La Stampa - 19.03.2020

(backadmin) #1
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MASSIMILIANO PEGGIO

P


rimari ospedalieri
che comprano ma-
scherine per il perso-
nale di reparto, affi-
dandosi ad amici e conoscen-
ti per gli acquisti. Medici e in-
fermieri in servizio sulle am-
bulanze o in guardia medica
costretti a utilizzare più volte
gli stessi dispositivi di prote-
zione, perché mancano le for-
niture. Attivazione tardiva
dei numeri dedicati. Sovraf-
follamento dei locali dove si
gestiscono le reti di emergen-

za. Informazioni scorrette sui
tamponi a domicilio.
Ecco uno spaccato delle criti-
cità che la sciagurata epidemia
di Covid 19 ha fatto emergere
nel pieno della bufera di conta-
gi. Quanto è fragile il sistema
sanitario regionale? Non servi-
va una pandemia per dimostra-
re che i campanelli d’allarme
lanciati in passato, osservano
oggi medici e infermieri, non
erano polemiche vuote ma av-
visi a cambiare rotta prima del
disastro. E sono i dati statistici
tratti da altre epidemie a mo-
strare il rischio che si staglia
all’orizzonte. Stando a un re-
cente studio legato alla Sars, il

21% degli infettati erano ope-
ratori sanitari, con un tasso di
letalità del 9,6%. Da giorni il
personale delle ambulanze di
soccorso avanzato e di base de-

nuncia la carenza o assenza di
sistemi di protezione adeguati
ad affrontare la pandemia.
Venerdì scorso una donna
incinta è stata ricoverata al

Sant'Anna. Ha partorito senza
problemi, ma dopo è risultata
positiva al test per il Coronavi-
rus. Il bimbo è negativo. En-
trambi sono a casa. Daniele Fa-
rina, il primario, è ora in isola-
mento: sono in corso le verifi-
che su tutti i contatti. Anche
all’ospedale di Rivoli è scatta-
to il protocollo di sicurezza
per un presunto contagio in
corsia, dopo il ricovero di due
pazienti. Ospedali come luo-
ghi ad alto rischio. Eppure nei
primi giorni dell’emergenza,
molti operatori sarebbero sta-
ti «invitati» da dirigenti di set-
tore a non indossare le ma-
scherine per evitare il panico.

Il settore dell’emergenza si
trova sotto forte pressione. Og-
gi tutti i servizi di soccorso van-
no considerati a rischio: an-
che gli incidenti stradali, seb-
bene siano scemati a causa dei
divieti anti contagio. Una per-
sona che non ha sintomi carat-
teristi va trattata con i disposi-
tivi di protezioni. Ma scarseg-
giano. Un’ambulanza che ha
soccorso un caso sospetto im-
piega 30 minuti prima di po-
ter rientrare in attività, perché
va sanificata. In base ai dati
forniti dalla segreteria Nur-
sind Piemonte dal 22 febbraio
a ieri la centrale 118 ha assor-
bito oltre 30000 schede di in-

tervento. Più o meno una al mi-
nuto. Oggi i due gradi di emer-
genza, il filtro all’ingresso del
numero unico 112, con il suc-
cessivo «dirottamento» alla
vera centrale sanitaria specia-
lizzata 118, dimostrebbe le
sue fragilità organizzative,
stimano gli operatori. Gli
utenti «sospetti» che si rivol-
gono al 112 vengono dirotta-
ti al 118 e inseriti nella lista di
screening per il Coronavirus.
Se va bene verranno richia-
mati nelle ore successive, o
nei «giorni successivi», per-
ché il nucleo che si occupa di
ricontattarli è composto da
un medico 118 e da uno della
continuità assistenziale.
Due medici, osservano gli
operatori, non bastano. Senza
il filtro della centrale operati-
va 118 i cittadini sarebbero
senza risposta. Ma l’ideale, di-
cono, sarebbe separare il flus-
so di richieste Covid da quelle
ordinarie. Una chimera. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LIDIA CATALANO
ALESSANDRO MONDO
Mentre Torino scala la triste
classifica delle province italia-
ne più colpite dal coronavirus,
la Regione preme l’accelerato-
re sui tamponi. «Nel giro di
quattro giorni raddoppieremo
la nostra capacità di realizza-
zione dei test virologici, che sa-
liranno dagli attuali 500-600 a
1200 al giorno», annuncia il
presidente Alberto Cirio, che
non nasconde la preoccupazio-
ne per i dati poco confortanti
degli ultimi giorni sulla diffu-
sione del contagio. «Ci augu-
riamo entro fine settimana di
vedere qualche segnale di calo
della curva epidemiologica
per effetto delle misure del
contenimento, ma in questo
momento è difficile essere otti-
misti».
Solo ieri in Piemonte sono
morte altre 22 persone positi-

