Il Sole 24 Ore - 21.03.2020

(Frankie) #1

18 Sabato 21 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Commenti


OLTRE LA CRISI


I SALTI DI QUALITÀ


INDISPENSABILI


PER LA UE


I


n quest’epoca di solitudini iperconnesse forse abbiamo


derubricato troppo rapidamente l’infelice comunica-
zione di Christine Lagarde a gaffe, così come abbiamo

dato per scontata la sua fulminante conversione.
Madame Lagarde non è una sprovveduta e la dura

affermazione fatta alla sua prima uscita pubblica, nel


pieno di un’emergenza senza precedenti, era espressione
di una visione del ruolo della Banca centrale europea, che

affonda le sue radici negli anni in cui è stata al vertice del


Fondo monetario internazionale. D’altra parte le decisioni
prese due giorni fa per un intervento della Bce senza prece-

denti rispondono a una visione del ruolo della banca che


è alternativa a quella espressa una settimana prima. Le due
visioni si riproporranno all’uscita da questa emergenza,

probabilmente la più grave crisi globale del dopoguerra.


Proprio alla fine della guerra risale la creazione del-
l’Fmi. A Bretton Woods si opposero due posizioni. Lord

Keynes, che più di ogni altro aveva scandagliato i rischi di


un mondo senza regole, si era presentato con la proposta
di un sistema monetario incentrato su una moneta unica,

che avrebbe funzionato come unità di conto per regolare


i rapporti di scambio fra le Nazioni. Questa moneta, anco-
rata all’oro e chiamata Bancor, necessitava di un organi-

smo – l’Fmi – che avrebbe dovuto garantire il sistema, in-


tervenendo a sostegno dei Paesi in difficoltà.
Prevalse la tesi portata avanti dagli Stati Uniti che pone-

va il dollaro come perno del sistema monetario mondiale


e attivava l’Fmi, di fatto una banca che erogava prestiti ai
Paesi in difficoltà. Quando nel  Richard Nixon dichiarò

che gli Stati Uniti, stremati dalle spese per la guerra in Viet-


nam, non erano più in grado di assicurare la convertibilità
dei dollari in oro, facendo crollare il castello di Bretton Wo-

ods, il Fondo si trovò a esercitare il ruolo di garante del


sistema economico internazionale che però non aveva più
punti di riferimento. L’Fmi quindi, sempre più, erogò fondi

in cambio di riforme strutturali che i Paesi avrebbero do-
vuto attuare per poter ricevere gli aiuti.

Ed è questa visione – quella di un organo tecnico, guar-


diano della stabilità, ma politicamente non responsabile
dei divari fra Paesi – che Christine Lagarde si lascia sfuggi-

re nella presentazione della “sua” Bce, una visione condivi-


sa da molti “falchi”, che proprio con il Fondo avevano ge-
stito la crisi della Grecia. Una visione opposta a quella di

Mario Draghi, che invece si poneva come banchiere cen-


trale, il cui compito era di mantenere in equilibrio l’intero
sistema, scontando a sua volta il limite di una sovranità

monetaria che tuttora non è sostenuta da un’adeguata so-


vranità politica, dato che le decisioni finali rimangono in
mano ai Paesi e alla loro sempre più difficile convergenza.

Come si è dimostrato, la dichiarazione di Christine La-


garde, in un’epoca di pandemia dilagante, ha portato gli
stessi mercati a “votare” per un’Europa più interventista,

tanto che il giorno dopo, spiazzando la stessa Presidente


della Bce, la presidente della Commissione Ursula von der
Leyen, e l’azionista di maggioranza, Angela Merkel, hanno

certificato la svolta nelle politiche dell’Unione, facendo


venir meno il Patto di stabilità e richiamando la necessità
di un’azione comune che vada aldilà dell’emergenza.

