8 Giovedì 19 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Primo Piano Coronavirus
I MERCATI
«Chiudere gli Usa». Chiudere il Paese per un mese,
lasciando aperti solo i servizi essenziali. È il consiglio a
Trump di Bill Ackman, fondatore dell’hedge fund Pershing
Square. «Il governo dovrebbe farsi carico delle spese
offrendo un mese senza affitto e senza far pagare tasse»
5.000 dollari
LA SOGLIA SFONDATA AL RIBASSO
Il rame ha sfondato ieri al ribasso la soglia psicologica di
5mila dollari a tonnellata
Andrea Franceschi
La caccia alla liquidità è l’unico crite-
rio a muovere gli investitori diso-
rientati dalla tempesta Coronavirus.
La giornata di ieri è stata paradig-
matica del livello di stress di un mer-
cato che fatica persino a trovare ri-
paro nei classici beni rifugio. La ne-
cessità di arginare l’emorragia cau-
sata dal più rapido mercato orso di
tutti i tempi (-% il ribasso di Wall
Street nell’ultimo mese) ha spinto
ieri gli investitori a liquidare anche
quelle classi di investimento che, in
altre circostanze, avrebbero garanti-
to un minimo di protezione agli in-
vestitori: i titoli di Stato a basso ri-
schio. E così mentre Wall Street
sprofondava con l’indice Dow Jones
in rosso di oltre il % (per poi limare
in chiusura a -,%) gli investitori
liquidavano i bond rifugio provo-
cando un’impennata dei tassi di tito-
li “benchmark” come i Treasury
americani. A differenza di quanto vi-
sto all’inizio della crisi, quando i
mercati seguivano il più classico dei
copioni “risk-off” (vendi azioni
compra beni rifugio), ieri è venuto
giù tutto: azioni, bond ad alto ri-
schio, bond a basso rischio, mercati
emergenti e pressocché ogni valuta
che non fosse il dollaro. L’ennesima
giornata da panic selling a caccia
dell’unico asset al momento richie-
sto dal mercato: il cash (preferibil-
mente denominato in dollari).
Volatilità record a Wall Street
È stata così una seduta da dimenti-
care a Wall Street il cui crollo non si
è arrestato neppure dopo le ultime
indiscrezioni sul piano di stimolo fi-
scale che l’amministrazione ameri-
cana si prepara a varare per far fron-
te all’emergenza. La cifra di cui si
parla è lievitata nel giro di pochi
giorni da a miliardi di dol-
lari di cui sotto forma di helicop-
ter money, ossia assegni (da
dollari) staccati direttamente dal go-
verno ai cittadini. La mossa è senza
precedenti e la cifra è superiore ad-
dirittura a quella stanziata in occa-
sione del crack Lehman, eppure la
Borsa americana anche ieri è spro-
fondata in una giornata che ha visto
l’indice della volatilità Vix superare
i massimi storici oltre punti. Per
gli indici la variazione è stata ancora
una volta consistente: in serata l’S&P
perdeva più del % su un trend
in caduta libera che ha riportato la
Borsa americana sui livelli di no-
vembre . Ossia prima dell’inse-
diamento di Trump alla Casa Bianca.
È stata in ogni caso una giornata ne-
ra per tutte le classi di investimento
a rischio. Il crollo del prezzo del pe-
trolio sotto i dollari al barile (mi-
nimo da anni) ha amplificato le
tensioni sui mercati emergenti pro-
duttori le cui valute sono crollate nel
cambio col dollaro. Un caso su tutti:
il rublo che ieri ha perso più del %
rispetto al dollaro. Il biglietto verde,
rimasto di fatto l’unico bene rifugio,
si è peraltro apprezzato rispetto a
tutte le principali controparti: dal-
l’euro scambiato ieri a , dollari
alla sterlina sprofondata del % a ,
dollari (minimo dal ).
