6 Mercoledì 4 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Primo Piano Coronavirus
GLI INTERVENTI
Il ministro dell’Economia. «Scelta giusta spostare le
responsabilità di commercio estero e internazionalizzazione
al Mae», ha detto Gualtieri «Dobbiamo potenziare strumenti
specifici di sostegno all'esportazione e integrare questa
strategia nella politica economica»
300 milioni
I FONDI ICE
Oltre alle risorse dell’Agenzia il piano straordinario per il
Made in Italy conta sui 400 milioni del fondo Sace-Simest
Dalle fiere ai market place, Di Maio
lancia il piano export da 716 milioni
Esportazioni. La commissaria Ue alla Salute e dirigenti dell’Oms faranno una dichiarazione per escludere
qualunque contagio attraverso prodotti alimentari. È polemica per uno spot di Canal+ sulla pizza italiana
Gerardo Pelosi
ROMA
Sarà la commissaria Ue alla salute,
Stella Kyriakides insieme ai diri-
genti dell’Organizzazione mon-
diale della Sanità ad escludere, in
una dichiarazione attesa nei pros-
simi giorni, ogni possibile conta-
gio da Covid attraverso prodotti
alimentari. Dichiarazione solleci-
tata dai ministri italiani degli Este-
ri, Luigi Di Maio e delle Politiche
agricole, Teresa Bellanova dopo
che negli ultimi giorni importatori,
distributori e clienti di prodotti
agroalimentari italiani (ma non
autorità doganali o di Governo) di
alcuni Paesi tra cui Germania,
Francia, Grecia, Croazia, Romania,
Iraq, Sudafrica e Tagikistan avreb-
bero chiesto ai produttori italiani
una sorta di “bollino di garanzia
anticoronavirus”. «Le merci – ha
spiegato ieri Di Maio a conclusione
della presentazione del piano stra-
ordinario da milioni di
euro per la promozione del Made
in Italy con fondi Ice e Simest - non
c’entrano con il virus, ce lo faremo
dire anche dall’Oms nei prossimi
giorni a cui chiederemo un parere
ufficiale, così la smettiamo con
qualcuno che sta provando a fare
concorrenza sleale nei confronti
delle imprese italiane».
Secondo Di Maio «avere Paesi
che in queste ore stanno chiedendo
dei bollini di garanzia sulle merci
italiane è inaccettabile». Un’epide-
mia, aggiunge il capo della Farne-
sina che è anche «crisi potenzial-
mente economica» ma «dobbiamo
farne un’opportunità per le nostre
imprese e i nostri lavoratori». Re-
spingendo sul nascere ogni tenta-
tivo di sciacallaggio contro i pro-
dotti italiani come quello andato in
onda su Canal Plus francese dove,
in uno spot “umoristico” si rappre-
senta un pizzaiolo italiano che tos-
sisce su una pizza “Corona”. «Spot
vergognoso – taglia corto Di Maio
- sono contento che l’ambasciata
francese in Italia e il governo fran-
cese abbiano preso le distanze. Ho
invitato l’ambasciatore francese a
mangiare una pizza insieme» ha
aggiunto il ministro sottolineando
che quella italiana «è la più buona
del mondo».
Quanto al Piano straordinario
per il Made in Italy, Di Maio insieme
ai ministri economici ha concorda-
to ieri un pacchetto di misure per
milioni. Stanziati milioni di
fondi ICE e milioni del Fondo
Simest per l’internazionalizzazione
per rifinanziare la . Fondi che,
precisa Di Maio, verranno spesi per
interventi di credito alle imprese;
una campagna straordinaria di co-
municazione; la copertura totale al
% delle spese per chi non potrà
più partecipare alle Fiere; nuovi ac-
cordi con la grande distribuzione
sui mercati maturi; milioni per
promuovere i market place virtuali;
un pacchetto di semplificazione bu-
rocratica. Di Maio precisa che il Pia-
no «resta aperto per accogliere i
contributi delle categorie». Tra le
misure annunciate anche protocolli
d’intesa per le aziende; un e-book
con tutti gli strumenti a disposizio-
ne delle imprese per l’internaziona-
lizzazione; fino a marzo la co-
pertura delle quote di partecipazio-
ne alle Fiere e iniziative all’estero a
carico di ICE per milioni (
eventi in mercati); servizi gratui-
ti alle imprese fino a dipendenti
negli uffici all’estero; promozione
delle Fiere virtuali; formazione sul-
le eccellenze agroalimentari a ma-
nager, alberghi e influencer.