La gaffe di Madame Lagarde ha dunque funzionato da


cartina tornasole delle vere intenzioni che l’Europa vorrà
porre in campo per uscire dall’emergenza economica de-

terminata dallo shock della pandemia. L’unione moneta-


ria richiede un’unità politica che non può essere surrogata
dagli interventi della Bce. Bisogna interrogarsi allora sul

venir meno del Patto di stabilità, ma è anche urgente chie-


dersi su quali piani comuni la Ue possa contare per accom-
pagnare il sistema industriale europeo fuori dalla crisi.

La presidente von der Leyen aveva presentato prima
della crisi coronavirus un suo programma di mandato,

chiamato New green deal europeo, incentrato su investi-


menti per affrontare insieme le due sfide della digitalizza-
zione e del cambiamento climatico, un programma che

oggi – davanti alla sfida della deglobalizzazione portata


dalla pandemia – deve essere ripensato per dimostrare che
la Ue vuole ritrovare un suo ruolo guida nei nuovi scenari

mondiali. Questo richiede però un duplice salto di qualità


da parte delle istituzioni europee: una più alta ambizione
di intervento, sostenuta da adeguate risorse “strutturali”;

e una più netta volontà politica, che affidi alla Commissio-


ne ampi poteri di azione, per integrare i sistemi produttivi
di fronte a una riorganizzazione dell’economia globale.

Occorre prefigurare fin d’ora una via d’uscita che può


andare o nella direzione di “meno Europa” o “più Europa”.
Nel primo caso le istituzioni centrali svolgerebbero il ruolo

di guardiani di un equilibrio inesistente fra Paesi che si


considerano solo condòmini dei palazzi di Bruxelles; nel
secondo occorre chiarire fino in fondo le strade per un’uni-

ficazione politica, che vincoli tutti i membri a un’azione


comune, senza nostalgie per sovranità che lo sfuggente ma
implacabile virus cinese ha dimostrato ormai disarmate.

Università di Ferrara


© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Patrizio Bianchi


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SOLIDARIETÀ E INFRASTRUTTURE,


I DUE FONDI CHE SERVONO ALL’EUROPA


L


a decisione della Banca cen-


trale europea di mobilitare
un potenziale di  miliardi

di euro di interventi per evi-
tare uno sconvolgimento

dei mercati finanziari e dei


titoli di Stato della Unione economica
e monetaria (Uem) era indispensabile

anche per confermare l’unità dell’Eu-


ropa nell’emergenza.
Non è però risolutivo nel medio pe-

riodo. La Bce non può diventare in mo-


do permanente il detentore/acquiren-
te di quantità illimitate o sproporzio-

nate di titoli rispetto alla fisiologia dei


debiti pubblici di singoli Paesi anche se
l’obiettivo del Fiscal compact (ora con-

gelato) del % del debito sul Pil era so-


lo maniacale. Portare però “oltre la sto-
ria e la politica” il ruolo di una Banca

centrale come la Bce è rischioso, am-


messo che sia possibile, specie in una
(ancora fragile e ibrida)confederazio-

ne di Stati.


Il segno più evidente è che i tassi di
interesse zero o negativi ,anche dopo la

ripresa economica post-crisi iniziata


nel , non hanno riassorbito tutti i
danni. A parte il problema degli inter-

mediari creditizi e delle assicurazioni,


anche i risparmiatori “prudenti” non
hanno più approdi tranquilli.

Per questo Draghi chiese in cre-


scendo, dopo aver salvato l’euro, più
politiche economiche e più riforme

strutturali per consolidare la Uem.
Per passare a una fase successiva

della (ri)costruzione sociale ed econo-


mica e quindi civile(senza sovranismi
autarchici) dell’Eurozona ci vorrebbe-

ro due interventi di natura strutturale:


uno urgente; l’altro a medio-lungo
termine.

Mettere insieme le risorse e finaliz-


zarle amplifica esponenzialmente an-
che la portata del “bazooka Bce”.

EuroRescueBond
Il primo intervento serve a ridurre i

danni del Covid- per le popolazioni


colpite e prepararsi a casi futuri non
impossibili.

