Il Sole 24 Ore - 23.03.2020

(Nancy Kaufman) #1

12 Lunedì 23 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


PROFESSIONI

MERCATO

REAL ESTATE .casa


.professioni .casa —LUNEDÌ .salute —MARTEDÌ .lavoro —MERCOLEDÌ nòva.tech —GIOVEDÌ .moda —VENERDÌ .food —SABATO .lifestyle —DOMENICA


Evelina Marchesini

L


a liquidità del settore im-
mobiliare internazionale
sembra oggi «una goccia
d'acqua su una roccia ro-
vente». Sarà pur vero che i
singoli operatori si affret-
tano a dichiarare, in pubblico, che
passato il breve periodo tutto andrà
bene. Ed è anche quello che ci augu-
riamo tutti. Ma, a porte chiuse e a tu
per tu, i big player dell’immobiliare
sono molto più espliciti e meno tran-
quilli. Lo dimostrano una serie di e-
meeting organizzati dal Gri (Global
real estate institute) che in questi
giorni difficili ha connesso in confe-
renze online i più importanti operato-
ri del settore, la cui sintesi, contenuta
in un documento riservato, Il Sole 
Ore è in grado di divulgare.
La buona notizia è che molti ope-
ratori si dichiarano ancora moderata-
mente ottimisti e contano sul fatto
che si vedranno segni di ripresa entro
 mesi, ma solo a determinate condi-
zioni. Condizioni che dipendono in
prima battuta dal comportamento dei
governi e delle banche sul fronte dei
finanziamenti, perché uno scenario
di “lenders no lending” (letteralmente
prestatori che non prestano) sarebbe
fatale. Molti infatti - e questa è la noti-
zia meno buona - si dimenticano di
far notare che nella maggior parte dei
Paesi sviluppati il ciclo immobiliare è
già molto vicino alla fase finale e che
una impacciata gestione del Covid-
a livello finanziario sarebbe il classico

colpo di grazia che, anziché lasciar at-
terrare morbidamente i mercati, li fa-
rebbe precipitare in una recessione,
che in alcuni casi sarebbe addirittura
profonda.
I grandi del real estate però sottoli-
neano anche che sono loro stessi ad
avere un’altra parte di grande respon-
sabilità, perché le misure che verran-
no adottate oggi per rispondere al-
l’emergenza saranno fondamentali
nel determinare le reazioni, ed
un’eventuale resilienza, domani, alla
fine del propagarsi selvaggio del virus
sul pianeta.

Quali misure?
Dipende dai settori e qui possiamo fa-
re alcuni esempi pratici. Nel retail è
importantissimo mettere in atto fin
da ora strategie volte a sostenere gli
affittuari degli spazi (quindi i negozi)
sia in termini di flessibilità dei canoni
che di supporto commerciale. Oppu-
re, nell’alberghiero bisogna approfit-
tare della battuta d’arresto e delle
chiusure forzate per anticipare piani
di ristrutturazione e ammoderna-
mento degli immobili.

L’impatto immediato
Per il brevissimo termine molti ope-
ratori concordano che non ci siano
particolari fattori di ostacolo agli in-
vestimenti, almeno fino a quando i ti-
mori di recessione economica non
vengano supportati da dati certi. Ov-
viamente i nuovi investimenti vanno
valutati con ancora maggior pruden-
za ma gli investimenti cosiddetti “co-

re” non hanno motivo di soffrire nel
brevissimo periodo. Al contrario pos-
siamo aspettarci una frenata di quelli
“opportunistici”, che per loro natura
hanno senso solo in un’ottica di liqui-
dazione con capital gain nel breve-
medio periodo, al contrario di quelli
“core” che sono a lungo termine.
A livello geografico la distinzione
viene fatta tra i Paesi che hanno soffe-
renze immediate sull’immobiliare tu-
ristico e retail, come l’Italia, la Spagna
e il Portogallo e quelli che devono in-
vece fare i conti con la rottura della
supply chain dalla Cina e dagli altri
Paesi asiatici.
In termini di settori, l’hospitality e
il turismo avranno bisogno di piani di
emergenza e, come accennato, do-
vranno approfittare dell’immobilità
per rinnovarsi. Nel retail e negli uffici
vedremo gli inquilini in affanno, che
avranno bisogno di riprendere fiato,
e di conseguenza mancati pagamenti
dei canoni nell’immediato che però,
se ben gestiti, saranno poi archiviati.