ve al coronavirus. Dà sollievo
la notizia dei primi tre guariti,
ma i decessi complessivi balza-
no a 166, cento in più in quat-
tro giorni. Nella sola provincia
di Torino i positivi sono qua-
druplicati da sabato, passando
da 305 a 1171.
Resta basso, se confrontato
con il resto d’Italia, il numero
dei tamponi. Dall’inizio dell’e-
pidemia il Piemonte ne ha ese-
guiti 8.140. Il Veneto, che ha
una popolazione assimilabile
alla nostra (circa mezzo milio-
ne di residenti in più) ne ha fatti
40.841, cioè il quintuplo. «Ci
siamo sempre attenuti alle indi-
cazioni dell’Istituto superiore
di sanità, che raccomanda di fa-

re i test solo sui casi sospetti che
presentano sintomi», rivendica
Cirio. «E con il nostro comitato
scientifico proseguiremo su
questa linea, che poi è anche
quella ribadita dal governo e
dal ministero della Salute». L’u-
nica eccezione, come già an-
nunciato, riguarderà il persona-
le sanitario regionale. «Sono i
soggetti più esposti in questa
emergenza, salvaguardare la
loro salute significa garantire
cure adeguate a ciascuno di
noi». Un’operazione che coin-
volge potenzialmente 55 mila
tra medici, infermieri e operato-
ri socio sanitari. «Sono numeri
molto alti, difficile che si riesca
a “tamponare” tutti. Si procede-

rà in modo graduale, secondo
un criterio legato all’esposizio-
ne al rischio», aggiunge Cirio,
che conferma l’assunzione di
nuovi tecnici di laboratorio e
l’arrivo imminente di un nuovo
macchinario «con una rapidissi-
ma capacità di rilevazione del-
la positività al test: così aumen-
teremo ulteriormente le dia-
gnosi e a regime arriveremo a
2200 tamponi al giorno».
Un annuncio che arriva
all’indomani dello sfogo di Gio-
vanni Di Perri, responsabile
Malattie infettive dell’Ame-
deo di Savoia, che in un’intervi-
sta a La Stampa aveva criticato
l’approccio passivo della Re-
gione sui tamponi (facendo in-

furiare l’assessore alla Sanità
Icardi) e proprio su questo te-
ma avrebbe avuto nei giorni
scorsi uno scontro con l’ormai
ex capo dell’unità di crisi Ma-
rio Raviolo. Ora si cambia rot-
ta, seppur parzialmente: i test
aumenteranno. Ma restano pa-
recchi i paletti del comitato
scientifico al quale si appoggia
la Regione. Intanto, nessun
«tamponamento di massa»,
perché siamo fuori tempo limi-
te, perché l’attendibilità sugli
asintomatici non è totale. E
perché, anche volendo, nei la-
boratori mancano i reagenti
per tutti. Non a caso, anche sul
personale sanitario si seguirà
il criterio della discrezionali-

tà: il test sarà riservato a colo-
ro che hanno avuto una esposi-
zione diretta con i contagiati
in assenza di adeguati disposi-
tivi di protezione. Oltretutto è

un modo per abbreviare il pe-
riodo di isolamento e recupera-
re forza lavoro. Non ne sarà fe-
lice l’Ordine dei Medici, che ie-
ri plaudiva alla decisione della
Regione «di effettuare tampo-

