12 Sabato 21 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Economia & Imprese
Netflix, Youtube e Amazon
fermano l’alta definizione
TLC
In Italia traffico fino a +%
Focus sulle iniziative
per potenziare le reti
Andrea Biondi
Dopo Netflix, alle richieste della Ue
hanno risposto positivamente an-
che Youtube e Amazon. I tre colossi
del web e dell’on demand rinunce-
ranno all’Hd per questo momento di
emergenza, accettando di ridurre la
definizione dei loro video per utiliz-
zare meno banda e allentare la pres-
sione sulle reti d’Europa.
Con il trasloco della gente sul web
legato al “lockdown” per scongiura-
re la diffusione del coronavirus scat-
tano quindi contromisure per le
quali la Ue, con il commissario per il
mercato interno Therry Breton, si è
mossa per tempo, prima di dover fa-
re i conti con situazioni d’emergen-
za che – a quanto affermato dalle so-
cietà di tlc italiane, ma non solo – al
momento non si sono verificate.
In Italia le telco in questi giorni
stanno mettendo in fila numeri e da-
ti. Per Tim dall’inizio della crisi ad
oggi si parla di un aumento com-
plessivo di oltre il % dei volumi
sulla rete fissa e di una crescita di ol-
tre il % su quella mobile. Ieri poi
Tim, Google e WeSchool hanno co-
municato di essersi attivate per sup-
portare tutte le scuole italiane nel
proseguire l’attività didattica grazie
agli strumenti digital, rispondendo
all’appello del Ministero dell’Istru-
zione. Al momento reti fisse e mobi-
li, è il commento dell’azienda ripor-
tato da Radiocor, «stanno gestendo
questo aumento senza problemi»..
Con un aumento significativo del
traffico stanno comunque facendo
i conti tutti gli operatori. Wind Tre
segnala un +% nel mobile e +%
sul fisso: incrementi con cui sta te-
stando la nuova rete G Ready en-
trata peraltro in funzione proprio in
questo periodo. Vodafone dal canto
suo ha indicato un +% sui dati e
+% sulla voce nel mobile e un
+% per i dati sulla rete fissa. Per far
cosa? Social network e chat (%) e
app di video streaming (%) sulla
rete mobile e soprattutto videostre-
aming (%) sul fisso. Sulla stessa
falsariga i dati di Iliad che ieri ha co-
municato, in Italia come in Francia,
di voler pagare in anticipo i fornitori
(senza attendere in canonici gior-
ni). In Italia si parla di mila fatture
e fornitori «per alcune decine di
milioni» ha comunicato il gruppo.
Open Fiber da parte sua ha nei giorni
scorsi dichiarato aumenti del traffi-
co in download del % e del %
in upload.
Quanto a Fastweb, a quanto risul-
ta al Sole Ore la compagnia ha se-
gnalato direttamente in Agcom quel
che sta succedendo, fra cui aumenti
del % nel traffico video che ora
rappresenta il % del traffico e
+% sul gaming che pesa per il
%. Più che altro, ha segnalato
l’azienda guidata da Alberto Calca-
gno, è ai picchi che però occorre
guardare passati da , Terabit al se-
condo a circa , con un aumento del
per cento. La considerazione è
poi unita all’idea che occorra con-
centrarsi non solo sull’accesso, ma
soprattutto sulle dorsali. Fastweb
conclude dicendosi pronta a fare
tutto il necessario per rispondere al-
la richiesta arrivata (dal decreto Cu-
ra-Italia e dall’Agcom a seguire) per
intervenire potenziando le reti.
In Italia questo potenziamento
nel fisso ha iniziato a prendere for-
ma con l’accensione, autorizzata da
Agcom, di mila cabinet di Tim nelle
aree bianche (quelle a fallimento di
mercato). Che però in generale l’up-
grade delle reti sia in cima alle prio-
rità, o comunque da non ostacolare,
lo evidenzia anche la dichiarazione
congiunta di Commissione Ue e Be-
rec (l’organismo dei regolatori euro-
pei) che conclude con l’impegno «a
partecipare allo sforzo collettivo per
sostenere cittadini e business nelle
loro attività e contatti nel miglior
modo possibile via Internet in questi
tempi senza precedenti».
