giorno. Duplice il
movente: la volontà di riaffermare
la supremazia del gruppo De Ro-
sa-Buonarota sul territorio e la ven-
detta per la morte del sorvegliato
speciale Pietro De Rosa, storico an-
tagonista dei Carbone-Gallone, uc-
ciso pochi mesi prima con un’esecu-
zione in piena regola a colpi di pisto-
la alla testa.

La guerra di mafia
«Una cruenta guerra di mafia» così
la definisce la Dda di Bari che ha
coordinato le indagini dei carabinie-
ri di Foggia. Una rivalità storica tra

sodalizi criminali che riguarda so-
prattutto il controllo del traffico di
stupefacenti. Già nel 2003 il primo
agguato, non riuscito, nei confronti
di Cosimo Damiano Carbone. Dal
2004 in poi, quattro tentativi di fred-
dare Michele Miccoli. E molto altro.
«Un contesto ambientale di au-
tentica lotta tra clan» secondo la
Dda che, in un’altra recente opera-
zione, aveva emesso diverse ordi-
nanze cautelari a carico di Giusep-
pe Gallone e «dei suoi adepti». Nel-
le ultime ore, l’operazione che ha
portato in carcere Campanella, gra-
zie alle intercettazioni e alla prova
dello stub analizzato dal Ris di Ro-
ma. Il giovane è accusato di omici-
dio e tentato omicidio aggravato
dal metodo mafioso, detenzione e
porto illegale di armi da fuoco e ri-
cettazione aggravata.
La data dell’uccisione di Carbo-
ne non sarebbe casuale: esattamen-
te il giorno dopo l’omicidio del ma-
resciallo Di Gennaro, a Cagnano
Varano. Il clan ha colpito nel mo-
mento in cui i carabinieri di Foggia
piangevano il loro collega. —
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COLOGNO MONZESE


ITALIA

Pacco esplosivo


a un 59enne


Forse stessa mano


di quelli di Roma


CATANIA

ITALIA

Stop ai soccorsi

La pandemia

ora blocca le navi

delle Ong

MIAMI

STATI UNITI

Biden ormai

irraggiungibile

Voci di ritiro

per Sanders

U


n altro pacco bomba,
identico a quelli inviati
nella Capitale nelle ul-
time settimane, è stato
recapitato martedì nel
tardo pomeriggio a un 59enne di
Cologno Monzese, in provincia di
Milano.
Stessa carta, stesso contenitore:
solo che stavolta il plico esplosivo
è andato oltre i confini romani fino
alla Lombardia già piegata dall'e-
mergenza coronavirus. A insospet-
tire il destinatario, che si è visto ar-

rivare per posta il pacco a casa pro-
prio il fatto che non avesse ordina-
to nulla, il mittente anonimo e
quella confezione diversa dalle so-
lite utilizzate dai corrieri.
I carabinieri di Milano sono riu-
sciti a non far esplodere il contenu-
to e ora lavorano insieme agli inve-
stigatori romani e all'antiterrori-
smo per accertare la provenienza e
la possibilità che dietro a tutti i pac-
chi ad oggi consegnati nella Capita-
le e, per ultimo, a Cologno, ci sia
una sola persona. A piazzale Clo-
dio si ipotizzano i reati di attentato
con finalità di terrorismo e lesioni
personali in merito. Per gli inqui-
renti romani la pista privilegiata re-
sta quella anarchica.

I cinque precedenti
Sono finora cinque i pacchi bom-
ba recapitati a Roma nelle prime
due settimane di marzo e che han-
no causato il ferimento di tre don-
ne. L'ultimo,una settimana fa, è
stato consegnato a uomo di 54 an-
ni a Palombara Sabina, un comu-
ne nell'area a nord della Capitale.
Il plico è giunto all'abitazione

dell'uomo che lavora come portie-
re in zona Ponte Milvio, a Roma.
Insospettito dal mittente fittizio e
dalla busta imbottita all'interno,
il destinatario ha portato la busta
nella vicina caserma dei carabinie-
ri. Sul posto sono intervenuti gli
artificieri del Comando provincia-
le di Roma che hanno confermato
la presenza all'interno di cavi elet-
trici collegati a una pila e hanno
messo in sicurezza il plico, poi se-
questrato per indagini.
Il 5 marzo a ricevere il pacco
bomba era stato un avvocato, che
in passato ha difeso l'ex ufficiale
nazista Erich Priebke. Per gli in-
quirenti la pista seguita, anche se
manca ancora una rivendicazio-
ne, è quella anarchica e in partico-
lare di un gruppo antimilitarista.
All'interno delle prime quattro bu-
ste era presente una piccola scato-
letta di legno che conteneva l'inne-
sco e l'esplosivo. Un quantitativo
«atto ad offendere» ma non ad uc-
cidere.
Quello recapitato ieri a Cologno
ha caratteristiche simili. M.SER. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