ni su tutti gli operatori sanita-
ri». Permane la confusione.
«Seguiamo le indicazioni uf-
ficiali ed esortiamo le persone
a restare a casa», ribadisce il
governatore. «Vista la situazio-
ne, è probabile che il governo
decida di prolungare oltre il 3
aprile le misure di contenimen-
to: un’ipotesi che condivido,
insieme alla necessità di au-
mentare i controlli, perché ci
sono ancora troppe persone in
strada». E apre ai pattuglia-
menti dell’esercito. «Non si
tratta di militarizzare il territo-
rio, ma di fare capire una volta
per tutte che con la salute non
si scherza». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANTONIO GIAIMO
L’alpinista “Cala” Cimenti,
45 anni, per l’anagrafe Car-
lalberto, ha annunciato via
Facebook la notizia che è ri-
sultato positivo al coronavi-
rus. Lui che di imprese ne
ha superate tante e ha tocca-
to tutte le cime più alte del
mondo ora, mascherina sul
volto, è pronto ad andare ol-
tre il Covid-19.
«Ciao a tutti, sono qui a
scrivere il post che non
avrei mai voluto dover scri-
vere», il suo messaggio.
«Sono positivo al tampone
e come se non bastasse mi
hanno pure trovato un fo-
colaio di polmonite. Mi
hanno fatto raggi x e tam-
pone l’altro ieri e poi tenu-
to in isolamento e osserva-
zione tutta la notte e la mat-
tina hanno reputato il mio
caso non così grave da do-
vermi ricoverare. Così mi
hanno rispedito a casa con
una terapia da seguire».

Per il momento tutto
cambia per un uomo che ha
un cuore grande come il
suo coraggio. È stato lui il
protagonista di quell’epica
impresa con la quale ha sal-
vato la vita al suo compa-
gno alpinista Francesco
Cassardo, un medico di Ri-
voli, in servizio all’ospedale
di Pinerolo, che dopo aver
raggiunto la vetta del Ga-
sherbrum VII, 6.955 metri
sull’Himalaya, era scivola-
to. Interminabili momenti
di angoscia, poi Cala Ci-
menti, con altri quattro alpi-
nisti, era riuscito a salvare il
compagno.
«Vado avanti, giorno do-
po giorno, ora il mio obietti-
vo non è di arrivare in cima
a una montagna, ma arriva-
re al giorno dopo nelle stes-
se condizioni attuali o, ma-
gari, anche un pochino me-
glio». E aggiunge: «Comun-
que oggi è il mio ottavo gior-
no di malattia e ci sono an-
cora. Non mollo».
In questa impresa l’alpi-
nista noto nelle valli del Pi-
nerolese per il suo amore
incontaminato verso la
montagna non è da solo; al
suo fianco c’è Erika Siffre-
di, la donna a cui aveva fat-
to la proposta di matrimo-
nio a 5.417 metri sul livel-
lo del mare, in cima al pas-
so Renjo La, in Nepal, e las-
sù lui aveva detto: «Per i
passi che ci sono stati e per
quelli che ci saranno, al co-
spetto delle montagne più
alte del mondo, ti chiedo:
vuoi sposarmi? ». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

n una città e in una regio-
ne che hanno come obiet-
tivo prioritario quello di
rallentare il più possibile
la saturazione delle terapie
intensive degli ospedali, i di-
spositivi per il trattamento
dei pazienti con insufficien-
za respiratoria nelle sub-in-
tensive (cioè sottoponendoli
a ventilazione meccanica ma
senza intubarli) o non arriva-
no o non sono utilizzabili e re-
stano nei magazzini.
E’ il caso di una grossa par-
tita di apparecchi monouso
mandati dalla Protezione ci-
vile nazionale in Piemonte,
in tutto 1.100 esemplari, la
cui distribuzione, prima an-
nunciata, è stata improvvisa-
mente bloccata. Fa fede la
comunicazione inviata
dall’Unità di crisi regionale
alle Asl del Piemonte, dove
si informa sinteticamente
che i dispositivi in questione
non verranno consegnati. Il
tutto non a causa di ritardi
logistici ma a seguito della
dichiarazione di non idonei-
tà degli stessi anestesisti ria-
nimatori.
Parliamo di quelli che tec-
nicamente vengono definiti
Cipap. Non i caschi, in que-
sto caso, ma le “maschere di
Boussignac”, solitamente im-
piegate per quei pazienti ab-
bastanza gravi da necessita-
re della ventilazione mecca-
nica ma non più così gravi da