Nello stesso tempo la Farnesina
e i ministeri economici lavoreranno
per contrastare le limitazioni sulle
merci e sui viaggi. La Farnesina è
attiva da diversi giorni per chiedere
a chi ha bloccato i voli per l’Italia di
rimuovere il blocco perché non ha
senso. «Posso capire le zone rosse
messe sotto attenzione – spiega Di
Maio - ma dire che si chiude da e per
l’Italia è inaccettabile».
Per la Confindustria il direttore
generale, Marcella Panucci rileva
come il settore che ha registrato
l’impatto più forte è quello delle
fiere. «Le misure di sostegno a im-
prese annunciate dal ministro Di
Maio vanno bene – chiarisce la Pa-
nucci - ma bisogna prevedere an-
che misure di indennizzo. Il turi-
smo è in ginocchio con quasi il
% di cancellazioni dall’estero e
dall’Italia, con impatto forte su tut-
ta la filiera. È la prima emergenza
cui fare fronte». Panucci sollecita
maggiore coordinamento a livello
europeo per evitare di procedere in
ordine sparso completando le mi-
sure d’urgenza con misure euro-
pee di stimolo fiscale.
Per la Cassa depositi e prestiti
l’ad, Fabrizio Palermo sottolinea
come Cdp «sia fortemente focaliz-
zato sul supporto alle imprese in
particolare sui temi dell’export e
dell’internazionalizzazione» ed ab-
bia già deliberato di erogare un mi-
liardo di euro a favore delle imprese
nonché il differimento delle rate dei
mutui delle pubbliche amministra-
zioni, in scadenza nel , nelle
zone maggiormente interessate
dall’emergenza Coronavirus.
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IMPIANTISTICA
Dallo stop ai collaudi
il danno aggiuntivo
per i macchinari
Il blocco alla mobilità ferma
fino al % dei pagamenti
per impianti già terminati
Luca Orlando
«Hanno chiamato. Per dirmi: no,
non veniamo». Il che, per Luigi
Galdabini, si traduce in guai ag-
giuntivi. Perché la visita del team
di Bosch, ora congelata, sarebbe
servita per collaudare due impian-
ti realizzati dal costruttore varesi-
no di macchine utensili, macchi-
nari da due milioni di euro. Niente
collaudo, nessuna spedizione.
Quindi nessun pagamento della
tranche finale della commessa.
È il cruccio dell’intero settore
dell’impiantistica italiana, che a
differenza delle tante aree del ma-
de in Italy che puntano con forza
sulla domanda internazionale,
vede nella prova di funzionamen-
to e nella messa a punto della
macchina fasi cruciali del rappor-
to commerciale.
Se per una valvola, una forma di
Parmigiano Reggiano o una guar-
nizione in gomma il flusso produ-
zione-consegna-pagamento non
è soggetto ad altri vincoli, nell’area
dei macchinari una quota non
marginale della commessa è inve-
ce legata alla prova sul campo. Re-
alizzata presso il fornitore, a cura
di un team del cliente, poi raffor-
zata da uno step successivo, con la
squadra del costruttore che si reca
presso il committente per la messa
a punto finale. Il che, purtroppo,
richiede persone che viaggiano.
«Fatti due conti - aggiunge Galda-
bini - ho qui quattro milioni di im-
pianti bloccati, circa il % dei ri-
cavi. Ma non si tratta solo di pro-
blemi di spedizione, perché gli im-
pianti che ho appena mandato per
Renault devono essere avviati da
una nostra squadra. Che il cliente
accetta solo dopo giorni di qua-
rantena garantiti da un certificato
medico. E io come faccio?». «Ho
qui impianti fermi per due milioni
- aggiunge sconsolato Filippo Ga-
sparini, imprenditore veneto delle
macchine utensili, milioni di ri-
cavi - e senza collaudo il -%
della commessa non verrà pagato.
