Corriere della Sera - 08.04.2020

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CorrieredellaSera Mercoledì8Aprile2020 13


Primopiano L’emergenzasanitaria


Schröder:«Èl’oradeldebitocomune


LaGermaniarendal’aiutocheebbe»


L’EXLEADER


Illeadersocialdemocratico,cancelliereper8anni:


«L’imperativodelmomentoèsolidarietà.D’accordo


conContesuunfondoeuropeoperlaricostruzione»


DistanzadisicurezzaUnmercatinoconlebancarelledistanziateaLipsia,nell’estdellaGermania( fotoAp )


S


e c’è un Paese che de-
ve capire come dopo
una crisi esistenziale
occorra un sostegno
finanziario paneuro-
peo alla ricostruzio-
ne di chi l’ha subita, questo è
la Germania. Gerhard
Schröder pone nella prospet-
tivastoricaildebitotedesco
verso gli alleati europei. Nel
giorno del suocompleanno,
ieri ne hacompiuti 76, l’ex
cancellieretedesco manda un
messaggio di amiciziaesoli-
darietàall’Italia,colpita dalla
pandemia. Nell’intervista al
nostrogiornale, Schröder si
pronuncia in favoredel pac-
chettodiaiuti in discussione
a Bruxelles, ma apre anche sui
coro nabond,oinalternativa
su una obbligazione europea
comune una tantum, sia pure
come «necessario strumento
della fase successiva».
Signorcancelliere, la crisi
delcoronavirus pone all’Eu-
ropa una sfida drammatica.
Cos’è in gioco?
«Se guardiamo alla situa-
zione nelvostroPaese, in Spa-
gna, in Francia,ègiustoparla-
re di una minaccia esistenzia-
le nelvero senso della parola.
Siamo scioccati dalle immagi-
ni chevengono dall’Italia, in

particolaredaBergamo.Eso-
no feliceche la Germania ab-
bia deciso di accogliere e cu-
rarepazienti italianiediin-
viaremateriale sanitario.For-
se èveroche avremmo dovuto
decidereprimaecomunicarlo
meglio, maèanchevero che
ci confrontiamo tutticonuna
crisi straordinaria. La parola
del momentoèsolidarietà,
per tutti, anchealivello euro-
peo einternazionale.Perché
se l’UnioneeiPaesi membri
non vincono questa sfida, al-
lora l’intero progettoeuropeo
èinpericolo. Non dobbiamo
permetterloepenso anche
che non succederà: l’Europa è
una comunità di destini».
L’Unione europea ha già
varatoimportanti misure
percontrastareleconse-
guenzeeconomiche della
pandemia. Maèchiaroche
occorredipiù. Finora gran
partedelle rispostesono
statenazionali. Con quali
strumenti e in quale dimen-
sione devearticolarsi la ri-
sposta europea?
«In primo luogo, dev’essere
una rispostaveloceelastia-
mo dando.Perquestobiso-
gna usarequello che già esi-
ste: il Meccanismo europeo di
stabilità senza particolari
condizionalità, la Banca euro-
pea degli Investimentiela
Commissione. Il pacchetto da
540 miliardi di euro in discus-
sioneèunsegnaleforte. In
più c’èl’azione della Banca
centrale europea, che sta ac-

quistando titoli pubblici e pri-
vati per stabilizzareimercati
finanziari.Eanche questoè
bene. Il nostroobiettivopri-
mario ora dev’esseretenere in
vita le imprese, mettere in si-
curezza i posti di lavoro eof-
friresufficienteliquidità agli
Stati per metterli incondizio-
ne di agire».
Ma leièfavorevole aico-
siddetticoronabond?
«Sonoconvintoche come
prossimo passo abbiamo bi-
sogno anche di uno strumen-
to di debitocomune europeo.
Possono essere gli eurobond,
anche se non sonoveloci da
realizzare, oppure può essere

un’obbligazionecomunee
una tantum».
C’èunfortedibattitoin
Germania proprio sultema
della mutualizzazione del
debito.Perché iltema della
solidarietà finanziariaconi
Paesi europei, in particolare
con l’Italia, ècosì controver-
so? Qual è la sua posizione?
«Hol’impressione che l’at-
teggiamentodella Germania
sul debito stiacambiando. La
situazioneèanche moltodi-
versa da quella della crisi fi-
nanziaria del 2008. Italia e
Spagnavengonocolpite dalla
pandemia senza alcunacolpa.
Eleconseguenzeeconomi-

