Il Sole 24 Ore - 19.03.2020

(Ron) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 19 Marzo 2020 9


Coronavirus Primo Piano


I MERCATI


Anche la Francia spinge. La Bce dovrebbe intervenire
rapidamente e in modo massiccio. Lo afferma il ministro

delle finanze francese, Bruno Le Maire, secondo quanto


riporta l’agenzia Bloomberg. «Tutti gli strumenti
disponibili dovrebbero essere usati».

1,22%


IL BALZO DEI TITOLI STATUNITENSI
I bond decennali Usa sono arrivati a rendere ieri l’1,22%,
contro lo 0,54% del 9 marzo e lo 0,99% di martedì

PALAZZO CHIGI


Gabinetto di crisi,


il Governo aspetta


le mosse della Bce


Differenziale di rendimento fra i BTp e in Bund a 10 anni


Massimo intraday
del 18 marzo 324,

100


150


200


250


300


266,


31/12/2019 Febbraio Marzo


161,


247,


12 marzo:
Mercoledì nero
sui listini: Milano
perde il 17%.
Ondata di vendite
sui BTp dopo
le parole
di Christine
Lagarde,
presidente Bce:
“Non siamo qui
per ridurre gli
spread”.

129,


12 febbraio:
L’allarme
coronavirus
in Cina non
spaventa
l’Europa. Il Ftse
Mib di Piazza
Affari aggiorna
i massimi
da ottobre 2008.

142,


27 gennaio:
Lo spread cade a
142 punti dopo le
elezioni regionali
in Emilia-
Romagna
e Calabria. Il
ministro Gualtieri:
“Avremo 400
milioni di risparmi
quest’anno, 1,
miliardi nel 2021
e oltre 2 miliardi
nel 2022».

282,


17 marzo:
La Bce compra,
ma lo spread sale.
Dalle sale
operative voci
di interventi
di Bankitalia.
Il Tesoro vara un
concambio e
compra i BTp utili
ai ribassisti.

La corsa dello spread


Morya Longo


C’era una vola il «fligh to quality», il


cosiddetto volo verso la qualità che


spingeva gli investitori a comprare


beni rifugio (come titoli di Stato e


oro) quando lo scenario era negativo.


Ma l’epoca del coronavirus ha cam-


biato tutte le metriche ad oggi cono-


sciute: ormai esiste solo il «flight to


cash». Gli investitori di tutto il mon-


do, di fronte al tracollo di tutti i mer-


cati che ha sballato il profilo di rischio


dei loro portafogli, ormai vendono


qualunque cosa porti a loro cash. Li-


quidità. Soldi. E dato che i mercati fi-


nanziari sono ormai quasi quasi tutti


ingessati e illiquidi, vendono soprat-


tutto ciò che è facilmente monetizza-


bile: azioni in Borsa e i titoli di Stato


più liquidi. Questa è la realtà: le Borse


e i titoli di Stato (soprattutto i futu-


res) sono diventati i “bancomat” di


investitori disperati.


Per questo non si può dire che ci


sia un “caso-Italia” sul mercato dei


titoli di Stato: la violenta ondata di


vendite che ha colpito i BTp portando


lo spread sui Bund fino a  punti


base (anche a causa delle dichiara-


zioni del Governatore della banca


centrale austriaca), in realtà ha steso


tutti. Ieri le vendite hanno travolto


anche i Bund tedeschi, che hanno re-


gistrato la peggior seduta dal :


il loro rendimento decennale è salito


a un massimo di -,%. Livello eleva-


to se si pensa che il  marzo il Bund


rendeva -,% e se si pensa che solo


martedì stava a -,%. Idem per i ti-


toli di Stato Usa: ieri i decennali sono


arrivati a rendere l’,%, contro lo


,% del  marzo e lo ,% di mar-


tedì. È così che i BTp hanno allargato


lo spread in mattinata, ma poi l’han-


no ristretto chiudendo a  punti


base. Cioè su livelli inferiori ai  di


martedì. Anche grazie agli acquisti


della Banca d’Italia.


