Corriere Della Sera - 04.03.2020

(sharon) #1


CorrieredellaSera Mercoledì4Marzo2020
CRONACHE

23


«U

na mattina, icampi diterra brulla e marrone
mi apparvero diversi, icolori eranocambiati,
cominciavanoaspuntarefili d’erba. La fatica
di mio padrecontadinocominciavaadare
frutti, presto avrei avuto davanti agli occhi una
distesa di grano. È un’immagine di quando ero
bambino che non mi ha mai abbandonato,co-
me il ricordo della fame», racconta Nerio Ales-
sandri, 58 annicompiuti nel segno dell’ariete,
presidente efondatore diTechnogym, ma me-
glio sarebbe definirlo creatore di una delle più
belle espressioni del made in Italy, quel genia-
le mix di gusto estetico e innovazionetecnolo-
gica che il mondo ci invidia. L’ultimo successo
è la nomina a sponsor ufficiale delle Olimpiadi
di Tokyo.
La sua è la storia di un’avventura industriale
tipicamenteitaliana,colorata dicarattere,
mentalitàetradizioni di unaterra, laRoma-
gna, che ha sul biglietto da visita un apparente
ossimoro:voglia di lavorare e piacere di vivere.
In tempi di crisi, fra le paurecollettive che stia-
mo vivendo in queste drammatiche settimane,
questa è anche una storia di fiducia nel futuro
enelle capacità direazione delPaese. Aven-
t’anni, appena diplomato disegnatore mecca-

nico, Alessandricominciòacostruirelesue
«macchine» in un garage, assemblandocarru-
cole, tirantiepesi, eavenderle una per una,
porta a porta, nelle palestre di Cesena. All’in-
ventiva sposava la sua animacommerciale,co-
me quandoregalò uno dei suoi attrezziaun
grande pilota,Ayrton Senna, a patto di potere
applicare alla tuta il marchio «Technogym».
Com’era la sua prima «macchina»?
«Erarossa, forse in omaggio al mitoFerrari,
senza immaginareche qualche anno dopo
uno dei miei primi clienti famosi sarebbe stato
Michael Schumacher».
Checosa le chiese?
«Si allenavacon scrupoloeadattai per lui
un camion a palestra mobile».
Facciamo un passo indietro.Unricordo de-
gli inizi?
«Per ordini e pagamenti, usavo unacabina
telefonica o davo il numero della nonna: nella
nostracasa di famiglia iltelefono non era an-
cora arrivato».
E come nasce l’ideaTechnogym?
«Comperai unacollezione di rivistedifit-
ness, introvabili a queitempi in provincia, e ri-
tagliai lefotografie di atleti in allenamento,
studiavo le posizioni dei ginnasti, gli esercizi
di body building, infinitevariabili di posture e
sforzi a seconda dello sport praticato. La prima
“cosa”rossa, non era ancora definibilecome
attrezzo da ginnastica, ma fu unica e speciale
per ogni tipo di atletaeper chiunque avesse
voglia di muoversi, offrendo sicurezza, spazi
ristretti, elementi motorizzaticollegati a peda-
li, tappeti, manubri, misurazione elettronica
di sforzi, prestazioni ecalorie bruciate».
Una «cosa» che si è sempre più perfeziona-
ta: dagli schermi tv personali, allaconnessio-
neweb, alwellness system, software che im-
magazzinaidatieilprogramma di allena-
mentodell’utilizzatoreinmodo che ogni at-
trezzo lo riconosca, e che ora grazie al cloud e
all’ecosistemaconnessofa sì che allenarsi sia
possibileovunque ci si trovi nel mondo...
«Sì, oggiTechnogym allena 50 milioni di
“utilizzatori” incento Paesi, in 80 milacentri
wellness, 300 mila abitazioni private e spa di
alberghi ecentri benessere. È un incontro ri-
correntediviaggiesoggiorni, uno standard
d’obbligoper qualsiasi hoteldialta gamma.
Anche grandi aziende di tutto il mondo si ri-
volgono a noi per sviluppare programmiwell-
ness per i propri dipendenti».
Dopo Senna e Schumacher, clienti e ordini
sono arrivati dal Milan Lab in cui si allenavano
icalciatori di Arrigo Sacchi.Poiarrivarono i
centri di allenamento in sette Olimpiadi, cui si
aggiungerà quella di MilanoeCortina,ele

