La Stampa - 22.02.2020

(Nandana) #1

I fondi del san paolo indispensabili per sistemare gli spazi inagibili


Otto milioni per restaurare la Gam


La Città si appella alla Compagnia


Se l’operazione andrà a
buon fine Chiara Appendi-
no avrà ottime ragioni per ri-
tenere di aver messo a se-
gno un colpaccio. E di aver
portato nelle casse del Co-
mune un insperato tesoret-
to: almeno 86 milioni, rica-
vati dalla vendita delle azio-
ni di Sitaf, la società che ge-
stisce l’autostrada A32 Tori-
no-Bardonecchia e il Trafo-
ro del Frejus. Questa è la ba-
se d’asta fissata nell’avviso
di gara che il Comune ha
pubblicato in questi giorni.
Eventuali interessati han-
no tempo fino al 13 marzo
per presentare l’offerta di
acquisto del 10,6% di Sitaf,
sapendo che si parte da una
cifra più che doppia rispet-
to a quanto incassato nem-
meno sei anni fa dal Comu-


ne di Torino per lo stesso
identico pacchetto di azio-
ni, cedute senza gara da Pie-
ro Fassino ad Anas.
Quell’operazione - come
noto - è stata prima stoppata
e poi bocciata dal Consiglio
di Stato: secondo i giudici
non era corretta la trattativa
privata imbastita da Fassino
con Anas per le quote del Co-
mune - cedute per 40 milio-
ni - ma anche per l’8,7% di
proprietà della Città metro-
politana, pagato 35 milioni.
Serviva una gara publica.
I due enti hanno quindi do-
vuto ripartire da capo, ma
con una differenza: Città
metropolitana - con decisio-
ne sostenuta da tutte le for-
ze politiche - ha scelto di
mantenere le proprie quote,
provando a consolidare la


maggioranza pubblica in Si-
taf e puntando sui sostanzio-
si utili che la società garanti-
sce. Torino, invece, per ra-
gioni di bilancio, ha deciso
di vendere nuovamente. I
periti incaricati dalla sinda-
ca di stimare il valore delle
azioni hanno fissato una so-
glia minima di 86 milioni.
Se il valore del pacchetto
del Comune è più che rad-
doppiato dal 2014 a oggi il
merito - a quanto pare - è del-
la crescita della società ne-
gli anni e degli utili mai di-
stribuiti. Senza contare - ma
questo verosimilmente non
è stato considerato dai peri-
ti - le prospettive future di Si-
taf: con l’imminente chiusu-
ra del Traforo del Monte
Bianco per due o tre anni,
gran parte del traffico verrà

dirottato sul Frejus, con no-
tevoli ricadute sugli incassi.
È una delle ragioni che ha in-
dotto Città metropolitana a
non cedere più la sua parte;
ma è anche uno dei motivi
che potrebbe rendere molto
appetibili le quote messe in
vendita da Appendino, fa-
cendone lievitare il valore.
Dall’esito della gara dipen-
derà la gestione pubblica o
privata di Sitaf. Attualmen-
te il gruppo Gavio controlla
il 49% della società, Anas il
31,7%, Città metropolitana
l’8,7. Nei giorni scorsi l’am-
ministratore delegato di
Anas Massimo Simonini ha
annunciato la volontà della
sua società di partecipare al-
la gara, magari in tandem
con l’ex Provincia, per man-
tenere un controllo pubbli-

co. Per favorire questa ope-
razione nelle scorse settima-
ne in molti - a cominciare da
un vasto fronte parlamenta-
re - hanno spinto su Appen-
dino perché evitasse la gara
e intavolasse una trattativa
con Anas. Niente da fare: la
sindaca, corroborata da va-
lutazioni legali, ha ritenuto
che l’unico modo per dare se-
guito alla sentenza del Con-
siglio di Stato fosse indire la
gara. E, sulla base della peri-
zia, ha fissato il prezzo.
Chi offre di più si prende-
rà le azioni di Torino: il
gruppo Gavio, Anas, o ma-
gari Cassa depositi e presti-
ti, se il governo l’autorizze-
rà a partecipare per prova-
re a blindare il controllo
pubblico di Sitaf. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Otto milioni. Ecco quanto ci
vuole per rimettere a posto la
Gam. Una cifra enorme, ne-
cessaria per gli interventi di
restauro e sistemazione del-
la struttura, che il Comune
non ha. Motivo per cui la Cit-
tà si è rivolta a Compagnia
di San Paolo, che è nel Consi-
glio direttivo della Fondazio-
ne Torino Musei, l’ente che
gestisce la Galleria d’Arte
Moderna sperando di repli-
care quanto successo per il
restauro della facciata di Pa-
lazzo Madama, finanziato
da Fondazione Crt.
La somma necessaria è
esorbitante perché i lavori da


