La Stampa - 23.03.2020

(Elle) #1
Alice Rolando, Vice Questore e runner

“La corsa aiuta quando

si devono prendere

decisioni importanti”

LA STORIA

ANDREA JOLY

U


n sacco da boxe co-
me unico compa-
gno di allenamenti.
Sono tanti i calciato-
ri granata che in questi giorni,
continuando la preparazione
atletica in solitudine da casa,
si sono dedicati al pugilato.
Pugni, spostamenti, ripetute:
il calcio in casa Toro si è iscrit-
to definitivamente al club dei
guantoni. Una disciplina nobi-
le e solo in apparenza distante
dal calcio. Rincon, Sirigu e Ro-
sati sono stati i primi calciato-
ri del Torino ad essersene ac-
corti, ma altri vogliono unirsi
agli allenamenti. Come ha fat-

to il loro cugino bianconero
Bentancur. A curare ogni det-
taglio della boxe granata c’è
Marco Calandretti, coach e di-
rettore sportivo della Kombat
Sport Moncalieri: «Sono due
sport complementari per mol-
ti aspetti. Con i calciatori mi
concentro soprattutto su eser-
cizi funzionali per l’elasticità,
la coordinazione motoria, i ri-
flessi e il tempo di risposta».
L’ideale per un portiere, ma
non solo: «Chiaramente Siri-
gu e Rosati, ma anche Ichazo
che si era iscritto negli scorsi
anni quando era ancora al To-
ro, hanno i benefici maggiori:
il loro ruolo si basa sulla poten-
za di reazione e sui riflessi. Ma
non serve solo a parare, anche
per i giocatori in movimento

aiuta molto». Il segreto sta nel
far partire la forza della gioca-
ta dal pavimento: «Molti pen-
sano che il pugilato sia un la-
voro di braccia, ma non è asso-
lutamente così. Il pugno è so-
lo il mezzo finale della forza
che arriva da tutto il corpo,
passando dal terreno. Saperla
utilizzare è utile per una sma-
nacciata, ma anche per un tiro
e uno spostamento».
La differenza, nel pugilato,
si basa sulla struttura fisica
tra longilinei e brevilinei. È co-
sì anche nel calcio: «Con i pri-
mi, che in campo sono spesso
portieri e attaccanti, lavoria-
mo sull’esplosività in movi-
mento e cambi di direzione
continui. Per gli altri ci si con-
centra sul tronco e la potenza,
un lavoro ideale per i terzini e
i mediani». Ogni giocatore ha
una scheda individuale in ba-
se alle sue esigenze. E quella
della squadra: «Vengono in
media due volte a settimana,
ma ci organizziamo sempre in
base a date e orari di allena-
menti e partite: la loro forma
deve essere perfetta per quan-
do scendono in campo. Il più
forte? «Meglio non dirlo, me-
nano forte tutti e tre». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALMA BRUNETTO
Quando si toglie l’unifor-
me, Alice Rolando viceque-
store aggiunto del commis-
sariato Barriera di Milano,
diventa una runner. «La
corsa è resistenza e disci-
plina di vita, ti abitua ai sa-
crifici e a curare l’alimenta-
zione». Anche se il tempo a
disposizione è veramente
risicato.
Il suo è un ruolo che ama
e allo stesso tempo molto
impegnativo: almeno
13-14 ore di lavorosempre
in prima linea ed operati-
va. Sotto il suo comando ci
sono 65 agenti, 8 le donne,
che operano in una zona
tra le più problematiche
della città. Ma la dirigente

ha un altro compito, altret-
tanto gravoso. Si occupa
dell’ordine pubblico in oc-
casione degli eventi ed è a
stretto contatto con il Gabi-
netto della questura. Ed ec-
co che correre tre volte alla
settimana alla Colletta o in
collina, almeno 10 chilome-
tri, è un vero toccasana. «E’
una bella forma mentis,
per affrontare le situazioni


