La Stampa - 04.03.2020

(Barré) #1
L’infermiera delle Molinette: meno accessi

ma lavoro e responsabilità aumentano

“Le notti al pronto

tra regole incerte,

e camici esauriti”

Il vice coordinatore della Protezione civile

“Le prime notti non riuscivo a dormire”

“Vivo con l’ansia


di essere a corto


di volontari e mezzi”


LEONARDO DI PACO
ALESSANDRO MONDO

U


no studente compa-
gno di squadra del
primo caso concla-
mato di Covid-19 in
Piemonte, il 40enne di Torino
che lavora per una ditta di Ce-
sano Boscone e ora ricoverato
in isolamento all’Amedeo di
Savoia. Un professore e il suo
dottorando, che il 20 e il 21 feb-
braio hanno partecipato ad un
convegno a Udine risultato es-
sere il focolaio del virus in Friu-
li. Sono i tre casi mietuti dal Co-
ronavirus al Politecnico.
«Due di loro si trovano in
quarantena qui a Torino men-
tre il terzo è in isolamento all’e-
stero, dove gli è stato rilevato
il virus» ha spiegato il rettore

Guido Saracco. «In ogni caso
si tratta di casi provenienti da
focolai esterniche non hanno
partorito ulteriori contagi». Il
rettore predica prudenza: «An-
che se la situazione è sotto con-
trollo ci vuole molta cautela,
soprattutto perché siamo un
ateneo che ha più di 6 mila stra-
nieri e oltre 1. 200 studenti
provenienti dalle regioni clu-
ster del virus. Noi stiamo fre-
nando una situazione seria
ma non siamo preoccupati».
Una notizia che ha raffor-
zato la decisione dell’ateneo
di posticipare l’avvio delle le-
zioni in sede di un’altra setti-
mana: anche dal 9 al 13 mar-
zo, dunque, i corsi si svolge-
ranno solamente da remoto,
cioè online.

Massima allerta
Più in generale, il Piemonte

mantiene alto il livello di aller-
ta e si prepara al peggio, sulla
base di dati che arrivano alla
spicciolata, un giorno dopo
l’altro. Stando a quelli forniti
ieri sera dalla Regione, sono
63 i casi positivi: 40 in provin-
cia di Asti, 6 in provincia di To-
rino, 4 nel Verbano Cusio Osso-
la, 3 in provincia di Novara, 2
nel Vercellese e 6 nell’Alessan-
drino. Inoltre risultano ricove-
rati in strutture del territorio
un paziente proveniente dalla
provincia di Cremona e uno
dalla provincia di Piacenza,
mentre oggi ne sono attesi sei
da Finale Ligure.

I numeri
Sedici persone sono tuttora in
ospedale: 6 ad Asti, 4 a Novara
e 3 all’Amedeo di Savoia di To-
rino, 2 ad Alessandria, una a
Vercelli. Altre cinque sono in

terapia intensiva. Tra i ricove-
rati all’Amedeo di Savoia c’è
una ragazza che lavora a Cre-
mona: smentita la notizia che
fosse di Pianezza. Alle Molinet-
te, in terapia intensiva, si tro-
va invece un over 65 prove-
niente dal Tortonese: al mo-
mento le sue condizioni sono
giudicate «stabili ma critiche».
Sono 42 le persone in isola-

mento fiduciario domiciliare,
la maggior parte componenti
della comitiva reduce dal sog-
giorno di Alassio. Finora sono
479 i tamponi eseguiti in Pie-
monte, 391 dei quali risultati
negativi. Per ora dall’Istituto
superiore di Sanità è stato con-
fermato un solo caso, sui 63 in-
viati. Per gli altri, risultati posi-
tivi al primo tampone, si atten-

de ancora il responso definiti-
vo dello stesso Istituto.

Alla spicciolata
Ma a preoccupare Regione e
Protezione Civile non sono tan-
to i casi presenti – tra gli altri
quelli di una turista francese
probabilmente contagiata do-
po avere soggiornato al Mongi-
nevro – quanto quelli previsti

nel futuro prossimo, in linea
con la tendenza nazionale:
una progressione di una deci-
na di casi al giorno, magari su
un arco di tempo di diverse set-
timane, potrebbe mettere alle
corde il sistema sanitario.
Ieri sera, a Torino, l’ennesi-
ma avvisaglia di una situazione
in divenire: una persona con
sintomi ascrivibili al coronavi-