Adesso nell’urgenza si pensa a un


utilizzo del Fondo Mes. Operazione
non facile che potrebbe lasciare sullo

sfondo il tema della ristrutturazione


dei debiti pubblici dei Paesi beneficiari
di sostegni.

Per questo ho espresso la preferen-


za per un Fondo nuovo analogo a quel-
lo creato dagli Stati dell’Eurozona nella

primavera del  (Efsf). Lo stesso po-


trebbe erogare sostegni in base alle
comprovate urgenze dei singoli Stati

emettendo EuroRescueBond (detti


adesso Coronabond) garantiti anche
da asset reali degli Stati azionisti.

Il Fondo solidarietà e salute potreb-


be, a regime, incorporare tanti micro-
fondi e iniziative europee anche per

fronteggiare eventi catastrofali che po-
trebbero ripresentarsi. Andrebbe an-

che analizzato con urgente attenzione


il “sistema Bei” (Banca europea degli
investimenti) per sostenere , in con-

nessione alla Bce, il sistema produttivo


bloccato in molti Paesi. L’Italia potreb-
be dare molto con competenze, impre-

se e garanzie patrimoniali pubbliche.


EuroUnionBond


Il secondo intervento è per rilanciare la


crescita. Le categorie socio-economi-
che cruciali qui sono investimenti e in-

frastrutture, innovazione e istruzione.


Progetti anche in fase pre-esecutiva a
dimensione europea ce ne sono, ma

tutti scarseggiano di risorse finanziare


pazienti. La Bei lavora bene, ma po-
trebbe fare di più perché ci vorrebbero

sia Enti di partecipazione che accettino


il rischio del medio-lungo termine, sia
aggregazioni di imprese. Le Casse de-

positi e prestiti nazionali servirebbero


molto. Per questo ci vuole un EuroFon-
doInfrastrutture che emetta EuroU-

nionBond per spingere qualche mi-


gliaio di miliardi sui  o  anni con una
diluizione di qualche centinaio di mi-

liardi annui. Anche la neo-presidente


della Commissione ha proposto im-
portanti progetti che però hanno ben

poche risorse.


Una economia reale forte come
quella dell’Eurozona può diventare

di Alberto Quadrio Curzio


ancora più forte e così reggere anche


l’urto di Stati Uniti e Cina, evitando an-
che di essere soffocata da tanti divieti

come quello che ha bloccato la fusione
tra Alstom e Siemens ferroviarie.

Per questo ci vuole una politica eco-


nomica detta gergalmente politica in-
dustriale che nei fatti sarebbe parte di

quella strutturale. L’Italia potrebbe


contribuire molto con imprenditori e
imprese, scienza e tecnologia.

Troppo difficile? Non crediamo
Si dirà che è troppo difficile e che è me-

glio proseguire così, con Stati singoli


che contrattano, magari improvvisan-
do, e con sovranismi che incombono.

Chi è europeista confederalista e fun-


zionalista come me ritiene che gli
esempi passati (poi talvolta assopiti)

sono tanti. Tra questi vi è la European


bank for reconstruction and develop-
ment (Ebrd) voluta da François Mitter-

rand e da Helmut Kohl nel  per la


transizione dell’Est Europa al mercato.
Non fu un regalo, ma uno strumento.

Come sempre accade ci vogliono però


: “la cassetta degli attrezzi”, magari ar-
ricchita; “la costruzione progettata” o

da riparare; “il meccanico, o i meccani-


ci competenti”. In passato la Ue e la
Uem hanno spesso combinato questi

tre elementi guardando anche al me-


dio-lungo termine. Adesso è possibile?
© RIPRODUZIONE RISERVATA

BASIC

LIGHT

BACKGROUND

EURORESCUEBOND


E UNIONBOND


PER MITIGARE


I DANNI SANITARI


ED ECONOMICI


DEL CORONAVIRUS


IL SOLE 24 ORE,
7 MARZO 2020,
PAGINA 1

Due settimane fa
Romano Prodi

e Alberto Quadrio


Curzio hanno
rilanciato sul Sole

l’idea di creare


degli
EuroUnionBond

per fronteggiare


le conseguenze
socioeconomiche

della crisi
innescata dal

coronavirus.


