La Stampa - 22.02.2020

(Nandana) #1
ROMA
Mercoledì 4 marzo, o al mas-
simo il giorno successivo, il
premier Giuseppe Conte an-
drà a presentare la sua «Agen-
da 2023» in Parlamento. Lo
farà dopo aver incontrato
Matteo Renzi, forse martedì,
sempre se nessuno dei due si
tirerà indietro all’ultimo mi-
nuto. A seconda di come an-
drà con il rivale, il presidente
del Consiglio calibrerà la pre-
sentazione che in teoria do-
vrebbe fissare le tappe pro-
grammatiche dei prossimi
tre anni. A sentire le fonti di
Palazzo Chigi, Conte è dispo-
sto a ragionare sui quattro te-

mi che Renzi ha posto come
ultimatum per decidere se re-
stare in maggioranza. Dice il
leader di Italia Viva: «Bloc-
chiamo con i commissari i
cantieri fermati dalla buro-
crazia», Conte risponderà:
«Perfetto, io sono stato il pri-
mo a chiedere un commissa-
rio per il ponte di Genova».
Renzi chiede: «Eliminiamo o
modifichiamo il reddito di cit-
tadinanza che non funzio-
na». Qui Conte apprezza il
fatto che l’ex rottamatore ab-
bia posto come alternativa
anche la modifica. La chiede
anche il Pd e, in fondo, è la ri-
flessione che fa Conte, «tutti

vogliamo che funzioni la par-
te finora più debole, quella
della ricerca del lavoro e dei
centri per l’impiego. Apprez-
zerò - aggiungerà il premier


  • se Renzi, con le sue compe-
    tenze, ci aiuterà a capire co-
    me migliorare». Anche sul ca-
    pitolo della giustizia, il terzo
    punto delle proposte renzia-


ne, Conte intravede un mar-
gine di dialogo nell’assenza
di un riferimento esplicito al-
la prescrizione, oggetto del-
la lacerazione coi renziani.
Infine la proposta del Sinda-
co d’Italia. Nessun ostacolo,
dice Conte, che non può non
pensare alle altre riforme co-
state care a Renzi. «E’ un te-
ma parlamentare. Se trova
una maggioranza...».
Insomma, il premier è
pronto a mettere in atto una
strategia dell’abbraccio, dan-
do la massima disponibilità
a discutere per stanare le rea-
li intenzioni dell’ex segreta-
rio Pd. Non si fida e sa, per-

ché ha a disposizione un son-
daggio, che in realtà Renzi è
pronto a staccarsi dalla mag-
gioranza. Il suo partito, se-
condo questa rilevazione, sa-
rebbe già al 3 per cento con
tendenza a scendere al 2,8.
Il premier tenterà comun-
que di stare al gioco dell’ex
inquilino di Palazzo Chigi.
«Tutto dipende da lui. Pre-
sto capiremo se fa sul serio o
se sta semplicemente pren-
dendo tempo prima di passa-
re all’opposizione».
Dice ancora Renzi: «Se il
premier riterrà che sulle no-
stre idee si possa trovare un
buon compromesso, noi ci
saremo». Altrimenti «fare-
mo senza polemiche un pas-
so indietro, magari a benefi-
cio dei cosiddetti responsabi-
li». Conte ha già pronta la ri-
sposta: se ci saranno le condi-
zioni, proporrà «Agenda
2023» come piattaforma co-
mune per tutti, compresa Ita-
lia Viva. Il capo del governo
deve ancora rifinire l’inter-
vento alle Camere, che pos-
siamo però anticipare a gran-
di linee. In cima metterà la
crescita, parlerà di «misure
straordinarie» per venire in-
contro allo «choc» richiesto
da Renzi. Ci sarà l’obiettivo
di riformare l’Irpef, come
chiedono tutti i componenti
della coalizione. Ma ci sarà
anche la legge elettorale con
sbarramento al 5 per cento
(anche se si sta trattando per
scendere al 4). Un dettaglio
non da poco. Servirà da esca
per allargare la maggioranza
nella speranza di mostrare a
Renzi di potercela fare anche
senza Italia Viva, considerata
ad alto rischio estinzione se
la soglia dovesse rimanere
quella. I responsabili per ora
restano «in sonno», pronti a
muoversi in Senato solo se sa-
rà necessario per neutralizza-
re gli effetti dell’addio della
pattuglia renziana.
Quando Conte dice che un
chiarimento definitivo avver-
rà «presto», intende la prossi-
ma settimana. Appuntamen-
to, dunque, alle Camere per
la verifica sulla quale non è
escluso verrà presentata una
risoluzione o una mozione. A
quel punto il voto sarà senza
appello. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