L

a Ocean Viking verso Mar-
siglia, tutte le altre navi del-
le Ong ferme nei porti. Il co-
ronavirus blocca anche le
missioni umanitarie nel
Mediterraneo centrale anche se gom-
moni carichi di disperati continuano
a partire da Libia e Tunisia. «Sono al-
meno sette le imbarcazioni che tra ve-
nerdì e domenica si sono trovate sen-
za assistenza o con ingiustificati ritar-
di - dice Giorgia Linardi, portavoce

della tedesca Sea Watch -. Hanno do-
vuto attendere anche 48 ore con il
motore in avaria, con mercantili che
non sono intervenuti e l’avvistamen-
to da parte di aerei di Frontex e Euna-
vformed». La Sea Watch 3 è ferma a
Messina dove il 12 marzo ha comple-
tato la quarantena dopo l’ultimo soc-
corso. «La situazione di emergenza
pone un tema di responsabilità rispet-
to allo spostamento degli equipaggi -
dice ancora Linardi -. I lunghi periodi
di quarantena imposti dalla normati-
va emergenziale rendono impossibi-
le proseguire con la regolare pianifi-
cazione delle missioni. E’ importante
che ci sia uno scambio con le autorità
competenti per stilare nuovi protocol-
li per come gestire gli interventi in
mare».

Msf in Lombardia
Ferma Mediterranea Saving Hu-
mans, l’unica Ong italiana a gestire
navi di soccorso. Le sue due imbarca-
zioni, la Mare Jonio e la barca a vela
Alex, fino a poche settimana fa erano
sotto sequestro per il Decreto sicurez-
za. Sono ferme nel porto di Licata.
«Eravamo pronti a ripartire, con la te-

nacia e la determinazione di sempre,
pronte le navi, pronti gli equipaggi -
ha scritto Mediterranea -. Ma lo svi-
lupparsi della pandemia e le sacro-
sante misure adottate per tentare il
contenimento del contagio ci impo-
ne oggi di congelare l'attività operati-
va in mare». Lo stesso stanno facendo
Medici senza frontiere, che giorni fa
ha schierato alcuni suoi team medici
negli ospedali della Lombardia, e Sos
Mediterranee; le due Ong gestiscono
la nave Ocean Viking che, dopo la
quarantena a Pozzallo, sta ora rien-
trando a Marsiglia: «A causa del coro-
navirus non ripartiremo nell’imme-
diato - dice un portavoce di Msf - ma
continuiamo a lavorare per tornare
in mare il prima possibile, non è la fi-
ne della nostra attività di Sar». Nel
porto di Burriana, in Spagna, sono or-
meggiate la Alan Kurdi di Sea-Eye e
la catalana Open Arms: «La nostra na-
ve è in cantiere per riparazioni - dice
Veronica Alfonsi di Open Arms - cer-
cheremo di tornare in mare il prima
possibile, cercando di capire come ri-
spettare i protocolli sanitari per ga-
rantire la sicurezza di tutti». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

7N

LA GIORNATA

IN SETTE NOTIZIE

L

a corsa alla nomination del
candidato democratico
che a novembre sfiderà il
presidente Trump per la
Casa Bianca è finita ieri se-
ra, con le nette vittorie di Biden nelle
primarie in Florida, Illinois e Arizo-
na. Joe non ha ancora i 1.991 delega-
ti alla convention di Milwauke neces-
sari per renderla ufficiale, ma lo svan-
taggio di Sanders è incolmabile. Ieri
il sito Axios ha scritto che Bernie è
pronto a ritirarsi, ma lui ha smentito.
Restando in corsa però rischia di divi-
dere il partito e favorire la rielezione
di Trump.

