II Sole 24 Ore - 28.03.2020

(Romina) #1

Il Sole 24 Ore Sabato 28 Marzo 2020 13


Economia & Imprese


IN BREVE


Enrico Netti


I


n ginocchio. Non c’è altro termi-
ne per definire lo stato di salute

in cui versano le attività che fan-
no capo ad Assosistema Confin-

dustria, rete di aziende medio-


grandi specializzate nella sanifica-
zione di tutto quanto è tessile per i

clienti dell’ospitalità, in primis ho-


tel e ristoranti. C’è poi l’area della
sanità pubblica e privata con i ser-

vizi di sanificazione e sterilizzazio-


ne degli strumenti chirurgici e del
tessile riutilizzabile. All’associa-

zione sono anche iscritte le aziende


che producono e vendono disposi-
tivi di protezione individuale (Dpi)

tra cui le mascherine Ffp  e Ffp .


Un insieme eterogeneo di attività
con oltre mila dipendenti e un

giro d’affari di , miliardi. Ad oggi


il virus cinese ha praticamente az-
zerato l’attività delle imprese che

servono il canale hotel e ristoranti.


Presidente il comparto quanto
è stato messo in ginocchio dalla

pandemia?


Gli ultimi dati elaborati dal nostro
Osservatorio segnano un record

negativo per la produzione delle la-


vanderie industriali: in media il ca-
lo è del % con picchi in alcune re-

gioni pari al % dell’attività per


l’intero indotto del turismo e il %
delle aziende del settore che eroga-

no servizi per gli hotel sono ricorse
alla cassa integrazione.

Quanto pesa il business legato


alle grandi manifestazioni alla lu-
ce della cancellazione di fiere co-

me, per esempio, il Salone del mo-


bile, Vinitaly e altre?
Pesa parecchio perché le manife-

stazioni fieristice, milanesi e non,


insieme alla clientela business e ai


convegni rappresentano un flusso
costante di lavoro per le nostre im-

prese. Ora tutto è fermo e dando


uno sguardo, ragionando sui ter-
mini di un possibile allentamento

dei divieti e ipotizzando una lieve


ripresa a settembre o ottobre ci si
rende conto che non sarà possibile

ricollocare i grandi appuntamenti


mantenendo i numeri del passato.
Da non dimenticare che il Vinitaly

rappresenta l’apertura, anche dal


punto di vista internazionale, della
stagione estiva sul lago di Garda. E

la disdetta delle prenotazioni è ini-


ziata quando si è saputo che l’ap-
puntamento del Vinitaly non ci sa-

rebbe stato.


Che prospettive di ripartenza
vede sia per il segmento delle fiere

e della clientela business sia per il


turismo?
La ripartenza di fiere e grandi

eventi presuppone il consenso pre-
ventivo delle autorità amministra-

tive e sarà complicata perché non si


può pensare di recuperare ciò che
si è perso nel corso dell’anno quin-

di le nostre aziende sono di fronte


a una perdita secca e irrecuperabi-


le. Speriamo in un graduale ritorno
del turismo a partire da quello in-

terno e progressivamente con il


miglioramento della situazione
anche quello estero. Solo così ve-

dremo crescere i carichi di lavoro.


Quando potrebbe accadere?
Gli ultimi scenari ipotizzano un al-

lentamento dei blocchi alla circola-


zione verso agosto fermo restando
il timore di contagi di ritorno. Te-

mo che i tre quarti delle famiglie


non saranno in grado di affrontare
le vacanze e forse ad agosto negli

hotel potrebbero esserci il , %
delle presenze. Una prima ripar-

tenza che a dicembre potrebbe por-


tare le presenze in hotel e ristoranti
al %. Un equivalente carico di la-

voro per le lavanderie industriali.


In questo scenario come sarà il
?

Questo è ormai un anno perso e te-


miamo che si chiuderà con un calo
del fatturato nell’ordine del -

% rispetto al . Auspico che


non ci siano blocchi dei pagamenti
e spero in un gesto di responsabili-

tà per industria e servizi per gettare


le basi della ripartenza e come set-
tori essere più forti e coesi nel pre-

sentarci al Governo per chiedere gli


aiuti necessari. Aiuti che dovranno
assicurare la sopravvivenza di tutte

le aziende e per prepararci per es-


sere da traino nella prossima ripre-
sa dell’intero sistema Paese.

Al Governo che misure chiede?