conda guerra mondiale, no-
nostantefossimo stati pro-
prio noi acausarla».
La Germania è ilPaese che
ha tratto i maggiorivantaggi
dal mercatounicoedalla
monetacomune. Gliex mi-
nistri degli Esteri, Sigmar
Gabriel eJoschka Fischer —
il primo suocompagno di
partito, il secondo suo vice-
cancelliere — dicono che sia
giuntoilmomentoche «la
Germania usi per questa Eu-
ropa partedella ricchezza
ottenuta grazie all’Europa».
È d’accordo?
«Penso che ci avvantaggia-
mo tutti dall’Europa unita, sul
piano politico, culturale ed
economico.Perquestodob-
biamo rapidamentetornare a
una normalizzazione della vi-
ta. Le frontiereinterne non
possono rimanerechiuse a
lungo. Le persone devono po-
tersi incontraredinuovo.Le
imprese devonotornarea
produrre.Èuna questione
che si pone non solo la Ger-
mania. Cruciale è agire insie-
me epossibilmentecercare
soluzioni europee. Questo è il
mio appello».
La pandemia delcorona-
virus rischia di essere la pri-
ma di una serie di crisi aca-
scata che investiranno il
mondo intero: minaccia di
default per le economie
avanzate, prospettiva di una
Grande depressione per
quelle emergenticome Bra-
sile, IndiaoIndonesia,
esplosione degliStati petro-
lifericome Libia, Iran, Iraq,
Venezuelael’abisso di mi-
lioni di vittime in Africa.
Quale di questi scenaricon-
sidera piùrealistico e la pre-
occupa di più?
«Ogni singola crisièfonte
di fortepreoccupazione nel
mondo globalizzato.Elapri-
ma lezione di questa pande-
mia èche siamo di frontea
una sfida che nessuna nazio-
ne può vincere da sola. Io pe-
rò sono e rimango unottimi-
sta: forse questa crisi globale
ci porterà a una riflessione. E
cioè che viviamo tutti sullo
stesso pianetaepossiamo
avere successo soltanto insie-
me. Questoèveronon solo
nella lottacontro il Covid-19 e
altrepandemie, ma anche
nella soluzione di problemi
globalicome icambiamenti
climatici, la fame, il sottosvi-
luppo. Invece diconfrontazio-
ne, abbiamo bisogno di più
cooperazione. Se questa sem-
plic everitàvenissecompresa
a Washington, a Mosca, aPe-
chinoeaBruxelles, sarebbe
un bene per tutti».
©RIPRODUZIONERISERVATA

dalnostrocorrispondente
aBerlinoPaoloValentino

che, socialieumane sono
molto più devastanti di allora.
Nel frattempo, molti econo-
mistitedeschi, gli stessi che
finora avevano sempre osteg-
giatogli eurobond, esprimo-
no l’opinione che siano pro-
prio questi la direzione da
prendere. Il presidentedel
Consiglio Giuseppe Conte
propone anche unfondo per
la ricostruzione. Io dico: per-
ché no? Sec’èunPaese che
deve capire che dopo una crisi
esistenzialeèindispensabile
aver eunsostegno paneuro-
peo per la ricostruzione, que-
sto è la Germania. Noi siamo
stati aiutati molto dopo la Se-


Chiè


GERHARD
SCHRÖDER

Nato il 7 aprile 1944,
socialdemocratico, è stato
presidente della Bassa
Sassonia dal 1990 al 1998,
poi leader Spd e
cancelliere dal 1998 al 2005

❞Una
obbligazio-
neeuropea
èil
prossimo
passo.Non
èfacileda
realizzare
velocemen-
tecome
eurobond,
masipuò
fareanche
unatantum
Suquestoin
Germania
l’ariasta
cambiando:
cisirende
contochela
situazione
èmolto
diversa
rispetto
allacrisi
del

❞Siamodi
fronteauna
sfidache
nessuna
nazionepuò
pensaredi
affrontare
dasola
el’Europa
unitaèun
vantaggio
pertutti:
dobbiamo
rapidamen-
tetornare
alle
frontiere
aperte,
lepersone
devono
potersi
incontrare
dinuovo
Servono
soluzioni
condivise

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sera»tuttele
notizieegli
approfondi-
menti
sull’Europaeil
coronavirus

Crisieconomica


CalanolerimesseversoiPaesipoveri


D


a NewYork il tassista
Yusuf Ahmed non
manda i soldi acasa
perché è in quarantena. E in
Somalia il cugino Abdalla
Sabdow non riceve i 200
dollari per il pane e la scuola
dei figli. Fino al mese scorso,
Diana Hernandezvendeva
creme porta a porta a Miami
e così manteneva almeno sei
parenti in Honduras, tra cibo
e medicine: adesso Diana è
ferma, e per la primavolta da
quando arrivò negliStates 15
anni fa non ha mandato un
centesimo nel suoPaese.

Storie di migranti altempo
della crisi dacoro navirus. Si
è ridotta anche la linfa delle
«rimesse», che secondo gli
ultimi dati dellaWorld Bank
valgono 529 miliardi di
dollari. Soldi trasferiti ogni
anno dai lavoratoriverso i
Paesi d’origine attraverso i
canali ufficiali (senzacontare
il nero). Sono iPaesi poveri i
più colpiti: da Haiti all’Africa,
dove le rimesse sono pari a
82 miliardi, più di
investimenti esteri e aiuti
allo sviluppo messi insieme.
Per 13 Paesi delcontinente

valgono oltre il 5% del Pil e
per più di unterzo arrivano
dall’Europa. I trasferimenti
dagliStati Uniti verso
l’America Latina sono scesi
quest’anno tra il 7 e il 18%. E
la causa principale è il Covid-


  1. In Asia lo stesso: Sajeela
    Mol, 36 anni e 4 figli, in India
    sopravvivecon i 150 dollari
    che il marito manda
    dall’Arabia Saudita ogni
    mese. Shabeer fa il
    cameriere a Gedda. Con i
    ristoranti chiusi, a marzo
    non ha mandato nulla.
    ©RIPRODUZIONERISERVATA


529


miliardidi
dollariÈil
valore
dellerimesse
nelmondo
secondo
laBanca
Mondiale
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