Internazionale - 28.02.2020

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Sommario


internazionale.it/sommario

28 febbraio/5 marzo 2020 • Numero 1347 • Anno 27


“Possiamo fare cose con le parole”
REBECCA SOLNIT A PAGINA 33

GERMANIA
24 Un clima
che favorisce
il terrorismo
di destra
Süddeutsche Zeitung

AFRICA E MEDIO
ORIENTE
26 La pace
in Sud Sudan
è un percorso
a ostacoli
Al Jazeera

AMERICHE
28 Le ragioni
del vantaggio
di Bernie Sanders
The Atlantic

ASIA E PACIFICO
30 Tregua fragile
in Afghanistan
Asia Times

ECONOMIA
36 Lo stato
del capitalismo
Foreign Affairs

CONGO
44 Eleganza fuori
dagli schemi
Neue Zürcher Zeitung

SIRIA
48 Il nuovo
capitolo
della guerra
siriana
The Guardian

SCIENZA
54 Al di là dell’uovo
e della gallina
New Scientist

PORTFOLIO
58 Le foto dell’anno
World press photo

RITRATTI
64 Yasmine
Motarjemi.
Ingiusta causa
Die Zeit

VIAGGI
67 Il lato artistico
di Dhaka
De Volkskrant

ARTE
70 Un capolavoro
con tredici vite
New Statesman

POP
84 L’olocausto da
non dimenticare
Sydnee Wagner
87 Il gigante buono
John Foot

SCIENZA
90 L’intelligenza
artificiale a caccia
di antibiotici
The Conversation

ECONOMIA
E L AV O R O
94 L’Argentina
è di nuovo
insolvente
Die Tageszeitung

Cultura
72 Cinema, libri,
musica, schermi, arte

Le opinioni
12 Domenico Starnone
33 Rebecca Solnit
74 Goffredo Fofi
76 Giuliano Milani
78 Pier Andrea Canei
80 Giorgio Cappozzo

Le rubriche
12 Posta
15 Editoriali
96 Strisce
97 L’oroscopo
98 L’ultima

Articoli in formato
mp3 per gli abbonati

IN COPERTINA
Il paziente italiano
Il nuovo coronavirus ha colpito soprattutto l’Italia del nord. Ma
aumentano i casi in tutta Europa. Il passato ci insegna che
un’epidemia si sconfigge con la trasparenza e la cooperazione tra gli
stati (p. 16). Illustrazione di Andrea Bozzo
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(^) Ogni settimana
il meglio dei giornali 28 feb/5 mar 2020di tutto il mondo (^) è un passo avantiLa condanna di Weinsteinn. 1347 • anno 27Rebecca Solnit^ internazionale.itLo statoBranko Milanovićdel capitalismo^ 4,00 €Il nuovo capitolodella guerra sirianaAttualità^
Il paziente italiano
di un’epidemiaGeopolitica
Internazionale pubblica in
esclusiva per l’Italia gli articoli
dell’Economist.
Il nuovo
Internazionale
Kids è
in edicola
Prevalenza
La settimana
La circolazione delle informazioni è
fondamentale nel discorso pubblico e ha
un ruolo importante nel regolare le nostre
emozioni, tra cui la paura. Lo spiega bene
Karin Wahl-Jorgensen, docente della
scuola di giornalismo dell’università di
Cardiff che studia la funzione delle
emozioni nel giornalismo, in particolare
quando ci sono disastri e crisi. I mezzi
d’informazione stabiliscono le priorità del
dibattito pubblico: non ci dicono per forza
cosa pensare, ma ci dicono a cosa pensare.
Come altre emozioni, la paura è contagiosa
e può trasmettersi rapidamente.
Rischiando, tra l’altro, di accelerare la
proliferazione di informazioni false.
In questi giorni il nuovo coronavirus sta
ricevendo un’attenzione molto maggiore
di altre epidemie recenti. Uno studio del
settimanale statunitense Time ha messo a
confronto il primo mese di diffusione del
coronavirus e dell’ebola nei giornali in
lingua inglese: gli articoli sul coronavirus
sono stati 23 volte più numerosi. Secondo
Wahl-Jorgensen la paura ha avuto un ruolo
decisivo nel determinare l’ampiezza della
copertura giornalistica. La studiosa ha
analizzato i cento più importanti
quotidiani internazionali in lingua inglese
e ha visto che tra il 12 gennaio, quando
hanno cominciato a uscire le prime notizie,
e il 13 febbraio sono stati pubblicati 9.
articoli sul nuovo coronavirus, di cui 1.
contenevano la parola “paura” o sinonimi.
“La prevalenza della paura come tema di
fondo negli articoli suggerisce che la gran
parte della copertura giornalistica tende a
descrivere la paura dell’opinione pubblica
più che a informare su cosa stia
succedendo dal punto di vista della
diffusione del virus”, dice sempre Wahl-
Jorgensen. Nel 1933 il presidente
statunitense Franklin Delano Roosevelt
pronunciò un discorso d’insediamento che
rimase celebre soprattutto per una frase, di
cui molti si stanno ricordando in questi
giorni: “La sola cosa di cui dobbiamo aver
paura è la paura stessa”. u
Giovanni De Mauro

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