Siamo i principali fornitori degli
hotel e non siamo stati inseriti tra

le imprese incluse nell’articolo 


del decreto “CuraItalia”. Ora chie-
diamo che si corregga questo er-

rore inserendoci come fornitori


essenziali della filiera del turismo
perché i ricavi sono vicini allo zero

e l’attività è ferma. È indispensa-
bile anche lo spostamento delle

scadenze Iva e dei contributi per i


dipendenti.
[email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Chiediamo che le


nostre imprese siano


inserite nell’articolo 61


del decreto “CuraItalia”»


Marco Marchetti


PRESIDENTE DI ASSOSISTEMA

INTERVISTA


MARCO MARCHETTI


Assosistema: le attività


delle lavanderie industriali


si sono ridotte del %


Il blocco di hotel e ristoranti


mette in ginocchio l’indotto


Salta il Salone del Mobile,


nuova edizione nel 2021


Il design a Milano. Il Salone del Mobile costretto a rinviare l’edizione 2020


IMAGOECONOMICA

MADE IN ITALY


Appuntamento per aprile


dell’anno prossimo,


con tutti gli eventi biennali


Orsini: «Scelta dolorosa


ma inevitabile» Luti: «Ora


serve salvare le imprese»


Giovanna Mancini


Le aziende prima di tutto. «Perché


il Salone del Mobile di Milano non


esisterebbe senza le sue aziende e


in questo momento la priorità è


mettere in salvo le nostre impre-


se». Così Claudio Luti, presidente


del Salone, dà l’annuncio più dolo-


roso, la cancellazione dell’edizione


, già spostata da aprile a giu-


gno per effetto della diffusione del


contagio da Covid.


Ora l’appuntamento è ufficial-


mente rimandato al , dal  al 


aprile, con «una grandissima festa –


assicura Luti – in cui festeggeremo i


nostri  anni e metteremo assieme


tutte le manifestazioni Biennali,


quelle della Cucina e del Bagno che


saltano quest’anno, e quelle dedicate


a Luce e Ufficio». Sarà una «special
Edition», conferma il presidente di

FederlegnoArredo, Emanuele Orsini.


La decisione era nell’aria da giorni,
ma fino all’ultimo i vertici del Salone

hanno cercato delle alternative, ad


esempio un ulteriore rinvio a settem-
bre. Alla fine, ha prevalso la linea del-

lo stop, come accaduto per il Vinitaly


di Verona e, su scala globale, per le
Olimpiadi di Tokyo. Confermate in-

vece per il momento le edizioni del


Salone a Mosca (in ottobre) e a Shan-
ghai (in novembre).

Per Orsini è stata una scelta «dolo-


rosissima. Prima di tutto per il conte-
sto drammatico in cui avviene, con il

Covid che ha messo in ginocchio la


Lombardia, l’Italia e non solo, in se-
condo luogo perché rinviamo di un

anno la manifestazione del design


più importante al mondo, un simbolo
dell’eccellenza del made in Italy, con

mila buyer da tutto il mondo e
l’adesione entusiasta della città».

Ma la situazione lasciava poche al-


ternative: un mese fa il cda del Salone
aveva deciso di rinviare a metà giu-

gno, confidando in una rapida solu-


zione dell’emergenza Coronavirus.
Ma la situazione si è aggravata, dif-

fondendosi per giunta nel resto del


mondo, compresi i Paesi che dell’in-
dustria del mobile sono i principali

partner e clienti, ovvero la Francia, la
Germania, la Spagna, il Regno Unito

e gli Stati Uniti.


Ammesso e non concesso che, a
giugno, l’Italia possa essersi messa

alle spalle il picco dell’emergenza sa-


nitaria, è probabile che altre nazioni
saranno ancora in difficoltà e in ogni

caso è difficile immaginare oggi una


ripresa rapida della libera circolazio-
ne delle persone o il ritorno alla pos-

sibilità di radunarsi in luoghi affollati


per definizione, come le fiere.


Inoltre sarebbe stato impossibile
per le aziende – oggi chiuse per effet-

to del decreto governativo – rispetta-


re le tempistiche necessarie per esse-
re pronte a metà giugno con i prodotti

nuovi e gli stand realizzati. Impossi-


bile anche, aggiunge Orsini, chiedere
loro lo sforzo economico che la parte-

cipazione al Salone richiede, visto il


danno enorme che la crisi in atto sta
causando alle aziende. «Se l’emer-

genza durerà per - mesi, l’intera fi-
liera rischia di perdere almeno  mi-

liardi di euro quest’anno, circa il %
della produzione – osserva Orsini -.

