Corriere Della Sera - 04.03.2020

(sharon) #1


14 Mercoledì4Marzo2020 CorrieredellaSera


Esteri


VonderLeyen:laGrecia èilnostroscudo


LaCommissioneannunciamezzimilitari,soldatie700milionidiaiutiperAtene.«NoairicattidiErdogan»


Ilracconto


diLorenzoCremonesi


Ahmad eKajethinfugadaIdlib


allarincorsadeltrenoperl’Europa


«Cisonorimastisolo100dollari»


AlconfinetralaGreciaelaTurchiaimigrantitentanodisaliresuivagoni


DALNOSTROINVIATO


KASTANIES(CONFINEGRECO-TUR-
CO)L’Europa fa quadratocon
la Greciacontro le «inaccetta-
bili provocazioni» della Tur-
chia. Non si abbandonano i
principi di umanitàegiusti-
zia, peròsirispondeconfer-
mezza alla «strumentalizza-
zione politica» della questio-
ne migranti da parte del pre-
sidenteturcoRecepTayyip
Erdogan. La via dellafermez-
za ècorroborata da fatticon-
creti,con l’invio di mezzi mili-
tari, soldatie700 milioni di
euro al governo di Atene. È il
messaggio arrivatoieri dai
massimi rappresentantiUe
venuti in visitaaKastanies,
che in questi giorni è uno dei
punti piùcaldi sulconfine di
terra greco-turco,con decine
di migliaia di migranti am-

massati sulla parteorientale,
dopo che la settimana scorsa
Erdogan avevapersonalmen-
te dato la luceverde all’esodo
in flagranteviolazione degli
accordifirmati nel 2016, per
cui Bruxelless’impegnavaa

pagare6miliardi di euroin
cambio dell’impegno turco a
farsicarico dei migranti.
«Ilconfine greco è anche il
confine europeo, il nostro
scudo», diceUrsulavonder
LeyenaKyrikos Mitsotakis.
Pocoprima il premier greco
ha accompagnato la presiden-
tedella Commissione euro-
pea per untour in elicottero
miratoadosservaredall’alto
le dimensioni del problema
nellaregione. Sole e aria lim-
pida: dalla partegrecasono
ben visibili migliaia di poli-
ziottiemilitari pronti ad in-
tervenire, dall’altra decine di
migliaia di civili disposti a
tentare il tutto per tuttocon la
benedizione di Erdogan.Fan-
no tra gli altri parte della mis-
sioneUeanche il presidente
del Consiglio europeo, Char-
les Michel, oltre al presidente

delParlamento, David Sassoli.
«Se un anno e mezzo fa aves-
simo rivistoiltrattatodiDu-
blino, oggi saremmo meglio
preparati. Tra l’altro, ci sono
tanti minori non accompa-
gnatiel’Europa ha il dovere
morale di occuparsi di loro»,
specifica Sassoli.
Centraleresta il principio
condiviso per cui i partner eu-
ropei intendono sostenerein
modo unitario le richieste
greche. «Non è più il proble-
ma dei profughi», esclama in-
fervoratoMitsotakis. «Siamo
piuttostodifronteallo sfac-
ciatotentativoturcodi stru-
mentalizzarelesofferenzedi
migliaia di civili vittime della
guerra per promuoverela
propria agenda geopolitica»,
aggiunge. In rispostaottiene
la mobilitazione attivadel-
l’agenziaUedi protezione mi-

litareFrontex.Von der Leyen
dettaglialaconsistenza della
mossa: una navearmata, tre
guardiacoste, due elicotteri,
un aereo, treveicoli dotati di
apparecchiature a visioneter-
mica,centoguardie di fron-
tiera (che si aggiungono alle
530 inviateinprecedenza). I
contributi finanziari dovreb-
bero tra l’altro servire per l’ac-
coglienza. Non mancaperò
una mossavolta a rilanciare il
dialogocon Ankara. Nei pros-
simi giorni ilcapo della diplo-
maziaUe, Josep Borrellcon il
commissarioJanez Lenarcic,
dovrebbe incontrareiturchi
per discutere della situazione
in Siria e soprattutto spingere
la Russia affinché blocchi l’of-
fensivadell’esercitosiriano
contro l’enclave di Idlib.
L.Cr.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Inelicottero
La presidente
della
Commissione
Ursula von der
Leyen in volo
sopra il confine

❞Seunanno
emezzofa
avessimo
rivisto
Dublinoora
saremmo
più
preparati.È
nostro
dovere
accogliere
David
Sassoli
presidente
ParlamentoUe

DALNOSTROINVIATO


KASTANIES(CONFINEGRECO-TUR-
CO)Sembrano due fagotti di
vestiti seminascosti traice-
spugli bassi e spinosi.Ungro-
viglio di bagagli sporchi,co-
me se ne incontrano tanti in
questaterra di nessuno dove è
il fiume Evrosasegnarela
frontiera. «Ti prego non ci de-
nunciare!Vo gliamo solo an-
dare in Italia e Germania, non
resteremo in Grecia», gridano
spaventati. Si rassicurano
quando dicoche sono un
giornalista italiano. Scambia-
mo qualche battuta in arabo.
Sorridono, sono due mi-
granti siriani allo sbaraglio.
Hanno superato le prime bar-
riere della polizia greca, spie-
gano di essere stati aiutati dai
soldati turchi. Sono stati però
costretti a passare a nuoto due
canali. Ora hanno freddo, tre-

mano, le labbra screpolate,
magri da far paura. Sono in
Europa, giusto 500 metri dalle
reti diconfine turche, ma non
credevano che ancorafosse
tantodifficile muoversi. La
polizia grecaimpone multe
da 10 mila euro e minaccia si-
noaquattroanni dicarcere
per gli illegalicome loro.
«Hai qualchecosa da man-
giare? Da tregiorni siamo in
marcia,completamenteadi-
giuno», dice Ahmad K., 24 an-
ni,brunoconlabarba scura.
«Cercodi raggiungere un fra-
tello in Germania. L’unico pa-
rente che mi è rimasto. I sol-
dati di Bashar Assad hanno
sterminato tutto ilresto della
famiglia», aggiunge. L’altro
parla un inglese migliore. Si
chiamaKajeth Z.,vent’anni.