fare sono diversi. Tra questi,
per esempio, il rifacimento
di tutti i solai. La Città ha im-
piegato un anno per fare i ri-
lievi sull’edificio e verificare
le condizioni di sicurezza. E
l’analisi ha messo in luce una
groviera, che per essere risol-
ta ha bisogno di 8 milioni, ci-
fra che potrebbe variare ma
non più di tanto.
Il problema è che i tempi
dei cantieri, e quindi anche
tutti i dettagli delle operazio-
ni, sono sconosciuti. Fonda-
zione Torino Musei sta prepa-
rando la progettazione esecu-
tiva, per individuare al detta-
glio gli interventi e il crono-

programma. Una volta arri-
vata quella (è prevista per le
prossime settimane), e con-
fermato l’intervento di Com-
pagnia di San Paolo, che si sa-
rebbe già detta disponibile,
si potrà cominciare tutto l’i-
ter per avviare i lavori. L’i-
dea, comunque, è di procede-
re per lotti, in base alle priori-
tà, in modo da limitare al mi-
nimo l’eventuale chiusura di
parti della struttura e non in-
taccare le attività della Gam.
Come succede spesso
quando si vanno a fare verifi-
che con gli standard di oggi
su immobili costruiti in passa-
to, i nodi sono venuti al petti-
ne tutti insieme. «È la prima
volta, dalla ristrutturazione
degli anni ’90, che viene fatta
un’analisi strutturale dell’edi-
ficio – spiega l’assessora alla
Cultura del Comune, France-
sca Leon –. Questo ha per-
messo di scoprire diverse co-
se che non andavano, come
le infiltrazioni, che nel tem-
po hanno creato problemi

ai controsoffitti». Quella di
procedere per la via del ma-
xi cantiere, prosegue Leon,
è “«na scelta obbligata, vi-
sto anche che la Soprinten-
denza ha posto il vincolo
che la Gam rimanga lì».
Il fatto che siano emersi di-
versi guai in tutta la struttura
complica anche la possibilità
di risolverne uno in particola-
re: quello della sala conferen-
ze, spazio da 300 posti, di-
chiarato inagibile per proble-
mi di sicurezza e chiuso dal
dicembre 2018, lasciando
sguarnita la Galleria di un
luogo particolarmente utile
per le attività. «Su questo
punto siamo preoccupati –
commenta il consigliere co-
munale del Pd Enzo Lavolta
–, anzitutto per i lavoratori. E
poi perché il Comune, a di-
stanza di più di un anno, non
ha ancora informazioni esau-
stive sui tempi necessari per
fare tutti i cantieri e restituire
la sala alla città». B. B. M. —
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49%


Oggi Sitaf è al 49%
del gruppo Gavio,
mentre Anas invece
ha il 31,7%

40


Nel 2014 Anas aveva
acquistato le stesse
quote di Sitaf dalla Città
per 40 milioni

Città metropolitana
ha invece voluto
mantenere il suo 8,7%
puntando sugli utili

il comune ha messo in vendita il 10,6% delle azioni del traforo del frejus: la base è 86 milioni


Sitaf, un affare per Appendino


Dal 2014 il valore è raddoppiato


L’esito della gara deciderà il controllo pubblico o privato: in corsa Gavio, Anas e Cdp


IL PUNTO


In Sala Rossa


è la minoranza


a garantire


i numeri


Perché il prossimo
Consiglio comunale
di lunedì possa svol-
gersi sarà indispensabile
la presenza delle opposi-
zioni. E, per di più, è la
stessa maggioranza Cin-
questelle, falcidiata dalle
assenze, ad ammetterlo,
chiendendo una mano
agli avversari.
La vicenda è paradossale
sotto due punti di vista. Pri-
mo, perché i voti che reggo-
no Appendino sono così po-
chi che per assicurare il nor-
male funzionamento della
Sala Rossa spesso (come lu-
nedì, quando sono già an-
nuncate due defezioni tra i
grillini) servono le mino-
ranze. Secondo, perché nel-
la prossima seduta sono in
programma solo atti delle
opposizioni (che, per que-
sto, hanno accettato di fare
da stampella), e nessuno di
giunta e maggioranza che
governano la città.
In realtà, a farne le spe-
se è l’assessore all’Urbani-
stica Antonino Iaria, che
dovrebe far passare due
micro delibere ma che per
l’ennesima volta si scon-
tra con le assenze (casuali
o volute) di chi dovrebbe
votargliele. Situazione im-
barazzante, tanto che il
presidente del Consiglio
comunale, Francesco Si-
cari, plaude «alla dimo-
strazione di responsabili-
tà di chi ha chiesto la col-
laborazione e di chi l’ha
assicurata». Le minoran-
ze, dal canto loro, gongo-
lano ma non inferiscono.
«Almeno si potranno di-
scutere le interpellanze,
dove emergono i bisogni
dei cittadini», dice Silvio
Magliano, capogruppo
dei Moderati. Gli animi,
invece, sono turbolenti
nella maggioranza, i cui
consiglieri che si sono re-
si conto della figuraccia.
Non la prima. B. B. M. —
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La sala congressi della Gam è chiusa dal 2018

Sitaf gestisce la A32 Torino-Bardonecchia e il traforo del Frejus

SABATO 22 FEBBRAIO 2020LASTAMPA 49


CRONACA DI TORINO


T1 PR

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