La Stampa - 22.02.2020

(Nandana) #1

scomparso ieri, per 19 anni in crt


Torino dice addio


ad Andrea Comba


il papà di Unicredit


E’ un altro salto nel vuoto
per la Sanità piemontese,
progressivamente svuotata
delle figure apicali: in asses-
sorato e ora anche alla Città
della Salute di Torino, tra le
maggiori aziende ospedalie-
re-universitarie in Italia e in
Europa. La più indebitata,
anche, con 120 milioni di
“rosso” nel 2019.
Silvio Falco lascia. Il diret-
tore generale arrivato dal
Mauriziano, nominato nel
giugno del 2018 succedendo
alla lunga gestione di Gian
Paolo Zanetta, ha rassegnato
le dimissioni. Un brutto col-
po, si premetteva, per un co-
losso in piano di rientro, che
tra l’altro è anche la stazione
appaltante per il futuro Par-
co della Salute di Torino pre-
visto in zona Lingotto.
Bocca cucita da parte
dell’interessato, forte di un ot-
timo rapporto con Sergio
Chiamparino, con il quale con-


divide la passione per la mon-
tagna, e di un discreto rappor-
to con Alberto Cirio. Probabil-
mente sulla decisione di anti-
cipare bruscamente la fine del
mandato hanno inciso motivi
diversi: la difficoltà di gestire
l’azienda,un colosso dai pie-
di di argilla nato nel 2012 e
comprensivo di quattro ospe-
dali mai del tutto integrati;
quella di realizzare un impro-
babile piano di rientro, predi-
sposto prima del suo arrivo e
condizionato dai paletti mini-
steriali; la sfida di seguire nel
contempo il percorso verso il
Parco, reso più complicato
dalla decisione della nuova
giunta di scorporare il Regi-
na Margherita. Da ultimo,
una serie di riserve sul suo
operato da parte dei vertici
dell’assessorato, ai vari livel-
li, dove l’ordine di scuderia è
ottenere il pareggio dei bilan-
ci delle Asl e degli ospedali
piemontesi per evitare di fini-
re ancora una volta nella ta-
gliola del piano di rientro.
Forse troppe responsabili-
tà, oltretutto in un clima di cre-
scente freddezza, anche per
un manager navigato. Il quale
nei mesi scorsi si era candida-
to alla direzione regionale:
partita poi vinta dal cuneese
Fabio Aimar, uomo di fiducia
dell’assessore. Difficile dire
chi potrebbe succedere a Fal-
co, nel ruolo di direttore o di
commissario, in un incarico
da far tremare i polsi: tra i no-
mi in lizza, stando al tam tam,
quello di Giovanni La Valle, di-
rettore sanitario della Città
della Salute, e di Gianni Bonel-
li. Partita aperta. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gentile Direttore
capisco l’incommensu-
rabile dolore del sig. Mau-
rizio Leo, papà di Stefano
e rinnovo qui le mia più
sentite condoglianze, da
padre, per la inconcepibi-
le perdita di un figlio in
quel modo.
Tuttavia, in relazione
alla intervista al sig. Mau-
rizio Leo pubblicata sul
suo giornale venerdì 21
febbraio 2020, sento il do-
vere di precisare che fin
dal primo incontro con il
difensore dei genitori di
Stefano Leo avevo detto di
essere disponibile ad un
incontro con questi ultimi
non solo per esprimere il
mio personale cordoglio
ma anche per porgere le
mie scuse e quelle dell’uffi-
cio che presiedo, come ho
fatto pubblicamente.
Non ho ricevuto alcuna
risposta e non mi sono per-
messo di entrare, non ri-
chiesto, nello sconvolgen-
te dolore altrui.
Inoltre mi preme ricor-
dare che i successivi appro-
fondimenti della vicenda –
anche da parte del Ministe-
ro della Giustizia - hanno
portato ad escludere con
certezza che la sentenza
emessa contro il presunto
autore dell’omicidio di Ste-

fano Leo fosse esecutiva e
che, quindi, l’attuale im-
putato potesse essere legit-
timamente arrestato pri-
ma dell’efferato delitto.
Grazie per l’attenzione