Piazza Affari limita le perdite
Rispetto al crollo di Wall Street la
seduta sulle piazze azionarie euro-
pee è stata meno pesante seppure
anche nel Vecchio Continente i se-
gnali di stress siano stati moltepli-
ci. Anche sui mercati europei è an-
data in scena un’ondata di vendite
sui bond sovrani con rendimenti in
rialzo sia sui Paesi “core” come la
Germania (il tasso Bund che nelle
scorse settimane era sceso fino a
-,% ha chiuso a -,%) sia su
Paesi periferici. Eppure una seduta
che si era aperta al cardiopalma
per i BTp (in mattinata il tasso era
tornato oltre il %) si è chiusa bene
visto che il tasso decennale si è ri-
portato al ,% in chiusura. Piaz-
za Affari, che per buona parte della
seduta ha sofferto le tensioni sul
debito arrivando a perdere oltre il
%, ha beneficiato del calo dello
spread riducendo il passivo nel fi-
nale di seduta a -, per cento. In
una giornata pesantissima per Pa-
rigi (-,%), Francoforte (-,%),
Madrid (-,%) e Londra (-,%)
Milano ha contenuto le perdite.
Questo è successo soprattutto per
effetto di una notizia battuta dal-
l’agenzia Bloomberg nel primo po-
meriggio in grado potenzialmente
di disinnescare la speculazione sul
debito italiano. Stando alle fonti
dell’agenzia in sede Ue si starebbe
pensando di mobilitare il fondo
salva stati Esm per erogare linee di
credito ai Paesi dell’Eurozona fi-
nalizzate alla gestione dell’emer-
genza Coronavirus. La misura sa-
rebbe propedeutica a dare i massi-
mi poteri di acquisto di titoli sul
mercato alla Bce tramite l’attiva-
zione dell’Omt.
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WTI A 20 DOLLARI
Il petrolio
affonda
ai minimi
da 18 anni
La capacità degli stoccaggi
potrebbe presto esaurirsi
Crollano anche oro e rame
Sissi Bellomo
Un barile di petrolio non è mai costato
così poco negli ultimi anni. Con un
nuovo, drammatico affondo nella se-
duta di ieri, che ha registrato ribassi
fino al %, il Wti è arrivato a scam-
biare intorno a , un prezzo che
non si vedeva dal . Il Brent è sci-
volato sotto , ai minimi dal .
Fiumi di petrolio continuano a ri-
versarsi sul mercato, mentre i consu-
mi si contraggono ogni giorno di più.
Il mondo, paralizzato dal coronavi-
rus, sta entrando in recessione secon-
do molti analisti. E gli stoccaggi sono
a livelli di guardia: quelli a terra sono
già pieni per il % della capacità, sti-
ma Kayrros, e fra sei mesi al più tardi
non vi si potrà più aggiungere una so-
la goccia di greggio. I costi di stoccag-
gio a Cushing sono raddoppiati in un
mese, riferisce Reuters. Restano le
navi, che già custodiscono milioni
di barili di scorte galleggianti, secon-
do Vortexa. Ma con i noli delle petro-
liere alle stelle questa opzione sta di-
ventando sempre più onerosa: no-
leggiare una Vlcc per tre mesi oggi co-
sta mila dollari al giorno secondo
Gibson Shipbrokers, e sul mercato
spot si arriva anche a mila , dieci
volte quanto si spendeva un mese fa.
Il rincaro in gran parte è stato provo-
cato dal boom di prenotazioni del-
l’Arabia Saudita, che da oltre una set-
timana ripete che aumenterà le forni-
ture di greggio a , mbg, «per diver-
si mesi» ha specificato ieri.
Sui mercati finanziari il panico da
coronavirus spinge ormai a vendere
quasi ogni asset, con un accanimento
particolare verso quelli più rischiosi
o più liquidi. Insieme ai titoli di Stato,
ieri travolti senza troppe distinzioni,
anche l’oro resta nel mirino: le quota-
zioni sono affondate più volte sotto
. dollari l’oncia, alternando fasi
di ribasso fino al % con spunti di rial-
zo vicini al %. La volatilità, espressa
dal Cboe Gold Etf Volatility Index, è
raddoppiata in sei sedute ed è ai mas-
simi da novembre .