rus è stata intercettata al
pre-triage del Maria Vittoria,
sottoposta al tampone e isolata
all’interno dello stesso ospeda-
le perché risultata positiva. Evi-
dentemente non è ancora stata
conteggiata tra i 63 di cui so-
pra. Dal Piemonte orientale ar-
rivano segnalazioni di casi posi-
tivi ed ospedali in affanno.
Nei prossimi giorni i pazien-

ti attualmente ricoverati all’o-
spedale di Tortona verranno
trasferiti in altre strutture così
da liberare i reparti. Un altro
“Covid Hospital” potrebbe es-
sere individuato in quello di
Borgomanero. Dal 29 febbra-
io l’Unità di crisi regionale ha
chiesto la disponibilità di tutte
le Asl piemontesi per la coper-
tura, con turnazione di 12 ore,
di una unità di personale infer-
mieristico per l’ospedalizza-
zione dei pazienti presso la ca-
serma Riberi di Torino.

Ospedali blindati
L’assessore regionale alla Sani-
tà Luigi Icardi ha illustrato il
piano complessivo di organiz-
zazione della rete ospedaliera
dedicata all’emergenza: in to-
tale, al momento, sono dispo-
nibili 64 posti di rianimazione
e 88 posti di post-acuzie. Di-
sponibilità che potrebbe au-
mentare: le strutture della Sa-
nità privata convenzionata so-
no pronte a ospitare pazienti
non contagiati per permettere
al sistema pubblico di liberare
ulteriori posti.
Sul fronte della prevenzio-
ne, Regione e 118 chiedono
senso di responsabilità a tutti
i cittadini: limitare le uscite
ed evitare ogni forma di as-
sembramento. Parola d’ordi-
ne: prudenza, a tutti i livelli.
«Meglio se soltanto un mem-
bro per ogni famiglia va a fa-
re la spesa al supermarket», è
arrivato a consigliare Mario
Raviolo, del dipartimento in-
teraziendale 118. Il clima è
questo. –
© RIPRODUZIONE RISERVATA

JENNIFER TOLOMEI


INFERMIERA


MOLINETTE


BERNARDO BASILICI MENINI


«N


on si può ne-
gare: la ten-
sione c’è.
Una delle pri-
me notti sono tornato a casa
tardissimo, e mi sarei dovuto
svegliare alle sei. Mi sono but-
tato a letto, eppure non ho
chiuso occhio, ero troppo cari-
co di pensieri. Sono rimasto
tutto il tempo a guardare il sof-
fitto e poche ore dopo ero di
nuovo in pista». Leonardo Ca-
puano ha 59 anni, ed è il vice-
presidente del coordinamen-
to dei volontari della Protezio-
ne civile di Torino. È uno che i
momenti difficili li ha già visti.
Per fare un esempio, lo scorso
primo dicembre era lui a coor-
dinare, a Lingotto Fiere, il cen-
tro di accoglienza per le perso-
ne evacuate dalle aree di San
Salvario dove erano in corso le
operazioni per disinnescare
l’ordigno bellico che aveva
svuotato il quartiere. Ma que-
sta prima volta è diversa, non

poteva non esserlo. «Si tratta
di stare costantemente attivi e
attenti, pronti a recepire neces-
sità e indicazioni – racconta –.
Una situazione del genere non
può che metterti tensione ad-
dosso, anche se la devi gestire,

visto che ci sono da coordinare
tutti i volontari. Ma è faticoso
a livello psicologico, vivi sem-
pre con le antenne dritte, per
evitare che qualcosa vada stor-
to. Hai paura che, prima o poi,
potresti non avere abbastanza
volontari per fare tutto quello
che si è reso necessario».
I primi giorni sono stati i più
intensi, per Capuano e le 22
squadre di volontari della cit-
tà. Si trattava di stabilire colle-
gamenti radio, andare con i ca-
mion a prendere le tende ad
Alessandria, fare gli smista-
menti a Druento, poi dritti ver-
so gli ospedali di Torino a mon-
tarle, quindi tornare ogni vol-
ta che le necessità lo hanno ri-
chiesto. Come quando è arriva-
to il vento forte e le tende anda-
vano fissate, o la temperatura
è scesa troppo e bisognava ri-
scaldarle. «Ora ci stiamo un
po’ tranquillizzando, è una fa-
se di mantenimento», conti-
nua il vicepresidente.
La macchina ha dimostrato
di girare senza intoppi. «Siamo
soddisfatti di com’è andata, si è
dimostrato che siamo reattivi
anche in casi difficili e partico-
lari come questo. L’impegno e
il coinvolgimento sono stati
enormi». E qui la voce si rompe
e trema. Non parla più il vice-
presidente in prima linea, ma
la persona che lavora fianco a
fianco con gli altri volontari:
«Alla Protezione civile siamo
una grande famiglia. Donne e
uomini splendidi, che fanno
sempre un grandissimo lavo-
ro, in modo che tutto vada sem-
pre bene. È una cosa emozio-
nante da pensare e dire».—
© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’addetta della Croce Verde: procedure nuove,


ogni volta dobbiamo cambiarci e lavare i mezzi


“Soccorro gli altri


sapendo di rischiare


anche io la salute”


