L\'Espresso - 22.03.2020

(WallPaper) #1
Italiavirus / La prima linea

ne: la rapidità del peggioramento dei
quadri clinici ci ha sconcertati. Pazienti
che in quarantotto ore passano dal rico-
vero sintomatico, a un po’ di ossigeno, poi
all’ossigeno da alti flussi, poi alla rianima-
zione. E la frustrazione di non riuscire a
fare nulla. Avevo bisogno di risposte e mi
sono fatta aiutare da una psicologa. Il
burn out, lo stress da esaurimento emoti-
vo del personale sanitario, ma anche
quello dei parenti, nessuno lo sta pren-
dendo in considerazione. Ormai ci porta-
no casi gravi che vanno subito intubati,
con saturazione a settanta, settantacin-
que per cento. Arrivano in ambulanza, in
macchina accompagnati dai familiari,
perfino a piedi. Altro che anziani. Sono
trentenni, quarantenni. Stanotte abbia-
mo intubato una ragazza di ventotto an-
ni. Ho colleghi ricoverati di trentacinque
e quarantacinque anni».
Nemmeno la paziente-uno di Fabiola
era anziana. «Una signora di quarantotto
anni. Aveva 38,2 di febbre, non altissima»,
racconta: «Era ancora febbraio. La matti-
na vado a valutarla. La vedo un po’ strana,
lei chiede di andare in bagno. Per fortuna
rimango in stanza. Esce dal bagno e col-
lassa, con un colore del volto terribile. Lì
ho capito che Covid-19 non era esatta-
mente un’influenza, come sosteneva
qualche irresponsabile. Il tracollo è im-
provviso. Sono rimasta accanto a lei. Ab-
biamo imparato, cerchiamo di anticipare


le brutte sorprese. Ma poi è difficile pren-
dere sonno. Le notti sono complicate per-
ché tornano le immagini che hai vissuto e
non riesco ad addormentarmi. Anche do-
vermi separare da mio figlio è stato fati-
coso. Pensavo di gestirla diversamente. È
incredibile vedere tutto questo in una so-
cietà come la nostra, che si credeva invin-
cibile».
Anche a Bergamo il dramma corre nelle
chat di medici e infermieri. «Siamo in un
inferno», scrive Alessandro dall’ospedale

TAGLIO ALTO MAURO BIANI

Brescia. Nelle due
immagini a destra,
medici e infermieri
nella tenda del triage
dove vengono fatti
i tamponi ai pazienti,
davanti all’ospedale
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