dover rimanere intubati nel-
le terapie intensive. Le quali,
come abbiamo detto, hanno
bisogno di liberare progressi-
vamente i posti letto con la
stessa urgenza di trovarne di
nuovi. Da qui l’importanza di
disporre di apparecchi che
permettono di modulare il
trattamento dei malati colpi-
ti dal coronavirus.
Le “maschere” sono dispo-
sitivi comunemente impiega-
ti nel perimetro dell’emer-

genza-urgenza: un’alternati-
va compatta, economica ed
efficace ai supporti ventilato-
ri più sofisticati.
Non in questo caso, però.
Perchè? Perchè, determi-
nando un forte flusso di ossi-
geno, movimentano l’aria in
un largo raggio intorno ai pa-
zienti esponendo il persona-
le ad un elevato rischio di
contagio. Insomma: non
vanno bene per trattare ma-
lattie infettive che si veicola-
no per via aerea. Non a caso
la Regione aveva ordinato i
caschi, salvo vedersi arriva-
re u prodotto completamen-
te diverso.
Risultato: la partita non è
utilizzabile. Una doccia fred-
da per gli ospedali piemonte-

si, che la attendevano con an-
sia per potenziare l’offerta ai
pazienti. E per lo stesso asses-
sorato alla Sanità, che ci con-
tava per rimediare almeno in
parte alla perdita di un’altra
fornitura, ancora più impor-
tante, di cui giorni scorsi ha
dato notizia il nostro giorna-
le: 5 mila Cpap, questa volta
caschi ventilatori, ordinati
dall’Unità di crisi regionale
ad un fornitore di Mirandola
per un valore di 650 mila eu-
ro e poi dirottati in altre regio-
ni sulla base di una decisio-
ne, evidentemente assunta a
livello centrale, che ha spiaz-
zato la Regione.
Sia come sia, il venir meno
quasi in simultanea di due
partite di Cpap, per diverse
ragioni, promette di creare
non pochi problemi al siste-
ma sanitario regionale, chia-
mato ad assistere nel miglio-
re dei modi pazienti purtrop-
po in aumento. E’ la stessa si-
tuazione che, come abbiamo
documentato nei giorni scor-
si, ha spinto l’Unità di crisi a
raccomandare alle strutture
sanitarie il “ricondiziona-
mento”, cioè la disinfezione
e il riutilizzo per più pazienti
di caschi che dovrebbero es-
sere monouso. Il che, al di là
di questo dettaglio, per usare
un eufemismo, allunga i tem-
pi di reimpiego e impone al
personale misure di protezio-
ne rigorose per evitare conta-
minazioni durante la pulizia
degli apparecchi. ALE.MON. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le denunce degli operatori: troppi rischi negli ospedali e sul fronte dell’emergenza

“La pandemia conferma le nostre fragilità”


I soccorritori: in trincea senza protezioni


2.659
Il totale delle persone
contagiate in Piemonte
227 i ricoverati
in terapia intensiva

Su La Stampa

REPORTERS

Cirio: “Pronti a raddoppiare i tamponi


Sì all’esercito per far rispettare i divieti”


Il presidente: da 600 a 1200 test al giorno ma niente monitoraggi a tappeto. In strada ancora troppe persone

in isolamento

L’alpinista

Cala Cimenti

“Ho il Covid,

lo scalerò”