L’Italia di suo affronta l’emergen-
za indotta dal coronavirus forte di
una posizione comunque non di
particolare forza. Secondo uno stu-
dio del Garr, il consorzio della comu-
nità dell'istruzione e della ricerca, in
aree come Milano e Roma il traffico
è aumentato del % e la saturazio-
ne comporta che dai megabit ga-
rantiti dal gestore l’utente arrivi ad
averne . «È indubbio che siamo di
fronte a limitazioni della banda e
che, se quello che abbiamo ora è
frutto di dieci anni di investimenti,
non possiamo girare la manopola in
due settimane e fare ciò che richie-
derà, invece, dai ai mesi», os-
serva Massimo Carboni, dirigente
del Dipartimento Infrastrutture del
Garr. La cui rete però, spiega Carbo-
ni, «ha un’offerta maggiore di quello
che gli utenti chiedono».
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Emergenza. Il 5% della popolazione italiana non è coperto da banda larga fissa
ADOBESTOCK
DIGITAL DIVIDE
Internet è nato per resistere,
troppi italiani senza banda larga
Solo un terzo possiede
una dotazione sufficiente
per lavorare da casa
Luca Tremolada
La battuta migliore la trovate sul sito
Buzzfeed: «Internet è stato progetta-
to per sopravvivere a un’esplosione
nucleare», ha commentato Roger
Entner, fondatore e analista di Recon
Analytics, difficile immaginare che
tutto posso finire. Come hanno con-
fermato i vertici di Cisco Systems in
un inchiesta di Nòva la rete quindi
non sta per collassare, gli operatori
hanno risorse e strumenti tecnologi-
ci per gestire i picchi di traffico legati
al boom di connessioni di queste set-
timane. Semmai, almeno qui da noi
in Italia accanto all’inadeguatezza
delle nostre reti si sta rendendo sem-
pre più manifesta la mancanza di
cultura digitale. Il digital divide in
Italia è più profondo che in altre na-
zioni europee e ha radici lontane. In
primis una vocazione agli smartpho-
ne e alle reti mobili che ci ha reso un
Paese diverso. In tempi di iper-con-
nettività una connessione fissa su
Adsl rischia di rivelarsi insufficiente
(soprattutto sul fronte del traffico in
uscita), figuriamoci con un modem
che sfrutta la rete wireless del G. E
poi c’è il nodo dell’accesso.
Secondo gli ultimi dati Agcom di
ottobre dell’anno scorso c’è un per
cento di italiani non coperto da ban-
da larga fissa. C'è poi una percentua-
le intorno al % di italiani che ha
una banda larga inferiore a Mbps,
di tipo Adsl che potrebbe non essere
adeguata per sopportare il carico di
traffico in modalità smartworking.
Per dirla in altro modo, solo un terzo
della popolazione ha una dotazione
di banda che gli garantisce di non
avere problemi a lavorare da casa.
Come se non bastasse è da tempo
evidente un ritardo preoccupante di
alfabetizzazione digitale o di cultura
di rete. Questa volta a certificarlo so-
no i dati Ocse: in Italia circa il %
della popolazione tra i e i anni
non ha mai navigato in rete, a fronte
di una media del % negli altri Stati
più sviluppati. Si tratta di milioni
di cittadini che non utilizzano inter-
net. Non che non ce l’hanno. Ma che
non lo usano, o perché non sanno
usare o perché non hanno proprio
accesso. Se guardiamo più a fondo
queste percentuali scopriamo che
sono più anziani che giovani, ma
non è più una questione generazio-
nale. Il gap con gli altri Paese non ac-
cenna a diminuire e non dipende ne-
cessariamente dal fatto che l’Italia è
il Paese più vecchio d'Europa. Qual-
cosa non ha mai funzionato dalle
nostre parti. Le tecnologia è stato
confusa con la tecnica e questi saperi
sono stati messi da parti o ritenuti
meno nobili. Oggi però il gap di ac-
cesso alle risorse digitali si traduce
in nuove forme di disuguaglianza
che in caso di una emergenza biolo-
gica diventano sempre più ingiuste
e moralmente insostenibili. Fino a
quando l’accesso a internet resterà
un privilegio economico e sociale sa-
rà difficile affrontare in modo strut-
turato una crisi economica come
quella attuale. Non solo per il carico
di lavoro che passera attraverso for-
me di smartworking. Ma soprattutto
per forme di efficienza della macchi-
na statale e delle aziende che avreb-
bero dovuto già avere prima dell'av-
vento del coronavirus.
