Internazionale - 28.02.2020

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Contagio economico


◆ Sono molto colpito dall’arti-
colo del New York Times sulle
conseguenze negative che l’e-
pidemia da coronavirus avrà
sull’economia cinese e mon-
diale (Internazionale 1344).
Ancora una volta si mette al
centro la crescita economica
come interesse superiore e
presunto indicatore del benes-
sere globale. Molti studi e ri-
cerche raccontano una realtà
diversa: questa continua cre-
scita della ricchezza mondiale
va a ingrossare i patrimoni di
una cerchia sempre più ristret-
ta di persone, alimentando al
contempo le tensioni tra gli
strati più deboli e marginali
della società, a causa delle di-
suguaglianze, della povertà,
dell’esclusione sociale, dello
sfruttamento e, non ultimo,
dei cambiamenti climatici.
Questi “danni collaterali” so-
no il frutto avvelenato dell’at-
tuale modello economico e
mettono in pericolo intere po-
polazioni costrette a spostarsi
a causa dell’innalzamento dei
mari, delle infiltrazioni saline


nel terreno che ne compromet-
tono la fertilità, dei fenomeni
atmosferici estremi che di-
struggono i raccolti. E che, a
conti fatti, producono molta
più morte e distruzione dell’in-
fluenza causata dal coronavi-
rus. Se mettessimo al centro
della nostra attenzione la so-
stenibilità sociale e ambienta-
le dell’economia e la ridistri-
buzione a livello globale e lo-
cale della ricchezza, anziché
preoccuparci solo della sua
crescita, troveremmo risposte
più efficaci per far fronte alle
emergenze che abbiamo sotto
gli occhi, compresa la tutela
della salute su scala globale.
Guido Mosca

In trappola a Idlib

◆ I nostri figli devono essere
salvaguardati, protetti e steri-
lizzati, mentre russi e siriani
continuano a bombardare il
nordovest della Siria ucciden-
do un sacco di bambini, oltre a
quelli che muoiono durante la
fuga (Internazionale 1346). Un
esodo disperato senza una di-
rezione, visto che la Turchia ha

pure chiuso i confini. Ma guai
se, per miracolo, riuscissero ad
arrivare in occidente, potreb-
bero rubarci addirittura qual-
che mascherina!
Morgana Cartarasa

L’impunità di uno
scrittore pedofilo

◆ Sono sconvolta dall’articolo
sullo scrittore pedofilo Gabriel
Matzneff e dal suo stato di im-
punità in Italia (Internazionale
1346). Sono inorridita dai suoi
libri, dai premi che ha ottenuto
e dall’aiuto di persone influen-
ti come Yves Saint-Laurent. In
questa settimana di esplosione
di contagi da coronavirus in
Italia, ho più paura per la pre-
senza di Matzneff nel nostro
paese.
Rosanna De Angelis

Errori da segnalare?
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Sono una ragazza di 32 an-
ni e con il mio compagno ci
chiediamo spesso quale
futuro potremo dare ai no-
stri eventuali figli. Siamo
circondati da governi na-
zionalisti e in piena crisi
ambientale, e la nostra
speranza è sempre più de-
bole. In questo clima aber-
rante qual è il tuo consi-
glio? –Giulia


Decidere di fare un figlio ri-
chiede sempre una buona do-
se di ottimismo e immagino
che l’allarmismo di questi
giorni non contribuisca a far-
vi sentire più sereni: dopo il
sovranismo e il riscaldamen-


to globale, ci mancava solo la
pandemia ad agitarci tutti! Il
problema è che, se prevale il
pessimismo, la voglia di fare
un bambino passa. Tredici
anni fa, quando avevo pro-
fondi dubbi se fosse giusto o
meno mettere al mondo un
bambino con due papà in una
società ancora così omofoba,
un’amica mi disse: “Certo
che è giusto, anzi è tuo dove-
re: perché vostro figlio sarà
un omofobo di meno nel
mondo”. Io e il mio ex com-
pagno la prendemmo alla let-
tera, e così di piccoli attivisti
per i diritti civili ne abbiamo
avuti tre. E il loro attivismo
non si ferma lì, perché stanno

anche attentissimi alla diffe-
renziata, se prendi un aereo ti
guardano male e se una don-
na guadagna meno di un uo-
mo pensano sia un’ingiustizia
assurda. La vera domanda
che ti devi porre non è quale
futuro potrete dare ai vostri
figli, ma quale futuro potran-
no dare loro a voi: fare un fi-
glio in un mondo che non ci
piace vuol dire piantare un al-
bero in un terreno arido. Voi
dovete piantare il seme, an-
naffiarlo e farlo diventare for-
te, ma poi il suo futuro, e
quello del mondo, è nelle sue
mani.

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Dear Daddy Claudio Rossi Marcelli


Un figlio è un albero


Stridore


di fondo


◆ Che bello ridere per gover-
nare la paura. L’abbiamo fatto
fino a poco tempo fa accompa-
gnandoci con striduli sussulti
di gola – hi, hi, hi – mentre
stampa e televisione ci spa-
ventavano col coronavirus in
Cina. Più di tutto ci ha fatto ri-
dere un messaggio vocale sul
telefonino. Si sentiva una voce
virile che in napoletano offriva
in vendita cinesi con la tosse,
utili nei luoghi affollati per far-
si un piacevole vuoto intorno.
Questo mercatino di cinesi è
stato davvero una bella trova-
ta. Se n’è parlato sui giornali,
s’è rintracciato l’autore, s’è
scritto della sua gustosa inven-
zione sceneggiata ad arte. Il
cinese con la tosse ha contri-
buito a sdrammatizzare la si-
tuazione e per qualche minuto
al coronavirus è caduta la mi-
nacciosa corona. Ma il riso ha
sempre un suo stridore di fon-
do che certe volte dura. Sebbe-
ne la Cina sia ormai proprio
dietro l’angolo, nell’immagi-
nario è ancora lontana. Cos’è
mai un cinese? Non saremmo
tuttora capaci, come dice una
nota storiella, di ammazzare
con un solo cenno della testa
un mandarino cinese e non
provare compassione? E del
resto non c’è in giro la tenden-
za a vedere in ogni persona dai
tratti orientali l’estraneo unto-
re da linciare? La distanza
conta, comunque si manifesti.
Dubitiamo che, nel clima
odierno, il venditore napoleta-
no di Forcella metta in vendita
italiani con la tosse e qualcuno
ridimensioni il proprio spa-
vento e rida.

Parole
Domenico Starnone

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