CorrieredellaSera Sabato21Marzo2020
LIBERITUTTI
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Verosimile oadismisura,confrontidiarchitettura
IlibridiMolinarieGambardella,osservatoridiun’ItaliachedeveritrovarelaBellezza
L
astanza dell’architettoè
pienazeppa di modelli-
ni, plastici e disegni.Per
la serie, non raccontatela pro-
prio a Cherubino Gambardel-
la che laconfusionaria arti-
gianalità non esiste più in chi
progetta. «Hocostruito addi-
rittura un laboratorio di lau-
rea che ha prodottoventicin-
que tesi a partire da altrettanti
libri scelti daicandidati», os-
serva l’architetto ed insegnan-
te di Progettazione architetto-
nicaall’Università degli studi
della Campania «LuigiVanvi-
telli».
La stessa università nella
quale insegna l’architettoLu-
ca Molinari. E, strano mavero,
entrambi hanno appena pub-
blicatounlibro. «Nonc’era
una volta. L’architetturavero-
simile», edito da LetteraVen-
tidue, è quello di Gambardel-
la, mentre «Dismisura. Lateo-
ria eilprogettonell’architet-
tura italiana», pubblicatoda
Skira, è iltesto di Molinari.
Se si somigliano? Piuttosto,
si prendono,emoltobene:
«L’idea di raccoglierequesti
miei scritti sull’architettura
italianaèfruttodei suggeri-
menti del mio amicoecom-
pagno di viaggio, Gambardel-
la: direi che tutti e due, dalle
stanzedell’università napole-
tana, guardiamo ilPaese da
un puntodivista completa-
mente diverso», racconta Mo-
linari, secondo il quale, se la
dismisuraèilparadossale
puntodebole del fareuna
brutta architettura, occorre ri-
partire dalle università,come
luoghi permanenti diforma-
zione e di educazione alla bel-
lezza, pertornareameravi-
gliarsi.
«La meraviglia genera nar-
razione, dacondividerecon
gli altri e lascia il segno», ag-
giunge l’architettolombardo
e napoletano d’adozione, uni-
versitaria.
Napoletano doc è, invece,
Gambardella, secondo il qua-
le il Mediterraneo è l’orizzon-
te dal quale esplorare ilvero-
simile attraverso un «libro-at-
lanteimmaginario sull’archi-
tettura». Magari per far
convivereiprotagonisti de
«L’Insostenibile leggerezza
dell’essere» di MilanKundera
(tra iventicinque libri scelti)
in unatorre dicemento eve-
tronel bel mezzodella Terra
dei fuochi.
Che strano, latorreè«un
luogo che ospita letecnologie
utiliapulirelavita dell’uo-
mo» (Gambardella). Ma po-
trebbe essere anche un edifi-
cio qualsiasi: «Nel quale ritor-
nare ad accorgersi, secostret-
ti, dellecose edichi ci abita
intorno», dice Molinari.
Èilbello dell’architettura:
verosimile, a dismisura e pro-
fetica.
PeppeAquaro
©RIPRODUZIONERISERVATA
Immaginazione Un disegno da
«Non c’era una volta. L’architettura
verosimile» di Cherubino Gambardella
Illibro/2
●«Dismisura.
La teoria e il
progetto
nell’architet-
tura italiana»,
Skira ed., 117
pagine, 23
euro,
dell’architetto
Luca Molinari
Illibro/1
●«Non c’era
un volta.
L’architettura
verosimile» -
Lettera
Ventidue ed.
160 pagine, 35
euro -, è il
nuovo libro
dell’architetto
Cherubino
Gambardella
Abitare
Unacasadariorganizzare
Ilnostrocieloinuna stanza
Lascrivania,lacucina,lapalestrina,lapoltrona:unanuova«relazione»
Ilvoltotv
Daniela Ferolla,
conduttrice su
Rai 1 del
programma
Linea Verde Life,
mentre si dedica
alle sue ricette
preferite nella
cucina di casa
Loscrittore
Maurizio de
Giovanni, nella
sua casa a
Napoli, con la
poltrona da
lettura dai
braccioli a
tavolino, perfetti
per appoggiare
la tazzina di caffè
Ladesigner
Cristina
Celestino, al
lavoro sul suo
tavolo da pranzo
anni ‘40, ora
diventato
scrivania (foto
DuilioPiaggesi/
Fotogramma)
Lostilista
Massimo
Giorgetti,
fondatore del
marchio
MSGM, durante
un momento di
workout sul
suo tapis
roulant
domestico
❞Iltavoloda
pranzoanni
‘40oraèla
miaaffollata
piattaforma
dilavoro
Cristina
Celestino
❞L’estrattore,
lamacchina
perilpane:
ritrovola
vogliadi
sperimentare
Daniela
Ferolla
❞Hopreso
onlineil
tapisroulant
Migodola
casafacendo
moltosport
Massimo
Giorgetti
❞Recuperata
lapostazione
dilettura.
Eibraccioli
sonoideali
perilcaffé
Maurizio
de Giovanni
I
mprovvisamente, ci si ri-
trovachiusi tra le mura
domestiche.Una dimen-
sione mai sperimentata
prima, che ci fa guardare
conocchi diversi allecose di
sempre. Arredi da riscoprire o
riconvertire, una stanza dove
passarepiù tempootrasfor-
mareper altri usi. Siamo an-
dati atrovare (virtualmente)
quattropersonaggi creativi
che ci hanno raccontato la se-
conda vita delle lorocase in
tempi di emergenza.