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IN BREVE
L’AZIONE UE
Il sì che Breton
ha strappato
ai colossi web
«Accolgo con soddisfazione
l'iniziativa che Google ha preso per
preservare il funzionamento
equilibrato di Internet durante la
crisidel coronavirus trasferendo
tutto il traffico Ue alla definizione
standard». A dirlo ieri è stato il
commissario Ue al mercato interno
Thierry Breton riferendosi alla
decisione di YouTube che, come
Netflix e Amazon, ha deciso di
sospendere l’alta definizione dello
streaming riducendo la qualità al
livello standard per alleggerire il
carico dei dati sulle reti Internet.
Era stato proprio Breton a
chiedere a Google e Netflix di
prendere misure per alleggerire la
pressione sulle reti da utilizare al
meglio per attività di
smartworking o e-learning.
—A. Bio.
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Disinfettanti: allarme per carenza di materie prime
SALUTE
La richiesta nel largo
consumo aumenta del %,
nel professionale di volte
Pagamenti nel pubblico
in ritardo creano
problemi di liquidità
Cristina Casadei
Lavarsi molto spesso le mani è la
nuova regola numero uno della no-
stra quotidianità. E vale per tutti. In
alternativa disinfettarle. Un pro-
cesso che riguarda non solo le mani
ma anche indumenti, pavimenti,
mobili, tavoli, maniglie, porte, do-
po che si è scoperto che il virus Co-
vid- sopravvive sui tessuti e le
superfici dure. E anche questa è
un’altra delle raccomandazioni del
decalogo anti Covid-, diffuso dal
ministero della Salute. Regole che
gli italiani sembrano seguire se è
vero che la produzione di saponi e
disinfettanti sta aumentando e i
consumi pure.
I produttori
«La richiesta di detergenti e soprat-
tutto di disinfettanti è molto au-
mentata, sia a livello domestico che
professionale. Per detergenti per
superfici i consumi sono aumentati
del %, mentre nel settore profes-
sionale la domanda è moltiplicata
fino a volte perché ci sono richie-
ste che arrivano da enti e istituzio-
ni», spiega il presidente di Assocasa
(Federchimica), Giorgio Dal Prato.
L’osservatorio dei consumi
Per il settore del largo consumo, le
parole di Dal Prato trovano confer-
ma nei dati dell’osservatorio Asso-
casa-Nielsen. Nella settimana dal
febbraio al marzo (rispetto allo
stesso periodo dell’anno preceden-
te) il cura casa segna un + % di cui
detergenti superfici +,% a valore,
mentre nella settimana dal all’
marzo (rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente ) il cura casa fa
registrare un + ,% di cui deter-
genti per superfici + ,% a valore.
Quanto all’ambito professionale,
ospedaliero ma non solo, le richie-
ste nelle ultime settimane risultano
moltiplicate di molti numeri. Il ri-
svolto del fatto che la produzione di
saponi e disinfettanti sta aumen-
tando e i consumi pure, è che nel
nostro paese si stanno seguendo le
regole sull’igiene per arginare la
diffusione del Covid-.
Il cambiamento organizzativo
L’Associazione di Federchimica
rappresenta aziende che produ-
cono detergenti e specialità per l’in-
dustria e per la casa e rappresenta-
no il % del mercato, con un fattu-
rato di circa miliardi di euro. Gli
addetti sono oltre . e in questa
fase stanno lavorando in una ma-
niera ancora più regolamentata
dell’ordinario, osservando stretta-
mente il protocollo raggiunto nelle
scorse settimane da imprese, sin-
dacati e governo oltre agli avvisi co-
muni di Federchimica e sindacati.
«Molte aziende di prodotti a base di
alcool e cloro sono passate da uno a
due turni. Lavorano anche sabato e
domenica mattina, sulla base delle
disponibilità delle maestranze -
spiega il presidente di Assocasa -. I
lavoratori del settore stanno dimo-
strando grande senso di responsa-
bilità, in questa fase in cui i nostri
prodotti sono essenziali per contri-
buire alla tutela della salute e sicu-
rezza delle persone. Gli imprendi-
tori devono tutelarli al massimo e
motivare la manodopera che viene
a lavorare e che sente ogni giorno le
notizie sull’emergenza sanitaria e il
messaggio state a casa».
Lo shortage di materie prime
«Ci sono aziende, come i produttori
di alcool, dove la richiesta è quintu-
plicata da quando c’è l’emergenza
sanitaria», riferisce Dal Prato. Con
molte complicazioni che «sono sia
esogene che endogene. Il forte in-
cremento della domanda fa sì che ci
si trovi a fronteggiare una carenza
di materie prime, legata soprattutto
alla filiera dell’alcool etilico che vie-
ne prodotto dal melasso, importato
per lo più da India e Pakistan, via
nave. Accelerarne l’arrivo è molto
difficile perché si tratta di materie
prime che hanno un arrivo pro-
grammato per un mercato normal-
mente stabile. Oltre all’alcool etilico
inizia a scarseggiare anche l’alcool
isopropilico che sta aumentando il
suo prezzo ed è diventato quasi in-
trovabile», continua Dal Prato.
