Italiavirus / Economia shock
nomia reale, dalle aziende. Il coronavi-
rus ha bloccato migliaia di imprese di ogni
dimensione, dalle multinazionali alle bot-
teghe artigiane, a cui si aggiunge un eserci-
to di partite Iva che per mesi si vedranno
private del loro reddito. Per l’Italia è una si-
tuazione senza precedenti. Di conseguen-
za, nei prossimi mesi, verrà registrato un
fortissimo aumento del numero di persone
e di imprese che non saranno in grado di
pagare i propri debiti, compresi i mutui per
l’acquisto della casa. Le banche dovranno
quindi far fronte a un incremento di quelli
che in gergo vengono deiniti crediti dete-
riorati. Per limitare i danni al bilancio, gli
istituti diventeranno più prudenti, dimi-
nuendo il lusso di inanziamenti ai clienti
proprio quando questi ne avrebbero più bi-
sogno. Le diicoltà delle aziende non po-
tranno quindi che aumentare e questo in-
nescherà una nuova stretta sui prestiti.
Una spirale di questo tipo, se protratta a
lungo nel tempo, è in grado di dare il colpo
di grazia all’economia. Ecco perché il go-
verno, con il decreto varato lunedì 16 mar-
zo, ha stanziato una serie di misure che
danno ossigeno alle imprese e ai redditi
personali. Sono posticipate le scadenza i-
scali. Chi resta senza lavoro potrà fare ai-
damento su ammortizzatori sociali, a co-
minciare dalla cassa integrazione estesa a
tutte le categorie, per un totale di 5 miliar-
di. E per dare una mano ai debitori in dii-
coltà, lo Stato, a particolari condizioni, si
farà carico per alcuni mesi ( ino a sei) an-
che delle rate di prestiti e mutui. La rete di
sicurezza predisposta dall’esecutivo avrà
l’efetto di attutire l’impatto del contagio
sul sistema Paese destinato ad andare pe-
santemente in recessione nel corso di
quest’anno.
Il colpo sarà comunque molto duro an-
che sui bilanci degli istituti di credito. Nei
giorni scorsi numerosi analisti si erano
esercitati a prevedere le possibili riduzioni
dei proitti delle banche quotate in Borsa.
Una ricerca di Equita sim, per esempio, ve-
deva gli utili dell’intero settore creditizio
ridursi in media del 15 per cento. Gold-
man Sachs, il colosso inanziario Usa, ha
invece previsto una diminuzione del 22
per cento dei proitti per tutto il comparto.
Va detto però che queste ipotesi erano sta-
te formulate poco prima di metà marzo,
ipotizzando una contrazione del Pil italia-
no intorno al 2 per cento per quest’anno.
Adesso però, a oltre un mese dall’inizio
dell’emergenza Coronavirus senza che si
intraveda un percorso verso il ritorno alla
normalità, perino le analisi più ottimiste
ritengono probabile una recessione ben
più severa. Non è un caso che la lobby ban-
caria si sia messa in moto per tempo con
l’obiettivo di ottenere in sede europea e
anche nazionale una serie di misure per
contenere i danni sui bilanci. La Bce ha ri-
sposto alleggerendo le prescrizioni sui pa-
rametri di patrimonio che i gruppi crediti-
zi sono obbligati a rispettare. In altre paro-
le, e sempliicando al massimo, le banche
avranno più spazio di manovra in bilancio
per far fronte al prevedibile aumento dei
crediti a rischio. Sono state anche modii-
cate le condizioni a cui la Bce presta dena-
ro ai singoli istituti. Lo scopo di questo
provvedimento è uno solo: aumentare al
massimo la liquidità destinata in seconda
battuta a inanziare le imprese.
Già nel settembre dell’anno scorso, la
Bce era tornata a rendere più facile e con-
veniente l’accesso ai propri inanziamenti.
Con le novità annunciate giovedì 12 mar-
zo dalla presidente Christine Lagarde, l’i-
stituto di Francoforte, grazie agli interessi
CHRISTINE
LAGARDE
La presidente della
Bce ha deciso un
trattamento di estremo
favore per gli istituti
che si faranno prestare
denaro da destinare alle
imprese, per garantire
il lusso di denaro verso
l’economia reale
CARLO MESSINA
Da sette anni è il
numero uno di Intesa
Sanpaolo, primo
gruppo bancario per
numero di sportelli e
per quota di mercato
nel nostro Paese