Buy, buy or goodbye?
Comprare o vendere, questo sarà il di-
lemma. Passato il breve periodo, cosa
succederà? Su questo punto la comu-
nità internazionale del real estate è
divisa. Da un lato ci sono coloro che
pronosticano uno scenario di oppor-
tunità di acquisto, con opzioni mi-
gliori rispetto ad oggi (visto che gli as-
set di qualità ormai sono quasi spariti,
chi li ha li tiene in portafoglio). I player
che potranno contare su una buona
liquidità probabilmente potranno an-

che godere di buone opportunità di
acquisto in seguito alle crisi derivanti
dal corona virus. Dall’altro lato ci sono
invece i protagonisti preoccupati del-
lo scenario futuro, soprattutto sul
fronte delle strategie che verranno
messe in atto dagli investitori istitu-
zionali. Questi - principalmente i fon-
di pensione e le società assicurative e
gli investitori private - mixano il real
estate nei propri portafogli e un cam-
biamento del peso del real estate an-
che solo di qualche punto percentuale
si traduce in flussi enormi di capitali
a favore o a sfavore dell’immobiliare.
In questo senso un “goodbye” degli
istituzionali immetterebbe molta of-
ferta su un mercato alle prese proba-
bilmente con una crisi di liquidità..

Chi perde e chi meno
In termini di settori più colpiti c’è in-
vece una maggiore unità di vedute. A
soffrire di più saranno l’hospitality e
il turismo, per le ovvie conseguenze
dell’isolamento e, più nel lungo ter-
mine, di una certa diffidenza ad anda-
re lontano. Poi viene il retail, con cen-
tri commerciali e negozi che ovvia-
mente agonizzano in seguito alle
chiusure di oggi e, più nel medio peri-
odo, risentiranno dell’inasprirsi della
concorrenza delle vendite online. Poi
vengono gli uffici: già, non sono im-
muni, soprattutto perché il Covid-
ha spalancato i cancelli delle meravi-
gliose opportunità dello smart
working. Tornare indietro esatta-
mente al punto di partenza, si sa, è
sempre difficile. Quindi gli spazi di la-

voro verranno ridotti, saranno privi-
legiati gli edifici più moderni, ci sarà
una guerra al ribasso dei canoni. Il re-
sidenziale e la logistica, invece, po-
trebbero addirittura guadagnare po-
sizioni. Della logistica parliamo nel-
l’altro articolo in questa pagina, ma il
residenziale? Ovviamente gli opera-
tori guardano al residenziale come
asset class, non al singolo apparta-
mento in affitto in stile italiano. Il re-
sidenziale allargato - che comprende
student housing, residenze sanitarie,
social housing etc. - viene percepito
come un investimento anti-ciclico e
quindi su questo fronte i player del
real estate non manifestano preoccu-
pazioni, anzi.

I portafogli istituzionali
In questo contesto vale la pena soffer-
marsi sul peso del real estate nei por-
tafogli istituzionali. Per scattare que-
sta fotografia, prendiamo i dati da In-
rev (Associazione europea degli inve-
stitori in veicoli immobiliari non
quotati). Nel suo ultimo report Inrev
evidenzia un peso del real estate non
quotato pari all’,% nei portafogli
degli investitori istituzionali a fine
, contro l’,% del . La ten-
denza, prima del Covid, era di un ulte-
riore aumento, con una previsione di
 miliardi di euro di investimenti
nell’immobiliare europeo nel ,
 miliardi in più che nel . Un pic-
colo spostamento percentualsi tradu-
ce in grandi investimenti. Che però
oggi sono tutti da rivalutare
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Speciale coronavirus. I pareri dei big del settore


all’e-meeting di Global real estate institute


Per il mercato


immobiliare


ripresa forse


tra un anno


Post Covid-19. Il mercato degli uffici potrebbe risentire dell’aumento del ricorso allo smart working

