Corriere della Sera - 08.04.2020

(backadmin) #1


CorrieredellaSera Mercoledì8Aprile2020
CULTURA

47


le ossa marce.Esseregenerosiècomplicato,
bisogna vincere molte paure.Forse le masche-
rine che hocompratoinfarmacia, le uniche
due rimaste, servivano di più ad altre persone,
ma io ho pensato soltanto checosì sarei potuta
andare a buttare la spazzatura più protetta. E
adesso pretendo anche di trovareuntermo-
metro.
Da quando mia figlia si è lasciata alle spalle
le febbri infantili, non ho mai sentito la man-
canza di untermometro, ma ultimamente av-
verto un accaloramento poco naturale, qualco-
sa di simile allafebbre. Inizio acercarne uno
compulsivamente per tutta lacasa. Mi ricordo
che ne avevamo uno elettronico, moltocomo-
do, dovesarà? Le piccole cose adesso diventa-
no grandi. E se ho preso il maledettocoronavi-
rus? Se non in palestra, allora l’ultimavolta che
sono stata in metro o al cinema?Avranno lava-
tobene i bicchieri e le posate al ristorante? E
l’amico che mi ha dato un bacio salutandomi?
E l’idraulico che hatoccatoi rubinetti, il lavan-
dino, e chissàcos’altro ancora?Una follia. Me-
no male che dispongo di alcolanovantasei
gradi eovatta per ripercorrere le impronte del-
l’idraulicoeanche le nostre, di qualunque
contatto o sfioramento avvenuto prima che il
mondo diventassecosì pericoloso. Ma infon-
docome faccio a essere sicura che dopo aver
portato la spesa acasa ed essermitolta i guanti
io non abbiatoccatoi sacchetti probabilmente
contaminati? Mettosottosopracassetti, mi
sforzo di ricordare,cercando il maledettoter-
mometro. Sentoancora piùcaldoemiviene
datossire, ho una leggera nausea. Sarà questo?
Prendo un antipiretico econtinuo acercare.

Mi atterriscel’idea di chiamarelalinea di
emergenza o di presentarmi in un pronto soc-
corso saturo di pazienti. E poicome farei ad ar-
rivarci? Infettando altre persone in metro o il
tassista? Sec’è unacosa che ho sempre dete-
stato è dare fastidio. Mi traumatizza interrom-
pereloscorreredella normalità. Ricordo un
viaggio di quattordici giorni in AmericaLati-
na. Andavodi paese in paese, di aereo in aereo,
e a bordo di uno di essi avevo sentito un sudo-
refreddo su tutto ilcorpo e avuto la sensazio-
ne di essere sul punto di perdereconoscenza;
ma non è stato questo a spaventarmi, quanto
piuttostoiltimoredispezzarel’armonia del
viaggio, che si dovesse lanciarel’allarme per
me, che sicercasse un medico tra i passeggeri
per me, che le assistenti divolo facessero uno
sforzoextra per me o — lo scenario peggiore
in assoluto—che l’aereo dovessetornareal-
l’aeroporto di partenza, per me. Così decisi di
addormentarmi, oforse di svenire,con l’enor-
mefortuna che quando mi svegliai stavamo
già atterrando, mi sentivo bene ed erofelice di
non aver provocato una situazione drammati-
ca. È stato un azzardo, ora lo so, per questo sta-
volta sono decisa a misurarmi latemperatura.
Vista laconfusione che sto facendo neicas-
setti, sulle mensole e negli armadi, mio marito
mi chiede checosa stiacercando. Lui è piutto-
sto ipocondriaco e di solito, al minimo segnale
di allarme, si mette i pantaloni, la giacca, pren-
de le chiavi della macchina e insiste per por-
tarmi dal medico. Non gli dispiace interrom-
pereloscorreredella normalità. Se ne infi-
schia dell’armonia. Non lo impressionano le
crisi. È del Leone, è pieno di energia. Io invece
sonocontemplativaepreferiscorimandarea
domani ciò che posso fare oggi, soprattutto le
decisioni importanti. Larealtà mi impressiona
troppo per immergermici ecercodi ritardarla
o di schivarla finché posso. «Cercoun libro»,
gli dico mentre infilo le dita tra i fili e i bottoni
delcestino del cucito,casomai iltermometro
fosse finito lì un giorno lontano. «Che libro?»
mi chiede lui.Tossiscoabassavoceper non
metterlo in allarme, ha una vista e un udito so-
praffini quando si tratta di individuareuna
qualunque alterazione fisica. E penso a quale
lettura mi farebbe bene in questi momenti in
cui tutti stanno leggendo Lapeste di Camus.
« Lamontagnaincantata », gli grido. È passato
parecchiotempo da quando ho lettoquesto
romanzo di Thomas Mann in cui, se non ricor-
do male,itermometrivengono custoditi in
astucci divelluto e i malaticonducono una vita
invidiabile sulle Alpi svizzere.
Dopo un po’ arrivacon il libroinmano.
«Tieni», mi dice e poiresta a guardarmi. «Ti
senti bene? Ti ho sentitotossire». «Non è
niente», rispondo, «vado acomprare l’alcol in
farmacia». Mi lancia un’occhiata sospettosa,
che ignoro. Mi mettolamascherina,iguanti
per lavarei piatti e mi lancio nel mondo radio-
attivo di fuori. Incrocio qualcun altro agghin-
datocome me, addiritturacon addosso anche
una maschera da sci,come se il virus potesse
entrare attraverso gli occhi. Non mi eravenuto
in mente. Incrocio anche uno che porta ilcane
a passeggio. Cane e padrone incedonocon una
certa eleganza,come sefossero implicitamen-
te al di sopra delcaos.
Davanti alla farmacia aspettiamo il nostro
turno per entrare a un metro di distanza l’uno