  • dice - pensare alle strate-
    gie per l’attività lavorativa
    ed elaborare i contesti da af-
    frontare».
    Lo sport ha sempre ac-
    compagnato la vita della
    poliziotta, 58 anni, laurea-
    ta in giurisprudenza, che
    ha iniziato la sua lunga e
    brillante carriera nel 1986,


con il primo corso a Vicen-
za che ha aperto le porte al-
le donne. Ha giocato a ba-
sket, è arrivata fino alla se-
rie C e ogni tanto tira due
calci al pallone, ha corso 15
maratone (anche quella di
New York) e il suo personal
best l’ha siglato a Ragusa
con 3h29’. «Sono sempre
stata amica della professo-
ressa Giuliana Frigerio (sto-

rica podista torinese) e
quando andavo a casa sua
vedevo con una punta di in-
vidia coppe e trofei conqui-
stati. Così ho iniziato a cor-
rere, la mia prima corsa in
montagna a Coazze è stata
una faticaccia. Per una setti-
mana ho avuto le gambe
doloranti». Le corse in mon-
tagna sono sempre state la
sua passione e negli anni
ne ha corse molte, prima
con lo scomparso team Co-
rona e poi nella squadra
della Polizia di Statofonda-
ta nel 1990, confluita poi
nel Gruppo sportivo Inter-
forze.
Lavoro duro quello di Ali-
ce, che ha dedicato la sua vi-
ta alla polizia «E’ un impe-
gno totalizzante, che mi la-
scia poco tempo per la so-
cialità, in compenso mi of-
fre la possibilità di metter-
mi sempre in gioco ed esse-
re sempre aggiornata, per-
ché lavoro con un gruppo
giovane». Il suo sogno nel
cassetto? Dedicare molto
più tempo alla corsa e riten-
tare una maratona. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PAOLO ACCOSSATO
C’è una lettera su facebook
scritta ancora a mano, pro-
prio come una volta. E’ indi-
rizzata «a tutti quei bimbi e
ragazzi che sono a casa e
non possono calpestare i
campi da calcio in questo
momento di difficoltà». A
scriverla Enrico D’Avenia
che dello scrittore è solo
omonimo ma con cui condi-
vide la passione per la tra-
smissione di valori. D’Ave-
nia è stato un istruttore di
calcio, ha tirato su genera-
zioni di giovani calciatori al
Barcanova ai tempi di Rabit-
ti, quando il Barca era anco-
ra in via Centallo dove su
quel campo in terra battuta
passavano i campioni della
Coppa Primavera. Fino a
qualche anno fa ha operato
al Mercadante, la società di
Barriera di Milano di Simo-
ne Loria e oggi, in pensione,
volge un pensiero ai tanti
bambini che giocano a pallo-
ne, come se fossero ancora
suoi.
Nella lettera ci sono consi-
gli paterni e tecnici di come
impiegare bene il tempo con
il pallone anche tra il sog-
giorno e il salotto, chiara-
mente senza fare danni. E co-
sì tra salti con la corda, stret-
ching, palleggi con una pal-
la di spugna «per non perde-
re dimestichezza e sensibili-
tà con il piede» consiglia an-
che l’utilizzo di una “palla da
forca”, un attrezzo che non
si utilizza più e che consiste
in un pallone legato ad una
corda appesa da colpire più
volte alternativamente con
il destro e il sinistro per mi-
gliore il tocco. Strumenti an-
tichi in una emergenza pur-
troppo attualissima. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le giovanili

L’Under23 bianconera intensifica i carichi
E c’è chi fa il testimonial per l’emergenza

Stanno tutti bene i calciatori
delle giovanili della Juven-
tus. Non solo la prima squa-
dra, ma anche i giovani bian-
coneri potranno cominciare
a incrementare i carichi di la-
voro individuale. C’era pre-
occupazione per l’Under 23
di Fabio Pecchia che un mese
fa aveva incrociato la Piane-
se, prima squadra del calcio
professionistico con calciato-
ri risultati positivi. Ma tutto è
andato per il meglio: la se-
conda squadra della Juven-

tus si sta già preparando, ri-
gorosamente da casa con l’a-
iuto dello staff, per un presto
ritorno. Anche se le speranze
di riprendere a giocare nel
breve termine sono poche.
Sui social, intanto, capitan
Alcibiade, Coccolo, Olivieri e
gli altri hanno condiviso dei
video per continuare a contri-
buire alla raccolta fondi per
gli ospedali torinesi: un ap-
pello colorato di bianconero
per i tifosi e non solo.A.JOL. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I portieri del Toro Siri-
gu (a sinistra in foto) e
Rosati, ma anche Rin-
con (foto qui sopra) e
un bianconero come
Bentancur frequenta-
no corsi specialistici di
pugilato.

Molti i giocatori del Toro che si allenano con i fondamentali del pugilato

Dal paratutto Sirigu a Rincon


È granata il club dei guantoni


Alice Rolando, 58 anni

consigli

Palla di spugna

o appesa

Metodo antico

per neo talenti

38 LASTAMPA LUNEDÌ23 MARZO 2020

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