In Francia non ci vogliono mentre
in Russia ancora accettano la no-
stra squadra. Ma se poi la fermano
lì giorni io cosa faccio?». Proble-
ma diffuso all’intera area riassun-
ta in Federmacchine, impre-
se, mila addetti, miliardi di
export all’anno. Ergo, solo per
marzo parliamo di poco meno di
tre miliardi a rischio. «Lo stop alle
trasferte per noi inchioda milioni
di euro - spiega il Ceo del gruppo
Bottero (macchinari per vetro,
milioni di ricavi) Marco Tecchio -
e dato che l’export per noi vale il
% dei ricavi siamo sinceramen-
te preoccupati. In molti casi poi il
vincolo ai viaggi non è neppure
posto dal cliente ma dagli Stati:
l’India, ad esempio, ha appena so-
speso i visti dall’Italia». L’azienda
reagisce come può, avviando il te-
lelavoro per tutti i ruoli in cui è
possibile e gestendo i contatti
commerciali in video conferenza.
Ma la sostanza cambia di poco. «È
un danno pazzesco - aggiunge il
Ceo - frutto di un errore di comu-
nicazione enorme. Il cui risultato
è stato quello di provocare non
una presa di coscienza del proble-
ma ma allarme e panico. All’estero
sono quasi “costretti” a prendere
contromisure. Pensi che nemme-
no i paesi dell’Africa accettano più
i nostri tecnici».
«Il collaudo può valere anche
una parte cospicua del valore della
commessa - aggiunge il numero
uno di Uteco e presidente dei mac-
chinari per grafica (Acimga) Aldo
Peretti - e quindi è chiaro che i pa-
gamenti congelati creano per il
settore problemi aggiuntivi. Anche
spedendo il macchinario non vi è
comunque la certezza che l’instal-
lazione possa avvenire. E gli stessi
clienti, quando chiamano, inizia-
no a porre domande nuove: se
compro da voi chi mi installa le
macchine? E chi me le controlla? In
sintesi, speriamo che questa situa-
zione non duri».
È l’auspicio dell’intera catego-
ria, come sottolineato dal presi-
dente di Federmacchine Giuseppe
Lesce. «Ogni giorno si aggiunge
qualche paese alla lista di aree off-
limits - spiega - ed è chiaro che una
parte rilevante del fatturato delle
aziende oggi è a rischio. E l’impos-
sibilità di mandare i nostri tecnici
in giro per il mondo rappresenta
un danno rilevante». Anche perché
storicamente è proprio l’export a
rappresentare per l’intera impian-
tistica italiana la parte preponde-
rante del business, arrivata a supe-
rare il % dei ricavi negli anni più
bui della domanda interna, moto-
re in grado di traghettare le azien-
de fuori dalla crisi e ora brutal-
mente inceppato. Ferme le fiere,
fermi i mercati, bloccate ora anche
le verifiche delle macchine già
pronte. «La fortuna, per modo di
dire, è il rallentamento indotto su
scala globale. Perché il vero rischio
di medio termine - aggiunge Gal-
dabini - è che i clienti intenzionati
ad investire decidano di rivolgersi
nel frattempo a costruttori di altri
paesi considerati più sicuri, ad
esempio la Germania. E quei clien-
ti, poi, chi li rivede più?».
Guai commerciali a cui si ag-
giungono nel breve termine anche
problemi logistici: le macchine
terminate (spesso colossi lunghe
decine di metri) ingombrano le li-
nee, vanno portate altrove per
consentire agli altri ordini di pro-
cedere. «Tra poco - conferma Ga-
sparini - non sapremo più dove
metterle. e stiamo pensando ad un
piano B. Ma se questo blocco dura
più di un mese io francamente non
so come andremo a finire».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla Farnesina. Il
ministro degli
Esteri Luigi Di
Maio
ANSA
Dati in milioni di euro
Fonte: Elaborazione Gruppo Statistiche Federmacchine
Import
+9,4%
Consumo
apparente
+9,5%
Export
+4,6%
Consegne
interne
+9,6%
VARIAZIONE
2017/
VARIAZIONE
2018/
VARIAZIONE
2018/
VARIAZIONE
2018/
VARIAZIONE
2018/
VARIAZIONE
2018/
Fatturato
2017
2016
42.
2018
2017
2016
29.
2018
2017
2016
12.
2018
2017
2016
8.
2018
2017
2016
21.
2018
+6,2%
+9,9%
VARIAZIONE
2017/
+7,9%
VARIAZIONE
2017/
+14,6%
VARIAZIONE
2017/
+7,4%
VARIAZIONE
2017/
+11,8%
L’evoluzione del settore