dall’altro. E, chefortuna, sono riusciti a trovar-
mi untermometro, di quelli di unavolta, che
bisogna agitareper far scendereilmercurio.
Mi sentofortunata, più sicura, etorno acasa
decisa a nasconderlo non appena sarò entrata.
Untermometro, per un ipocondriaco, ècome
una bottiglia di whisky per un alcolizzato. En-
tro in bagno e lo tiro fuori dalla custodia. Mi
ricorda la primavolta che ho fattountest di
gravidanza nella più assoluta intimità. Dall’al-
tro lato dellacasa mio marito mi chiede se ho
comprato l’alcol.Uff, me ne sono dimenticata.
«Sììì», gli rispondo. Agitovarievolte iltermo-
metro per far scendere il mercurio, ma non lo
vedo. Sarà sceso a sufficienza? Ho sempre fatto
fatica avedere lacolonnina di mercurio. È una
lacuna nelle mie abilità personali: il mercurio
miresiste. Metto via iltermometro disperata.
Magari è difettoso. Meglio immergermi nella
Montagnaincantata fino all’ora dicena. Cire-
sta qualche surgelato, patate,
uovaeunpaccodi spaghetti
che sono riuscita a prendere al
volo l’ultimavolta che sono
stata al supermercato. Non ho
voglia ditornarci, ho fatto già
uno sforzo enorme per andare
in farmacia. Mi sto abituando
anon usciredicasa, non mi
attira neppurel’idea di guar-
dare la strada dalla finestra. È
incredibilecome ci si abitui a
tutto.Per quanto è anchevero
cheforse a noi scrittori questa
clausura pesa meno che agli
altri. Noi siamo abituati alla
solitudine,arinchiudercivo-
lontariamente.Unacosa mostruosa,adireil
vero. Da questo isolamento uscirannoromanzi
a non finire, perché gli scrittori non sono più
costrettiatenerenessunaconferenza né ad
andare alle presentazioni né niente di niente.
A casetta,come piace a noi.
Purtroppo non siamo invacanza e molti so-
no disperati per ciò che sarà del lorolavoro,
percome farannoapagarel’affitto, periri-
sparmi che spariscono giorno dopo giorno da
quelfondo d’investimento che sembrava sicu-
ro. L’incertezza è angosciante.Perché abbiamo
preso tanto alla leggera quello che succedeva
in Cina?Perché non ci siamo visti riflessi nei
nostri amici italiani? Siamo schiavi dell’ego-
centrismo, della letargia e dell’eccessiva sicu-
rezza in noi stessi. Godiamo di tutte le scioc-
chezzeimmaginabili, ma non disponiamo
delle più elementari mascherine né direspira-
tori o di dispositivi di protezione per i sanitari.
L’economia crolla e tutto il sistema ne risente.
La nostra speranza è che prima o poi finisca. È
ovvio che finirà.Per il momento le nostre città
si sono rilassate, l’aria si è purificata dall’inqui-
namento, icanali diVe nezia sono di nuovopu-
liti.Torneremo in strade rinnovate, più azzur-
re,più aperteesispera checercheremo di
conservare quest’aria nuova.
Di tantointanto, non per un virusoper
qualche malattia, sarebbe bene che noi abitan-
ti del pianeta ci chiudessimo incasa per quin-
dici giorni, per lasciarlo riposareerespirare,
per farloresettare: sarebbe un segno di rispet-
toverso di lui everso di noi.
( traduzionedi EnricaBudetta )
©2020,GARZANTIS.R.L.,MILANO