Al London Metal Exchange – che
per la prima volta in anni di storia
chiuderà il parterre per evitare conta-
gi da Covid – i metalli industriali
sono ai minimi dal . Il rame ha
sfondato il supporto dei mila /ton-
nellata ed è in ribasso di oltre il % da
metà gennaio.
Ma è il crollo del petrolio, che si è
svalutato del % da inizio anno, ad
essere ormai senza freni. Un’inver-
sione di rotta potrà avvenire solo con
la ripresa dei consumi (e dunque con
la fine della pandemia), oppure con
un drastico taglio della produzione,
volontario o dettato dalla disperazio-
ne. L’Iraq ha esortato a ricomporre
l’Opec Plus, convocando un vertice di
emergenza, ma è molto improbabile
che sauditi e russi raccolgano il suo
appello, anche se Mosca per la prima
volta ha ammesso che forse si sta esa-
gerando. «Ovviamente il prezzo è
basso, vorremmo vederlo più alto»,
ha detto il portavoce del Cremlino
Dmitry Peskov, senza però accennare
a possibili accordi con l’Opec.
I tagli (forzati) presto potrebbero
arrivare da altri produttori: quelli
dello shale oil Usa, nella morsa di
una stretta creditizia senza prece-
denti, e non solo. Il paniere dei greg-
gi messicani ormai vale meno di
/barile, il petrolio pesante canade-
se – il Western Canadian Select – è
sprofondato a , , il minimo stori-
co, e gli impianti di oil sands stanno
già rallentando. La Nigeria, scrive
Reuters, ha almeno mb di greggio
su petroliere pronte per salpare, cr
he però non trovano un acquiren-
te a nessun prezzo: il trasporto è
troppo caro e molte raffinerie non
hanno più capacità di stoccaggio.
Mizuho Securities non esclude che
il petrolio presto possa registrare
prezzi negativi: in pratica bisognerà
pagare per riuscire a liberarsene.
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Laura Galvagni
«Una situazione nuova», con una
«dinamica» del tutto diversa rispet-
to alle crisi che hanno attraversato
il pianeta negli ultimi anni e per
questo tutta da «interpretare». Ric-
cardo Mulone, UBS Country Head
Italy, in questo colloquio con Il Sole
Ore, non nasconde i timori per la
fase drammatica che il paese sta vi-
vendo. Le ripercussioni, sul piano
economico, saranno «forti» e al mo-
mento difficilmente stimabili. Tut-
tavia, e questa è la nota di speranza,
se i governi sapranno prendere le
giuste contromisure, «potrebbe di-
ventare un’occasione per riformare
il sistema: dopo le guerre, e questa
è una guerra anche se al fronte non
ci sono soldati ma medici e infer-
mieri, scatta sempre una fase di
maggiore coesione, di vitalità e di
ripresa e l’Italia sta già dimostrando
un forte recupero del proprio orgo-
glio». Il mezzo per ripartire? «L’he-
licopter money».
Settimana scorsa è intervenuta
la Bce, poi è toccato alla Fed. Ma al
momento i mercati continuano a
essere preda di una volatilità in-
controllabile. Sembra manchi
qualsiasi certezza.
Questa è una situazione completa-
mente nuova. Nel e nel
tutto è nato da una crisi finanziaria
che poi si è trasformata in una crisi
economica. Qui siamo di fronte a
un’emergenza sanitaria che ha in-
nescato a sua volta una crisi sociale
ed economica che infine si è trasfe-
rita sui mercati. Il VIX, l’indicatore
della volatilità, ormai viaggia su li-
velli altissimi e questo rende di fat-
to impossibile qualsiasi previsione.
Il mercato non sa come reagire, gli
algoritmi e tutte le tecniche di tra-
ding si muovono ancora secondo
schemi tradizionali mentre lo sce-
nario è completamente diverso.
Quanto alla Fed lo spettro del
è ancora vivido nella memoria di
tutti e la banca centrale si è mossa
con gli strumenti che ha a disposi-
zione: tassi e liquidità. Cruciale, pe-
rò, è ciò che faranno i governi per
tamponare la crisi sanitaria e quella
economica che ne deriverà.
