Internazionale - 28.02.2020

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Scienza


I

mmaginate di essere cacciatori di fos-
sili e di accorgervi, dopo mesi passati
a dissotterrare ossa, che avete trovato
frammenti di un dinosauro già sco-
perto. È quello che sta succedendo con la
ricerca dei nuovi antibiotici. I cacciatori si
limitano a riscoprire gli stessi tipi.
Eppure, considerando il rapido aumen-
to della resistenza ai farmaci di molti agenti
patogeni, ce n’è un disperato bisogno. Nel
giro di poco tempo graffi e ferite potrebbero
diventare davvero pericolosi. E invece negli
ultimi tempi sul mercato sono comparse
solo alcune varianti di vecchi antibiotici.
Oggi però la rivoluzione dell’intelligen-
za artificiale offre nuove speranze. In uno
studio pubblicato sulla rivista Cell, un’équi-
pe di scienziati del Massachusetts institute
of technology e dell’università di Harvard
ha usato il cosiddetto apprendimento pro-

fondo (deep learning) per cercare di scoprire
nuovi antibiotici.
I metodi tradizionali, che cercano nelle
piante e nel suolo, non funzionano più, e il
problema è aggravato da ostacoli sociali ed
economici. Gli scienziati hanno quindi co-
minciato a setacciare il dna dei batteri in
cerca di geni che producano antibiotici. Al-
tri li cercano in luoghi esotici come il naso
umano. I farmaci scoperti con sistemi non
convenzionali hanno però difficoltà ad arri-
vare sul mercato. Quelli efficaci in provetta
potrebbero non funzionare nel nostro cor-
po, perché non sono assorbiti bene o hanno
effetti collaterali. Inoltre, è difficile produrli
in grandi quantità.

Apprendimento profondo
Ed è qui che entra in gioco l’apprendimen-
to profondo. Gli algoritmi imitano il fun-
zionamento dei neuroni nel nostro cervello
cercando strutture ricorrenti nei dati. Un
singolo neurone artificiale è in grado d’in-
dividuare strutture semplici come linee o
cerchi, ma migliaia di neuroni artificiali
possono svolgere compiti complessi, come
riconoscere gatti in un video o scovare tu-
mori nelle biopsie. Questi sviluppi hanno
spinto i ricercatori a usare l’intelligenza

artificiale per cercare nuovi farmaci.
L’équipe statunitense ha optato per un
nuovo tipo di apprendimento profondo
chiamato graph neural networks. Nel 2010,
l’età della pietra dell’intelligenza artificia-
le, i modelli per scoprire i farmaci erano
basati sulle descrizioni testuali delle so-
stanze chimiche (un po’ come descrivere
un volto umano usando le espressioni “oc-
chi scuri” e “naso lungo”). I descrittori te-
stuali sono utili, ma non bastano. Il nuovo
metodo descrive le sostanze chimiche co-
me una rete di atomi, fornendo all’algorit-
mo un quadro più completo.
Da solo, però, l’apprendimento profon-
do non è in grado di scoprire antibiotici: va
abbinato a una profonda conoscenza biolo-
gica delle infezioni. Così, dopo aver adde-
strato l’algoritmo fornendo esempi di far-
maci più o meno efficaci, l’équipe gli ha
chiesto di trovare antibiotici potenzial-
mente efficaci e sicuri in milioni di sostan-
ze chimiche.
A differenza di noi umani l’intelligenza
artificiale non ha pregiudizi, soprattutto
sull’aspetto che dovrebbe avere un antibio-
tico. Dalla ricerca è quindi emersa una mi-
niera d’oro di potenziali candidati, molto
diversi da quelli esistenti. Uno dei più pro-
mettenti è l’Halicin, allo studio come anti-
diabetico. A sorpresa il farmaco è risultato
efficace non solo contro l’Escherichia coli, il
batterio con cui l’algoritmo era stato adde-
strato, ma anche contro agenti patogeni più
aggressivi, tra cui quelli responsabili della
tubercolosi e delle infiammazioni del co-
lon, e soprattutto contro l’Acinetobacter
baumannii, il batterio resistente ai farmaci
in vetta alla classifica degli agenti patogeni
letali stilata dai Centri statunitensi per la
prevenzione e il controllo delle malattie.
Purtroppo, essendo così potente, l’Hali-
cin potrebbe anche distruggere i batteri in-
nocui presenti nel nostro corpo e avere ef-
fetti negativi sul metabolismo, forse trascu-
rabili di fronte alla prospettiva di salvare
vite umane. Tuttavia se anche superasse
tutti gli ostacoli e arrivasse sul mercato,
l’Halicin dovrà battere un nemico inesora-
bile: la resistenza. Nel novecento abbiamo
attaccato con moltissimi farmaci gli agenti
patogeni, che con il tempo hanno sviluppa-
to resistenza. Probabilmente prima o poi
c’imbatteremo in un’infezione resistente
all’Halicin, ma la speranza è che grazie
all’apprendimento profondo saremo in gra-
do di reagire rapidamente con un nuovo
antibiotico. u sdf

L’intelligenza artificiale


a caccia di antibiotici


Un algoritmo sviluppato da
un’équipe statunitense ha
individuato alcuni farmaci
potenzialmente efficaci contro
i batteri più pericolosi. Uno dei
più promettenti è l’Halicin

Sriram Chandrasekaran, The Conversation, Australia


CHIARA DATTOLA

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