Nuoveprospettive
Daquandomiafigliaha
passatolefebbriinfantili
nonhomaisentitola
mancanzadiuntermo-
metro.Oralepiccole
cosediventanograndi

L’autrice
L’ebook Andrà
tuttobene.Gli
scrittorial
tempodella
quarantena
(Garzanti, pp.
198, e 9,99 ) è
in vendita da
domani. Qui
anticipiamo
parte del testo
di una dei 26
autori, Clara
Sánchez (in
alto). Tra i suoi
romanzi, usciti
per Garzanti: Il
profumodelle
fogliedilimone ,
Lecosechesai
dime , Lamera-
vigliadeglianni
imperfetti. Nella
foto grande:
lavoratrice a
Pamplona (Ap)

N


elle sole giornate dell’edizione
2019 — grazie anche al soste-
gno diRegione, Comune eUni-
versità — laFondazione per le scienze
religiose di Bologna (Fscire) ha potu-
toaccogliere oltre 1.300 partecipanti
alle giornate internazionali della Eu-
ropean Academyof Religion, da lei
ideate e organizzate. Quelle stesse
giornate, previste e pianificate fra il
22 e il 25 giugno per l’edizione 2020,
sono state, per emergenzacoronavi-
rus, rimandate al 2021.
Le giornate, avviate nel dicembre
2016, sotto il patrocinio delParlamen-
toeuropeo, della Commissione euro-
pea, della Commissione nazionale
Unesco, oltre che dalle istituzioni

cittadine, sono state nelcorso delle
prime quattro edizioni un’occasione
d’incontro di studiosi e studenti di-
retta a favorire la ricerca, lacomuni-
cazione, lo scambio e la lettura critica
delle principalitematichereligiose.
Nonostante la sospensione delle
giornate in programma per il 2020, i
vincitori della seconda edizione del
Premio Giuseppe Alberigo, storico
della Chiesa, allievo di don Giuseppe
Dossetti e a lungo direttore dellaFsci-
re(segretario generale è il suoexal-
lievo Alberto Melloni, storico del Cri-
stianesimo) avranno modo di presen-
tare le opere premiate.
La prossima edizione delle Confe-
renze annuali è in programma dal 30
agosto al 2 settembre 2021 e siterrà a
Münster, in Germania.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Slittano le Giornate sulla religione