Ora c’è bisogno di grande coraggio, di


immettere liquidità e aiutare le azien-
de a investire per uscire da questa cri-

si». E salvare un settore che in Italia


conta circa mila aziende e nel 
ha generato un valore di  miliardi di

euro. Spingendo soprattutto sul-


l’export, dice Luti, «per non perdere
la nostra quota di mercato». Proprio

dal Salone – che ogni anno accoglie


visitatori da  Paesi – arriva uno dei
principali stimoli alle esportazioni

per le imprese italiane, soprattutto le


più piccole. Anche per questo la can-
cellazione della manifestazione non

sarà indolore. Nemmeno per Milano,


visto che il Salone genera un indotto
che la Camera di commercio stima at-

torno ai  milioni , e di circa , mi-


liardi su tutta l’economia nazionale,
secondo le stime di Fla.

«Stiamo valutando la possibilità di


organizzare delle iniziative alternati-
ve, magari attraverso l’uso del digita-

le, per aiutare le aziende a presentare


e comunicare comunque i nuovi pro-
dotti – spiega Luti -. Abbiamo molte

idee, ma adesso la priorità è uscire


dall’emergenza».


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Cardani: «La rete regge ma usate il fisso»


TLC (RADIOCOR)


«Importante che gli italiani


adottino comportamenti


adeguati alla situazione»


Simona Rossitto


Privilegiare l’uso delle linee telefo-


niche fisse «in modo da alleggerire


la pressione sulla rete mobile». A


lanciare un appello agli italiani è il


presidente dell’Agcom, Angelo


Marcello Cardani, a fronte del mol-


tiplicarsi del traffico telefonico per


l’emergenza coronavirus. Nel cor-


so di un’intervista a DigitEco-


nomy. (report di Sole  Ore-Ra-


diocor e Luiss Business School), si


rivolge anche agli operatori esor-


tandoli a continuare a fare la loro


parte e a tener conto delle esigenze


degli utenti.


Dopo un primo pacchetto di mi-


sure da poco varato, che cosa sug-


gerisce ora l’Autorità?
«I cittadini, specialmente se soli,

non devono essere abbandonati


dentro le proprie case. In questo
senso mi pare che gli operatori sti-

ano facendo la loro parte. Non di


meno è importante che anche gli
italiani adottino comportamenti

adeguati: alcuni operatori stanno


riscontrando un anomalo incre-
mento del traffico mobile sulle li-

nee voce. Da qui il mio invito, a chi


ne dispone, di privilegiare da casa
l’utilizzo delle linee telefoniche fis-

se, in modo da alleggerire la pres-


sione sulla rete mobile».
Valutate iniziative di altri ope-

ratori dopo il via libera ai mila ca-


binet di Tim?
«Innanzi tutto devono esserci ini-

ziative da promuovere. La mia è, in


primo luogo, una esortazione agli
operatori, in parte già raccolta, af-

finché considerino attentamente le


esigenze degli utenti in questo par-
ticolare frangente, valutando i vin-

coli tecnici e distinguendo fra quelli


modificabili nel breve, nel medio e
nel lungo periodo. Meritano un

plauso le iniziative adottate per in-


crementare le prestazioni dell’in-
frastruttura e per assecondare le

particolari esigenze di connessione


degli utenti.
Ma si deve fare di più: penso alle

esigenze legate all’istruzione a di-


stanza. Alcuni anni fa sono stati re-
alizzati due piani finalizzati allo

sviluppo della banda larga in alcune


regioni del Centro-Sud, che hanno
beneficiato di un consistente finan-

ziamento pubblico. A fronte di un


buon dato relativo alla copertura
raggiunta nelle scuole attraverso

questi interventi, abbiamo riscon-


trato, tuttavia, una limitata attiva-
zione dei servizi (intorno al % delle

sedi coperte), quasi tutti con tecno-
logia Fttc (fibra fino agli armadietti,

ndr). I servizi di connessione in fi-


bra più performanti (Ftth, fibra fino
alla casa), seppur disponibili, non

sono stati attivati. Mi pare che, at-


traverso uno sforzo comune, si pos-


sano trovare soluzioni finalizzate
alla rapida attivazione delle con-

nessioni più prestazionali nelle


scuole raggiunte da tali tecnologie.
Andrebbero, poi, valutati incentivi

specifici per poter usufruire di con-


nessioni domestiche adeguate ai fi-
ni della partecipazione alla didatti-

ca a distanza».