Fondato nel 1865 QuotidianoPolitico Economico Finanziario Normativo

€ 2,50* in Italia — Sabato 7 Marzo 2020 — Anno 156°, Numero 66 — ilsole24ore.com Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 

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*in vendita abbinata obbligatoria con Enigmistica
 (Il Sole
 Ore ƒ
, + Enigmistica
 ƒ , ).Solo ed esclusivamente per gli abbonati, Il Sole
 Ore ed Enigmistica
, in vendita separata 9 7 7 0 3 9 1 7 8 6 4 1 8^70300

Sanità, 20mila rinforziVerso nuove misure
di emergenza

LA LETTERA
A sostegno dell’economia europeala Commissione potrebbe prende-re in considerazione una revisio-ne delle regole degli aiuti di Stato.Intanto il presidente di Confin-dustria, Vincenzo Boccia, ha in-
viato una lettera appello ai suoiomologhi dell’Europa, degli Usa,di Canada e Giappone: dobbiamoreagire uniti davanti alla crisi,scrive Boccia.—Servizi a pagina 

Boccia alle Confindustrie del mondo: «Crisi globale, collaboriamo tutti»

IL CONTAGIO Nuove misure in arrivo per affronta-re l’emergenza sanitaria da coronavi-rus. Il Consiglio dei ministri nella tar-da serata ha esaminato un decreto che prevede l’assunzione senza con-corso di 
mila fra medici e parame-dici che andranno a rinforzare le
strutture sanitarie in Italia. Nel prov-vedimento anche altre misure straor-dinarie di intervento per circa un mi-liardo. Al termine di una lunga e diffi-cile giornata con una girandola di confronti con l’Istituto superiore di
sanità e i vertici della Regione Lom-bardia, è stato deciso di rinviare la co-stituzione della zona rossa in due Co-muni della provincia di Bergamo. Siapplicheranno misure sanitarie più restrittive.—Servizi a pagina 

L’Unione europea valutala revisione delle regoleper gli aiuti di Stato

La ministra delle Infrastrutture, Pa-ola De Micheli, ha annunciato ieri diaver inviato al ministero dell’Eco-nomia e alla presidenza del Consi-glio un elenco di opere da com-missariare con dodici commissari.
—a pagina 

PANORAMA De Micheli:
L’ITALIA CHE NON SI FERMA. GARE PER 20 MILIARDI DI EURO 12 commissariper 25 opere INFRASTRUTTURE

Fs accelera sugli investimenti 2020Il Gruppo Fs accelera sugli investimenti, con venti miliardi di euro di gare entro fine anno per dimostrare che l’Italia non si ferma. La volontà di ripartire e di guar-dare al futuro con più ottimismo è espressa in alcune
cifre che una grande azienda italiana, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha indicato in una lettera inviata in queste ore al governo.Marco Morino—a pag. 

Nuovi progetti. L’ad Battisti conferma al Governo il contributo del gruppo alla crescita economica del Paese INTERVISTA ALLA LEADER FDIMeloni: «Pronti a sostenerelo scostamento di bilancio» «Siamo pronti a sostenere lo scosta-
mento di bilancio. Sì alla collabora-zione con il governo se è reciproca».Così la leader Fdi Giorgia Meloni. Ilcentrodestra presenta proposte an-ticoronavirus per miliardi e chie-de un confronto a Conte.—pag. 

Edizione chiusa in redazione alle 

L’INTERVISTARaggi: poteri modello Genovaai sindaci, alt codice appalti
«Servono poteri speciali “modelloGenova” ai sindaci e una riforma didrastica semplificazione del codiceappalti». La sindaca di Roma, Virgi-nia Raggi, lancia la campagna peraccelerare le opere pubbliche nelle
città.Giorgio Santilli—a pag. 