Ha icapellicorti, tinti di giallo
oro, le dita della mano destra
tempestate di anelli. «Magari
isoldati qui pensano che so-
no del postocon questi anelli.
Non credi?», chiede. Ci rima-
ne male quando gli suggeri-
scodilevarseli, servono solo
ad attirarel’attenzione. Sono
parenti, lontani cugini. Origi-
nari di Homs, da un anno era-
no fuggiti nell’enclave di Idlib.
«Ma abbiamo dovuto scappa-
reancora. Troppe bombe,
troppi morti, avevamo paura
soprattutto dei raid russi. E se
i soldati criminali di Assad ci
prendonoverremotorturati,
accusati di essere jihadistiter-
roristi. Ma noi semplicemen-
tenonvogliamo più essere
vittime della polizia segreta
delregime», spiegano. Da

quasi due mesi erano riusciti
araggiungereIstanbul. Han-
no speso tutti i loro soldi per
pagare icontrabbandieri. «Ci
restano 100 dollari. Se ti pa-
ghiamo ci trovi un taxi per Sa-
lonicco?», chiedono.Kajeth si
nasconde il viso quando li ri-
prendoconlosmartphone.
«Hoconosciuto sui social una
ragazza milanese. Mi sta
aspettando, siamo incontat-
to.Non credo le piacerebbe
vederelamia faccia su un
giornale italiano», si giustifi-
ca.
Ilorocellulari sonocom-
pletamentescarichi. Cercano
di usare il mio per chiamare i
lorocontatti, ma non ricorda-
no gli indirizzi.Atratti pian-
gono. Non sannocosa fare,
doveandare. «Se raggiungia-

mo Saloniccoc’èunacatena
di minibus per migranti ille-
gali che porta in ItaliaeGer-
mania», raccontano.Unan-
ziano del posto che hanno in-
contratonei campi pocopri-
ma ha dettoloroche, se
prendono il treno per Ales-
sandropolis, poi potranno
continuareverso Atene. La
stazioncina diKastanies si
trovagiustouna cinquantina
di metri dietro le nostre spal-
le. Cercodi spiegare che sen-
z’altrolapoliziacontrolla le
carrozze, vistoche la linea
corre lungo la frontiera.
Ma alle 11 della mattina in
puntos’ode lo sferragliare dei
vagoni. Loro balzano in piedi
da dietro ilcespuglio, afferra-
no la borsa divestiti ecercano
di salire. Dall’interno ilcon-
trolloreliblocca.Credo di
aver intravisto un agente della
dogana.
Kajethèilpiù agile,corre,
abbandona la borsa, salta sul
predellino. Ahmad invece
noncela fa. Si ode il suo urlo
disperato. L’amicohatutto:
soldi, indirizzi,cellulare. Lui
restaaterra singhiozzante.
«Che faccio ora? Dovevado?
Chi mi aiuta?», sussurra. Gli

dicodirestarenascosto, gli
porteròcibo, qualche euro.
Luirestafermo,come frastor-
natodalla sua immensa soli-
tudine. Quandotorno, una
mezzoretta dopo, perònon
c’è più. Tra i rami èrestata la
loro borsa di plastica blucol-
ma divestiti, li indossavano a
strati duranteibivacchi nei
quasizerogradi della notte,
erano stati utili percambiarsi
dopo i guadi.Per quale moti-
vol’ha abbandonata? L’unica
spiegazioneèche sia stato
catturatodauna pattuglia.
Magari segnalatogià dal tre-
no. La sola traccia cheresta di
loro è l’erba schiacciata men-
trecercavano di scaldarsi al
sole guardandoibinarieso-
gnando la libertà.
©RIPRODUZIONERISERVATA

FaccecoperteDue migranti siriani vicino alla stazione di Kastanies (a destra) in attesa del treno ( L.Cremonesi )



Lacittà


IDLIB


Idlib è una città della Siria
nord-occidentale, vicino al
confinecon la Turchia.
Durante la rivolta del 2011
che ha dato origine alla
guerra civile siriana, è
diventata epicentro prima
delle proteste e poi dei
combattimenti. Oggi è di
fatto l’ultima enclave delle
milizie dell’opposizione
ed ècostantemente sotto
attaccoda parte delleforze
militari di Damasco
sostenute da Mosca

❞Tiprego
nonci
denunciare.
Hai
qualcosada
mangiare?
Datre
giorni
siamoin
marcia.
Vogliamo
soloandare
inItaliaein
Germania,
non
resteremo
inGrecia

❞Siamo
scappati
perché
c’erano
troppe
bombe,
troppi
morti,
avevamo
paura
soprattutto
deiraid
russi.Esei
soldatidi
Assadci
prendono,
citorturano

Lacrisi


●Sale la
pressione al
confine greco-
turco dopo che,
sabato, Ankara
ha aperto il
confine ai
migranti

●Ieri i
rappresentanti
europei si sono
recati in visita
al confine e
giovedì il
presidente
turco Erdogan

incontrerà il
suo omologo
russo Putin a
Mosca. Sul
tavolo
l’offensiva di
Idlib nel nord-
ovest della
Siria, dove
continuano i
raid

L’esodo
Iduegiovanihanno
superatoduecanalia
nuoto,orasonoa
metridalleretiturche
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