Vanity Fair Italia 20170208

(Romina) #1
CARPE DIEM

08.02.2017

TV

Quando Girls ha debuttato, nel 2012,
è stata definita «la nuova Sex and the City»,
perché seguiva quattro amiche
a New York. Ma Shoshanna, Hannah, Marnie
e Jessa (da sinistra, Zosia Mamet, 29 anni,
Lena Dunham, 30, Allison Williams, 28,
e Jemima Kirke, 31) sono egoiste, non hanno
soldi per le Manolo Blahnik, né incontrano
Mr. Big. La serie, che si chiude con
la sesta stagione, su Hbo dal 12 febbraio,
ha cambiato il modo di raccontare le donne
in Tv. Ecco che cosa ci lascia.

Lena vs Carrie


di MARGHERITA CORSI

Travolta l’anno scorso dalla polemica #oscar-
sowhite per non aver considerato alcuna mi-
noranza etnica nelle categorie principali, l’A-
cademy ha deciso di reagire: quella del 2017
è infatti la lista di candidati meno bianca del-
la storia. Dei 20 atto-
ri protagonisti e no, 6
sono afroamericani –
Denzel Washington e
Viola Davis per Bar-
riere, Ruth Negga per
Loving, Octavia Spen-
cer per Il diritto di
contare (a destra nel-
la foto con Taraji Pen-
da Henson e Janelle
Monáe), Mahershala

Ali e Naomie Harris per Moonlight –, a cui va
aggiunto l’inglese di origini indiane Dev Pa-
tel per Lion. Ci sono poi le 8 candidature per
Moonlight – film che racconta una storia gay
tra due ragazzi di colore: raddoppio di punti di-
versità – tra cui il regista afroamericano Barry
Jenkins (presente anche nella categoria miglior
sceneggiatura non originale) e la candidatura
di documentari che narrano storie black come
O.J.: Made in America, I Am Not Your Negro
(vedi anche pag. 129) e 13th. Ancora non per-
venuti i latini.
Come ha detto Octavia Spencer, da #oscar-
sowhite si è arrivati a #oscarblackandwhite:
un passo avanti, ma di strada da fare ne rimane.
Per non parlare delle donne regista: l’ultima fu
Kathryn Bigelow nel 2010 con The Hurt Locker.

VIVA LA CICCIA!
La libertà di essere a proprio agio
con il corpo: Lena Dunham
ha fatto del nudismo una missione.
Agli Emmy del 2012 è apparsa seduta
sul wc, coperta solo dalla sua torta
di compleanno. Nella serie, si perde
il conto delle volte in cui Hannah
mostra rotoli di pancia che farebbero
inorridire Carrie Bradshaw.

MANIE
E COTTON FIOC
È stato uno dei primi
show a parlare
di disturbi mentali,
attraverso il disordine
ossessivo compulsivo
di Hannah. Una delle
scene più discusse
è quella in cui lei
non riesce a smettere
di pulirsi l’orecchio
con il cotton fioc,
fino a farsi male.

LA STELLA DI ADAM
Girls ha lanciato uno
degli attori del momento:
Adam Driver, 33 anni. Dopo
il ruolo dell’instabile fidanzato
di Hannah, ha recitato con
Steven Spielberg in Lincoln
ed è stato scelto per il ruolo
di Kylo Ren, il nuovo cattivo
di Star Wars. Ora è al cinema
con Silence di Martin Scorsese
e Paterson di Jim Jarmusch.

LA FIGLIA DI LENA
Se cercate un erede
di Girls, segnatevi Insecure.
Scritta e interpretata
da Issa Rae, 32 anni, è una
commedia Hbo che
racconta i problemi di una
ventinovenne alle prese con
lavoro, fidanzato e amici.
La creatrice ha iniziato
su YouTube come Lena ed
è stata definita «la versione
nera della Dunham».


IL VERO SESSO
Girls insegna che gli incontri sessuali sono
spesso squallidi e improbabili: sconosciuti,
pervertiti. Lo impara subito Shoshanna,
la vergine del gruppo, quando
nella prima stagione si concede al suo ex
compagno di campeggio:
(solo) all’apparenza un tipo normale.
Il romanticismo è bandito.

Oscar di tutti
i colori
di SIMONA SIRI

CINEMA

08.02.2017 VANITY FAIR I 131


CONTRASTO

LIBRI

Così in guerra


Se c’è un libro squisitamente fresh è MASH di Richard Hooker. Ritorna
in una nuova traduzione di Marco Rossari (BigSUR, pagg. 240, ¤ 16,50)
l’esilarante satira su un ospedale da campo americano (l’acronimo
sta per «Mobile Army Surgical Hospital») durante la guerra di Corea.
L’originale è del 1968, e da quello hanno tratto il film di Robert Altman
e una decennale serie Tv. Duca Forrest, Trappolone John e Occhio
di Falco Pierce, detti i Mostri della Palude, sono un terzetto di chirurghi
alterati, sciroccati veri e sempre in procinto di essere arrestati per il
troppo cazzeggio, ma possiedono anche un
incredibile talento, forse non molto ortodosso,
nell’aggiustare intestini e toraci bucherellati
in battaglia. Oltre a goliardate (indimenticabile
Trappolone John che gioca a golf travestito da
Gesù), sbronze e scorrettezze in sala operatoria,
MASH offre a tutti una bella soddisfazione,
anche perché basato su una storia reale: si può
trasgredire gli ordini ed eccellere lo stesso
nella propria professione. michele neri