Glifosato: ritardi in Europa, che procedein ordine sparso
Alessio Romeo—a pag. 

FALCHI & COLOMBE LA BCE NON REPLICHI
L’ERRORE FEDdi Donato Masciandaro
ranno tanto maggiori quanto interesse. Ed i danni attesi sa-no la Fed. più le banche centrali copieran-Fed di ridurre in modo rilevante, improvviso ed opaco i tassi di Una mossa inutile, forsezio sulla scelta fatta dalladannosa: è questo il giudi-—continua a pagina 

Il Brent -  % a  dollari:il no di Mosca fa fallire il vertice tra i produttoriTracolla il prezzo del petrolio do-
po il fallimento del vertice Opec,con il no della Russia a tagli di produzione extra: il Brent ha perso il ¢% a  dollari al barile, minimo da anni. Chiude in pro-fondo rosso un’altra settimana
critica sui mercati: le Borse euro-pee hanno perso ieri tra il e il% (Milano -
, %). Pesante an-che Wall Street. L’indice Vix, chesegnala la volatilità, è a livelli post-Lehman.—alle pagine  e 

Niente tagli Opec, il petrolio crollaBorse ancora in rosso, Milano -3,5%

VERSO UN NUOVO SISTRI? Torna lo spettro
dei rifiutitracciabiliSche gestiscono materiali real-zione e pare limitato ai settori tato verso una forte semplifica-mesi e un decreto attuativo ancora da scrivere. Anzi, per adesso il sistema sembra orien-no dirlo solo i prossimie sarà una replica del triste-mente noto Sistri, potran-toccare una ferita ancora sangui-mente pericolosi. Di certo, però, prima lettura) giovedì dal Gover-no per recepire alcune direttive sull’economia circolare torna a uno dei decreti approvati (in nante per le imprese italiane: la tracciabilità elettronica dei rifiuti. Paola Ficco—a pag. 

MERCATI

BUSSOLA E TIMONE L’UNICA STRADA È IL WHATEVER
IT TAKESdi Giovanni Tria
geografico delle sue conseguen-globale, l’orizzonte temporale e scrivibile. ze economiche non è circo-vuol dire che, considerate le interconnessioni nell’economia L’evoluzione dell’epidemiamente prevedibile. Ciòda coronavirus è difficil-—continua a pagina 

8 MARZO BAMBINEE MATEMATICA,RAPPORTO
DA RINFORZAREdi Ersilia Vaudo—a pagina 

Stefano Carrer—a pagina 

La Cina riparte piano:riaprono
le fabbriche, gli indicatori segnalano la svolta

L’INCHIESTA

Tutte le  strutture lombarde dedicateall’emergenza del Covid-   Interventi straordinari: lo Stato potrà requisire
alberghi e macchinari

Consiglio dei ministri:più stringenti le regole sanitarie in Lombardia
Pogliotti e Tucci—a pag. 

Catalfo: misureda 2,5 miliardiper Cig e congedi
straordinari

LAVORO

L’iniziativa. Nella gelata dell’eco-nomia molte sono le aziende che non si fermano. Il Sole raccoglie la loro testimonianza

Motori VETRINA DIGITALE Saloni annullati,
le nuove autopresentate sul webSimonluca Pini—a pagina 

ECONOMIAE AGROALIMENTAREDEL CIBO

Annarita D’Ambrosio—a pagina 

Albergatoriin allarme:subito
cassaintegrazionee interventiper la liquidità

TURISMO

Giovanni Negri—a pag. 