L’applicazione del protocollo che
ha un impatto organizzativo, l’as-
senza dei dipendenti che sono in
quarantena o sono in malattia, le ri-
chieste che cambiano e aumentano
di giorno in giorno, lo shortage di
materie prime, hanno costretto le
imprese a un grande sforzo orga-
nizzativo. «Ogni mattina si regi-
strano le materie prime che si han-
no e non si hanno e si definisce la
produzione», spiega Dal Prato che
rappresenta una categoria di im-
prese il cui andamento è stato piut-
tosto stabile negli ultimi anni.
Allarme sui pagamenti a un anno
Oltre allo shortage di materie prime
le imprese del settore sono preoc-
cupate per il tema finanziario.
«Dobbiamo assicurare una produ-
zione in forte aumento sia nel pub-
blico che nel largo consumo, con
pagamenti che nel primo caso sono
anche a un anno e nel secondo a
giorni. Questo ha generato un tema
di liquidità che le imprese devono
assicurare per poter garantire i pro-
dotti - dice Dal Prato -. Il nostro
obiettivo è garantire la continuità
nella filiera produttiva di detergenti
e disinfettanti e proprio per questo
abbiamo avviato un dialogo con
tutti gli interlocutori».
Il regolamento
Assocasa è il punto di riferimento
per tutte le attività del settore deter-
genza finalizzate alla promozione
dello sviluppo e dell’innovazione.
In questo momento particolare,
molta attenzione viene posta ai di-
sinfettanti. A questo proposito va
detto che il regolamento Biocidi e la
normativa Italiana sui Presidi Me-
dico-Chirurgici definiscono due ti-
pi di disinfettanti. Quelli per l’igiene
umana, ossia i prodotti biocidi ap-
plicati sulla pelle o il cuoio capelluto
o a contatto con essi, per disinfet-
tarli. E poi ci sono i disinfettanti e gli
alghicidi non destinati all’applica-
zione diretta sull’uomo o animali.
Si tratta di prodotti usati per la di-
sinfezione di superfici, materiali,
attrezzature e mobilio non utilizza-
ti in contatto diretto con alimenti
destinati al consumo umano o ani-
male. I settori di impiego compren-
dono, tra l’altro, piscine, acquari,
acque di balneazione e altre; siste-
mi di condizionamento e muri e pa-
vimenti in aree private, pubbliche e
industriali e in altre aree per attività
professionali. «La normativa è però
in una fase di evoluzione - dice Dal
Prato -. Il regolamento italiano è in-
fatti destinato ad essere superato
da quello europeo sui biocidi».
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ADOBESTOCK
La produzione di detergenti. Domanda in crescita del 50% nelle ultime settimane
DEBITI DELLA PA
IL SOLE 24 ORE
8 marzo 2020
PAG. 8
Sul Sole Ore di ieri i servizi sul
problema dei miliardi di debiti
commerciali scaduti della
Pubblica amministrazione. Un
ritardo nei pagamenti,
mediamente giorni, che è già
stato censurato dalla Corte di
Giustizia Ue e che riguarda in
particolare le aziende che
lavorano in ambito sanitario
(^8) Primo Piano Coronavirus Venerdì 20 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
LO STATO DEBITORE Ministero dell’Economia. medio di 7 giorni sulla scadenza delle fatturestate pagate circa 22,1 milioni di fatture (per un importo di 128 miliardi di euro) con tempi di pagamento per saldare, in tutto o in parte, pari a 54 giorni con un ritardo Secondo il Mef, nel 2018, sono 60 giorni LIMITE MASSIMO STABILITO DALLA UE PER LA SANITÀ La Ue ha fissato in 30 giorni il limite massimo per saldare una fattura, con eccezioni a 60 giorni per il settore sanitario
Marzio Bartoloni«Non siamo mai statiin trincea come ora,diverse nostre asso-ciate sono in prima
linea per la produzione di ventilatorie dispositivi per l’emergenza corona-virus ma anche tutte le altre aziende,la stragrande maggioranza, non han-no smesso di lavorare, con turni an-che di notte e con più personale per-
ché il nostro è come un servizio pub-blico, ci sono delle gare con gli ospe-dali, e non possiamo certo interrompere la produzione». Massi-mo Boggetti guida Confindustria di-spositivi medici e da imprenditore delsettore guarda con preoccupazione e
anche con un po’ di rabbia a quello cheaccade in Italia per l’emergenza coro-navirus. «Credo che il Governo primao poi si dovrà interrogare di fronte allebare di Bergamo e di Brescia se l’Italiaha bisogno di un Servizio sanitario ingrado di gestire autonomamente non
solo la normalità, ma anche l’emer-genza. E mi riferisco in particolare alfatto che bisogna chiedersi in questoPaese se il nostro settore industrialedeve essere considerato strategico oppure no. Se la risposta è sì bisogna
però agire di conseguenza».Voglio sottolineare innanzitutto cheal contrario di quanto pensi qualcunoqui non c’è nessuna abbuffata, questosettore vive da sempre di bassa mar-ginalità e noi appena è scoppiata Come sta il comparto?