Come in amore


A riscrivere un classico come Ragione e sentimento ci vogliono coraggio
e ironia. Celebra così il bicentenario della morte di Jane Austen
la scrittrice Stefania Bertola (Einaudi, pagg. 232, ¤ 17,50), mettendoci
più della sua usuale dose di umorismo. Elinor, Marianne e Margaret
diventano Eleonora, Marianna e Margherita, e la struttura del racconto
ricalca quella dell’originale. Solo che siamo nella Torino del 2014, e non
nella campagna inglese a cavallo tra ’700 e ’800. Alla morte del
padre, il penalista Gianandrea Cerrato, la madre e le sorelle
si trovano in improvvise difficoltà economiche
e devono fare i conti con i debiti di gioco
del defunto, la perfidia della cognata, il pavido
fratellastro e un’altra serie di guai. Come
affrontare la realtà? La lotta tra la razionalità
di Eleonora e l’emotività di Marianna è
la protagonista anche di questa riscrittura.
L’eterna lotta tra ragione e sentimento rende
questo classico sempre attuale e questo libro
una piacevole sorpresa. caterina soffici

cco perché Chimamanda Ngozi Adichie è un nome da im-
parare a memoria.


  • Chimamanda, che significa «il mio Dio è infallibile», na-
    sce nel 1977 in Nigeria, appartenente all’etnia igbo, in pre-
    valenza cristiana. Padre professore, madre prima archivista
    donna dell’università del Paese, a 19 anni emigra negli Sta-
    ti Uniti per studiare. È bravissima. Inizia a pubblicare. Nel 2010 il


E


Dovremmo essere^


tutti Adichie


Mentre escono i suoi racconti, vi diciamo perché
tenere d’occhio la scrittrice nigeriana

New Yorker la include tra i 20 migliori scrittori sotto i 40 anni.


  • Esordisce nel 2003 con il romanzo L’ibisco viola, al quale segue
    Metà di un sole giallo. Ma è dieci anni dopo, con Americanah (dal
    quale verrà tratto un film con Lupita Nyong’o), che diventa famosa.

  • In questi giorni esce in Italia Quella cosa intorno al collo (Einaudi,
    pagg. 220, € 19; trad. di A. Sirotti), 12 storie in cui Adi-
    chie condensa le complessità dello status di immigrata,
    le divisioni, i ricordi e le nostalgie. In uno, il fratello della
    narratrice viene rinchiuso in una prigione nigeriana e ne
    esce: è fortunato, certo, ma è cambiato. In un altro, una
    moglie riesce a imporsi al marito solo dopo averne sco-
    perto il tradimento. In quello che dà il titolo alla raccol-
    ta, una ragazza immigrata negli Usa incontra un uomo
    straordinario, eppure non riesce ad accettare il suo amo-
    re. Sono racconti bellissimi, accomunati da un’istanza
    di dualità (donna-uomo, figli-genitori, patria d’origine-
    patria acquisita), dallo sguardo chiaro e preciso su un
    mondo altro, dove le radici amputate continuano a fare
    male come in una strana sindrome dell’arto fantasma.

  • Nel 2012 ha tenuto una Ted Conference dalla quale è stato tratto il
    fondamentale pamphlet Dovremmo essere tutti femministi dove scri-
    ve: «Perché la parola femminista? [...] Scegliere un’espressione va-
    ga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema
    di genere. Vorrebbe dire tacere che le donne sono state escluse per
    secoli. Vorrebbe dire che il problema del genere riguarda le donne»
    (perché non distribuirlo in tutte le scuole medie italiane?).

  • Il 21 gennaio ha partecipato alla marcia delle donne contro Trump
    a Washington e, qualche giorno dopo, è stata vista in prima fila alle
    sfilate di Parigi: per chi ancora pensa che l’impegno politico e intel-
    lettuale mal si sposi con «le cose della bellezza».

  • A marzo uscirà Cara Ijeawele ovvero Quindici consigli per crescere
    una bambina femminista. A un certo punto, Adichie dice: «Falle ca-
    pire che non è necessario piacere a tutti. Dille che se a qualcuno non
    piace, piacerà a qualcun altro. Spiegale che non è solo un oggetto
    che può piacere o non piacere, è anche un soggetto in grado di espri-
    mere le proprie preferenze». E, soprattutto, dice: «Fatelo insieme»,
    e intende: «Madri, padri: crescete insieme vostra figlia».

  • «L’Africa è il futuro» è uno slogan, certo, ma anche molto di più.
    In questi tempi è forse proprio a partire dalla passione di persone
    come Chimamanda che si può sperare in un mondo migliore.


di LAURA PEZZINO
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