Giustizia Effetto virus: possibile chiusura dei tribunalifino a maggio, garantite
solo procedure urgentie udienze su arresti

LA PROPOSTA PERCHÉ È ARRIVATO IL TEMPOPER GLI EURO UNION BOND
di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio«Ee nel

.Il connettivo «Union» uroUnionBond» era iltitolo di due nostri articolisu Il Sole-
 Ore nel

aveva ed ha un significato profondo bond sta ritornando di urgente attualità: l’epidemia del Coronavirus per chi come noi è un europeista convinto. Adesso il tema degli Euro-obbliga a riprendere in esame que-sta proposta come strumento indi-spensabile per fronteggiare le con-seguenze socioeconomiche di una crisi che inevitabilmente provoche-rà un rallentamento dell’economia europea e forse una recessione, nella quale l’Italia già tecnicamente si trova. —continua a pagina 

Ministro del Lavoro. Nunzia Catalfo

Scomparso


Enrico Decleva.


È scomparso
giovedì Enrico

Decleva, a lungo
professore di

Storia


contemporanea
dell’Università

degli Studi di


Milano, di cui è
stato Rettore dal

2001 al 2012. Il


ricordo di
Salvatore

Carrubba sul


nostro sito.


LA STRANA UNIONE IN CUI OGNUNO FA PER SÉ


M


entre il contagio da


Covid- in Italia non


accenna a rallentare,
il numero dei morti

ha già superato quel-


lo registrato in Cina.
Questo era il titolo prevalente dei

giornali di venerdì. Un titolo dram-
matico, ma al tempo stesso in parte

fuorviante. La popolazione italiana è


all’incirca simile a quella dello Hubei,
la provincia della Cina con capitale

Wuhan dove si è concentrata la mag-


gioranza dei contagiati e dei morti ci-
nesi. Ma ha poco senso cercare di ca-

pire oggi i motivi del minor numero


di morti nello Hubei rispetto all’Italia
e tanto meno confrontare le strategie

adottate in Cina e in Italia, che peral-


tro sembrano progressivamente
convergere.

La riflessione è un’altra. La popo-


lazione cinese è nel suo complesso
più di  volte quella italiana (quasi

, miliardi), la strategia cinese di de-


limitazione dell’epidemia si è posta
quindi fin dall’inizio l’obiettivo fon-

damentale di evitare che essa si allar-


gasse con la stessa virulenza dall’Hu-
bei alle  province, le  regioni auto-

nome e le  municipalità autonome in


cui è suddivisa amministrativamente
la Cina. Fino a oggi il successo è evi-

dente: al di fuori dell’Hubei il conta-


gio in Cina è stato marginale e si è evi-
tato così un disastro umanitario di

proporzioni non immaginabili.
Il confronto va fatto, quindi, con

quanto sta accadendo in Europa nel


suo complesso. Si può discutere sulla
efficienza del governo di Pechino,

sulla sua capacità di controllo sociale


legato o meno al suo tasso di demo-


crazia liberale, ma ciò non spiega la


divergenza di risultati. Io credo che il
vero punto è che in Cina esiste un solo

governo sovrano pur in un comples-


so sistema di decentramento ammi-
nistrativo e di autonomie. Nella sola

Unione europea vi sono  governi


sovrani che, di fronte a un’epidemia
annunciata in tutta la sua gravità da

oltre due mesi, hanno subito mostra-


to il peggio della loro sovranità, anche
se oggi tentano affannosamente di

limitare i danni. Tutti sono andati, e


ancora vanno, in ordine sparso nel
decidere cosa fare sul piano della li-

mitazione del contagio e, sostanzial-


mente, anche nel cercare di capire co-
me fronteggiarne l’impatto economi-

co, rimanendo sempre in bilico tra


politiche di beggar thy neighbor (in cui
si cerca di risolvere un problema a

danno del vicino) e la comprensione
che la cooperazione è nell’interesse

collettivo.


Al di sopra dei governi sovrani, al-
meno per ciò che riguarda la risposta

alla pandemia, abbiamo l’Oms (Or-


ganizzazione mondiale della sanità)
una delle varie agenzie multilaterali

senza sostanziali poteri perché pro-


gressivamente indebolite dai governi
sovrani, certo non solo europei, che

ne determinano e limitano l’azione.