La coalizione di Obama
Le vittorie di Biden sono state molto
nette, con percentuali che dimostra-
no come la maggioranza degli eletto-
ri democratici lo abbia ormai indivi-
duato come il candidato migliore per
sfidare il capo della Casa Bianca. Ciò
significa che sta ricostruendo la coali-
zione con cui Obama aveva vinto le
presidenziali del 2008, e sta anche al-
largando la base con una forte af-
fluenza alle urne.
I giovani però continuano a preferi-
re Sanders, e questo è un gruppo su
cui l’ex vice presidente deve lavorare,
come su quello degli ispanici, se vuo-
le essere competitivo a novembre.
Per riuscirci avrà bisogno dell’aiuto
di Bernie. Nel 2016 molti elettori che
durante le primarie avevano scelto il
senatore del Vermont, a novembre
non avevano votato Hillary, determi-
nando così la vittoria di Trump. Se
questo comportamento si ripetesse il
prossimo 3 novembre, il risultato fa-
vorirebbe ancora Donald. Sanders ha
detto in varie occasione che il suo
obiettivo fondamentale è negare un
secondo mandato al presidente, e se
quando lo ha dichiarato era sincero,
questo sarebbe il momento di dimo-
strarlo. Anche perché se restasse in
corsa la nomination finirebbe nel lim-
bo, visto che le prossime primarie so-
no state tutte rimandate a causa
dell’epidemia, e nessuno sa bene
quando potranno tenersi.
Nello stesso tempo però Biden de-
ve tendere la mano al suo avversario,
e soprattutto ai suoi sostenitori, nego-
ziando modifiche al proprio program-
ma che includano proposte significa-
tive di Bernie, senza però spostarsi
troppo a sinistra per non correre il ri-
schio di perdere l’appoggio di mode-
rati e indipendenti. Qualche segnale
l’ex vice presidente lo ha già lanciato,
rivolgendosi martedì sera a Sanders
e ai suoi sostenitori per elogiare il lo-
ro entusiasmo, e aprendo a idee co-
me l’università pubblica gratuita per
tutti. Ora, se Bernie è disposto a discu-
tere, Joe deve sedersi al tavolo per ne-
goziare un accordo programmatico.
Questa mossa è essenziale per batte-
re Trump, anche perché ora il presi-
dente è in difficoltà per la risposta len-
ta al coronavirus, ma se l’economia
tornerà a correre, lui ne emergerà raf-
forzato in vista del voto. —
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PAOLO MASTROLILLI

SHANGHAI

CINA

5G, la scommessa


di Xi Jinping:


“Siamo noi


i leader mondiali”


HASTINGS

NUOVA ZELANDA

Schiavi per 25 anni


dalle Samoa


A processo


il capo “matai”


L


a Cina, parzialmente
uscita dalla crisi del coro-
navirus, riprende quota
in campo economico e
tecnologico, e in partico-
lare consolida la sua posizione di
leader globale del 5G grazie ai si-
gnificativi investimenti degli ope-
ratori e al crescente entusiasmo
dei consumatori e delle imprese.
A comunicarlo è Gsma, un’asso-
ciazione internazionale di operato-
ri di telefonia mobile, in un rappor-
to pubblicato in questi giorni. L’edi-

zione 2020 del rapporto Mobile
Economy di Gsma prevede che sa-
rà in 5G quasi la metà delle connes-
sioni mobili del Paese entro il
2025, alla pari con altri importanti
mercati del 5G come Giappone,
Corea del Sud e Stati Uniti.

Spese per 180 miliardi
Secondo l’associazione, gli opera-
tori di telefonia mobile in Cina han-
no lanciato i servizi commerciali
in 5G lo scorso anno e sono all’a-
vanguardia nella diversificazione
della loro offerta, sia per gli utenti
privati sia per le imprese. Il docu-
mento indica che le previsioni di in-
vestimento degli operatori cinesi
toccheranno quota 180 miliardi di
dollari nei prossimi cinque anni
nel Capex, spese in conto capitale,
del mobile, di cui circa il 90% sarà
destinato alle reti in 5G. «La Cina
sta adottando rapidamente il 5G e
ha già costruito più di 160.000 sta-
zioni base in 5G che coprono più di
50 città, in quanto gli operatori mi-
rano ad espandere la copertura e
la capacità della rete in 5G standa-
lone», cioé autonoma, ha detto Si-

han Bo Chen, direttore per la Gran-
de Cina di Gsma. «Sfruttando i van-
taggi di queste reti di nuova gene-
razione, le politiche flessibili, an-
che per quanto riguarda lo spettro
e le infrastrutture, sono strategica-
mente importanti per sostenere la
trasformazione in corso della Cina
in una vera economia digitale», ha
aggiunto. Il rapporto rivela che an-
che che il tasso di penetrazione del-
le connessioni in 5G è cresciuto ra-
pidamente fino a raggiungere il
47%, mentre il 4G coprirà ancora
il 53% delle connessioni mobili del
Paese nel 2025.
La Cina aumenterà anche gli in-
vestimenti in opere e infrastruttu-
re fondamentali come i servizi sani-
tari pubblici, ha spiegato Liu Shi-
hu, un funzionario della Commis-
sione nazionale per lo sviluppo e la
riforma. Secondo lui, la costruzio-
ne di grandi progetti e infrastruttu-
re previste dai piani nazionali sarà
accelerata, «con maggiori investi-
menti nei servizi sanitari pubblici
e nelle forniture di emergenza per
ridurre la povertà». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