colline. Abbiamoregistratoanche risultati
concreti, le persone che fannoregolare eserci-
zio fisico inRomagna sono il dieci percento in
più della media nazionale».
Benessere, stile di vita, alimentazionecor-
retta, ma nel mondo ci sono due miliardi di
esseri in sovrappeso e miliardi di dollari spesi
per dimagrire. Il «mercato » perTechnogym
sembra avere margini infiniti...
«I fatturati sono importanti,come i ricono-
scimenti (è il più giovane Cavaliere del lavoro
d’Italia,due lauree honoriscausa ndr ), ma la
più grande soddisfazione è avereconvinto tan-
ta gente a muoversi. L’esercizio fisico e un’ali-
mentazione sana, mediterranea, sono molto
più efficaci delle diete. Anzi, la dieta, se non è
parte di uno stile di vita equilibrato, fa ingras-
sare, perché ti porterà a mangiare di più dopo
il periodo di stress. Lo stile di vitacorretto fa
bene allo spirito e alla salute del singolo, alle
aziende e alloStato. Si produce meglio, si è più
sani e diconseguenza si spende meno denaro
pubblico. L’uomo è nato per muoversi. Miglia-
ia di anni fa, l’uomo faceva trenta chilometri al
giorno per procurarsi ciboeacqua. Oggi si
passa iltempo seduti e si sta a lungo a tavola.
Giustamente, si parla molto di ecologia e an-
cora troppo poco di salute, ma le duecose —
green economy ewellness economy —vanno
insieme. E in questo ambito l’Italia può essere
un’eccellenza, un esempio per tuttoilmon-
do».
Siamo ilPaesecon la più lunga attesa di vita
e con un modello alimentare sempre più dif-
fuso ecopiato, benché molti italiani siano so-
vrappeso. Ma siamo anche unPaese invec-
chiato, chefa sempre meno figli, che non cre-
sce, da cui molti giovani fuggono, nonostante
le eccellenzecome la sua. Come lo spiega?
«Abbiamo perso la memoria e la fiducia nel
futuro. La memoria serve a ricordare che sia-
mo ilPaese della bellezza, dell’arte, della ge-
nialità. I nostri giovani sono ancora i migliori,
ma sembra che non lo sappiano. Bisogna rida-
re fiducia ai giovani, per farli sognare. La fidu-
cia nel futuro serve ad averecoraggio, a pren-
dersi dei rischi, ad averevoglia di fare qualche
cosa per se stessi e per gli altri, di vivere iveloci
cambiamenti, di ritrovarel’orgoglio di essere
italiani. Io metterei la bandiera italiana dovun-
que. Accanto a quella europea, beninteso...».
Rimedi?
«La consapevolezza di essereseduti su un
immenso giacimento di petrolio, lo stile di vita
italiano. E che una leaderships’impegni a sca-
vare i pozzi».
[email protected]
©RIPRODUZIONERISERVATA

Sportivo
NerioAles-
sandri,58anni.
Cesenate,
hafondato
Technogym,
leadernella
produzione
diattrezzi
perlosport
eilwellness.
Isuoimac-
chinarisono
vendutiintutto
ilmondo.
Traiprimi
utilizzatori
cifuMilanLab
altempoincui
l’allenatore
rossoneroera
ArrigoSacchi.
Poitantealtre
squadre
ecampioniin
tuttelediscipline
(fotoGiuseppe
Biancofiore)

diMassimoNava


Lascheda


●Nerio
Alessandri,
èilpresidente
eilfondatore
diTechnogym,
azienda
italianaleader
mondiale
nella
produzione
diattrezzi
perlosport
eiltempo
libero
consede
aCesena

