La Stampa - 23.03.2020

(Elle) #1
FRANCESCO MARGIOCCO

L’

emersione del ne-
ro nel lavoro do-
mestico sarà uno
dei lasciti dell’e-
mergenza corona-
virus. Andrea Zi-
ni ne è certo. «Molte famiglie,
per non rischiare, metteranno
in regola le proprie collaboratri-
ci e badanti». Chi esce per lavo-
rare può essere fermato dalle
autorità, deve mostrare il docu-
mento in cui dichiara di essere
uscito per necessità o motivi di
lavoro, e può subire accerta-
menti. «Molti datori di lavoro
stanno già provvedendo alla re-
golarizzazione». Per il resto, Zi-
ni, vicepresidente dell’Associa-
zione nazionale dei datori di la-
voro domestico, Assindatcolf, è
poco ottimista. Ad eccezione
delle colf e badanti che vivono
nelle case dei loro datori di lavo-
ro, e che sono il 35% della cate-
goria, il lavoro domestico è rite-
nuto ad alto rischio per l’alta
esposizione ai contatti interper-
sonali. Dopo il personale sanita-
rio, la polizia e i corrieri, è, a li-
vello mondiale, una delle classi

di lavoratori più sensibili al vi-
rus, secondo un’indagine del
New York Times. La via mae-
stra indicata da Zini è lasciare,
in questa fase, il lavoratore do-
mestico a casa sua pagandogli
lo stipendio. Non tutti posso-
no permetterselo, e l’alternati-
va, esauriti i giorni di ferie e
permessi retribuiti (su cui ser-
ve un accordo scritto tra le par-
ti), è il licenziamento. In que-
sto caso, lavoratrici e lavorato-
ri hanno diritto alla Naspi, l’in-
dennità mensile di disoccupa-
zione, pari al 75% della retri-
buzione media mensile degli
ultimi quattro anni, sempre
che fossero assunti in regola.
Altri paracaduti non ne han-
no, visto che il decreto Cura Ita-
lia li esclude dalla cassa inte-
grazione in deroga. «Una di-
scriminazione», dice Luciana
Mastrocola, responsabile del-
la contrattazione del lavoro do-
mestico per la Filcams Cgil. Al
posto della cassa, dovrebbero
beneficiare del Reddito di ulti-
ma istanza o Rui, nuova inden-
nità che il ministro del Lavoro,
entro metà aprile, dovrà disci-

plinare. «Con un limite di spe-
sa di 300 milioni per il 2020, e
una platea di tanti lavoratori
dipendenti e autonomi, in ta-
sca arriverà poco», prevede
Mastrocola. Alle colf e badanti
che in questi giorni continua-
no a lavorare, il decreto ricono-
sce un premio di 100 euro «che
dovrà essere recuperato in fa-
se di dichiarazione dei redditi
e non in busta paga, non essen-
do il datore di lavoro sostituto
d’imposta», dice Zini.
Per le famiglie che restano
senza colf, esiste il congedo pa-
rentale straordinario di 15
giorni, per entrambi i genitori
purché a giorni alterni, con di-
mezzamento dello stipendio
se hanno figli sotto i 12 anni, o
senza stipendio se hanno figli
tra i 12 e i 16 anni. Chi ha figli
sotto i 12 anni può, invece del
congedo, ricevere 600 euro, o
1.000 se lavora nel settore sa-
nitario, della sicurezza o del
soccorso pubblico, in voucher
da 10 euro l’uno, da spendere
in servizi di baby sitting o colla-
borazione domestica. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

FEDERICO MERETA

D

ue mesi fa, il 22 gen-
naio, si è riunita per
la prima volta la Ta-
sk Force del ministe-
ro della Salute per
contrastare l’allora
lontano pericolo del coronavirus.
Oggi, due mesi dopo, viviamo
nell’emergenza con la speranza
di veder scendere la curva dei con-
tagi e di veder fermare il numero
dei decessi. È il momento della re-
sponsabilità. Non bisogna uscire,
se non per seri motivi di salute o
di lavoro e per la sussistenza, e oc-
corre soprattutto osservare scru-
polosamente l’igiene personale e
mantenere puliti gli ambienti.
Contro il Sars2_CoV-2019, co-
munque, la scienza aumenta le
sue conoscenze. Crescono i far-
maci che possono aiutare nei casi
gravi e sono partite le prime speri-
mentazioni cliniche sui vaccini.
Ma ci sono ancora tanti punti
oscuri su un “nemico” invisibile:
proviamo a chiarirne qualcuno
(box a lato), grazie all’aiuto di Fa-
brizio Pregliasco, virologo
dell’Università di Milano.—
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dubbi e risposte

LA GUIDA


SULL’ACCESSO


AGLI AIUTI


LE MISURE NEL DECRETO

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8

Sono sospesi dal decreto Cura Italia i
termini di versamento dei contributi
previdenziali e assistenziali e dei premi
per l'assicurazione obbligatoria dovuti
dai datori di lavoro domestico in scaden-
za tra il 23 febbraio e il 31 maggio. Non
è previsto rimborso di quelli già versati.
I pagamenti dei contributi previdenziali
e assistenziali e dei premi per l'assicura-
zione obbligatoria sospesi, andranno ef-
fettuati entro il 10 giugno, senza appli-
cazione di sanzioni e interessi.