LA STORIA/1


Ho due figli piccoli,
con le scuole chiuse
anche gestire
la famiglia si è fatto
complicato

LEONARDO CAPUANO


VICE PRESIDENTE


PROTEZIONE CIVILE


FRANCESCA LAI


M


artina ha 32 an-
ni, è un ingegne-
re nucleare con
un dottorato in fi-
sica e da tredici anni è an-
che volontaria della Croce
Verde di Torino. Con gli al-
tri 1. 350 volontari in questi
giorni sta affrontando l’e-
mergenza: «Siamo compat-
ti e ben organizzati, di fatto
il nostro lavoro non è cam-
biato, solo le procedure so-
no più lunghe perché tutte
le volte dobbiamo vestirci e
poi i mezzi vanno igienizza-
ti». Paura? «Un po’ ma siano
addestrati a gestire questo
tipo di emergenze e quindi
sugli interventi non ci faccia-
mo troppo impressionare,
certo è che stiamo attenti e
seguiamo tutte le procedu-
re di sicurezza perché noi
siamo tra le persone più a ri-
schio di contagio essendo
che viviamo quotidiana-
mente con il virus».

Martina lavora come inge-
gnere in un’azienda aero-
spaziale alle porte di Torino
e nel 2007 ha deciso di fare
qualcosa per gli altri:
«Quando ho compiuto 18
anni ho deciso che avrei aiu-

tato anche le altre persone e
non avrei solo pensato a
me. Aiutare significa anche
aiutarsi e grazie a questo ho
imparato che ci sono tantis-
sime realtà in una città ma
in fondo siamo tutti uguali e
io riesco grazie a tutto quel-
lo che ho imparato attraver-
so il volontariato riesco a go-
dere di tutto quello che ho».
La Croce Verde di Torino
è uno dei principali enti che
trasporta i malati negli ospe-
dali: «Il primo caso è stato
trattato da noi con la Croce
Rossa – dice Salvatore Buc-
ca, direttore dei servizi del-
la Croce Verde –, quel wee-
kend è stato complesso per-
ché un’emergenza così nes-
suno di noi l’aveva mai vista
e quindi ci siamo dovuti ta-
rare. Si tratta di un nemico
che non vediamo. Detto
questo una volta passato il
primo paziente, tutti gli al-
tri interventi sono stati più
semplici da seguire».
La Croce Verde media-
mente ogni giorno tratta
un intervento ogni 6 minu-
ti, di questi un quinto ri-
guarda possibili pazienti
affetti da Covid-19. «Sono
stati giorni difficili ma li ab-
biamo affronti con grande
calma», precisa Mario Moi-
so, il presidente. «Siamo at-
trezzati e pronti a gestire
l’emergenza, mi dispiace
aver dovuto vedere i prez-
zi dei nostri kit aumentare
a livelli esorbitali. Le ma-
scherina costavano 70 cen-
tesimi l’una e ora sono arri-
vate a costare 7 euro». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

MATTEO ROSELLI


«D


icono che
queste misu-
re servano
per preveni-
re il virus ma intanto loro so-
no dentro a distanza di sicu-
rezza per proteggersi, mentre
noi siamo ammassati qui fuo-
ri come bestie». È furiosa Su-
sanna Marino, che di mestie-
re fa l’infermiera e quindi co-
nosce bene le misure preventi-
ve richieste agli uffici pubblici
per arginare il Coronavirus.
Guarda sconvolta l’esterno
dell’Inps di via XX Settembre.
Dentro la situazione è sotto
controllo, con le guardie
all’ingresso che fanno entrare
da due a cinque utenti alla vol-
ta, ma fuori ci sono centinaia
di persone in fila accalcate
per ore: un paradosso.
La coda c’era già all’apertu-
ra degli sportelli, alle 8,30. Le
disposizioni che limitano gli
ingressi negli uffici pubblici
hanno fatto il resto. Poco pri-
ma dell’ora di pranzo si è for-
mata una fila a serpentina
che per poco non occupava la
strada. E intanto, tra i presen-
ti sono iniziate a partire le ur-
la. Per poco non si è rischiata
l’aggressione alle guardie
che con mascherina e guanti
tentavano di sedare la prote-
sta. «Sono qui da tre ore per-
ché da quando ho fatto il cam-
bio di residenza la scorsa setti-
mana non mi arriva più il red-
dito di cittadinanza», raccon-
ta Massimiliano Sciarpa. «È
una situazione scandalosa: ci
sono pochi addetti allo spor-
tello e nel frattempo ci tengo-
no bloccati qui come se fosse
tutto normale».
Qualcuno arriva da altre se-
di che hanno bloccato i nume-
ri prima del previsto: «In via

