(^34) I VANITY FAIR 08.02.2017
OLTRE LA GUERRA C’È DI PIÙ
Tre ragazzi curdi si sono inventati un modo per uscire dall’orrore: MR.ERBIL, un account Instagram
che celebra la moda e le barbe hipster in una cittadina a 80 chilometri dallo Stato Islamico
di SIMONA VERRAZZO
M
entre la battaglia per la libera-
zione di Mosul dagli uomini
del califfato è ancora in corso,
a soli 80 chilometri, nella ca-
pitale curda dell’Iraq, Erbil,
un gruppo di giovani ha lanciato sui social
«Mr.Erbil», un progetto che ha raggiunto a fi-
ne gennaio i 1.000 post. L’idea è venuta a tre
amici: Goran Pshtiwan, Ahmed Nauzad e
Omer Nihad. Poco più che ventenni, laurea-
ti, hanno deciso di riunirsi per condividere la
loro passione per la moda: stile occidentale
con dettagli della tradizione curda, di cui so-
no fieri ambasciatori. Come per barba e baf-
fi, non solo tendenza hipster ma anche «omag-
gio alla moda maschile dell’antica Mesopota-
mia». E proprio Omer ha creato Rishn, la pri-
ma linea di prodotti di barberia a Erbil.
Del gruppo fanno parte professionisti, come
medici, artisti, commercianti, e universitari
che conoscono le lingue e Internet. Grazie ai
social, Mr.Erbil si sta facendo conoscere e in
pochi mesi ha raggiunto oltre 35 mila follo-
wer su Instagram e quasi 10 mila su Facebo-
ok, seguito anche dai giovani curdi costretti
a scappare per via della guerra.
Il progetto è inoltre un omaggio all’antichissi-
ma cittadella di Erbil, ricca di tesori scampa-
ti alla furia distruttrice dell’Isis e, dal 2014, Pa-
trimonio mondiale dell’Umanità dell’Une-
sco: le sue mura fortificate sono spesso lo sfon-
do delle foto di Mr.Erbil su Instagram.
Il progetto digitale non è maschilista e cele-
bra ogni giovedì, con un post, una «girl inspi-
ration»: una ragazza del posto che, per impe-
gno professionale e sociale, è d’esempio.
WEEK
ORGOGLIO CURDO
Giovani curdi vestiti
alla moda hipster
e occidentale nel centro
di Erbil, nell’Iraq
settentrionale,
per il primo raduno
di Mr.Erbil nel 2016.
Golfo Persico
Kuwait
Arabia Saudita
Giordania
Siria Iran
Turchia
IRAQ
Mosul
Erbil
Bagdad
P
rigionieri in un’abbazia o
in una cantina, inseguiti da
zombie o da un serial kil-
ler, si hanno 60 minuti per
trovare la via di fuga e liberarsi, ma
per riuscirci bisogna risolvere enig-
mi, rompicapi, codici.
La nuova moda del divertimento
che unisce web, videogiochi, libri,
cinema, edu-entertainment si chia-
ma «Escape Room». Allestite con
atmosfere realistiche con tanto di
scenografie e colonne sonore, le
«Escape Room» sono stanze di gio-
co dove, in gruppi da 2 a 6, si devo-
no superare difficoltà usando logi-
ca, intuito, gioco di squadra.
Creata nel 2006 da un gruppo di
programmatori della Silicon Val-
ley, in dieci anni questa forma di in-
trattenimento si è rapidamente dif-
fusa in mezzo mondo ma è solo da
due che cresce anche in Italia: ora
sono 100, con un fatturato stimato
oltre i 10 milioni di euro e 750 mi-
la clienti. La prima è nata
a Torino nel 2014, la più
grande d’Italia è Enigma
Room di Milano, la più
recente è Fugacemente,
inaugurata a Roma il 27
gennaio, che offre due
scenari nuovi, Pandemia
(dove, chiusi in un labo-
ratorio, si deve trovare la
cura per un terribile vi-
rus) e Sala Giochi (con
enigmi e indovinelli ispirati al mondo dei
videogame e dei fumetti – «solo i più nerd
ne usciranno vivi», dice la pubblicità). Ma
ci sono anche atmosfere fiabesche stile Ali-
ce nel paese delle meraviglie, sottomarini al-
la Ventimila leghe sotto i mari, e persino in-
dagini su calciopoli.
La cosa curiosa è che questo gioco – oltre a
piacere perché esalta la passione per le real-
tà alternative, si può condividere fisicamen-
te con gli amici e stimola le capacità intellet-
tive – sta creando nuovi mestieri. Se l’Esca-
pe Room di Roma è un franchising aperto
08.02.2017 VANITY FAIR I 35
SI SALVI CHI PUÒ
(RISOLVERE UN PROBLEMA)
A Roma ha appena aperto una nuova ESCAPE ROOM: in Italia sono già arrivate a quota 100.
Ecco come nasce questo fenomeno di divertimento (mondiale), e chi lo alimenta
di MARIANGELA MIANITI
IL PENSIERINO
di Vivian Lamarque
FUGGIRE, INSIEME
Collaborazione per aprire porte.
Tutto il contrario di Trump. E delle
migliaia di games dei nostri figli
dove vince chi uccide di più.
con la collaborazione di Fugace-
mente che offre scenari e assisten-
za, quella di Milano è nata dall’in-
tuito di due amici, Stefano Ca-
stelnuovo e Marco Tedeschi, en-
trambi 29 anni, che per ora fanno
anche altri due mestieri (giornali-
sta con formazione economica il
primo, fisioterapista il secondo), e
progettano in prima persona sce-
nari ed enigmi.
«Tre anni fa», spiega Stefano,
«per caso Marco ha pro-
vato una Escape Room a
Kiev. L’idea gli è piaciu-
ta, ne abbiamo parlato
e, nell’aprile 2015, ne ab-
biamo aperta una a Mila-
no. All’inizio avevamo una
sola stanza, ora ne abbiamo
52 con 5 scenari diversi e in un
palazzo di 3 piani e 4 mila metri
quadrati, il Maniac Palace, in cui
possono giocare fino a 20 perso-
ne contemporaneamente, divise in
4 squadre. Il bello di questo
gioco è che non si gareggia
uno contro l’altro, ma si de-
ve collaborare per trovare
le soluzioni ed essere libe-
ri. È un gioco fisico, perché
ci si muove tanto, e di ragio-
namento, sempre più ap-
prezzato anche dalle azien-
de che usano le Escape Ro-
om per allenare la coesione
di gruppo e scoprire la po-
tenziale leadership dei dipendenti».
Se si risolvono gli enigmi in tempo, la stan-
za si apre da sola, altrimenti, scaduta l’ora,
è l’addetto della sala ad aprire la stanza che
all’inizio viene chiusa a chiave, espediente
necessario per aumentare il senso di urgen-
za nei giocatori. I costi, in media, sono di
15 euro a persona per una partita, gli sce-
nari si possono prenotare anche on line e
i minorenni devono essere accompagnati.
«Da noi» dice Stefano, «i clienti hanno fra
i 22 e i 40 anni, ma vengono anche nonne
REUTERS/CONTRASTO con i nipoti».
PAESE CHE VAI...
DallÕalto, Escape Room
«politica» a Budapest;
giallo «alla Sherlock»
ad Alexandria, Virginia
(Usa); pubblicità di
Fugacemente, a Roma.
romina
(Romina)
#1