l’emergenza abbiamo deciso di tenerecalmierati i prezzi. Se si eccettuano lepoche aziende interessate dall’emer-genza coronavirus tutto il nostro set-tore è colpito pesantemente da questacrisi, con problemi di liquidità. Il Governo sta studiando varie mi-
sure per sostenere la liquidità delle aziende. Si potrebbe cominciare daipagamenti dei debiti Pa? È quello che ci aspettavamo in questodecreto appena varato dal Governo. Mi sembra una misura doverosa e spero che nel provvedimento sia inse-
rita altrimenti sarebbe una vergogna.È così banale e semplice. Con tutto quello che hanno chiesto al nostrocomparto. In fondo non chiediamo fi-nanziamenti a fondo perduto, ma so-lo che ci paghino il dovuto!
portanti garanzie dello Stato per il credito dalle banche. Sì ci sono misure sicuramente inte-ressanti, ma molte cose mi paiono didifficile applicazione. Pagare il credi- Il decreto prevede comunque im-
to pregresso verso le imprese sarebbeinvece la misura più immediata se è vero che ora lo Stato ha più liquidità.Noi abbiamo un credito di , miliar-di. Basterebbe pagare a esempio le nostre aziende in giorni o almeno
in sessanta invece che oltre i centogiorni come oggi. Magari iniziando dalle Regioni del Sud, quelle menocolpite dall’emergenza, che sono an-che quelle che pagano più in ritardo leforniture delle nostre aziende. E poi?
Bisogna capire cosa vogliamo fare diquesto settore nel futuro. Finora siè agito in base a un preciso mandatopolitico che considerava l’industriaricca come Creso e quindi si è agitocon le gare al massimo ribasso senzapensare al nostro tessuto industria-
le fatto di Pmi. Il risultato è che a quei prezzi sono riusciti a risponde-re soprattutto le multinazionali. Quindi non chiediamoci perché poiora nel momento del bisogno ci so-no poche aziende italiane che pro-ducono ventilatori e tecnologie per
le terapie intensive e all’estero ma-gari, seguendo logiche egoistiche,non le fanno venire qui. Come si deve cambiare? Smettendo di considerare le spese inSanità come uno spreco. Quindi deci-
diamo una volta per tutte se vogliamouscire dalla logica del massimo scon-to negli acquisti e cominciare a consi-derare il nostro settore industriale co-me strategico.© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INTERVISTAMassimo Boggetti dispositivi medici si aspettava la misura nel decreto. Il Presidente di Confindustria
Debiti Pa, soloper edilizia e sanità incagliati «Vergogna non pagare forniture al biomedicaleche è in prima linea»
10 miliardi Pagamenti in ritardo. L’ultimo bilancio del Mef
segnala un tempo medio di giorni con punte più elevate al Sud. Il nodo della bocciatura europeaROMA
Garanzie e moratorie sui crediti, vou-cher, indennizzi. Sono gli strumenti ele idee messe in campo dal governo per sostenere la liquidità delle impre-se in questa fase di emergenza. Ma cisarebbe un’arma forse molto più im-mediata e semplice da innescare, l’ac-
celerazione dei pagamenti della Pub-blica amministrazione. Non si posso-no escludere nuove norme in vista deiprossimi provvedimenti urgenti per dare supporto ai fornitori in credito. Di sicuro l’esecutivo dovrà provare a
velocizzare la macchina amministra-tiva, contando da un lato sullo stru-mento della fatturazione elettronicae puntando dall’altro sugli anticipi agli enti locali tramite la Cassa deposi-ti e prestiti avviati circa un mese fa.