Nizza hanno già chiuso – dice
Rolando Giglio –. Capisco le
misure di sicurezza ma qui si
sta esagerando: più che pre-
venzione mi sembra la solita
disorganizzazione degli uffi-
ci pubblici». Altri hanno per-
so la speranza di passare: «Ad
un certo punto ci diranno che
non ci sono più numeri e allo-
ra scopriremo di aver perso
una giornata di lavoro per
niente», lamenta Francesca
Tassalia. Una paura giustifica-
ta perché alle 12,30 gli uffici
chiudono: «Perché non han-
no pensato di venirci incon-
tro allungando l’orario di la-
voro?», si interroga Angela
Cavallaro. «Ci sono delle pra-
tiche che non si possono ri-
mandare».
Dagli uffici dell’Inps pie-

montese annunciano che pre-
sto ci saranno cambiamenti
sull’accoglienza del pubblico:
«Siamo coscienti delle difficol-
tà che stanno incontrando gli
utenti, per questo stiamo lavo-
rando su un sistema che mi-
gliorerà radicalmente l’acces-
so allo sportello». Anche in
Atc si stanno attrezzando per
affrontare al meglio l’emer-
genza. Questa settimana nel-
la sede di via Arquata sono par-
titi i lavori per adeguare gli
sportelli con divisori in vetro e
nel frattempo le pratiche di
fondo sociale sono state trasfe-
rite in corso Dante. Anche alle
Poste si sono formate delle co-
de davanti alle porte d’ingres-
so. E molti cittadini chiedono
un ritorno alla normalità. –
© RIPRODUZIONE RISERVATA

L


avorare con l’ombra
di un potenziale con-
tagio, mostrandosi
calmi e professionali.
Jennifer Tolomei, 38 anni,
rappresentante Nursind Pie-
monte, è infermiera presso le
Molinette.
«La situazione? Mantenia-
mo gli orari - 8 ore per turno,
io faccio quello dalle 23 alle 7 -
ma abbiamo dovuto chiudere
il reparto dell’Osservazione
breve intensiva, 8 posti letto di
degenza per ricoveri brevi, co-
sì da garantire più personale
in pronto. E spazi per isolare
più persone: altri 5 posti. Poi
abbiamo due sale Sars, per l’i-
solamento».
Insomma: è aumentato il ca-
rico di lavoro. «Negli ultimi
giorni i passaggi in pronto so-
no scesi - spiega l’infermiera -:
parliamo di 100-120 passaggi
al giorno a fronte di oltre 300
accessi in regime ordinario. Pe-
rò è aumentato il carico di re-
sponsabilità».

Come se non bastasse, a tut-
to questo si aggiungono i dubbi
e le incertezze. «Non sappiamo
ancora come trattare il servizio
di pre-triage, la direttiva mini-
steriale è cambiata varie volte.
Inoltre dobbiamo usare mag-

giori cautele verso tutti, pazien-
ti e visitatori, valutando quali
malati isolare».
A maggior ragione, conside-
rato che qualche caso c’è già sta-
to. Conferma Jennifer: «Saba-
to quattro pazienti sono risulta-
ti positivi alla screening anam-
nestico ma poi l’esame e la la-
stra hanno dato esito negativo.
La notte scorsa ne sono stati iso-
lati due a seguito di dubbi emer-
si dagli esami, dalla radiogra-
fia e dalla Tac».
Se non altro, finora i mala-
ti, tutti quanti, si mostrano
collaborativi. «Finora nessu-
no si è posto in modo aggressi-
vo ma a volte si scocciano i pa-
renti: la disposizione prevede
un parente per paziente e ba-
sta». Quanto alle protezioni,
«per esserci, ci sono. Certo: sa-
bato mancava il gel per le ma-
ni e la farmacia ospedaliera
ha prodotto un galenico sul
momento. Abbiamo anche
dovuto fare un ordine supple-
mentare perché eravamo ri-
masti senza camici. Poi le ma-
scherine: quelle con filtro so-
no sotto-chiave, si firma ogni
volta che se ne prende una
per evitare di usarle in modo
incongruo».
Una situazione in divenire,
che si riverbera anche sulla vita
in famiglia. «In effetti è così -
conclude Jennifer -. Ho due fi-
gli, di cinque e sette anni: consi-
derato che la scuola è chiusa bi-
sogna pur impegnarli, anche
questa è una variabile. Di sicu-
ro l’arrivo del coronavirus ha
cambiato la gestione lavorati-
va ed extra-lavorativa della no-
stra vita». ALE.MON. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Si tratta di stare
costantemente attivi
e attenti, pronti
a recepire necessità
e indicazioni