Cala Cimenti e la moglie

ANDROS

I paletti degli esperti:
anche per il personale
sanitario i test
saranno mirati

3
I primi pazienti guariti
Sono due torinesi
di 42 e 61 anni
e una 78enne astigiana

procura

Archiviato il caso
dei coniugi positivi
alle Molinette

IL CORONAVIRUS IL CORONAVIRUS

RETROSCENA

Giorni fa una partita
di 5 mila caschi
era stata dirottata
su altre regioni

La Regione aveva ordinato i caschi, sono arrivate maschere a ossigeno


Lo stop dei rianimatori: “Utilizzarli aumenterebbe i rischi di contagio”


“Non sono idonei”

Mille ventilatori

in meno per i malati

L’ ospedale Amedeo di Savoia

MERCOLEDÌ 18 MARZO 2020LASTAMPA 39

TORINO
E PROVINCIA

T1PR

Qri, bensì i loro figli. Lo posso che con-ualche giorno fa leggevo di co-me i veri eroi non siano i sanita-
fermare. Filippo ha un anno e 2 me-si (14 mesi di stagionatura). Da un giorno all’altro non ha più visto le
sue adorate maestre, ha cambiato gli orari di nanna e pappa, ha visto i volti di mamma e papà farsi più se-
ri. Non ha più visto gli arzilli bisnon-ni e i nonni. E non riceve le stesse coccole di prima.
scina ogni settimana con la sua amata zia Patty, ora l’unica acqua Filippo, che prima andava in pi-
che vede è quella della vaschetta; lui che adorava fare lunghe passeg-giate e corse nei prati, ora al massi-
mo arriva fino alla panetteria di nonna Silvana. E quando la sera mamma o papà tornano un po’ pri-
ma non può correre loro incontro se non dopo che si sono lavati tutti le mani. E sente sulla loro pelle l’o-
dore acre del disinfettante. si è visto negati i mille baci che rice-Filippo da un momento all’altro
veva e non può più giocare all’igie-nista dentale o a imboccare mam-ma e papà ficcando loro in bocca pa-
ne, biscotti, pastina, frutta (non ne-cessariamente in quest’ordine). Mentre si aspettano i risultati dei
tamponi gli unici baci sono “conces-si” attraverso le museruole azzurri-ne che mamma e papà si schiaffano
in faccia. chetti: Cristian, Tommaso e Gabrie-Filippo non vede più i suoi ami-
le, i cuginetti adottivi con cui divide-va giochi e cene facendo impazzire gli zii di turno. E non si può, non si
riesce a spiegargli il vero perché.di stare a casa e far morire questo vi-Anche per questo vi imploriamo
rus. Lo chiediamo per tutti i Filippo che vogliono tornare a mangiarsi di baci le loro mamme e i loro papà, a
correre nei prati, a smontare gli asi-li e far impazzire le maestre. Se non lo fate per voi stessi, per le vostre fa-
miglie o per l’amico immunode-presso, fatelo per loro, per i veri eroi di questo momento.
(27 anni, infermiera alle Molinette)

Redazione via Lugaro 15TORINO 10126Tel. 0116568111-Fax 0116639003 Pubblicità: A. Manzoni & C S.p.A.Via Lugaro 15Torino 10126
in regione oltre 2000 contagi e 144 decessi. il paziente uno ancora positivo: resta in isolamento
“Chiudere tutti in casa non basta
Il Piemonte faccia più tamponi”
Di Perri, responsabile dell’Amedeo di Savoia: siamo ai livelli della Lombardia, ma giochiamo in difesa

GUIDO NOVARIALA STORIA
La guida alpinain Patagonia
sulle orme di BonattiP.51

TORINOPLUS To+
LA COMMEMORAZIONEMASSIMILIANO PEGGIO
La superstite del Bardo“Cinque anni dopo
sento ancora gli spari”P.50

GIULIA ZONCAARTE
“Non andate a vederela mia Prima lezione
Ma c’è e aspetta tutti”P.52
ADRIANA RICCOMAGNOL’INZIATIVA
si espone in stradaLa fotografia
E solo di seraP.53
MASSIMILIANO RAMBALDI — P.46 LEONARDO DI PACO — P.45 MARIA TERESA MARTINENGO — P.45

Piero, malato di Sla“Do a chi ha bisogno
il mio ventilatore”