1


TACCUINO


L’intenzione

di chiedere

ma senza

rompere

D


opo il penultima-
tum di mercoledì
a “Porta a porta”
e dopo la richie-
sta di incontro subito accet-
tata da Conte, Renzi ha po-
sto quattro condizioni per
restare al governo con il
suo partito: far ripartire i
centoventi cantieri in cui
da tempo Italia viva chiede
la ripresa dei lavori; riapri-
re il discorso su una “giusti-
zia giusta”; eliminare o mo-
dificare il reddito di cittadi-
nanza; introdurre l’elezio-
ne diretta del premier, se-
condo la formula del “sin-
daco d’Italia”.
Va detto subito che la for-
mulazione di queste propo-
ste è talmente generica e si-
billina che Conte, non ci so-
no dubbi, potrà accettarle,
inserendole nella sua
“agenda 2023” per i prossi-
mi tre anni, che si accinge a
presentare in Parlamento e
sulla quale chiederà la fidu-
cia, per concludere, seppu-
re in modo sbrigativo, la ve-
rifica degli accordi di gover-
no inutilmente dilungatasi
tra i tanti tavoli di Palazzo
Chigi, e fissare con chiarez-
za i confini della maggio-
ranza. In quell’occasione, e
nella sede formale e solen-
ne delle Camere, Renzi do-
vrà dire una volta e per tut-
te se ci sta o no. E sono in
molti pronti a scommette-
re che ci starà.
Non si vede infatti chi
possa dissentire dalle sue
proposte, manifestando
contrarietà a una ripresa
dei lavori pubblici, a un
cambiamento (non a un’a-
bolizione) del reddito di cit-
tadinanza, chiesto da tem-
po anche dal Pd e non osta-
colato dai 5 stelle, che si so-
no resi conto che così
com’è non funziona, e alla
legittima aspirazione a una
“giustizia giusta”, che in Ita-
lia chissà quando arriverà,
mentre la riforma della can-
cellazione della prescrizio-
ne resta sepolta nel limbo
di un disegno di legge a
scartamento lento. Quanto
al “sindaco d’Italia” niente
impedisce di discuterne
con chi si vuole: ma tocca a
Renzi, che ha preso l’inizia-
tiva, portarla avanti.
Se invece (ma non sem-
bra) il leader di Italia viva
ha concepito le sue richie-
ste come una specie di bom-
ba a orologeria, non gli re-
sta che farla deflagrare in
occasione del dibattito par-
lamentare sull’agenda


  1. Ma l’intenzione sem-
    bra un’altra: rappattuma-
    re, per il momento, con
    Conte, chiudere un accor-
    do sulle nomine indirizza-
    to verso la riconferma degli
    attuali manager degli enti
    di Stato, e poi, subito dopo,
    ricominciare la guerriglia
    come e più di prima. —
    © RIPRODUZIONE RISERVATA


ROMA


«V


ito sta conti-
nuando a mi-
nare il terre-
no». La frase
viene lasciata cadere come un
coltello in una conversazione
tra due membri di peso del go-
verno, entrambi in quota Movi-
mento 5 stelle. Si riferiscono al
reggente del loro partito, Vito
Crimi, che in linea con l’ex capo
politico, Luigi Di Maio, stareb-
be prendendo a picconate ogni
tentativo di dialogo con il Pd. Il
sospetto ha preso corpo metten-
do in fila tanti segnali, arrivati
negli ultimi giorni, «tutti prove-
nienti da territori in cui si vota a
maggio», per le regionali. Ogni