Al momento però i paesi si muo-
vono in ordine sparso sia in materia
di contenimento dei contagi sia sul
piano del sostegno all’economia.
Le variabili da tenere d’occhio sono
diverse, sicuramente diventerà fon-
damentale monitorare la velocità di
propagazione del virus, la reazione
dei governi per contenerlo e le misu-
re che gli Stati assumeranno per far
fronte alla congiuntura negativa.
Questa è la più grande prova che i
governi si trovano a dover affronta-
re da tempo. È vero, si stanno muo-
vendo in maniera differente ma
questo è legato alle tempistiche di
diffusione del Covid-. Lentamente
tutti si stanno adeguando alle misu-
re adottate in Italia.
Il governo ha predisposto il de-
creto Cura Italia. La ritiene una ma-
novra adeguata?
La direzione è quella giusta. È una
manovra difficilissima da imple-
mentare. Il concetto deve essere
quello dell’helicopter money, ossia
i denari devono arrivare nelle tasche
degli italiani e soprattutto in quelle
delle fasce più colpite, parlo di pic-
cole e medie aziende e di partite Iva.
Poi certo anche le produzioni ferme
andranno sostenute. Però sono con-
vinto che ci si stia orientando nella
direzione giusta. Riguardo al quan-
tum messo sul piatto capiremo solo
più avanti se è sufficiente.
Alcuni manager e alcuni im-
prenditori hanno sottolineato che
in questa fase di confusione posso-
no crearsi le migliori opportunità
di acquisizione. È gia arrivata la
prima OPA, quella di Molmed. È
certamente un approccio cinico ma
secondo Lei è anche vero?
Mi fa male parlare di opportunità in
un momento in cui la gente soffre.
L’M&A è uno strumento per rag-
giungere, più velocemente che con
lo sviluppo organico, alcuni obietti-
vi. È comunque vero che alcune delle
operazioni più importanti fatte nel
nostro paese sono state figlie di
cambiamenti macroeconomici. Ba-
sti pensare a Fiat-Chrysler, o Coin-
Upim oppure a Phillips-Saeco.
Opportunità quindi ma anche ri-
schi. In questa situazioni le aziende
sicuramente avranno più difficoltà
a rispettare le scadenze in termini
di debito, le banche potrebbero ri-
sentirne. Come reggerà il sistema?
Ci sono sicuramente dei rischi, tanto
più per le imprese più indebitate. Ma
ancora una volta molto dipenderà
dalla durata della crisi. Per questo le
misure di contenimento adottate
vanno rispettate, per ridurre il più
possibile il periodo di stop.
Come e quando usciremo secon-
do Lei da questa situazione?
È difficile fare previsioni. Di certo
tutto questo ci insegna che il mondo
non ha confini. Vanno abbandonati
i contrasti tra paesi, questo insegna-
mento deve restare vivo nella mente
della leadership politica. E poi mag-
gior rispetto per la sanità pubblica
che ha vissuto decenni di precarietà.
Oggi invece sono medici e infermie-
ri i soldati al fronte. Perché questa è
una guerra e dopo le guerre, nor-
malmente, si entra in una fase di
maggiore coesione e vitalità. Conto
che alla fine il sistema saprà rifor-
marsi. Già ora si vede un forte recu-
pero di orgoglio italiano.
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L’INTERVISTA
Riccardo Mulone. Il capo italiano di Ubs: «Le ripercussioni saranno forti ma è una occasione per riformare il sistema»
«Per ripartire servirà l’helicopter money»
PARADIGMI
L’economia globale è in guerra,
ma il debito è ancora in pace
Il deficit è ancora lontano
dai livelli record toccati
nel secondo dopoguerra
Vito Lops
«Siamo in guerra, vinceremo». Il presi-
dente della Francia Emmanuel Macron
si è espresso così per descrivere i tenta-
tivi di contrasto alla diffusione del Co-
ronavirus. Dello stesso parere Olivier
Blanchard, per anni alla guida del Fon-
do monetario internazionale che in un
tweet del marzo ha scritto chiaro e
tondo: «Il mondo è di fatto in guerra».