MARTINA


32 ANNI


INGEGNERE


due donne rintracciate dalla polizia

In ospedale per il tampone scappano
lasciando un biglietto: torniamo a casa

IL CORONAVIRUS


42


le persone
contagiate tenute
in isolamento
volontario a casa

17


i pazienti ricoverati,
di cui 5 sono
nei reparti
di terapia intensiva

In serata un positivo all’ospedale Maria Vittoria di Torino: in isolamento


La Regione riorganizza gli ospedali: le cliniche private offrono posti letto


Tre contagi al Poli,

allarme virus

“I casi saliranno”

LA STORIA/2


IN PRIMA LINEA CONTRO L’EMERGENZA


LA STORIA/3


Paura? Un po’, ma
siano addestrati a
gestire questo tipo di
emergenze anche se
serve più attenzione

REPORTAGE


Code e rabbia dall’Inps: ci tengono fuori ammassati come bestie

Disagi anche alle Poste e all’Atc: gli enti annunciano contromisure

Gli accessi limitati

mandano in tilt

gli uffici pubblici

Trattenute all’ospedale Ame-
deo di Savoia come casi so-
spetti, sono scappate dalla
stanza isolata del reparto ma-
lattie infettive lasciando un bi-
glietto ai medici: «Scusate,
non ce la sentiamo di restare
qui. Torniamo a casa: non usci-
remo da lì».
L’allerta è scattata lunedì mat-
tina, coinvolgendo Unità di cri-
si regionale, Asl e forze dell’or-
dine. Dopo ore di ricerche tra-
felate, le due pazienti sono sta-
te trovate nelle loro abitazio-
ni: la prima in un alloggio po-
co distante dalla Pellerina, la
seconda ad Aurora. Ora do-

vranno restare in isolamento,
in attesa dell’esito dei test.
Le donne, africane, sono state
trasportate in ospedale dal


  1. Entrambe accusavano
    febbre e tosse. Spaventate,
    hanno confermato subito ai
    sanitari di essere state in con-
    tatto con uomini provenienti
    da zone a rischio della Lom-
    bardia. Come da prassi, sono
    state messe in isolamento in
    ospedale, e sono state sottopo-
    ste ai test, tra cui il tampone fa-
    ringeo. Mentre si attendeva-
    no i responsi degli esami (e ci
    vanno molte ore) sono spari-
    te. Gli infermieri, increduli,


non le hanno più viste. Letti
vuoti, nessun effetto persona-
le. È stato un biglietto a confer-
mare la fuga volontaria. Non è
chiaro perché siano scappate.
I medici hanno allertato l’Uni-
tà di crisi. Dall’Asl è partita
una segnalazione all’autorità
giudiziaria. Ed è stata avvisata
la polizia. Dopo una verifica
delle forze dell’ordine, si è ri-
saliti ai domicili: una donna è
residente in zona Vallette, la
seconda a Dora-Vanchiglia.
Le due pazienti sono state tro-
vate nelle rispettive case, esat-
tamente come avevano scritto
nel biglietto. L’analisi dei tam-
poni è in elaborazione. Ci so-
no già, invece, i risultati degli
altri test. Per entrambe quello
della cosiddetta “influenza co-
mune” è positivo. E. SOL. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO


Al Politecnico, dopo le lauree, anche le lezioni si terranno on line

64


I casi di Covid-19
finora accertati in
Piemonte, dieci
in più di lunedì

La lunga fila di ieri mattina fuori dall’Inps

REPORTERS


IL CORONAVIRUS


MERCOLEDÌ 4 MARZO 2020 LASTAMPA 33


CRONACA DI TORINO


R T1 PR

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