Si corre il rischio, con l’emer-
genza, di allargare troppo le ma-

glie regolatorie?
«Ogni emergenza determina un

allentamento dei vincoli normati-


vi abituali: dobbiamo assicurare
che quanto fatto in un frangente

eccezionale non limiti eccessiva-


mente e irreversibilmente altre li-
bertà fondamentali, come quella

riferita all’iniziativa economica,


che non deve essere eccessiva-
mente compressa in questo mo-

mento e penalizzata in modo defi-


nitivo nel lungo periodo. Noi lo
terremo ben presente in tutte le

decisioni da prendere».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Supermarket, frena la corsa agli acquisti


GDO


La scorsa settimana


gli acquisti online


segnano un +% sul 


La scorsa settimana il trend delle


vendite della grande distribuzione ha


visto l’exploit del canale e-commerce


e un rallentamento nella corsa della


spesa nei supermarket. Tra il  e il 


marzo le vendite online dei beni di


largo consumo hanno registrato il


+% rispetto la stessa settimana del


 e con balzo di  punti percen-


tuali rispetto la precedente settima-


na. Si raffredda invece la corsa ai


grandi acquisti che ha caratterizzato


il primo mese dallo scoppio della


pandemia cinese. Dopo il record sto-


rico delle vendite (+,%) registrato


tra il  e il  marzo nella scorsa setti-


mana si è registrato un rallentamen-


to delle vendite a valore nella Gdo che


vede un +,%. È il passaggio da un
trend di crescita a due cifre come si è

visto nelle prime tre settimane del-


l’emergenza Covid- a una cifra. Gli
acquisti più sostenuti sono stati regi-

strati nel Nord-Est dove è stato sfio-
rato il +%, seguito dal +,% nel Sud,

il ,% nel Nord-Est per finire con il


+,% del Centro.
«La seconda settimana di qua-

rantena ufficiale fa registrare un ral-


lentamento della crescita rispetto ai
trend a doppia cifra delle ultime set-

timane – commenta Romolo de Ca-


millis, Retailer service director di
Nielsen Connect in Italia –. I dati

confermano i primi segnali di ”rot-


tura” rilevati in precedenza: da un
lato causati dalle nuove procedure di

ingresso nei negozi, che limitano


l’afflusso per garantire le distanze di
sicurezza, dall’altro la continua

ascesa dei negozi di vicinato, che si


trovano nei pressi delle abitazioni e
permettono quindi di limitare il tra-

gitto per la spesa. Sul rallentamento


della crescita incidono anche le re-
strizioni governative che vietano la

vendita di prodotti non essenziali,


per esempio la cancelleria e l’elettro-
nica di consumo».

Le giornate più gettonare per fare


la spesa non sono più quelle del week
end ma il venerdì che conquista il pri-

mo posto seguito dal giovedì. In que-


sti due giorni feriali le vendite hanno
visto un aumento di un quarto e

mantengono un trend sostenuto an-


che nelle restanti giornate. In calo in-
vece gli acquisti nei week end.

La spesa di “guerra” delle famiglie


privilegia le farine (%), uova, latte
a lunga conservazione, burro, pasta,

riso e pelati. Per molti il lievito di bir-


ra resta introvabile. Si fa scorta di
guanti monouso (+%), alcol dena-

turato (%), saponi, salviettine


umidificate e termometri.
Alla luce delle lunge giornate in

casa ci si rifugia nei «comfort food».


In crescita a due cifre le vendite di
pizze surgelate, affettati, mozzarelle,

patatine, gelati, wafer, creme alla nu-


tella oltre a birra e vino. L’ansia inne-
scata dalla pandemia fa impennare

(+%) le vendite di camomilla. In ca-


duta libera invece le vendite dei pro-
dotti per il trucco e profumeria (vici-

no al -%) e la cura del viso.


Proprio i piccoli market di prossi-
mità fanno registrare il maggiore au-

mento delle vendite (circa +%). Se-


guono i supermercati (+,%) e i di-
scount vicini al +%. In netta flessio-

ne (-%) le vendite dei negozi


specializzati e quelli degli ipermerca-
ti (-%) che quasi sempre si possono

raggiungere solo in auto.