I motivi delle vendite sui BTp


Guardando a casa nostra, ai soli BTp,


i motivi di tale volatilità sono almeno


cinque. Il primo, come detto, è globa-


le: il debito pubblico italiano è stato


colpito come quello di tutto il mondo.


Ovviamente essendo l’Italia un Paese


già molto indebitato, in mattinata le


vendite sono state più forti sui BTp


che altrove. Anche il secondo motivo


è globale: con le super-misure che i


Governi di mezzo mondo stanno an-


nunciando, il mercato inizia a temere


per l’esplosione globale dei debiti


pubblici. E l’Italia, che parte già da li-


velli altissimi, soffre di più.


Il terzo motivo è tecnico: i BTp so-


no gli unici titoli di Stato del Sud Eu-


ropa ad avere contratti futures liqui-


di ed efficienti. Questo diventa un


boomerang in situazioni di panico.


Chiunque abbia esposizione sui


bond di Paesi e aziende del Sud Euro-
pa, e faccia fatica a venderli in un

mercato ormai illiquido ovunque, ha


infatti solo un modo per coprirsi dai
rischi: vendere la cosa più simile, cioè

i futures sui BTp. I nostri titoli di Sta-


to diventano dunque il “parafulmi-
ne” per tutto il Sud Europa.

Il quarto motivo è la speculazione.


Da qualche giorno - segnalano fonti
autorevoli - ci sono investitori che

stanno approfittando della situazio-


ne per speculare al ribasso (soprat-
tutto attraverso futures sui titoli a

breve scadenza) sul debito italiano.


Il quinto motivo è squisitamente
italiano: gli acquirenti storici in si-

tuazioni di stress, cioè banche e assi-


curazioni italiane, questa volta stan-
no alla finestra. «Io non riesco a fare

nulla, i risk manager e il Cda non au-


torizzano ulteriori acquisti di BTp»,


racconta il capo investimenti di


un’importante istituzione italiana.
«È difficile per noi investire ulterior-

mente - confermano da una grossa


banca italiana -. Ormai le regole sui
rischi e i formalismi sono stringenti

ed è difficile avere autorizzazioni a


farlo». Così mentre tutti vendono,
questa volta manca - tranne piccole

eccezioni - il supporto delle istituzio-


ni finanziarie italiane.


Il ruolo della Bce


In mattinata, a giudicare dalle di-
chiarazioni del Governatore della

Banca centrale austriaca Robert Hol-


zmann, sembrava mancasse anche il
sostegno della Bce. E sembrava fosse

ribadita l’intenzione di non sostene-


re i Paesi periferici. Ma poi è arrivato
un comunicato ufficiale, che ha

smentito le dure parole del governa-


tore austriaco: nella nota la Bce an-


nuncia infatti che «è pronta ad ag-


giustare le misure adottate il  mar-
zo, se questo servisse per salvaguar-

dare le condizioni di liquidità nel


sistema bancario e per assicurare il
corretto funzionamento della politi-

ca monetaria in tutti i Paesi». Nel


frattempo sono continuati gli acqui-
sti di BTp da parte di Bankitalia per

conto della Bce. «Oggi hanno com-


prato come non mai», spiegano da
una sala operativa. «Tutto il giorno».

E varie fonti confermano.