I numeri e il ritardo Lo scorso gennaio la Corte di GiustiziaUe ha stabilito che l’Italia ha violato ladirettiva //Ue sulla lotta ai ritardidei pagamenti, sforando il limite fissa-to in giorni con eccezioni a giorniper il settore sanitario. Per il ministro
dell’Economia Roberto Gualtieri, a fronte di dati alla base della sentenza concentrati in particolare sul e il, nel frattempo la situazione è mi-gliorata. Ad ogni modo il sistema di monitoraggio dei debiti commercialidella Pa non consente aggiornamenti
ravvicinati, e l’ultimo resoconto è statoreso noto a novembre del . Secon-do i dati Mef, nell’arco dell’anno prece-dente, il , sono stati pagate circa , milioni di fatture (per un importodi miliardi di euro) con tempi di pa-
gamento per saldare, in tutto o in par-te, pari a giorni cui corrisponde unritardo medio di giorni sulla scaden-za delle fatture. Un risultato che, ancheconsiderando le code dei pagamenti difine anno, rappresenta secondo il mi-nistero un progresso rispetto alle me-
die del e del . Differenze marcate Lo stesso resoconto Mef indica però
differenze notevoli su base territoria-li: Il Nord con tempi di pagamentomediamente inferiori di giorni, il Sud con un valore medio superiore di giorni, al Centro un tempo medio dipagamento di giorni superiore. E soprattutto la mole dei debiti non an-
cora pagati colpisce in proporzioni molto diverse i settori. Nella sua ulti-ma relazione annuale Banca d’Italia –sulla base delle proprie indagine cam-pionarie sulle imprese e le segnala-zioni di vigilanza – ha stimato un to-tale di miliardi di euro di debiti
commerciali della Pa, in calo dal ,%del Pil del al % del Pil nel .Dei miliardi stimati, secondo stimedi vari settori industriali, circa la metàsi riferisce a debito scaduto.Edilizia e sanità sono sicuramente
tra i comparti in maggiore sofferenza.L’Ance, l’associazione dei costruttori,ha stimato che nel suo comparto i ri-tardi ammontano a circa mesi e mez-zo dopo l’emissione degli stati di avan-zamento lavori, per un arretrato di miliardi con circa due terzi delle im-
prese interessate dal problema. La sa-nità, tra dispostivi medici e farmaci, re-gistra un arretrato di circa miliardi. Le aziende che producono apparec-chiature – dalle Tac alle più banali si-ringhe – soffrono in meda un attesa di giorni per vedersi saldare le fatture
dalle aziende ospedaliere. Lo strumento degli anticipi Per verificare progressi nel pagamentodelle forniture alle imprese saranno decisivi i primi risultati concreti della nuova anticipazione di liquidità per il
pagamento ad opera della Cassa depo-siti e prestiti, scattata a metà febbraio sulla base di una norma della legge dibilancio. Gli anticipi, fino al , pos-sono essere azionati per pagare debiticerti, liquidi ed esigibili relativi a som-
ministrazioni, forniture, appalti e ob-bligazioni per prestazioni professiona-li, di Regioni, province autonome, Co-muni, province e città metropolitane.© RIPRODUZIONE RISERVATA—C.Fo.
Fonte: Banca d’Italia
IL VALORE DEIDEBITI DELLA PA Passività commercialidelleAmministrazioni
pubblicheDati in % del PIL
‘09‘10‘11‘12‘13‘14‘15‘16‘17‘
(^654)
(^321)
0
PASSIVITÀINCLUSENEL DEBITOPUBBLICO
Lo “scoperto” nel mercato dei dispositivi medici (in migliaia di €)e il tempo medio di incasso (in giorni) LE IMPRESE DEI DISPOSITIVI MEDICI
Fonte: Conndustriadispositivi medici
V. d’Aosta 2.088 €53 gg
Piemonte 125.068€89 gg Liguria 50.052€73 gg Toscana 136.200€95 gg
Lombardia 152.857€63 gg Trentino A. A. 20.835€67 gg Friuli V. G. 25.499€54 gg Veneto 93.680€65 gg
Emilia R. 106.029€71 gg Marche 40.069€72 gg Abruzzo 65.937€
113 gg Molise 18.009€182 gg128.897€ Puglia 114 gg
Basilicata 20.790€116 gg Calabria
Sicilia 167.392€148 gg Campania 218.442€151 gg159.318€286 gg
Sardegna 74.157€144 gg Umbria 31.188€90 gg Lazio 178.337€115 gg
SETTORE COSTRUZIONI Termini di legge e tempi medidi pagamento nel settore dei lavori pubblici
Numero di giorni
Fonte: Ance su documenti uf ciali e indagine Ance - Novembre 2019 Note: () Il termine di legge di 60 gg riguarda i contratti stipulati dopo l’01/01/2013. Per gli altri contratti, permane il termine precedente, ssato in 75 gg. Si evidenzia inoltre che con il D.lgs 56/2017, il termine è stato portato a 75 gg per essere poi modi cato nuovamente dalla Legge n. 205/2017.