Nello stesso messaggio invita a ricor-
dare come gli Stati Uniti affrontarono,
a livello fiscale, la seconda guerra mon-
diale, innalzando il deficit sul Pil: «%
nel , % nel %, % nel %,
% nel %». E poi conclude: «Non
è il momento di fare gli schizzinosi».
La pensano così anche gli investitori
che nell’ultimo mese hanno dato evi-
denti segnali di panic selling: i mercati
stanno lanciando un disperato mes-
saggio. Se è vero che siamo in guerra,
i politici farebbero bene a cambiare il
paradigma di riferimento, e di conse-
guenza ad aggiornare le soluzioni per
affrontarla. Ai tempi della seconda
guerra mondiale il debito pubblico
mondiale – calcolato da un’analisi di
Deutsche Bank che ha incluso quello
dei principali Paesi al mondo – rad-
doppiò dal % ad oltre il %. Il tutto
in pochi anni. Alcuni Paesi – come ad
esempio il Regno Unito – videro balza-
re, a colpi di deficit, il rapporto tra debi-
to e Pil oltre il %.
Nelle ultime sedute gli investitori
hanno venduto massicciamente an-
che il Bund, considerato uno dei beni
rifugio per eccellenza. Questo anche
perché i mercati si stanno preparando
a un innalzamento del deficit anche
nella Germania. Il punto è che biso-
gnerebbe trovare delle soluzioni an-
che per quei Paesi – fra cui l’Italia – che
con un debito/Pil già al % tecnica-
mente hanno meno margini di mano-
vra e rischierebbero poi di essere
strozzati dal debito se questo si doves-
se impennare ulteriormente. Una di
queste soluzioni potrebbero essere, ad
esempio, i Covid bond evocati dal pre-
mier Giuseppe Conte. Titoli obbliga-
zionari europei, quindi privi di spread,
con cui Paesi e aziende potrebbero fi-
nanziarsi per fronteggiare l'emergen-
za. In Cina, dove è più facile attuarli per
questioni di sovranità e rapidità deci-
sionale, stanno avendo un grande
successo con aziende che hanno
raccolto in tempi rapidi l'equivalente
di oltre miliardi di dollari.
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Rapporto debito/Pil medio globale
Fonte: : Deutsche Bank
120
100
80
60
40
20
0
1870 2020
1914
Prima guerra
mondiale
1929
Grande
depressione
1939
Seconda guerra
mondiale
2010
Crisi nanziaria
globale
Il debito pubblico
Variazione % di ieri e da inizio anno
IERI
-32,
Londra
Ftse 100
-4,
-35,
Francoforte
Dax
-4,
-34,
Madrid
Ibex 35
-3,
-32,
Europa
Stoxx 600
-3,
-37,
Parigi
Cac 40
-5,
Milano
Ftse Mib
-1,
-35,
ULTIMA SETTIMANA
Borse in rosso
‘‘
Alcune delle
operazioni
più rilevanti
fatte nel
nostro paese
sono state
figlie di
cambiamenti
macroecono
mici
Non solo
fuga dal
rischio: ci
si libera
anche di
tutti quegli
strumenti
considerati
beni
rifugio
1500
DOLLARI
PER ONCIA
Il prezzo dell’oro è
più volte ieri sceso
sotto la soglia dei
1.500 dollari per
oncia, alternando
cali del 3% a rialzi
del 5%:
testimonianza
della forte volatilità
del periodo
Il crollo del
petrolio.
Il greggio Wti è
sceso ieri a 20
dollari al barile: un
livello che non si
vedeva dal 2002.
Il Brent ha
raggiunto una
quotazione di 25
dollari
Wall Street azzera il rally di Trump
I mercati. Corsa degli investitori a cedere tutti gli asset
per avere liquidità: la Borsa Usa torna ai livelli del
Le azioni. Il Dow Jones cede il %, poi limita il crollo
Nuovo tonfo per le piazze europee, tiene Milano: -,%