La logistica regge all'impatto del Covid- ed è il settore
che sta reagendo meglio agli effetti dell'emergenza sani-
taria internazionale. In particolare quella ad uso CeDi,
Pharma e a servizio dell'e-commerce, che proprio grazie
all'impennata degli acquisti online, fatti dalla popolazio-
ne rimasta in casa, potrebbe registrare un altro anno di
crescita. «Infatti, la propulsione esercitata dall'e-com-
merce e la grande connettività dei dati sta incoraggiando
la domanda di infrastrutture base, proprio come i locali
a destinazione d'uso logistico» fanno sapere da World
Capital real estate group.
Secondo le stime del gruppo Triboo (che opera nell'e-
commerce BB), nel periodo impattato dal Covid- si è
verificato un incremento del % dei volumi di transazioni
per il commercio online e in questi giorni, segnati dall'epi-
demia del coronavirus, i ritmi della logistica, soprattutto
dei CeDi (sono i centri di distribuzione delle
catene di supermercati e ipermercati, che
stoccano le merci e alimentano poi giornal-
mente i diversi punti di vendita), si fanno
sempre più serrati, al fine di continuare a ga-
rantire il rifornimento dei beni primari ed es-
senziali, all'interno di supermercati e farma-
cie. Nelle ultime settimane, infatti, il boom di
ordini da parte delle catene distributive pre-
senti nelle aree interessate dal fenomeno ha
messo a dura prova la filiera logistica. «Ci tro-
viamo difronte ad un effetto “prevenzione e
salute”, con un aumento delle vendite nel parafarmaceu-
tico (+%), ed un effetto “stock”, con l'incremento di
alcune categorie della drogheria alimentare a lunga con-
servazione, come quella della pasta cresciuta del +,%
secondo i dati elaborati da Nielsen, multinazionale di mi-
surazione e analisi dati» continuano da World Capital re.
Anche la logistica dei trasporti e delle spedizioni è resi-
liente, la circolazione e la distribuzione delle merci, so-
prattutto dei beni primari, non può fermarsi in questo
momento così critico. È importante tuttavia tutelare an-
che l'occupazione di questa categoria di lavoratori, che
svolgono un servizio essenziale per la popolazione. Un
comparto dunque, quello della logistica, che seppur se-
gnato dall'epidemia non si ferma, cerca di continuare a
operare nel rispetto delle varie disposizioni emanate per
contenere il contagio. «Lo scenario non è ancora del tutto
nitido, per comprendere cosa stia davvero succedendo
nel settore immobiliare e quali saranno le ripercussioni
di Covid- – dichiara Andrea Faini, Ceo di World Capital
–. Anche in un momento così delicato per il nostro Paese,
proprio come la logistica dobbiamo andare avanti e non
fermarci. Se i flussi di merce non funzionano, infatti, si
rischia il collasso dell'intera economia. Anche noi non ci
siamo fermati e, come molte altre società, abbiamo deciso
di adottare forme di lavoro agili e flessibili, in modo da
continuare ad essere presenti per i nostri clienti, rispet-
tando le indicazioni di prevenzione date».
—Ev.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI EFFETTI DELL’EMERGENZA

IN CONTROTENDENZA

La logistica regge bene


al colpo del Covid-


e riesce anche a crescere


Digitalizzazione. Le planimetrie
online sono un aiuto prezioso
per le mediazioni a distanza

Lo stop forzato può essere utilizzato per
aggiornare i sistemi interni, migliorare le
competenze, progettare nuovi prodotti e
servizi audio e video.

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Gli agenti immobiliari


si stanno attrezzando


per il post crisi: più


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La diffusione
degli acquisti
su internet
ha dato
senz’altro
un impulso
notevole
al comparto

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