TERMINI FISSATIDALLA LEGGEDI PAGAMENTOTEMPI MEDI 133 GIORNI
(^6) MILIARDI Debito Pacon il settorecostruzioni (^60) GIORNI
La mappa dei debiti della Pa
Celestina Dominelli ROMAL’obiettivo è attivare il primo sistemadi garanzia pubblica per medie e grandi imprese che non hanno acces-
so al Fondo di garanzia per le Pmi, ge-stito dal Mediocredito Centrale e isti-tuito con la legge del . In mo-do da avere due strumenti comple-mentari e non sovrapponibili e, soprattutto, offrire un sostegno forte,attraverso il canale bancario, alle
aziende che hanno sofferto una ridu-zione di fatturato a causa dell’emer-genza coronavirus. lia” mette, dunque, in pista un assist fondamentale per il tessuto economi-L’articolo del decreto “cura Ita-
co maggiormente impattato dagli ef-fetti dell’epidemia da Covid-. Il tuttocon un meccanismo molto efficienteche, attraverso una tripartizione del
rischio tra il ministero dell’Economiae delle finanze, la Cassa depositi e pre-stiti, e le banche, genera un moltipli-catore di almeno volte rispetto a uno stanziamento pubblico di milioni di euro. In pratica, miliardidi portafogli bancari che possono es-
sere garantiti attraverso questo nuo-vo strumento.perniato su tre poli, a cominciare da una garanzia pubblica che viene rila-sciata in favore del gruppo guidato daFabrizio Palermo, che può arrivare aMa come funziona? Il sistema è im-
coprire fino a un massimo dell’% dell’esposizione assunta dalla Spa diVia Goito e che, recita la norma del Dl,«è orientata a parametri di mercato».Per renderla possibile, il provvedi-mento emanato dall’esecutivo preve-
de l’istituzione, nello stato di previsio-ne del Mef, di un apposito fondo conuna dote iniziale, come detto, di milioni di euro per il . La stessa norma autorizza poi la creazione di un apposito conto corrente di tesore-ria e affida a una società a capitale in-
teramente pubblico la gestione del fondo, sul quale sono versate le com-
missioni che la Cassa paga per l’acces-so alla garanzia e la cui dotazione puòessere incrementata anche attraversocontributi delle amministrazioni sta-tali e degli enti territoriali. La Cdp, a fronte della garanziapubblica e contribuendo con una par-
te del suo patrimonio, potrà assume-re fino all’% del rischio collegato al-l’operazione di finanziamento, con-sentendo così agli istituti di erogare più agevolmente nuova finanza alle imprese più colpite dalla crisi. Pren-diamo, per esempio, un finanzia-
mento da milioni: il % potrà es-sere mediamente garantito da Cdp, inpratica milioni, con la Cassa che po-trà controgarantirsi, a sua volta, per il per cento, cioè per , milioni. Considerando, sempre a titolo di
esempio, un accantonamento mediodel % sulla controgaranzia del Mef,si genera un fabbisogno di mila euro: da qui l’effetto leva di x ri-spetto ai milioni del finanziamen-to. E questo spiega perché con la do-tazione di milioni del Fondo Mef
si prevede di mobilitare miliardi dilinee di credito che le banche potran-
no erogare alle imprese.di concerto con il ministero dello Svi-luppo Economico - sul quale si sta giàlavorando -stabilire i criteri, le moda-lità e le condizioni per la concessionedella garanzia, nonché individuare i Spetterà poi a un decreto del Mef,
settori nei quali operano le imprese che potranno accedere a questa liqui-dità, senza che ci sia, come detto, so-vrapposizione con il Fondo di garan-zia delle Pmi che opera solo per im-prese con un fatturato inferiore ai milioni, meno di dipendenti e un
attivo di bilancio sotto i milioni.lo strumento il prima possibile pro-prio per assicurare un aiuto concretoal sistema economico in grande af-fanno in questa fase. Per vedere ope-Il fine è riuscire a mettere in pista
rativo il nuovo meccanismo, occorre-ranno, dunque, con molta probabili-tà, solo poche settimane: il tempo ne-cessario per la conversione del “curaItalia” in Parlamento, il decreto at-tuativo Mef-Mise e la firma della con-venzione tra Cdp e le banche che ser-