Questo ha un po’ sostenuto il mer-
cato, ma non molto. Come, forse, an-

che le timide aperture in Europa sul


tema degli Eurobond e degli aiuti co-
muni all’economia. Non si può dire

che il mercato ci creda, a giudicare


dalle Borse, ma almeno se ne parla.
á@MoryaLongo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Manuela Perrone
Gianni Trovati

ROMA

La nuova giornata di burrasca sui


mercati per i titoli del debito italiano


costringe a serrare i ranghi tra Pa-
lazzo Chigi, ministero dell’Econo-

mia e Bankitalia. L’allarme è tal-


mente alto che in serata si riunisce
una sorta di gabinetto di crisi per

studiare le possibili contromosse al


rischio di nuovi scossoni, negli stes-
si minuti in cui a Francoforte si tiene

una riunione telefonica d’urgenza


del board della Bce.
Proprio da Via Nazionale e da

Francoforte arrivano gli interventi


che calmano fra la tarda mattinata
e il primo pomeriggio la tempera-

tura dello spread, che ha toccato


quota , e provano a tenere a ba-
da una curva dei rendimenti che fa

le bizze anche sulle scadenze più


corte, con il più classico dei segnali
dell’emergenza.

Ma per uscire dai tornanti di una


crisi che vede di nuovo al centro della
scena un’Italia costretta a far correre

ulteriormente il suo maxidebito


pubblico il Governo stringe il pres-
sing sull’Europa. E anche ieri trova

un alleato nel Governo francese, che
con il ministro delle Finanze Bruno

Le Maire invoca un intervento «rapi-


do e massiccio» della Banca centrale
europea, in grado di cancellare gli ef-

fetti delle presunte gaffe della presi-


dente Lagarde più delle affannose
correzioni seguite alla conferenza

stampa della scorsa settimana e alle


telefonate tese con il ministro del-
l’Economia Gualtieri.

A Palazzo Chigi e al Tesoro, com’è


ovvio, domina il silenzio ufficiale sul-
la tempesta di piazza Affari. L’artico-

lo del New York Times che evoca il
rischio di una crisi sistemica per le

banche italiane riceve la replica a


stretto giro del vicedirettore generale
di Bankitalia Luigi Signorini.

Ma più che un attacco speculativo


più o meno orchestrato, l’impressio-
ne è che a colpire per l’ennesima vol-

ta il debito italiano sia la generale fu-


ga dal rischio che accompagna il pa-
nico economico da coronavirus. E

che per essere contenuta, ragionano


a Via XX Settembre, ha bisogno in
fretta di una risposta europea che

scacci l’impressione di un’Italia la-


sciata a combattere con le sue sole
armi l’ondata dei mercati.

Suona così anche l’intervento te-


levisivo che il titolare dei conti italia-
ni decide di fare a metà pomeriggio

su RaiUno. Per affrontare l’emergen-
za «servono strumenti innovativi

anche a livello europeo», dice Gual-


tieri richiamando la proposta italia-
na di un bond dedicato all’emergen-

za avanzata martedì dal premier


Conte al consiglio europeo. Ma la
strada verso un accordo europeo sul

tema non è breve. E per rilanciare le


carte europee Gualtieri cita la possi-
bilità di utilizzare i fondi strutturali

per l’emergenza. «Saranno diversi


miliardi», sottolinea, e torneranno
utili per finanziare il nuovo decreto

atteso nelle prossime settimane per


sostenere l’economia, dopo che il
provvedimento approvato domenica

ha esaurito da solo il budget del defi-


cit aggiuntivo concordato con la Ue.
Ma non basta. Perché è vero che di

fatto la comunicazione dell’Euro-


gruppo di lunedì e l’annuncio reite-
rato dell’attivazione della clausola di

sospensione del Patto archiviano di


fatto le regole fiscali europee per il
tempo della crisi. Ma le curve che ieri

hanno invaso i monitor degli opera-


tori confermano che per l’Italia cam-
minare sui mercati senza un ombrel-

lo strutturale europeo rischia di rive-
larsi molto pericoloso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A Palazzo Chigi riunioni


fino a tarda sera per tentare


di arginare l’emergenza


Il falco.
Ieri mattina le

dichiarazione del


Governatore della
banca centrale

austriaca Robert


Holzmann hanno
creato nel

mercato il timore


che la Bce
non abbia più

strumenti.
Poi la smentita

-0,


IL TASSO BUND
Le vendite sui
Bund tedeschi
fanno risalire
il rendimento
a -0,2%: era a
-0,86% il 9 marzo
e a -0,43%
martedì. Idem per
i titoli decennali
Usa: il tasso sale
fino a 1,22%