tentativo di avvicinamento vie-
ne ucciso sul nascere.
Il primo indizio arriva dalle
Marche. Giovedì a Pesaro vie-
ne espulsa la consigliera comu-
nale del M5S Francesca Fren-
quellucci. L’accusa è di essere
entrata nella giunta guidata
dal sindaco Pd Matteo Ricci,
«ma non ho cambiato partito,
porto avanti i valori del Movi-
mento», si difende lei, interpel-
lata da La Stampa. «Adesso pe-
rò posso dire che questo labora-
torio funziona – aggiunge -.
Con il Pd si può lavorare bene,
mantenendo la nostra identità,
anche nei territori». E un esperi-
mento che funziona è un perico-
lo enorme per chi, come Di Ma-
io, vuole evitare a tutti i costi di
avvicinare i grillini ai Dem.
Si scende in Puglia. Poche

ore più tardi, viene escluso a
sorpresa dalle liste elettorali
del Movimento l’ex candidato
governatore Mario Conca, oggi
capogruppo in Regione. La sua
cacciata scuote i parlamentari
pugliesi (quelli lontani dalla
cerchia della senatrice Barbara
Lezzi), gli attivisti insorgono
sui social e minacciano di scen-
dere in piazza. Ma dall’entoura-
ge del capo politico arrivano so-
lo spiegazioni sommarie: «Vie-
ne contestato a Conca un atteg-
giamento che avrebbe potuto
danneggiare il Movimento in
futuro». Ad aver infastidito Cri-
mi (e prima di lui Di Maio), sa-
rebbe stato l’appello a unire le
forze con il Pd per costruire un
fronte unico alle Regionali. Se-
condo le voci che corrono dalla
Puglia ai Palazzi romani, però,

a provocare la rottura sarebbe
stata l’ombra di un accordo ver-
bale stretto da Conca con il go-
vernatore Michele Emiliano
per portare, in caso di vittoria,
un pezzo di Movimento al fian-
co del Pd dopo le elezioni. Vie-

ne fatto notare un post, appar-
so sul blog delle Stelle, in cui si
alza d’improvviso un muro: «Il
M5S pugliese e Michele Emilia-
no non si incontreranno mai».
Due indizi sono due indizi,
ma tre fanno una prova. E que-

sta volta, il segnale arriva dal-
la Liguria, altra regione chia-
mata al voto. Al termine di
un’assemblea di attivisti e par-
lamentari sulle prossime regio-
nali, si tirano le somme: una
larga maggioranza (oltre il
60%) vuole tentare un accor-
do elettorale con il Pd. È stata
inviata quasi una settimana fa,
da deputati e senatori, la ri-
chiesta a Crimi di mettere la
possibilità ai voti su Rousseau,
«ma non ci ha fatto sapere an-
cora niente», dice il deputato
Sergio Battelli. «Se Crimi pen-
sa di fare melina per far naufra-
gare tutto – mette in guardia il
collega in Senato Mattia Cru-
cioli – commette un errore.
Nel caso, ne trarremo le conse-
guenze». (FED.CAP.) —
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Conte pronto a stanare Renzi


“Ragioniamo sui suoi 4 punti”


Il premier accetta la sfida dell’ex leader Pd: “Se fa sul serio dipende da lui”


Alle Camere entro giovedì: c’è anche la legge elettorale per testare i responsabili


ANSA


MARCELLO SORGI


Dalla pesarese Frenquellucci al pugliese Conca fino ai liguri: la mano dura di Crimi e Di Maio contro chi si avvicina ai dem


Nel Movimento terra bruciata intorno ai filo-Pd


IL CASO


I grillini di governo:
“Vito sta ancora
continuando
a minare il terreno”

L’ESECUTIVO DIVISO


Cantieri
Far ripartire i centoventi can-
tieri di cui Italia viva chiede
la ripresa dei lavori

I 4 punti di Italia Viva

Prescrizione
Renzi e i suoi chiedono di
riaprire il discorso su una
“giustizia giusta”

2


Reddito di cittadinanza
Italia Viva vuole eliminare
o modificare il reddito di
cittadinanza

3


Riforme
Introdurre l’elezione diretta
del premier, secondo la for-
mula del “sindaco d’Italia”

4


L’ex rottamatore:
un passo indietro
se il premier dirà no
alle nostre proposte

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

SABATO 22 FEBBRAIO 2020LASTAMPA 9


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