●Alessandri
hacominciato
a20anni
assemblando
lesue
macchine
inungarage
evendendole
portaaporta

●Unodeiprimi
clientièstato
Michael
Schumacher,
adAyrton
Sennaregalò
unattrezzo
chiedendogli
diapplicare
ilmarchio
sullatuta

●Grazie
aunsistema
connesso,oggi
Technogym
allena50mi-
lionidiutilizza-
torinelmondo

Il successoeiparagoni
Io lo Steve Jobs italiano?
Sono nato in campagna
equeste sono immagini
che spaventano
Più che orgoglio,
mi fanno sentire il peso
della responsabilità

Igiovanielafortuna
Quando incontro
giovaniofaccio
colloqui per nuove
assunzioni, ripeto
spesso che fortunati
si può nascere,
ma fortunati si diventa

chiamatediscienziati, astronauti, politici,
manager, personaggicome Bill Clinton e Bill
Gates...
«È sorprendentescoprireche persone che
hanno raggiunto lavetta del successo e del po-
tere siano ancora curiose, sappiano ascoltare,
rimangano misurate e modeste».
Ricordando il garage e ifatturati di oggi, i
300 brevetti e la quotazione in Borsa, i duemi-
la dipendenti, i 200 ingegneri e ricercatori e la
rivoluzione culturale delwellness, le piace la
semplificazione giornalistica che l’ha definita
lo «Steve Jobs italiano»?
«Sono nato incampagna e queste sono im-
magini che spaventano. Più che orgoglio, mi
fanno sentireilpeso dellaresponsabilità, la
voglia di alzareancora l’asticella dell’innova-
zione, di nonfermarsi mai. Sonoconvinto che
quando unacosa ha successo diventa rapida-
mente obsoleta e occorre migliorarla o sosti-
tuirla. I grandi esempi sono importanti,come
i buoni maestri ocome i grandi leader».
Ma Alessandri non si ispira a nessuno...
«Il motore di tutto sono la fame, lo spirito di
sacrificio, la differenza fra immaginare il futu-
ro e pr ovare acostruirlo. Quando incontro gio-
vani o facciocolloqui per nuove assunzioni, ri-
petospesso chefortunati si può nascere, ma
soprattuttofortunati si diventa. Il successo na-
sce dall’incontro fra il talento e l’occasione. Il
talento non basta, è necessario creare tante oc-
casioni,costruendo opportunità, aprendosi al
mondo e prendendosi dei rischi. Ricordo an-
cora i rimbrotti di mia madre quando decisi di
lasciare il posto fisso,con un buon stipendio,
per cominciare questa storia».
Ora ai bordi dell’Autostrada adriatica, nel-
l’edificio di cristalli e legno progettato dall’ar-
chitetto Antonio Citterio, una specie di astro-
nave-fabbricadalleforme essenziali, laFon-
dazione creata da Alessandri promuove il wel-
lnesscome opportunità socialecon numerose
iniziativefra cui il progettoWellnessvalley.
Checos’è?
«Si tratta di un progetto sociale per fare del-
la Romagna il primo distretto del benessere e
della qualità della vita al mondo, che mette a
sistema il dna naturale di questaterra con un
dupliceobiettivo: maggioresviluppo econo-
mico e maggiore salute per la popolazione. Da
oltre dieci anni lavoriamo assieme alle ammi-
nistrazioni pubbliche, alle aziende private, al
mondo della scuola e agli ospedali delterrito-
rio e oggi sicontano oltre cinquanta iniziative
in tanticampi diversi: da programmi di educa-
zione al movimento nelle scuole, all’attività fi-
sica per la popolazione nei parchi, fino a pac-
chetti di turismo sportivo nelle nostrecoste e

AiboxFerrariNerioAlessandri
assiemeaMichaelSchumacher

«Hoiniziatodentroungarage


Regalai aSennaunattrezzo


incambiodellogosullatuta»


IlfondatorediTechnogym:hoconvintolagenteafaresport


ITALIANI NERIOALESSANDRI

Free download pdf