Fuga globale dai titoli di Stato


Spread, fiammata a quota 330


Mercati in tilt. Bufera sui BTp, ma anche su Bund e T-Bond Usa: gli investitori in crisi ormai


vendono tutto ciò che sia vendibile. Intervengono ancora Banca d’Italia e Bce. In serata spread giù


Pesano


le vendite


forzate


dei fondi


che hanno


bisogno


di cash,


ma anche


l’aumento


dei debiti


COMUNICAZIONE E POLITICA MONETARIA


Bce sotto tiro, poi ribadisce il sostegno


Dopo le parole da falco


del Governatore austriaco,


una nota calma il mercato


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


La Bce è intervenuta ieri in manie-


ra massiccia con nuovi acquisti di


titoli di Stato italiani, ed allo stesso


tempo è intervenuta nuovamente


anche a parole a sostegno dei BTp,


un’intervista di peso del membro


del comitato esecutivo Isabel Sch-


nabel: «La Bce - ha detto a Die Zeit



  • è pronta a fare tutto il possibile


per affrontare le turbolenze del


mercato che mettono a rischio la


trasmissione della politica mone-


taria, altrimenti la politica mone-


taria non funzionerà. L’intero con-


siglio direttivo si è trovato concor-


de su questo». Una puntualizza-
zione necessaria in una giornata

iniziata male per la tanica di benzi-


na che il governatore della banca
centrale austriaca, notoriamente

falco, ha riversato su mercati in-


fiammati dal panico.
Questa operazione a tenaglia

della Bce, con interventi forti da un
lato attraverso gli acquisti della

Banca d’Italia e dall’altro lato con


l’autorevolezza dell’economista te-
desca, ha funzionato: lo spread, do-

po un’impennata a quota  ha


chiuso la giornata a . A conferma
che linguaggio e comunicazione per

una banca centrale sono strumenti


tanto efficaci quanto i tassi, il QE e
le Tltro nella cassetta degli attrezzi.

È proprio il corto circuito creato


da una serie di dichiarazioni in mat-
tinata ad aver mandato in tilt ancora

una volta i BTp, schiacciati sotto il


peso dell’epidemia da coronavirus
e dei suoi impatti tanto sul debito

pubblico e sui conti pubblici quanto


sull’economia. Il primo a parlare,


con il solito tono dal falco accanito,
è stato il governatore della banca

centrale austriaca. Robert Holz-


mann ha detto al quotidiano Der
Standard che la Bce ha raggiunto i

suoi limiti: ha così messo in dubbio


la capacità della banca centrale di
intervenire per contrastare l’impat-

to economico della pandemia. In al-


tri momenti, le parole di Holzmann
sarebbero state liquidate come lo

scontato e ricorrente lamento dei


falchi: ieri hanno avuto l’effetto di
un cerino acceso lanciato in una

polveriera. La Bce è intervenuta


prontamente, smentendo clamoro-
samente il membro del suo Consi-

glio con una rara dichiarazione di-


ramata in mattinata per sottolinea-
re che la banca centrale monitora da

vicino il coronavirus e il suo impat-


to sull’economia e che resta pronta
ad aggiustare tutte le sue misure, in

maniera adeguata. Holzmann, in un


dietrofront altrettanto clamoroso,


ha corretto il tiro, anzi, ha fatto tota-
le retromarcia chiarendo che la Bce

«non ha raggiunto i suoi limiti». A


questo, però, dall’Italia sono arriva-
te dichiarazioni da fonti politiche

secondo le quali il governo non sa-


rebbe disposto a chiedere aiuto al-
l’Eurozona ricorrendo a strumenti

con condizionalità.