I NODI SUL TAVOLO

Per la salute delle famiglie e di chi le
aiuta, la scelta più sicura è sospende-
re l’attività, salvo quel 35% di casi in
cui badanti e colf vivono con i datori
di lavoro. Ma sospensione può essere
sinonimo di licenziamento, visto che
il decreto Cura Italia esclude il lavoro
domestico dalla cassa integrazione
in deroga, che pure estende ai dipen-
denti di quasi tutti i settori produttivi.
Resta il Reddito di ultima istanza o
Rui, che però è ancora da definire.

LA QUESTIONE SICUREZZA

Chi lavora in casa d’altri ha diritto, di-
ce il contratto nazionale, a un ambien-
te “sicuro e salubre”, e il suo datore di
lavoro deve informarlo circa eventua-
li rischi sopravvenuti. L’emergenza
coronavirus è un rischio. Ma nel setto-
re domestico manca un protocollo co-
me quello firmato due settimane fa
per le aziende da Confindustria e sin-
dacati, che raccomanda il ricorso a fe-
rie, congedi, e la sospensione delle at-
tività non indispensabili.

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CHI RIGUARDA

Sono circa 800 mila le badanti e colf
in regola, e 1,2 milioni quelle in nero,
secondo l’associazione datoriale As-
sindatcolf. Lavorano per l’8,3% degli
italiani, oltre 2 milioni di famiglie, e
muovono 19 miliardi, l’1,5% del Pil.
Sono in maggioranza donne,
l’88,3%, secondo uno studio dell’al-
tra associazione datoriale, Domina, e
al 73,1% straniere. Le badanti sono
più numerose nel Centro Nord, le colf
in Lombardia e Lazio.

5 6 7

Risposta difficile. Ci sono stati casi in
cui il virus si è ripresentato, ma non
sappiamo se non si sia trattato di in-
fezione presente che si è manifesta-
ta di nuovo. Gli studi sulla Sars dico-
no che in media la protezione si man-
tiene almeno 3-4 anni prima di nuo-
va infezione nella stessa persona.

Non ci sono farmaci specifici. Si è
puntato sulla clorochina e su inibitori
delle proteasi impiegati nella cura
del virus HIV. Poi si è iniziato a impie-
gare remdesivir, che ha dato risultati
incoraggianti nei confronti del virus
Ebola. Per la polmonite indotta dal vi-
rus si utilizza anche tocilizumab.

Due mesi dopo, cosa sappiamo di più


Oltre metà dei contagiati non manifesta sintomi


Gli studi in laboratorio hanno parlato
anche di 9 giorni, con differenze tra
le diverse superfici. Però in pratica
non si superano le 4-6 ore di soprav-
vivenza nella vita reale e in 4 ore si di-
mezza la carica virale, per cui la tra-
smissione si riduce. Ma è importante
lavarsi sempre con cura le mani.

La percentuale è elevata: tra il 50 e il
70% in base alle diverse rilevazioni
epidemiologiche in contesti geografi-
ci limitati. Si tratta di individui che
possono avere solo fastidi leggeri le-
gati all’infezione, simili al normale
raffreddore o a una leggera influen-
za, ma in grado di contagiare.

INSERTO A CURA DI MASSIMO RIGHI,
CARLO GRAVINA E FRANCESCO MARGIOCCO

Il virus può contagiare anche i bambi-
ni e ne abbiamo la prova. Ma è certo
che i piccoli e i giovani tendono a ma-
nifestare sintomi più lievi, se non a ri-
sultare del tutto asintomatici. Acca-
deva anche con la Sars. Attenzione
però: l’infezione è comunque presen-
te e il rischio di contagio esiste.

Non è ancora chiaro, ma è vero. Ri-
spetto ai primi dati di Wuhan, la situa-
zione è leggermente diversa. Forse
potrebbero essere implicati meccani-
smi genetici: il recettore ACE2 cui si
lega il virus è sul cromosoma X: la
donna ne ha due, il maschio uno; quin-
di potrebbe risultare più protetta.

Questa definizione esprime il tem-
po tra il momento dell’infezione e la
manifestazione dei primi sintomi,
quando questi sono presenti. Me-
diamente è intorno ai cinque giorni,
con un periodo che varia in media
tra i due e gli undici giorni, ma può
arrivare anche a quattordici giorni.

Il virus può essere responsabile diret-
tamente del decesso (0,6% dei casi,
secondo i dati dell’Istituto Superiore
di Sanità del 17 marzo) o essere sta-
to la “goccia” che ha fatto trabocca-
re il vaso. Rischia di più l’anziano, chi
soffre di malattie cardiovascolari o
respiratorie, chi fuma.

Quanto resiste il virus
sulle superfici?

Qual è la percentuale
degli asintomatici?

HA COLLABORATO FEDERICO MERETA
REALIZZAZIONE GRAFICA ENRICO FACCINI

Ci sono meno rischi
per i bambini?

Perché muoiono
più uomini che donne?

Quanto dura il periodo
di incubazione?

Il caso del lavoro domestico


Badanti e baby sitter, sulle ferie serve l’accordo


Quanti sono morti
solo per l’infezione?

Chi è guarito si può
ammalare di nuovo?

Quali sono i farmaci
risultati più efficaci?

VI LASTAMPALUNEDÌ23 MARZO 2020


T1

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