L’ufficiodasalotto
Immaginare e disegnare.Stu-
diare nuovi materiali ecolori:
il lavoro da designer. Cristina
Celestino si è trovata a doverlo
riorganizzarenei pressi del
divano.Per l’esattezza, sul ta-
volo da pranzoanni ’40 del
soggiorno. «L’avevo già usato
per riunioni, mai peròcome
scrivania», racconta. Oggi, ac-
cantoalpc, ci sono mazzette
di tessuti,campioni di legni,
libriel’immancabile lampa-
da. «Appena è scattato il lock
down sono andata nel mio
studio arecuperare icampio-
ni di materiali su cui sto lavo-
rando e i libri, che mi servono
nei progetti appena avviati»,
spiega. Tuttoèaportata di
mano, inconvivenzacon
quello che sul tavoloc’è di so-
lito: «Unvassoio pieno di mo-
dellinieprototipi di arredi
(era ilcentrotavola)elalam-
pada anni ’50. Ora utilissi-
ma».Un contestopiacevole,
ma forse non basta: «Essere
creativi in questo frangente è
difficile.Epoi mi mancano i
mieicollaboratori».Aecce-
zione della figlia, che lo è qua-
si diventata,condividendo
questa nuova scrivania.
Finalmenteaifornelli
Daiviaggi per l’Italia incerca
dellerealtà agroalimentari
per il suo programma, alla ri-
scoperta della cucina dicasa.
DanielaFerolla, conduttrice
tv, ha approfittatodiquesto
riposoforzatoper tornaread
alimentarelapassione per i
fornelli. «È una dimensione
nuova.Sono sempreinviag-
gio emai micapita di stare
giorni interi acasa. Così ho
coltol’occasione di rispolve-
rare i piatti della mia infanzia,
laboriosi, che non riesco mai
apreparare», racconta dalla
sua ben attrezzata cucina. In
bella vista ci sono l’estrattore,
la macchina per il pane («Sto
sperimentando le farine inte-
grali.Eabreve mi cimenterò
nella pizza»), l’impastatrice:
«Essendo golosa,cercodi evi-
tare di preparare dolci».Uni-
ca eccezione, le crostate: «Co-
sì uso le marmellatedimia
sorella, dal Cilento, la nostra
terra: portano in cucinairi-
cord i della mia infanzia».Per
(irrinunciabili) ricettedell’af-
fetto.
Corsanelsoggiorno
Ogni giorno due allenamenti,
alla mattina presto e alla sera,
in palestra. Così lo stilista
Massimo Giorgetti, ai primi
segnali di chiusure, ha deciso
di attrezzarsi per proseguire
tra le pareti dicasa: «Avevo già
tappetinoepesi, per cui ho
ordinato online un tapisrou-
lant. Arrivato proprio tre gior-
ni fa», racconta. Un attrezzo
che gli ha fattoriconsiderare
il soggiorno: «Ho solo sposta-
to un po’ il divano e l’ho siste-
mato davanti alla finestra,con
una luce ideale». Alla mattina
attività acorpo libero, all’im-
brunireyoga, dopo pranzoi
pesi: «Ho scoperto la bellezza
di potermi allenaredurante
tutta la giornata», rivela.
«Correre nel soggiorno dica-
sa èuna sensazione bellissi-
ma: mi libera dallo stress»,
spiega. «Il momentoècom-
plicato. E la ginnastica aiuta».
Con un altro aspetto positivo:
«Finalmente riesco a godermi
la casa: non micapita mai.Sto
scoprendolaconaltri occhi.
Perlaprimavolta, senza fre-
nesia».
Lapoltronaritrovata
Il panorama di Napolièalle
spalle. «Altrimenti non potrei
concentrarmi a leggere», dice
lo scrittoreMaurizio de Gio-
vanni, sedutoinpoltrona. La
scrivania è lì vicino, ma questi
giorni di isolamento sono de-
dicati alla lettura. «Ho una vi-
ta estroflessa, tra presentazio-
ni e festival. Incasa, invece, la
dimensione è solo lavorativa:
scrivo e, se leggo, è per ispira-
zione», spiega. Libri di eva-
sione, solo invacanza. In que-
sti giorni è diverso: «Horecu-
peratolamia “postazione da
lettura”: prima guardavola
poltronacome un sogno, ora
è diventata il mio luogo quoti-
diano». Solida struttura in le-
gno, cuscini in pelle nera: «Mi
accompagna dalla mia prima
casa, fine anni ’80. E mi piace
sempre, soprattutto per i due
braccioli a tavolino: ci appog-
gio la tazzina dicaffè. Senza,
non riescoaleggere».Un
tempo sospesocome questo,
che cosa lascerà al de Giovan-
ni scrittore? «Un senso di pri-
vazione dellecertezze, ma an-
che la riconquista di una di-
mensione individuale e il pia-
cereritrovatoper lecose
ovvie. Niente però da raccon-
tare. Rimarrà solo un’espe-
rienza».
SilviaNani
©RIPRODUZIONERISERVATA