virà a chiudere il cerchio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA NUOVA GARANZIA PUBBLICA Rischio tripartito per sostenere le imprese
In campo Mef, Cdp e banche per assicurare liquiditàalle aziende più colpite
Noi abbiamo un pregresso di 1,8 miliardi, basterebbe cominciare a pagare le nostre aziende a 30 giorni o almeno a 60
LE MISURE PER LE IMPRESE Sul sito il dettaglio dei provvedimenti del decreto Cura Italia ilsole24ore.comSu
V IL TREND 2018 MIGLIORA Per il ministero dell’Economia,
anche considerando le code dei pagamenti di fine anno, il trend dei pagamento 2018 rappresenta un progresso rispetto
alle medie del 2017 e del 2016.W MALE
IL SUD Il Sud ha un valore medio di pagamento superiore di 11 giorni al resto del paese, al Centro il
tempo medio di pagamento è di 3 giorni superiore
È il fondo da 500 milioni istituito nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze a copertura delle garanzie dello Stato concesse per il 2020. La gestione del fondo può essere affidata a società a
capitale interamente pubblico e la dotazione del fondo può essere incrementata anche mediante contributi delle amministrazioni statali e degli enti territoriali.
(^500) milioni
IL FONDO MEF È l’ammontare dei portafogli bancari che potrebbero essere garantiti con una dotazione del fondo Mef pari a 500 milioni di
euro. Secondo quanto prevede il decreto legge “cura Italia”, il meccanismo dovrebbe servire alle banche, con il supporto di Cdp, a erogare più agevolmente finanziamenti alle imprese che
hanno sofferto una riduzione del fatturato a causa dell’emergenza coronavirus.
miliardi^10
L’EFFETTO LEVA
IL MECCANISMO DI GARANZIA
Nel com-plesso, sui 53 miliardi censiti da Bankitalia, i debiti com-
merciali scaduti potrebbero superare 25 miliardi
Per rendere operativo lo strumen-to previsto dal decreto “cura Italia”
serviranno soltanto pochesettimane
LA DETERGENZA
111
Le imprese
Sono 111 le imprese associate ad
Assocasa: rappresentano il 95%
del mercato
3 miliardi
Il giro d’affari
Le imprese associate ad
Assocasa hanno un fatturato di
circa 3 miliardi di euro
5600
Gli addetti
Gli addetti del settore sono 5.
VINITALY
Pasqua e Frescobaldi
nessuna decisione
«Abbiamo accolto l’invito di
Vinitaly ad attendere la data del
aprile prima di fare valutazioni
nuove - chiarisce Riccardo
Pasqua, ad dell’omonima
cantina -. La sicurezza è una
priorità di tutti e siamo
impegnati a tutelarla ma,
considerando la portata
dell'evento, la decisione di un
rinvio di un anno sarebbe
estrema e andrebbe ponderata in
presenza di tutti gli elementi di
carattere scientifico e
legislativo». «La Frescobaldi -
chirisce il suo presidente,
Lamberto Frescobaldi - al
momento non intende prendere
alcuna decisione né rilasciare
dichiarazioni unilaterali in
merito ma sarà lieta di affiancare
tutti i produttori del settore nelle
decisioni congiunte che
verranno prese».
ENEA
Consumi di acqua
in aumento del 50%
I consumi domestici di acqua
sono aumentati di oltre il %.
Questa la stima messa a punto
dall’Enea sugli effetti delle misure
adottate contro l’emergenza
coronavirus. Il documento
ipotizza fino a lavaggi
giornalieri a testa in più rispetto al
normale in seguito alla maggior
frequenza con cui ci si deve lavare
le mani per contrastare il Covid-
; il che si traduce in un impatto
pari a circa litri in più a
persona, per un aumento
complessivo dei consumi
domestici fino al %. Le stime sui
consumi idrici, elaborate dai
ricercatori dell'Enea, prendono in
considerazione diverse variabili,
come per esempio consuetudini
personali e tipo di rubinetto. In
condizioni normali, il consumo
medio pro-capite (con sistemi
intelligenti di risparmio idrico) si
attesta sui litri al giorno a
persona.
GIORGIO DAL
PRATO.
È il presidente di
Assocasa
(Federchimica)