Quel che ha mosso i mercati nella
direzione di una ripresa dei prezzi

dei BTp è stato l’acquisto corposo


tramite il Pspp e l’intervista di Sch-
nabel: la banca centrale deve inter-

venire se la liquidità si prosciuga, se


i mercati cessano di funzionare e se
la trasmissione della politica mone-

taria è a rischio. «Ed è esattamente


quello che abbiamo fatto intensa-
mente dallo scorso giovedì. I nostri

acquisti di obbligazioni hanno un
effetto stabilizzante sul mercato».

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I forti


acquisti


di titoli


italiani ieri


nell’ambito


del Qe


mostrano


l’impegno


dell’Euro-


tower


LE RASSICURAZIONI


Bankitalia risponde


alle accuse del NYT:


banche italiane solide


Davide Colombo


Negli ultimi anni le banche italiane si


sono rafforzate, hanno migliorato la


qualità degli attivi, ridotto le esposi-
zioni in titoli sovrani e rafforzato la

loro base patrimoniale. Con un lette-


ra fitta di dati sulle condizioni del no-
stro sistema creditizio il vice diretto-

re generale della Banca d’Italia, Luigi


Federico Signorini, ha risposto ieri a
un articolo del New York Times in cui

si asseriva che per effetto dell’epide-


mia in corso «le banche italiane sono
a un passo da una calamità che po-

trebbe costringerle a un’operazione


di salvataggio». Uno scenario, quello
del quotidiano americano, giudicato

in via Nazionale «alquanto fuorvian-


te» proprio per i significativi raffor-
zamenti che si sono invece registrati

negli ultimi anni.
La missiva parte dai dati più recenti

sugli Npl, il cui peso sul totale dei fi-


nanziamenti in essere, nel quarto tri-
mestre del , si è ridotto all’,%,

contro il ,% rilevato nel periodo cor-


rispondente del , alla vigilia della
crisi finanziaria mondiale. Non solo.

Aggiunge Signorini che «la riduzione


della quota di crediti deteriorati sui
prestiti complessivi totali è prosegui-

ta, anche grazie alle massicce cessioni


effettuate da un elevato numero di
banche». A fine dicembre la quota dei

crediti deteriorati era pari al ,% al


netto delle svalutazioni (è questo il ve-
ro ammontare che grava sui bilanci

delle banche), in calo dal ,% di di-


cembre . Progressi si sono regi-
strati, prosegue la missiva, con le ces-

sioni di titoli di Stato: a fine gennaio


erano  miliardi, pari al ,% del to-
tale degli attivi, mentre all’inizio del

 avevano raggiunto il loro punto


di massimo, pari a  miliardi. «Da
maggio  a gennaio , gli inter-

mediari hanno effettuato cessioni
nette per quasi  miliardi - scrive Si-

gnorini - confermando il proprio ruo-


lo di investitori in controtendenza che
acquistano a basso prezzo nel mezzo

della turbolenza finanziaria per poi ri-


vendere a un prezzo più alto».
Altro dato significativo sulla soli-

dità degli istituti è la base patrimonia-


le: a fine  il coefficiente di CET
medio del sistema era del ,%, un

livello doppio rispetto al . «Lo


scarto fra il coefficiente degli enti si-
gnificativi e la media dell’area dell’eu-

ro si sta riducendo, e attualmente si


attesta a circa un punto percentuale»
annota sul punto Signorini, che poi

prosegue citando le misure appena


varate dal governo con il dl “Cura Ita-
lia”. In particolare sono giudicate rile-

vanti le moratorie sui prestiti a favore


della Pmi, le garanzie pubbliche a
parziale copertura delle esposizioni

che beneficiano della moratoria, gli


incentivi fiscali alla dismissione degli
Npl. Misure che «incentivano le ban-

che a proseguire l’erogazione del cre-


dito all’economia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il peso degli Npl sul totale


credito si è ridotto all’,%,


contro il ,% pre-Lehman


Dal «flight


to quality»


al «flight


to cash»,


in piena


emergenza


i fondi han-


no accelera-


to la fuga


dai bond

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