BolognaIl convegno organizzato da Fscire, in programmaagiugno, rinviato al 2021


«C


ruciale leggerlo in questo
tempo dicontagio, per la
potenza che trasmette nel
farci sentire insieme nonostante le
cattive stelle». Così MarcoMissiroli
parla di Letransizioni (Sellerio) di
PajtimStatovci, del quale scrive su «la
Lettura» #436 in edicola tutta la setti-
mana e disponibile nell’App per
smartphone e tablet. Ilromanzo è
firmato dall’autorekosovaronato nel
1990, in Finlandia da quando aveva
due anni. Agli autori dallaexJugosla-
via è dedicato ilTema del Giornoex-
tra, solo nell’edizione digitale, del-
l’App de «la Lettura»:Va nni Santoni
presenta i nomi più importanti, che si
distinguono anche per un’originalità

narrativa lontana dalle logiche del
mercato. Nell’App de «la Lettura»,
distinta da quella del «Corriere», il
nuovonumero dell’inserto è in ante-
prima il sabato mattina (servizio di-
sponibile anche nella Digital Edition
del quotidiano). Gli abbonati all’App
de «la Lettura» accedono poi all’archi-
vio degli oltre 400 numeri usciti dal
2011 e a un motoredi ricercaper
esplorarli. Chi lo desidera può riceve-
renotifiche e la newsletter dell’inser-
toche arriva ilvenerdì via email (ci si
può iscrivere su corriere.it/newsletter
anche autonomamente dall’App).
L’App è su AppStore(per iPhone e
iPad) e Google Play (per Android); al
lancio ilcosto è di e 3,99 mensili o
39,99 annuali,con una settimana gra-
tuita (anziché 4,99 e 49,99).
©RIPRODUZIONERISERVATA

Ex Jugoslavia, inarratori nell’App


LaLetturaMarco Missiroli su Pajtim Statovcieilfocus extra di Vanni Santoni


diHelmut Failoni diJessica Chia


Invogliare alla riflessione e alla creatività in questi
giorni acasa: il Premio letterario La Quara, dedica-
to ai racconti, pubblica in anticipo il bando della VII
edizione, affinché chi lo desidera possa iniziare già
ora a scrivere la sua shortstory. La decisione è
stata presa in accord o con il presidente della giuria,
AntonioFerrari, scrittore ed editorialista del «Cor-
riere della Sera». Nel presentare iltema del 2020 il
Premio — organizzato dal Pio Istituto Manaracon
il supporto delComune di Borgo Val di Taro (Par-

ma), diValtareseFoundation NewYork e Fonda-
zione Monteparma — cita un articolo di Gian An-
tonio Stella sul «Corriere» del 16 marzo: «Se c’è un
regalo che questi giorni tremendi potrebbero la-
sciarci, è questo: ilrecupero, dopo tanto cicaleccio
e baccano e disprezzo dellecompetenze, di parole
che tornino adavere un peso». Iltema del La Qua-
ra 2020 è proprio «Cultura delleParole». «Riporta
— spiegaFerrari — alconcetto che le parole sono
voce della nostra vita, macome tutte lecose della

vita sono figlie o nipoti dell’usura deltempo. Il si-
gnificatocambia, arrugginisce o magari acquisisce
nuovi impulsi, spessocomplicati dacontrollare». Il
concorso è aperto a tutti. La giuria sceglierà 5 fina-
listi che saranno premiati a Borgo Val di Taro (data
prevista per ora: 29 agosto). La giuria, di cui hanno
fatto parte nomicome Liliana Segre,Ferruccio de
Bortoli, Antonio D’Orrico, sarà svelata nei prossimi
mesi. Informazioni: premiolaquara.com.(fr.a.)
©RIPRODUZIONERISERVATA

BorgoValdiTaro(Parma)


TornailPremioLaQuara:


quest’annostoriebrevi


sullaculturadelleparole


«La Lettura»
è anche
nell’App per
smartphone
e tablet. Si può
scaricare
da App Store
e Google Play

Lo storico
Giuseppe
Alberigo
(1926-2007), a
lungo segreta-
rio della
Fondazione


Versolafarmacia
Mettoiguantiperlavare
ipiattiemilancionel
mondoradioattivodi
fuori.Incrociounaltro
agghindatocomeme,con
unamascheradasci
Free download pdf