Edoardo Barelli
Innocenti
Presidente
della Corte d’Appello
di Torino

Un privilegio

potersi

confrontare

con lui

Andrea Comba

LA LETTERA


Il nome di Andrea Comba,
mancato ieri a 83 anni, è
legato a un singolare dua-
lismo tra la città e l’am-
biente culturale e accade-
mico del quale è stato un
protagonista in ambito
non solo nazionale. Nel
mondo accademico, il no-
me di Comba è legato agli
studi di diritto internazio-
nale al quale ha dedicato
gran parte della sua vita.
In città, ha rappresentato
per 19 anni il vertice di
una delle principali fonda-
zioni bancarie italiane, la
Fondazone Crt.
In questa veste, è stato
uno degli attori che hanno
portato alla nascita di Uni-
credit, alla fine degli anni
novanta. Da Torino ha poi
seguito lo sviluppo dell’i-
stituto - che aveva proprio
Crt tra gli azionisti princi-
pali - fino agli aumenti di
capitale seguiti alla crisi
del 2008, per poi lasciare
l’incarico nel 2012.
Professore emerito
dell’Università di Tori-
no, è stato anche presi-
dente dell'Istituto Uni-
versitario di Studi Euro-
pei (dal 1977 al 1997),
Nel corso della sua storia
professionale è stato vice-
presidente del Museo del-
le Antichità Egizie di To-
rino, presidente della So-


cietà Italiana di Diritto
Internazionale (SIDI)
nel biennio 1999-2000.
Inoltre, ha fatto parte del-
la prima commissione
del Ministero dell'Indu-
stria per lo studio della
concorrenza nel sistema
economico italiano.
Dal 1968 è stato docente
in Diritto internazionale al-
la facoltà di Scienze Politi-
che dell'Università di Tori-
no e dal 1979, sempre pres-
so l’ateneo cittadino, ha in-
segnato Organizzazione in-
ternazionale. L’Università
di Torino lo ricorda come
«un uomo dalle grandissi-
me risorse e capacità, non-
ché figura centrale nel mon-
do culturale e accademico
non solo torinese». L. D. P. —
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IL RICORDO


Sulla Stampa

MARCO ZATTERIN


“Volevo incontrare Maurizio Leo


ma non ho ricevuto risposta”


Ieri abbiamo raccontato lo sfo-
do del padre di Stefano Leo a
un anno dall’assurdo delitto
che gli ha tolto i figlio. L’uomo
lamenta non aver mai ricevu-
to le scuse da parte delle auto-
rità per il fatto che l’omicida di
Stefano avrebbe potuto esse-
re in carcere.

l’azienda alle prese con un diffcile piano di rientro


Si è dimesso Falco


La Città della Salute


resta senza guida


Dietro la scelta divergenze di vedute con la Regione


E


ra bello parlare di al-
tre cose con Andrea
Comba. Cominciam-
mo a pranzare insie-
me per ragioni di lavoro nel ri-
storante vellutato amato dal-
la Torino che conta e vuol far-
lo vedere. Poi ci spostammo
in centro, in un locale più ordi-
nario in tutto meno che nel
menu. L’appuntamento era
mensile, in teoria per discute-
re di banche e di Unicredit
che stava nascendo, senza
che mai mancasse l’amarez-
za finale del professore che
non digeriva la mancata pie-
na alleanza fra le casse pie-
montesi nel generare il nuo-
vo istituto. In realtà, il più era
un conversare dell’amata Eu-
ropa, di economia, lettere va-
rie, viaggiatori nel vicino
Oriente, arte e pittura.
La compagnia di Comba co-
stituiva come un privilegio lu-
minoso. Era Signore curioso,
amava “La Stampa”, e non
parlava con altre testate sen-
za far sì che lo sapessimo. Un
tacito patto istituzionale, qua-
si. Così potrebbe sembrare
strano che quest’uomo riser-
vato e prudente sia stato mo-
tore di una federazione ban-
caria che ha fatto storia. Non
lo è. Aveva la forza della lungi-
miranza sostenibile e detesta-
va i giochi della politica. Mer-
ce rara. Lo era allora. Lo sareb-
be anche oggi. —
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Silvio Falco con Sergio Chiamparino

46 LASTAMPA SABATO22 FEBBRAIO 2020


CRONACA DI TORINO


T1 PR

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