E-mail [email protected] La Stampa TorinoTwitter: @StampaTorino Telefono 011 6665211Fax: 011 6665300

LIVIA BORELLO

Nel giorno in cui Fondazione Crt stan-zia 3 milioni che serviranno ad acqui-stare 17 ambulanze, 30 mezzi e mac-
chinari per gli ospedali, il presidente Giovanni Quaglia prova a guardare anche al momento in cui il Piemonte
si dovrà risollevare: «Servirà una gran-de alleanza territoriale. Alle istituzio-ni toccherà indicare la rotta, tutti gli al-
tri dovranno collaborare e rimboccar-si le maniche, ciascuno nel proprio ambito». I settori prioritari su cui con-
centrare le energie secondo Quaglia dovranno essere impresa, terzo setto-re e cultura.

Quaglia: ripartiamoda un grande patto
LA SOLIDARIETÀ

ANGELO CONTI — P.46 ANDREA ROSSI — P.46

TORINOE PROVINCIA

Chiambretti dall’ospedale: “Stiamo lottando, ma vinceremo”

Il battesimo del fuocoper i nuovi medici
“E’ il nostro mestiere”

Sostenuta dalla importante donazio-ne che la famiglia Agnelli ha voluto de-stinare a Specchio dei tempi, la fonda-
zione de La Stampa ha continuato ieri il suo lavoro a sostegno della sanità piemontese, delle fasce più deboli, del-
la scuola. Quattro le apparecchiature consegnate agli ospedali nelle ultime 24 ore: un ecografo polmonare e un
ecografo cardiologico all’ospedale Mauriziano, un ecografo per terapia intensiva e un elettrocardiografo all’o-
spedale di Rivoli. Numerose le altre ap-parecchiature ordinate e di cui atten-diamo la consegna nelle prossime ore.

Specchio, 6 milioniper aiutare Torino

Nosiglia ai parroci“Aprite le chiese
a chi non ha un tetto”

Piero Chiambretti sarà sottoposto oggi a un nuovo tampone per accertare o meno la positività al Covid19

RESISTETEL’INFERMIERA
PER I NOSTRIVERI EROI

«Siamo sette-otto giorni indie-
tro rispetto alla Lombardia. Me-
glio: alle aree della Lombardia
più colpite». L’allarme di ieri del
virologo Di Perri che chiedeva di
aumentare il numero dei tampo-
ni sui cittadini del Piemonte

IL CASO

Contagiato
al Sant’Anna
un primario
dopo un parto

30.000
Sono le schede
d’intervento gestite
dalla centrale 118
dal 22 febbraio a ieri

Soccorritore in servizio con dispositivi di protezione

Il fascicolo d’indagine sul
caso dei due anziani coniu-
gi ricoverati alle Molinette
perché affetti da Coronavi-
rus, con relativa quarante-
na obbligatoria per una
ventina tra medici e infer-
mieri, è stato archiviato.
Dagli accertamenti svolti
dalla polizia giudiziaria in-
caricata dal procuratore
aggiunto Vincenzo Paci-
leo è emerso che l’ospeda-
le ha ottemperato a tutti i
protocolli in vigore all’epo-
ca sul filtro iniziale dei pa-
zienti. Non era del tutto
esatta nemmeno la rico-
struzione circolata nelle
prime 24 ore, secondo la
quale la coppia avrebbe
omesso di riferire di aver
avuto contatti con il figlio
che abita a Paullo, in Lom-
bardia. Il Comune non
rientrava nella zona rossa
e non vi furono contatti
stretti tali da giustificare
un possibile contagio. L’in-
chiesta era stata aperta
d’ufficio e non aveva mai
individuato alcun indaga-
to né postulato alcuna ipo-
tesi di reato. G. LEG. —

Un uomo a passeggio con i propri cani

In Piemonte il picco
dell’epidemia è atteso
tra questa e la
prossima settimana
I militari dell’Esercito impegnati nei giorni scorsi alla stazione Milano Centrale

32 LASTAMPAGIOVEDÌ19 MARZO 2020
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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