Il risultato è che, mentre il gover-
no cinese ha isolato il contagio den-

tro il continente cinese e non ci so-


no state tante “Hubei”, in Europa
esso dilaga e purtroppo fa presagire

che l’Italia non rimanga affatto un


caso isolato. Al contrario, la sfasa-
tura temporale del contagio tra le

varie nazioni europee, per non par-


lare del resto del mondo a partire


dagli Stati Uniti, rischia di allungar-


ne fortemente la durata complessi-
va e anche l’impatto sull’economia

globalizzata.


Tutto ciò impone alcune rifles-
sioni, generali ma utili come guida

all’azione politica per il presente e
per il futuro. La sanità, così come il

contrasto al cambiamento climatico,


è certamente un bene pubblico glo-
bale. Anche la stabilità finanziaria

può essere considerata un bene


pubblico globale.
Ma i beni pubblici globali richiedo-

no per la loro produzione efficiente


più globalizzazione e non meno glo-
balizzazione. Ora, con una crescente

globalizzazione economica (com-


mercio e catene produttive globali) e
finanziaria e l’evidente ritardo nella

definizione di strumenti adeguati di


policy sul piano globale e multilatera-
le, anzi in presenza di un processo di

indebolimento di questi ultimi, è pre-


feribile avere una forma di governo di
grandi aree geo-economiche come

l’Europa o uno spezzettamento in


piccoli stati sovrani, pur caratterizza-
ti da una forte interconnessione eco-

nomica e di crescente mobilità della


popolazione? La domanda non è af-
fatto retorica perché investe il cuore

della questione europea al di là delle


pretestuose polemiche politiche.
La Ue negli ultimi anni è stata ca-

ratterizzata da una paralisi decisio-


nale determinata dalla volontà dei
governi di non cedere sovranità, e

quindi di ostacolare ogni progresso
di integrazione, a partire dalla sovra-

nità fiscale, che non risiede nelle re-


gole vincolanti le politiche nazionali,
ma nella possibilità di avere un bilan-

di Giovanni Tria


IL CORONAVIRUS


FA PIÙ DANNI QUI


CHE IN CINA


PERCHÉ GLI STATI


SI MUOVONO


IN ORDINE SPARSO


cio europeo e un bilancio dell’eurozo-


na con capacità di finanziamento au-


tonomo per politiche europee. A de-
terminare questa paralisi, per essere

chiari, non hanno avuto alcun ruolo


i movimenti italiani definiti, o auto-
definitisi, sovranisti, ma lo hanno

avuto i governi tutori dell’Europa così
come è. La nuova Commissione mi

sembra che stia avendo oggi un ruolo


politico anche minore che nel passa-
to: è un braccio tecnico degli accordi

tra i vari governi.


Per ora facciamo affidamento sul-
l’unica istituzione europea comuni-

taria funzionante, la Bce, che tra varie


incertezze sta facendo il suo lavoro
per tutelare, come bene pubblico glo-

bale, la stabilità finanziaria, ed è que-


sta peraltro l’unica giustificazione
per intervenire selettivamente a so-

stegno dei Paesi più in difficoltà. Per


il resto ogni Paese annuncia mobili-
tazione di risorse proprie. Parados-

salmente, la sospensione inevitabile


del Patto di stabilità e crescita certifi-
ca solo il via libera a “ognuno faccia

per sé “, non certo un’azione di aiuto


europeo che non esiste. D’altra parte,
anche il richiesto intervento del Mes

significa ricorrere a uno strumento


strettamente intergovernativo, men-
tre l’emissione di Eurobond, che ri-

schierebbero, oltretutto, di entrare in


competizione con i bond nazionali,
presuppone una entità politica co-

munitaria che per ora non si vede. Se
questa è, come credo, la situazione,

l’interrogativo aperto è se l’emergen-


za sanitaria ed economica porterà al
collasso della Ue o porrà le basi per il

suo rilancio.


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BUSSOLA
& TIMONE
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