—E.N.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

UNINDUSTRIA


Danni da 3 miliardi


ogni giorno


C’è, purtroppo, una seconda
epidemia che sta crescendo

molto in fretta: quella di una


lunga e profonda
depressione economica –

dichiara Filippo Tortoriello,


presidente di Unindustria in
un videomessaggio rivolto

agli associati - Certamente


la salute di tutte le persone è
il bene primario da tutelare,

tuttavia bisogna avere la


consapevolezza, che le
restrizioni previste dal

Governo sulle attività


produttive, stanno
determinando perdite

giornaliere fino a


 miliardi di PIL.


COVID-19 E DONAZIONI


Da Chiesi 3 milioni


per l’emergenza


Chiesi Farmaceutici annuncia


nuove misure in risposta alla
pandemia di Covid-: il

gruppo si impegna donazioni


per  milioni di euro. «In
questo momento - spiega il

gruppo - trasporto e


consegna dei farmaci
continuano e tutti gli impianti

di produzione sono attivi».


L’azienda rende anche noto di
aver «individuato i

collaboratori essenziali a


garantire la continuità la cui
presenza fisica è

indispensabile in loco, e


assicurato le dotazioni
tecnologiche necessarie

perché tutti gli altri lavorino
da casa». Per chi si reca a

lavoro è previsto un


incremento salariale del %
per la durata dell’emergenza.

Stiamo aumentando -


aggiunge Alberto Chiesi,
Presidente del Gruppo Chiesi


  • le nostre iniziative per


proteggere i nostri dipendenti
e pazienti».

Imprese, oltre il 95%


passa il test


dello smart working


SONDAGGIO


Alkemy-Il Sole  Ore:


intervistato un maxi panel


di aziende dei servizi


A quasi tre settimane dallo stato di


emergenza per il contenimento
del Covid- e a una settimana dal

decreto che ha fermato la produ-


zione per le attività “non essenzia-
li”, l’Osservatorio Alkemy – Il Sole

 ha svolto un’indagine presso


un campione di grandi aziende
italiane del settore dei servizi sullo

stato dell'adozione dello smart


working. Il campione intervistato
rappresenta direttamente un fat-

turato di  miliardi di euro e


. dipendenti.
Le aziende intervistate hanno

dichiarato di aver già adottato


strumenti per abilitare il lavoro da
remoto dei propri dipendenti, ma

l'emergenza Covid- ne ha pro-


fondamente accelerato la dinami-
ca. L’adozione degli strumenti di

base (email, telefono) è passata in-


fatti dal % delle aziende del
campione al %. L’adozione

delle piattaforme di condivisione


(videoconferenze, workflow col-
laborativi) è passata dal % al

% del campione. Inoltre l’ado-
zione di piattaforme di operatività

integrata (ovvero piattaforme di


Business Process Management o
Bpm) che rappresentano gli stru-

menti più completi e avanzati per


la realizzazione dello smart
working è passata dal % al %

delle aziende. Al momento della


definizione dello stato di emer-
genza le aziende erano piuttosto

pronte al passaggio massivo allo


smart working da remoto. Infatti
il % delle intervistate aveva già

definito procedure e piattaforme


sin dal , il % aveva già predi-
sposto attività di formazione tec-

nica e di processo per rendere
operativo il passaggio allo smart

working prima del Covid-, men-


tre il % aveva già predisposto at-
tività di agile coaching ovvero il

supporto formativo nella organiz-


zazione del lavoro da casa in auto-
nomia per i dipendenti. In questo

caso una azienda su quattro ha ef-


fettuato queste attività nel corso
delle ultime settimane.

Ma quali sono stati, a partire


dalla gestione dell’emergenza co-
ronavirus gli elementi che hanno

inficiato maggiormente l’adozio-
ne del nuovo modello di lavoro?

Per il % delle aziende intervi-


state la difficoltà maggiore è quel-
la di organizzare il lavoro da re-

moto, soprattutto in termini di co-


ordinamento e motivazione dei
team. A seguire hanno impattato

la disponibilità di device in dota-


zione ai dipendenti e della connet-
tività nelle loro case, oltre che l’as-

senza di sistemi di monitoraggio


delle attività da remoto. Nelle
aziende dotate di reti di vendita

l’insufficiente livello di digitaliz-


zazione del personale della rete è
considerato l’ostacolo maggiore

per il % degli intervistati.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE GUIDE DEL SOLE


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Oggi in edicola la guida del


Sole Ore dedicata allo smart
working come strumento di

continuità delle attività
aziendali in tempi di Covid-

EMANUELE
ORSINI
Per il presidente
di Federlegno
Arredo è stata
«Una scelta
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