l paradiso in Terra, per loro, è
costato venticinque anni di
schiavitù, botte e soprusi. Jose-
ph Auga Matamata, 65 anni,
un capo “matai” originario del-
le isole Samoa, li aveva attirati in tre-
dici con la scusa di dare loro un lavo-
ro nel settore dell’ortofrutta e salari
alti, di farli studiare e toglierli dalla
miseria. Il più piccolo di loro aveva
12 anni quand’è partito per la Nuo-
va Zelanda, destinazione Hastings,

con un insospettabile visto turisti-
co. Per oltre 25 anni, l’imprenditore
agricolo che nella cultura dell’arci-
pelago oceanico è considerato alla
stregua di un capo-clan, ha potuto
fare il bello e il cattivo tempo, ruban-
do i soldi dei ragazzi che aveva fatto
partire. Da padre-padrone, li ha co-
stretti a vivere come nel peggiore
carcere.

Vietato parlare
L’uomo ha a suo carico un’accusa di
tratta di esseri umani, 10 persone, e
riduzione in schiavitù per tutte e 13
le sue vittime, che non hanno mai
avuto il coraggio di chiedere aiuto
perché non potevano nemmeno
uscire dalla tenuta, che il matai ave-
va recintato come una fortezza, non
potevano parlare con nessuno in
chiesa o in strada, pena punizioni se-
verissime. Il processo si concluderà
il 6 maggio con la sentenza, presso il
tribunale di Napier. È la prima volta
che qualcuno, in Nuova Zelanda,
viene accusato contemporaneamen-
te di tratta di esseri umani e schiavi-
tù. I reati si sono consumati tra il
1994 e l’aprile dell’anno scorso. I 13

samoani provenivano tutti da tre vil-
laggi sull’isola di Upolu. Per l'accu-
sa, il sistema di Matamata, noto an-
che come Villiamu Samu, era stato
studiato nei minimi dettagli: nel cor-
so dei 25 anni, ha portato gli “schia-
vi” in piccoli gruppi in Nuova Zelan-
da per suo vantaggio finanziario, ha
pagato loro visti e passaporti, poi si
è preso i soldi del loro lavoro, co-
stringendoli a turni da dieci ore set-
te giorni su sette, insultandoli e pic-
chiandoli se rallentavano la raccol-
ta, spiega il procuratore Clayton
Walker.
Per la difesa, invece, Matamata
aveva il diritto di «prendersi cura
dei giovani, proteggendoli dentro
un recinto in una zona insicura», di-
ce l’avvocato Roger Philip: «È tipico,
nella cultura samoana, che i mem-
bri di una famiglia versino al capo il
salario». Insomma, gli accusatori
vorrebbero solo denaro. Il comanda-
mento, comunque, era l'obbedien-
za assoluta. Il giudice ha insistito sul
fatto che l’uomo pensava di avere la
proprietà dei suoi dipendenti. Mata-
mata rischia 20 anni di carcere. —
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La parola del giorno

spread

L’indicatore della salute finanziaria del Paese

È una parola inglese che indica la differen-
za di rendimento tra due titoli (azioni, obbli-
gazioni, titoli di stato). Nel caso dei titoli di
Stato, i nostri Btp a dieci anni vengono con-
frontati con i Bund della Germania, il Paese
considerato più solido in Europa dal punto
di vista economico. Lo spread è un termo-

metro della salute finanziaria di un Paese
ed è sensibile alle notizie che arrivano dalla
finanza e dal mondo politico. Più sale e più
aumenta il "rischio Paese": perché uno Sta-
to dovrà pagare più interessi e il suo debito
diventerà sempre più insostenibile. In Italia
fu emblematico il caso degli ultimi giorno

del governo Berlusconi nel 2011 quando lo
spread salì sopra i 500 punti , scatenando il
panico sui mercati. Da allora la parola è en-
trata nel linguaggio politico. In questi giorni
lo spread è tornato a salire a causa della
pandemia. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LETIZIA TORTELLO

Lo zoo è chiuso, ma le giraffe dovranno
pur mangiare. La vita va avanti, per forza
di cosa, allo Zoom, il giardino zoologico di
Cumiana, alle porte di Pinerolo. Le porte
sono state chiuse per la pandemia, ma gli
operatori continuano a lavorare, con le do-
vute precauzioni per alimentare i tanti
animali del parco.

MARCO BERTORELLO/AFP

VALERIA D’AUTILIA

CUMIANA

ITALIA

Le giraffe

che mangiano

nello zoo

rimasto deserto

FABIO ALBANESE

14 LASTAMPA GIOVEDÌ19 MARZO 2020

7N
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